Il cuore ci batte all'impazzata.

 

Siamo sui gradini che precedono la nostra salita sul palco.

 

Il pubblico è caldo, troppo caldo per non potersi trattenere e giudicare.

 

I quattro giudici hanno preso posto da quattro ore e mezzo e sono sfiniti.

 

Hanno detto molti sì.

Hanno detto molti no.

Hanno riso bellamente.

Hanno litigato di brutto.

E ora tocca a noi.

Alessandro Cattelan ci fa la tipica intervista che è opportuno fare a tutti, chiunque di noi potrebbe essere il vincitore e avrebbero tra le mani la prima intervista nella storia della nascita dell'artista fortunato.

Io e mia cugina ci teniamo per mano: mai ho sentito il mio cuore battere così forte, e non ho mai avuto la sensazione di stare per scoppiare a piangere senza avere quasi nessun liquido corporeo.

Eccoci.

Non ho avuto neanche il tempo di sentirmi dire "salite, tocca a voi!" e di non trovare più la stretta della mano di mia cugina che siamo lassù.

Lei avanza sicura e decisa verso il centro, io mi sento le gambe tremanti. Lei si presenta con un sorriso radioso e dice un sereno "Ciao!" al pubblico che subito applaude.



Io le sto accanto zitta e impaurita, con uno sguardo incerto, le braccia incrociate e le ginocchia che si toccano.

Il primo a parlare è il temutissimo Morgan, quello del cui giudizio è quello di cui ho più timore.

- Buongiorno ragazze! Come vi chiamate? -

- Siamo Marianna e Sara, veniamo da Cosenza, il nostro gruppo si chiama "Mad Things" e abbiamo entrambe 17 anni. -

- Mh.. Bene. Siete piccine per essere qui no? -

Risponde ancora Marianna, che io chiamo sempre Eddie.

- Si, abbiamo solo 17 anni è vero, ma volevamo provare, giusto per vedere se siamo pronte per una carriera musicale o se siamo ancora poco mature. -

Ecco la dolce Arisa che parla, ora.

- Che cosa ci cantate oggi? -

- Canteremo.. -

Elio la ferma.

- Nononononononononono no. Facciamo parlare l'altra, come avete detto che si chiama, Sara? Sì, facciamo parlare Sara, sta stando tutto il tempo lì ferma immobile a non dire nulla! -

Oooccavolo.

Devo parlare.

Incerta, sento le punte delle mie orecchie infuocarsi.

Prendo coraggio e parlo.

- Canteremo "If I Ain't Got You" di Alicia Keys.. - e accenno un sorriso.

La musica parte, io ed Eddie ci concentriamo e..

La prima a cantare è lei.

 

Some people live for the fortune..

Some people live for the fame..

Some people live for the power, yeah..

Some people live just for play the game..

 

Ed ora che faccio?!

Ora tocca a me!

Prendi un respiro, Sara. Calmati. Stà tranquilla. Prendi un respiro e..

 

Some people think that the physical things

Define what's within

And I've been there before

But that life's a bore..

So full of the superficial..

 

E ora..insieme.

 

Some people want it all!

But I don't want nothing at all!

If it ain't you baby

If I ain't got you baby

 

Tocca a me, ancora.

 

Some people want diamond rings

Some just want everything

But everything means nothing

If I ain't got you, baby.

 

Abbiamo tagliato la canzone fino a qui, perché il tempo che davano ad ogni cantante era poco, ovviamente.

Torno alla realtà.. Stanno per giudicarci ed io non amo i giudizi. Sono la cosa che mi fanno più paura in assoluto.

Simona inizia a parlare.

- Vi trovo veramente stupende, due ragazze così diverse eppure così legate sia nella vita che sul palco.. siete una novità qui ad XFactor. -

Ora parla Elio.

- Beh, devo dire che siete piaciute al pubblico, e anche a me, devo anche ammettere che ci sono delle piccole imperfezioni ma era tutto molto dolce. -

Arisa..

- Io mi sono innamorata della vostra vocalità e della vostra unione.. Siete presenti sul palco e al pubblico non dispiace. -

Ed eccolo. Morgan, l'unico giudizio di cui mi importi molto di più.

- Sì..siete interessanti. Dal punto di vista vocale, visivo..Siete interessanti. E anche molto strane, nel senso positivo del termine. Che ora vi vedo così tirate e alla fine sono sicuro che da sole o con gli amici vi tirate mazzate, care cuginette. -

Mi conforta il suo sostegno.

Mia cugina ringrazia con un sorriso, saluta il pubblico, io saluto con la mano e corriamo fuori.

Scoppio a piangere.

Le salto addosso.

Quattro sì.

Quattro benedettissimi sì.

E chi l'avrebbe mai detto che tutto ciò non c'entra quasi nulla con la storia che sto per raccontare?