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Autore: little star    18/05/2007    3 recensioni
Eccomi qui, Draco, ancora una notte a vederti dormire. Non hai idea di come mi sento adesso, a vederti con gli occhi chiusi, una sera ancora, come la scorsa e come sarà la prossima.
Genere: Romantico, Malinconico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui, Draco, ancora una notte a vederti dormire. Non hai idea di come mi sento adesso, a vederti con gli occhi chiusi, una sera ancora, come la scorsa e come sarà la prossima. Sei bello, quando dormi, ma quando sei sveglio ti amo. Con che coraggio sorreggerei il tuo sguardo, se mi vedessi qui adesso. Mi è capitato di rifarmi questa domanda un sacco di volte, al capezzale del tuo letto, con il mantello dell’invisibilità, trattenendo il respiro per non disturbare il tuo dolce sonno. Sei così dannatamente te stesso, mentre ti fai cullare da Morfeo, così dannatamente te stesso con i capelli sparsi sul cuscino, così dannatamente te stesso con i mezzi sorrisi che fai mentre sogni; chissà per chi sorridi, Draco, chissà. E chissà se una di queste notti riuscirò mai a vederti sorridere per me.

La senti, Draco, la mia mano che stringe la tua? Quella stretta che ti negai, anni or sono. Ma non si può parlare del passato, adesso, bisogna pensare al futuro, se mai un futuro avremo.

Tu come pensi che sarà il nostro futuro, Draco? Pensi che potremmo mai vivere insieme? Tu ed io, come esseri umani, non come figlio di Mangiamorte e il Salvatore del Mondo. Harry Potter e Draco Malfoy sono figli di questa terra come tutti gli altri.
Adorerei condividere la mia casa con te, le mie cose, svegliarti con il caffè pronto la mattina, sorriderti, abbracciarti, baciarti. Magari dopo sparire in bagno, dicendo che devo fare in fretta, che dannazione a te, che mi fai sempre arrivare in ritardo perché sei così bello, di prima mattina, che non resisto alla voglia di venire a svegliarti. E tu protesteresti, Draco, perché infondo vorresti essere coccolato ancora un po’ nel mio abbraccio, mi grideresti che sono un idiota, e io riderei e ti accontenterei e farei tardi a lavoro un giorno ancora.
Sarebbe bello, aprire la porta, avvertirti urlando che sono arrivato, che l’uomo con cui dividi il letto ogni sera è lì, sulla soglia di casa, e ti ama alla follia, anche se ha fatto tardi anche stasera. Ma non è stata colpa sua, il Ministro l’ha trattenuto per regolare delle stupide faccende importanti sui Troll, e lui non sapeva proprio come fare. Allora faresti una smorfia, diresti che tu odi i Ministri, e tutte quelle faccende burocratiche del cavolo, che il mio lavoro fa schifo, che non è possibile che siano così perfidi da tenermi per così tanto tempo fuori casa, che esisti anche tu nella mia vita. Immagino già le tue parole: “Potter, se domani non chiedi un giorno di ferie, io me ne vado di casa”. Mi passeresti il telefono, al contrario, però, infondo non l’hai mai capito, come funzione quell’arnese. E io non riuscirei a dirti di no, Draco, ti sorriderei, vedendo la faccia buffa che hai sul visto, e sempre sorridendo spiegherei alla segretaria del Ministero che mi sono sentito male improvvisamente, stasera, e che non posso assolutamente essere presente domani, al consiglio sulla Salvaguardia degli Ippogrifi in Scozia.
Il giorno dopo ti porterei nella casa che mio padre aveva a Dublino, ci resteremmo tutto il giorno e la sera di porterei fuori a cena, in quel posto a Diagon Alley che ti piace tanto, quello che costa un occhio della testa, ma non saprei dirti di no, Draco, non so proprio dirti di no. E la sera, amore mio, percorrerei con le mie dita tutto il tuo corpo, e tu me lo lasceresti fare, e ci ameremo per una notte ancora, tra le lenzuola del nostro letto, in camera nostra, in casa nostra.
Adorerei vedere i tuoi occhi offuscati, Dio Draco, adoro i tuoi occhi. Ci si può vedere di tutto, sai? Dal mare quando riflette l’argento del cielo dei cupi giorni senza sole, ai braccialetti delle ricche signore, alla fede che ti metterei volentieri al dito, un giorno, se tu me lo lasciassi fare. Scommetto che litigheremmo anche su quello, perché una fede d’oro giallo ti ricorderebbe troppo Grifondoro, e faresti una smorfia infastidita, storcendo il naso, vedendola.

E ora che sei qui davanti a me, penso e ripenso a tutte le scuse che ho dovuto inventare con Ron e Hermione, per venire qui da te. Di solito passo tutta la notte a fissarti e, sai, si nota quando non si dorme. Ma vedere te mentre sei così umano è più appagante di tre giorni di meritato riposo.
Una volta ho detto a Ron che ero andato ad allenarmi a Quidditch. “Alle cinque di mattina, Harry?!” Ho risposto che tenevo molto alla partita contro i Serpeverde. Non credo che se la sia bevuta. Era abbastanza patetica, come scusa. Ma al momento non me ne venivano altre in mente, continuavo a pensare a te, a quanto eri bello, quella sera, a quanto avrei voluto baciarti… Avevi le labbra socchiuse, Draco, come la porta socchiusa dell’inferno.

Te l’ho mai detto che sembri davvero un angelo, Draco, che i tuoi capelli dorati sono come fili di seta e che le tue dita sono come quelle di un pianista? Suoni, Draco? Credo di si. Credo che sia tradizione di buona famiglia, saper suonare il pianoforte. Ne ho visto uno enorme nella vostra Sala Comune, sembra fatto apposta per te. Scommetto che ogni volta che hai qualche cruccio, qualcosa per la testa suoni, è così? Immagino che avrai dato l’ordine di non essere disturbato, e che Tiger e Goyle probabilmente cercheranno di tenere tutti fuori dalla Sala Comune, perché Draco Malfoy sta suonando il piano.

Beh, sono le tre di mattina, adesso.

Buona notte, Draco, cercherò di dormire un po’ prima che il sole sorga e mi ricordi che ci vedremo a lezione, domani. Abbiamo Pozioni, e non so ancora quanto Piton possa sopportare i miei pisolini in classe, e non so quanto Hermione possa ancora trattenersi dall’uccidermi, per aver fatto perdere tanti punti alla nostra Casa.

“Buona notte, Draco”
  
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