La guardai, era lì come ogni giorno davanti al suo armadietto che si specchiava e si metteva quel suo solito lucidalabbra rosa pesca che dava al suo volto una luce diversa ogni volta che la incrociavo per i corridoi.
Rimasi per diversi minuti voltato a guardarla da lontano finché il suo ragazzo non la raggiunse e la strinse tra le braccia. Sapevo benissimo che avrei dovuto esserci io al suo posto, l'amavo e la proteggevo da quando la conoscevo, ormai dieci anni, e lei non mi aveva mai dedicato un minimo gesto d'amore, una parola dolce o anche solo uno sguardo di quelli che rivolgeva a Caleb.
Che cosa ci trovasse poi in quel ragazzaccio non riuscivo proprio a capirlo, era rozzo e non mi sembrava affatto il suo tipo viste le sue passate esperienze con i giocatori della squadra di football di Rosewood.

Ma io per lei chi ero? Semplicemente uno come tanti, probabilmente un amico speciale visto che mi raccontava ogni suo più recondito segreto. Io ero quello che la accompagnava ogni giorno a casa dopo scuola, quello che le prestava il giubbotto quando era freddo o semplicemente quello con cui uscire quando Mona era occupata con la sua famiglia e Caleb doveva hackerare il computer a qualche povero disgraziato. Ma questo non mi bastava più, io volevo essere ciò che lei era da sempre stata per me, volevo che lei ricambiasse il mio amore.
La seguii con lo sguardo finchè lei ed il suo ragazzo non voltarono l'angolo, in quel momento un colpo sulla nuca mi svegliò dai miei pensieri.

« Ahi! » mormorai tra me e me e richiusi lo sportello del mio armadietto. Dietro di me Noel Kahn si ergeva in tutta la sua altezza e mi guardava con tono di sfida.
« Sei solo un povero sfigato, e gli sfigati non portano a letto delle tipe come Hanna Marin. » aprii la bocca per controbattere alla sua affermazione ma lui se ne stava già andando con un ghigno malefico sul volto. Loro non capivano, non potevano capire cosa io provassi per lei.
Mi misi lo zaino in spalla e iniziai a camminare lungo il corridoio quando vidi sulla mia sinistra l'allegra combriccola delle amiche di Hanna: Aria, che indossava un improbabile completino verde acqua e rosa, Spencer che si guardava intorno con aria smarrita ed Emily, che blaterava, probabilmente di qualche festa o evento mondano a cui aveva partecipato. Quando passai loro accanto accennai un flebile sorriso ed alzai una mano per salutarle ma tutto ciò che ricevetti in risposta furono sguardi di disprezzo ed alcuni sussurri da parte di Spencer.
Praticamente tutti coloro che circondavano Hanna mi odiavano, fantastico! Tutti, tranne una persona.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca dei miei jeans scoloriti e composi un sms:

“ Hai preparato ciò che ti avevo chiesto? Non possiamo permetterci di sbagliare. -Lucas ”

In attesa di una risposta, rimisi il telefono in tasca e mi sedetti in cortile ad un tavolino vuoto. Il mio migliore amico, Dean, mi raggiunse lì poco dopo.
Dean era il mio migliore amico ma ogni tanto non capivo che cosa gli passasse per la testa. Ci conoscevamo dal primo anno di liceo ed eravamo inseparabili; lui era come me, un nerd che non veniva considerato da nessuno, però a lui non importava non avere una ragazza o un gruppo di amici con cui uscire il sabato sera, per lui era importante solo avanzare di livello ai giochi di ruolo on-line.
Si può dire quindi che quando gli parlavo dei miei problemi, lui annuisse semplicemente e non cercasse di fare niente che avrebbe potuto aiutarmi, ma Dean in fondo era così e non potevo aspettarmi più di tanto.
Parlammo del più e del meno durante la pausa pranzo e poi ci dividemmo entrambi, io chimica e lui storia. Entrai in aula e mi sedetti al secondo banco, a fianco ad una ragazza rossa e pochi minuti dopo iniziò la lezione.

Prendere appunti era davvero noioso per me, e mi accorsi che tra una parola e l'altra avevo riempito il quaderno di cuoricini: ma che mi stava succedendo? Richiusi il quaderno con uno schianto, lo misi in cartella ed uscii dalla stanza liquidando la professoressa Green con un mal di pancia improvviso.

Camminai a lunghi passi verso la porta principale della scuola e l'aprii con un tonfo, in quel momento volevo solo respirare un po' d'aria fresca.
Fuori, sul muretto davanti al parcheggio c'era Hanna, avrei riconosciuto i suoi capelli biondi tra mille. Mi avvicinai silenziosamente e le sorrisi, sbucandole da dietro.
« Hanna! Che ci fai qua? » la guardai e subito il mio sorriso si spense, le sue guance erano rigate di lacrime. Se solo quel bastardo le aveva fatto qualcosa...
Lei mi si gettò al collo e iniziò a singhiozzare forte, mentre io non avevo alcuna idea su come mi sarei dovuto comportare, quindi le accarezzai piano la nuca.
Dopo qualche secondo Hanna mi guardò e si asciugò da sola le lacrime, scrollando appena le spalle.
« Scusa, momento di debolezza. » mi sorrise appena e si alzò, senza darmi altre spiegazioni e io rimasi lì, immobile con i pugni serrati e gli occhi fissi.
Quello fu uno dei motivi per cui feci ciò che feci, ma adesso non lo racconterò. Tutto a tempo debito.



Note dell'autrice:
Ciaaaao a tutti! Questa è la mia prima FF su PLL, e in generale la mia seconda FF. Ho deciso di creare una storia sulla mia OTP del telefilm ovvero Hanna/Lucas dal punto di vista di Lucas perchè non penso che venga dato abbastanza spazio al suo personaggio.
Ancora la storia è un po' acerba ma prometto che nei prossimi capitoli la svilupperò!
Per qualsiasi commento, consiglio o critica non esitate a recensirmi (: