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Autore: Raven Callen    03/11/2012    7 recensioni
È cresciuta, Courtney.
Sa che nella vita si cade.
Sa anche che ci si rialza, altrimenti è come morire.
Sa che la realtà è amara, amara come il cioccolato fondente.
Sa che, se vuole realizzare i suoi sogni, deve inseguirli.
Che deve graffiare, mordere, lottare.
Strappare gli occhi di ghiaccio delle fotografie, rompere il loro riflesso negli specchi, affogare il loro ricordo.
Sa bene che le sue ferite non sono cicatrizzate, lo sa.
Deve proteggersi, lottare. Difendersi.
Un pezzetto di cioccolato e via. Via verso il futuro.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - Il tour
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Novembre.
19:00 di sera.
È freddo. È tardi.
Courtney fa emergere la faccia da pile di fogli, documenti vari.
Il viso stanco, le occhiaie appena accennate ma presenti.
Gli occhi che brillano.
Deve terminare di consultare quelle pratiche.
Domani ha un processo importante, vuole prepararsi al meglio.
Si impegnerà al massimo, come sempre.
 
 
 
È passato molto tempo da quello stupido reality.
Sei, o forse sette anni.
Non lo ricorda, Courtney. Non ricorda quasi nulla di quel programma idiota.
 
È una gran bugiarda, però.
 
Non è vero che non ricorda. Lei non dimentica mai niente.
Se servisse potrebbe elencare gli anni, i mesi, i giorni che sono passati.
Perfino le ore, se si impegnasse.
Ma non lo fa. Non serve a niente.
Si sforza di non contare il tempo.
Non vuole più farsi del male.
È cresciuta.
 
 
 
È tardi, sono le 21:00. deve andare a riposarsi.
Non può permettersi di essere stanca, domani.
Dovrà essere concentrata.
Fresca come una rosa.
 

una rosa che ha perso la sua bellezza da molto tempo, un po’ appassita, che però non si è piegata al gelo dell’inverno e al ghiaccio.

 
Non può permettersi di perdere il processo. Non domani.
Non è per fama, gloria o successo. Nemmeno per soldi.
Non è più la ragazza di tanti anni fa.
La Courtney Barlow che mirava alla perfezione.
Quella parte di lei non esiste più.
Non ha alle spalle un’infinita serie di vittorie perfette.
Ha le sue sconfitte, le sue cause perse.
In tribunale e nella vita.
È caduta, tante volte. Si è sempre rialzata.
 
Ma quel processo è troppo importante per lei.
Dovrà difendere una ragazzina che, per proteggersi, aveva dovuto ferire l’ex-fidanzato che la stava aggredendo.
A Courtney premeva particolarmente la sorte di quella giovane di appena diciassette anni.
Ma. Niente. Coinvolgimento. Personale.
Se lo ripete spesso, come un mantra.
Se lo ripete sempre, quando determinate situazioni la toccano dove è più scoperta.
Quando le ferite si riaprono.
 
 
 
Courtney rischia di capitolare ogni qualvolta vede dei piercing, una cresta verde, o dei teschi.
Anche quando vede dei procioni. O delle ragazze gotiche.
Ci sono tante cose che le ricordano Duncan, e la fidanzata di lui, nonché sua ex-amica.
Soprattutto quegli occhi azzurri, come il ghiaccio.
Come l’inverno in cui lui l’ha lasciata sprofondare.
Come l’inverno a cui è sopravvissuta.
E Courtney le evita tutte, quelle piccole cose.
Le evita come la peste.
L’ha già detto: non vuole più farsi male.
 
 
 
Ogni volta che non ce la fa più, Courtney prende un pezzettino di cioccolato fondente e lo manda giù.
Un pezzo di cioccolato, amaro come pochi.
Ogni volta il sapore forte le fa storcere i lineamenti un tempo regali e altezzosi, per ricordarle che la vita non è dolce.
Che quello è il sapore della realtà.
Questo la sprona a combattere, ad andare avanti.
Un pezzetto e via.
Un morso di realtà e poi avanti.
È molto più salutare che rimanere ad affogare nelle proprie lacrime.
 
 
 
È cresciuta, Courtney.
Sa che nella vita si cade.
Sa anche che ci si rialza, altrimenti è come morire.
Sa che la realtà è amara, amara come il cioccolato fondente.
Sa che, se vuole realizzare i suoi sogni, deve inseguirli.
Che deve graffiare, mordere, lottare.
Strappare gli occhi di ghiaccio delle fotografie, rompere il loro riflesso negli specchi, affogare il loro ricordo.
Sa bene che le sue ferite non sono cicatrizzate, lo sa perfettamente.
Deve proteggersi, lottare. Difendersi.
Un pezzetto di cioccolato e via. Via verso il futuro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Courtney corre alla porta, allegra.
Hanno suonato al campanello.
Chi sarà?
 
Sono passati due giorni dal processo. Ha vinto.
Il suo capo le ha concesso una vacanza.
Finalmente le cose stanno andando per il verso giusto.
Apre la porta, sorridendo, e…
 
- Principessa..-
Il sorriso le muore sulle labbra.
- Tu!-
 
Due occhi di ghiaccio che la trafiggono.
Ricordi che esplodono, come tanti fuochi d’artificio, davanti ai suoi occhi.
Ferite che si riaprono.
 
No! Troppo dolore, troppi ricordi.
Perché?
Perché?!
 
- Vattene.-
Parole dure, lettere fredde come il ghiaccio. Più fredde di quei due occhi azzurri.
“Io sono più forte.”
- Principessa, ti prego..-
Voce rotta, implorante.
Duncan è tornato.
Da quanto sognava una scena simile?
 
 
Un ceffone.
Una porta che sbatte.
Occhi umidi:
Lacrime che non scenderanno.
No. Courtney non piangerà.
È forte, lei.
Un pezzo di cioccolato e via. Via verso il futuro.
Anche se le ferite riprendono a sanguinare e la voglia di riaprire quella porta è tanta, non importa.
 
 

Si rialzerà anche da questa caduta.









Angolo del Corvo:



Salve a tutti, eccomi qua con una bella one-shot deprimente.
Stasera sono in vena, mi si è riaperta una vecchia ferita di cuore, come a Courtney.
Anche io, però, avrei voluto tirargli un ceffone, a quell'idiota che me l'ha provocata, la ferita.
Vabbè, pazienza.
Spero che vi piaccia, perchè rispecchia perfettamente il mio umore.
Combattuta tra i miei sogni e lo star male.
Forse sto diventando bipolare.
Arrivederci a tutti ^^ 
  
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