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Autore: _Evil    03/11/2012    2 recensioni
Quand'è che una persona qualsiasi diventa un assassino? Quando decide di uccidere? Quando inizia ad elaborare l'omicidio? Quando designa la sua vittima? O soltanto quando finalmente uccide?
Un diciassettenne tenta di fare un esperimento per liberarsi della sua umanità e capire fino a che punto la mente può entrare in armonia con il Tutto e studiarlo non più da essere umano come individuo, ma come specie.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dicembre

Il Mondo Grigio è calmo e silenzioso. I colori non esistono ed il tempo non esiste. Nel Mondo Grigio l'unica cosa che conta è il pensiero, che non si esprime a parole ma in sensazioni a me sconosciute. Nelle emozioni che vivo in questa dimensione non riesco a distinguere nulla che mi sia familiare: amore, odio, malinconia, stupore, non c'è nulla di tutto questo. O forse è proprio l'insieme di tutte queste emozioni a creare questi nuovi ed indescrivibili stati d'animo.
E' da anni che visito il Mondo Grigio, ma soltanto ora riesco a farlo volontariamente e con costanza. La prima volta penso che accadde mentre mi trovavo a scuola, durante l'ora di inglese. Una lezione come tutte le altre, e fu proprio questo a catapultarmi in quel mondo. All'improvviso, più o meno inconsciamente, ho realizzato quanto fosse inutile quello che stavo facendo in quella classe. Non solo io: anche i miei compagni erano assorbiti in qualcosa di completamente inutile ed irrilevante. La stessa professoressa stava facendo qualcosa di inutile. In un istante ho esteso questa consapevolezza alle classi vicine e poi a tutta la scuola. Ho inglobato in questa mia illuminazione tutte le scuole d'Italia e tutte le scuole del mondo fino a rendermi conto che in quel preciso momento c'erano milioni e milioni di persone, fra studenti ed insegnanti, a fare qualcosa di completamente inutile.
L'enorme peso di questa consapevolezza mi ha catapultato nel Mondo Grigio. La voce della professoressa si è fatta sempre più ovattata fino a scomparire completamente. I colori sono stati sostituiti da varie tonalità di grigio, dal bianco e dal nero. Non percepivo più alcun movimento e mi sentivo come in una vecchia foto del dopoguerra. La mia testa si è voltata automaticamente, lentamente, verso il cielo. Verso l'Universo sconfinato dove tutti noi avremmo dovuto essere. Per qualche istante sono stato proprio lì, nei meandri scuri dell'Universo, ed ho osservato la Terra dove gli uomini si dichiaravano guerra fra loro ed erano completamente assorbiti dai loro insignificanti schemi sociali, ignorando la vastità dello Spazio e le questioni veramente importanti, cioè quelle che non hanno nulla a che fare con i problemi dell'essere umano.
Dopo quella volta, sono ripiombato in questa sorta di trance soltanto in un paio di altre due occasioni. E' per esperienze come questa che non sono riuscito ad adattarmi alla società come fanno tutti, perché nel farlo dovrei appunto ignorare il fascino che mi trasmette l'Universo. Più che per giustizia sociale, un mondo pacifico dovrebbe esistere proprio per trasformare in realtà anche la più sfrenata immaginazione. L'uomo deve maturare la consapevolezza di essere un osservatore del Mondo.
Dopo aver ucciso, il Mondo Grigio è diventato quotidianità. Ogni giorno la mia mente, per qualche istante, viene catapultata in questa dimensione universale dove tutte le questioni umane diventano insignificanti, persino il voler cambiare la società è insignificante. Essere uomo, donna, vivo, morto. Nulla di tutto questo ha più senso. Tutto quello che conta è il decifrare il tornado di sensazioni in cui ci si ritrova all'improvviso.
In questi giorni è come se tutto, intorno a me e dentro di me, si sgretolasse. Inoltre le ceneri che ne risultano vanno a mischiarsi fra loro al punto che non mi è più possibile ricordare quale fosse la differenza fra me e tutto il resto. Non ricordo più nemmeno perché sto scrivendo. Perché dovrei scrivere? E' così stupido. Così stupido, stupido, stupido.
  
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