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Autore: Cicatrice    02/11/2012    1 recensioni
Imprescindibile da te, la mia vita porta i segni di un amore platonico consumato al punto che oramai l'idea di questo legame è l'unica cosa che non fa più male.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo
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Ricordo ancora il nostro primo incontro, ricordo la tua felpa bianca con quei disegni così strani, e la mia ormai ex migliore amica (quante cose cambiano in quattro anni, eh?) che mi aveva detto 'ma dove li trovi tu i ragazzi, nelle patatine?'. Ma chi la stava ascoltando? Ero troppo incuriosita per darle retta.
Ricordo perfettamente l'imbarazzo di quel momento, quello delle presentazioni.
'Ciao sono Giulia e penso che ti amerò fino a farmi male'. 'Ciao, io sono Manuel e sarò la tua tortura e allo stesso tempo il tuo amore più grande'. 
In realtà le presentazioni si limitarono ad un ciao reciproco con tanto di nome. Manuel, un suono che ancora adesso mi fa rabbrividire. 
Ricordo che hai iniziato a schiacciarmi i piedi come per farti notare, come per dire 'ehi, da oggi ci sono anch'io!', e sembrava il gioco più bello del mondo, quello di due bambini troppo innocenti per capire che le scarpe poi si sporcano e una volta sporche si rovinano fino a lacerarsi. Lo dico perché questo è quello che poi hai fatto al mio cuore, lo stesso cuore che qualche giorno fa hai riesumato con le tue mani calde facendolo rinascere.
Non ricordo di preciso il primo bacio, ma ricordo le labbra: calde, morbide, rosse e carnose. Dio, c'è qualcosa di più peccaminoso? Ricordo i miei fianchi tra le tue mani, i tuoi occhi marroni nei miei nascosti da inutili lenti colorate, inutili perché con te ero un libro aperto, nuda, senza veli né segreti. 
Quel giorno, il 21 febbraio del 2009, avevo quattordici anni, e come quando a sei anni la mia bambola era per me la più bella, in quel momento tu ai miei occhi eri la cosa più meravigliosa al mondo.
Ricordo quando me ne sono andata, senza un bacio o una carezza, con un 'ciao' che sapeva di sfida. 'Gioca con me, sarà divertente' ti dissi con gli occhi, ma così non fu. Forse lo interpretasti male.
Credevo di aver già sofferto nella mia vita, ma ancora non avevo idea di quello che significa morire dentro. L'avrei scoperto a suo tempo, a mie spese, mio malgrado e per colpa (?) sua.

 

2 novembre 2012

  
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