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Autore: SmartieMiz    03/11/2012    9 recensioni
Trentasei sono i ragazzi, i W.A.R.B.L.E.R.S., che sono riusciti a sfuggire al terribile regime della Dalton Academy, spaventoso riformatorio infestato da fantasmi e demoni.
Sei di loro, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Nick Duval, Jeff Sterling, Blaine Anderson e Trent Nixon, sono gli unici Warblers ad essere dotati di poteri sovrannaturali.
Sebastian può vedere i demoni.
Thad può parlare con i morti.
Nick e Jeff possono prevedere il futuro, il primo tramite i sogni, il secondo mediante visioni.
Blaine può percepire i fantasmi.
Trent può spostare gli oggetti con la forza del pensiero.
È la particolarità di ognuno a renderlo unico e vulnerabile.
I demoni non si sono dimenticati di loro.
Ecco a voi il sequel di “Welcome to Dalton Academy, Sebastian Smythe”.
Sebastian, addolorato, contemplò il suo ragazzo morente: le labbra incurvate in un’espressione di dolore, gli occhi vitrei, le lacrime amare che bagnavano il suo volto.
«Non piangere, Sebastian…», gli sussurrò il ragazzo con fatica.
«Non… non posso averti davvero fatto del male», mormorò l’altro singhiozzando: «È tutta colpa mia… sono un mostro!».
«Non è colpa tua… è sua».
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Welcome to the hell, W.A.R.B.L.E.R.S.'
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 

 

Welcome to Montgomery Manor, Warblers
 


Cit. 1 – L’antica villa Montgomery risale all’Ottocento

Villa Montgomery era lì, di fronte a trentasei ragazzi agitati pieni di sogni, paure e speranze.
Ce l’abbiamo fatta, pensò Sebastian Smythe. Ancora non riusciva a credere a ciò che era accaduto. Lui, Thad, Nick, Jeff, Blaine, Trent e gli altri Warblers erano riusciti a scappare da quella spaventosa prigione che presto li avrebbe portati alla morte.
Thad Harwood era emozionato e teso allo stesso tempo. Finalmente era andato via da quel riformatorio infernale.
«Benvenuti a Villa Montgomery, Warblers», annunciò Wes Montgomery, l’erede della grande villa, con un lieve sorriso.
Nessuno proferì parola.
«Ragazzi, cosa aspettate? Entriamo!», li incitò Wes impaziente.
I ragazzi tornarono alla realtà. Annuirono distrattamente ed entrarono nella grande dimora.
Jeff Sterling non sapeva perché, ma aveva uno strano presentimento. Quella villa gli incuteva terrore e angoscia e non capiva cosa ci potesse essere di così pauroso lì dentro.
«Jeff, tutto bene? Mi sembri turbato… cosa c’è che non va?», gli sussurrò Nick Duval, il suo ragazzo. Sembrava sinceramente preoccupato per lui.
«Mi sento strano», ammise Jeff: «Di solito mi sento così prima di avere una visione».
Nick annuì leggermente.
«Amore, mi prometti una cosa?», gli chiese ad un certo punto il moro serio.
«Dimmi pure».
«Raccontami sempre le tue visioni e io ti racconterò sempre i miei sogni o incubi… okay? Non voglio che vada a finire come l’ultima volta… non me lo perdonerei mai».
«D’accordo», rispose il biondo con un dolcissimo sorriso che subito rassicurò il moro.
Il sorriso di Jeff si spense subito quando diede uno sguardo all’ambiente intorno a sé: Villa Montgomery era circondata da un enorme giardino e in lontananza si intravedeva quel che sembrava un piccolo cimitero di famiglia.
Un brivido percorse la schiena di Jeff: Villa Montgomery gli suscitava terrore, non come la Dalton Academy, ma comunque non gli sembrava un bel posto dove andare a vivere.
I Warblers entrarono in quello che doveva essere un grande salotto. La stanza era grande e accogliente e aveva un aspetto aristocratico come il resto della villa. Le tende, rosse, erano abbinate ai divanetti. Erano presenti anche tappeti verdi, librerie e tavolini di legno e un caminetto.
«Chi va là?!», mormorò all’improvviso una voce femminile spaventata.
I ragazzi si voltarono di scatto e videro una bellissima ragazza bassa e snella, con capelli biondi e occhi verde chiaro. Doveva avere solamente qualche anno in più a loro.
«Quinn!», Wes le si avvicinò lentamente.
«Come fai a sapere il mio no…», la ragazza si fermò, scrutò meglio il ragazzo e poi chiese incredula: «Wes? Sei proprio tu?».
«Sì», rispose il ragazzo con un ampio sorriso: «Sono proprio io!».
«Oh, Wes, amico mio!», esultò la ragazza buttandosi tra le sue braccia: «Ma non eri alla Dalton?».
«Oh, amica mia, è una lunga storia», rispose il ragazzo: «Te la racconterò, okay?».
«D’accordo», asserì lei, poi con un caloroso sorriso chiese: «E questi ragazzi?».
«Sono tutti ragazzi della Dalton Accademy, ci servirebbe un rifugio per un bel po’ di tempo», spiegò brevemente il ragazzo.
«Nessun problema, abbiamo camere a sufficienza», disse la ragazza, poi si rivolse ai ragazzi e, con un adorabile sorriso, si presentò: «Io sono Quinn Fabray, una domestica di Villa Montgomery. Benvenuti, ragazzi!».
«Come è dolce!», commentò Trent con aria sognante, poi aggiunse: «E bella».
Blaine e Jeff ridacchiarono per la reazione dell’amico.
«O Santo Cielo, poveri ragazzi!», esclamò ad un certo punto la ragazza: «Siete tutti bagnati fradici! Vi mostro subito le stanze, poi fatevi trovare in salotto che vi preparo un tè caldo e accendo il caminetto».

A Villa Montgomery, le stanze degli ospiti erano esattamente sei, così si decise che ogni stanza avrebbe ospitato sei studenti. C’erano anche altre camere, ma erano dei domestici.
Sebastian, Thad, Nick, Jeff, Blaine e Trent decisero di condividere la stessa stanza. In qualche modo si sentivano legati essendo gli unici sei studenti della Dalton Academy ad essere dotati di poteri sovrannaturali e poi, negli ultimi tempi, erano stati anche compagni di sventura e, perché no, forse anche amici.
In un’ora i sei ragazzi riuscirono a farsi una doccia e a cambiarsi con abiti caldi. Jeff, il più malaticcio di tutti, aveva già una bella tosse.
«Ragazzi, io non scendo in salotto, resto qui», asserì Blaine.
«Sicuro?», chiese Jeff perplesso.
«Sicuro», rispose Blaine con un lieve sorriso.
Il vecchio compagno di stanza di Blaine subito capì perché non voleva scendere e non poté non sorridergli.
«Ragazzi, andiamo», li incitò Trent.

Dopo qualche minuto, Blaine si ritrovò tra le braccia di Kurt.
«Sei tornato», mormorò Blaine emozionato.
«Blaine, l’ultima volta che ci siamo visti è stato proprio stanotte!», ridacchiò il ragazzo.
«Temevo non potessi raggiungermi qui», spiegò il moro.
«Ma io sono legato a te, ricordi?», disse Kurt con un grande sorriso.
Blaine annuì. Con la mano sfiorò leggermente le delicate guance di Kurt. Il moro unì le loro labbra in un dolce bacio.
«Aspetto uno così da una vita», mormorò Blaine tra un bacio e l’altro.
«Cosa vuoi dire?», chiese Kurt incuriosito.
«Vuol dire che non ho mai amato nessuno prima di te», spiegò semplicemente il moro.
«Lo sai, nemmeno io ho mai amato nessuno prima di te», svelò Kurt con un dolce sorriso, poi ad un certo punto cambiò argomento e disse allarmato: «Oh, Blaine, hai le labbra così fredde, perché non vai giù a bere qualcosa di caldo?».
«Mi stai cacciando?», ridacchiò Blaine.
«Oh, no, ma non credo che un fantasma come me riesca a riscaldarti», rispose Kurt sarcastico: «Sai, ho le labbra più fredde delle tue».
«Ma mi piace così tanto stare con te», sussurrò Blaine sincero accarezzandogli i capelli.
«Anche a me, ma non voglio che a causa mia ti venga un bel raffreddore», rispose Kurt con un sorriso: «Ci vediamo dopo».

«Quindi questa villa risale all’Ottocento?», chiese interessato David Thompson, un Warbler nonché migliore amico – e fidanzato – di Wes.
«Esattamente, proprio così», rispose Quinn sorseggiando lentamente il suo tè, poi si rivolse a Wes e domandò: «Ragazzi, allora? Come mai non siete alla Dalton?».
«Quinn cara, come già ti ho detto è una storia un po’ lunga», esordì Wes.
«Sono tutta orecchi», insistette la biondina.
«Okay», rispose Wes: «Hai presente tutte quelle dicerie sulla Dalton Academy?».
«Sì, quelle bufale», confermò Quinn.
«Ehm, Quinn, in realtà non sono bufale…».
«Cosa?», Quinn sgranò gli occhi. Sembrava stupefatta.
«La Dalton Academy è un riformatorio…».
«Cosa? La Dalton Academy è una prestigiosa scuola maschile!», asserì Quinn convinta.
Wes scosse il capo.
«Oh, Wes, non dirmi che è vera anche quella diceria che raccontava che gli studenti venivano puniti in modi brutali!», esclamò Quinn allarmata.
Nessuno rispose: lo sguardo di ogni Warbler diceva tutto.
«Quindi era tutto vero? Torture, frustate…».
Quinn non riusciva a proseguire. Era visibilmente inorridita.
A sentire quelle parole, Jeff ebbe un brivido. Quelle parole richiamavano brutti, bruttissimi ricordi, e anche recenti dal momento che le ultime torture le aveva ricevute qualche giorno prima.
«Ragazzi, mi dispiace tantissimo», ammise Quinn sinceramente dispiaciuta, poi disse: «Ma com’è possibile che in un riformatorio siano concesse queste cose orribili?».
«Me lo chiedo anch’io», intervenne Sebastian.
«E ora perché siete qui?», chiese la ragazza stranita: «Siete scappati?».
«Esattamente», rispose Wes.
«Perché non li denunciate?», obiettò Quinn.
«Io e James già ci provammo», si intromise Nicholas Hudson, un altro Warbler: «Non abbiamo mai risolto nulla».

Circa venti minuti dopo, i ragazzi ritornarono nelle loro nuove camere.
«Io sto morendo di sonno», mormorò Jeff mezzo addormentato buttandosi sul suo nuovo letto: «’notte a tutti».
Proprio in quel momento comparve Kurt.
«Kurt!», esclamò Blaine svegliando Jeff.
«Kurt, il fantasma?», chiese Sebastian incredulo: «Aspetta, mi sembra di averti già visto…».
«Sì, quando mi hai visto eri posseduto dal capo dei demoni», spiegò Kurt con naturalezza.
Sebastian annuì. Il demone aveva appena detto delle cose molto brutte a Thad per poi entrare nella stanza di Blaine e di Trent per infastidire Kurt.
Il francese si incupì: si sentiva ancora in colpa per tutto ciò che aveva combinato quando era stato posseduto. Thad se ne accorse e gli accarezzò leggermente la schiena per tranquillizzarlo.
«Io ho una bella notizia da annunciare», disse all’improvviso Blaine gioioso.
Jeff e Trent giurarono di non aver mai visto Blaine così felice.
«Dicci», lo incitò Trent con un sorriso.
«Beh, ecco, non so come dirlo… cioè, io…».
«Io e Blaine stiamo insieme!», lo interruppe Kurt allegro.
«Oh, che bella notizia!», cinguettò Jeff abbracciando il suo amico.
Sebastian sorrise.
Come fanno un fantasma e un umano a stare insieme?, pensò Thad stranito, ma tralasciò quel particolare e sorrise anche lui.
«Jeff, avevi sonno, scusami, ora vad…».
«No, ma che dici, sono così felice per voi!», esultò Jeff sincero, anche se stava dormendo in piedi.
«Vabbè, io e Kurt possiamo pure andare in bagno a parlare», disse Blaine.
«Parlare, sì, certo», ridacchiò Thad beccandosi le occhiatacce di tutti.
«Dicevo…», continuò Blaine leggermente irritato per l’interruzione: «Io e Kurt andiamo a parlare in bagno, quindi voi potete fare tutto quello che volete».
Quella frase leggermente ambigua provocò il rossore sui volti di Nick e Jeff.
«Andiamo, ragazzi, pensate davvero che io non sappia niente?», fece Blaine seccato.
«Di cosa?», chiese Jeff ingenuo.
«Si capisce pure ad un chilometro di distanza che tu te la spassi con Duval e che Smythe se la spassa con Harwood», rispose semplicemente Blaine con un sorriso enigmatico.
«Solo io non avevo capito niente?», ridacchiò Kurt.
«A quanto pare sì», sorrise Blaine catturando le sue labbra in un bacio e andando a parlare con lui in bagno.

 

Angolo Autrice


Buonasera a tutti! :)
Ecco a voi il sequel di "Welcome to Dalton Academy, Sebastian Smythe"!
Ed ecco a voi un nuovo personaggio, Quinn Fabray, la domestica di Villa Montgomery ;) Nel prossimo capitolo scopriremo qualche altro domestico! ;)
In questo capitolo abbiamo un po' di Niff, un po' di Thadastian e tanta, tanta attesa Klaine *---* C'è anche un minuscolo accenno Wevid (Wes+David xD).
Ringrazio tutti coloro che leggeranno, al prossimo capitolo! :D

   
 
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