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Autore: beautyxxp    03/11/2012    8 recensioni
Questa è una storia per chi soffre,per chi non si accetta,per chi vorrebbe vivere in un mondo diverso,pieno d'amore.
PER CHI HA BISOGNO DI AMORE.
Dedicatela a qualcuno se vi va,è un argomento importante.
_______________________________
AUTOLESIONISMO.
AMORE.
HARRY//LOUIS.
PERCHE' L'AMORE NON HA CONFINE.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Caos,Halloween,caos.

Caos,musica,caos.

Caos,alcool,caos.

Caos,sesso,caos.

Caos,tacchi,caos.

Caos,sospiri,caos.

Caos,baci,caos.

Caos,tocchi,caos.

CAOS,CAOS,CAOS.

 

Ecco cosa percepiva;solo caos.

A dire il vero non sapeva nemmeno per quale assurdo motivo si trovasse lì,tra quelle grida,quelle risate sguaiate,quella musica fin troppo alta per i suoi gusti.

Sapeva solo che Halloween gli piaceva per i travestimenti, e che a trascinarlo lì era stata Eleanor.

 

Eleanor Calder,la ragazza più voluta della scuola dopo Rita Ora.

Eleanor Calder,alta,magra,occhi chiari,capelli lunghi,bel viso e bel corpo..forse solo troppo magro.

Eleanor Calder,la ragazza che erano ormai tre mesi che ci provava disperatamente con lui.

 

E di questo,molto probabilmente, ne sarebbe dovuto essere onorato, ma tutti – o quasi- in quella scuola ,sapevano di che natura era Louis.

 

Louis era gay.

Gay come pochi.

Gay come il cartone dei Teletubbies insegnava ad essere.

Gay come il mondo stesso lo costringeva ad essere.

 

Sembrava davvero che tutti sapessero che il ragazzo fosse gay,e forse, in fondo, lo sapeva bene anche Eleanor, ma sembrava non importarle.

Lei provava,e provava, e provava.

Giorno,notte.

A scuola,a casa.

Alle feste,nei pub.

Nelle piazze,addirittura.

Ma lei provava.

E a Louis dispiaceva un po, perchè era abbastanza deprimente vedere con quale dedizione la ragazza provasse interesse verso di lui.

Eppure LEI poteva avere chiunque.

Ma, inspiegabilmente, LEI voleva lui.

 

 

E lui chi voleva?

Questo era un argomento molto delicato..fin troppo.

Un argomento da non trattare mai con nessuno.

Un argomento di cui lui stesso faceva fatica a parlare con se stesso.

 

 

 

Eleanor lo tirava da una mano.

Era travestita da gatta,con tanto di baffi disegnati in viso e orecchie pelose.

Leggins lucidi neri e corpetto nero con degli sbuffi rosa.

A chiunque sarebbe piaciuta,tanto da portarsela a letto, ma Louis non era chiunque, no.

A Louis non piaceva,e andava bene così.

 

Si fecero spazio tra la folla e arrivati in pista iniziarono a ballare.

Lei in modo seducente - per alcuni.

Lui in modo a dir poco forzato,con la testa altrove, con gli occhi che vagavano per l'intero stanzone che era quella casa.

Un'altra strusciata e 'Cerchi qualcuno?' gli urlò Eleanor sopra la spalla,per farsi sentire sopra la forte musica di cui il genere nemmeno piaceva a Louis.

E 'No.' gli urlò il ragazzo,di cui gli occhi tradivano il tono deciso.

Perchè Louis cercava qualcuno.

Cercava 'quel' qualcuno.

Cercava la sua felicità,ma non poteva dirlo,non voleva dirlo.

 

 

Ballarono un altro po e quasi quasi Lou stava iniziando a divertirsi -o a distrarsi - , ma Eleanor rovinò tutto, come faceva spesso, avvicinandosi.

Louis la fermò appena in tempo,decisamente troppo disgustato all'idea di un bacio con chi non era del suo stesso sesso.

Non che Lou avesse provato mai a baciare qualche ragazzo,ma aveva fatto esperienza con delle ragazze nella sua adolescenza, e di certo non era rimasto soddisfatto.

La ragazza si imbronciò e mise le braccia conserte,come se questo potesse in qualche assurdo modo scuotere Louis dalla sua decisione e dai suoi pensieri.

Era irremovibile,e lei lo sapeva,ma tentava e tentava, perchè forse solo questo sapeva fare.

E Louis era ormai stanco di respingerla.

Stanco di tutto,e non solo di lei.

Eppure,non si sapeva perchè, riusciva sempre a farsi convincere da lei a stare insieme, da qualsiasi parte.

Forse perchè la trovava in qualche modo simpatica, o forse semplicemente perchè amava criticare mentalmente il suo modo di vestire.

 

Si allontanò da lei dicendole un 'dai El,lo sai' , stringendole appena una mano, e dirigendosi al bancone degli alcolici, suo fedele amico negli ultimi tempi.

 

A dire il vero Louis non era un ubriacone,no.

In diciott'anni di vita non aveva mai alzato troppo il gomito,e se l'aveva fatto era per una buona ragione.

Sicuramente però,quando lo aveva fatto era perchè sicuro di essere da solo, di sfogarsi contro il muro, di rompersi una mano senza problemi contro di esso, di vedere il sangue colare giù.

Non voleva farlo quando qualcuno era presente perchè si, Louis non voleva fare del male a nessuno, ecco perchè alle feste si conteneva sempre.

E anche se quella sera avesse voluto come non mai ubriacarsi e perdere consapevolezza e ragione almeno per due ore,non lo fece e si limitò a bere una bottiglia di birra, rimanendo piuttosto lucido.

 

Si girò ad osservare lo svolgersi della festa.

Gente felice.

Gente depressa.

Gente ubriaca.

Gente fumata.

Gente fatta.

E poi c'era lui, sano come un pesce con in corpo solo un po di birra, tra l'altro quella con meno volumi che aveva trovato.

Vide Eleanor ridere come una matta alle battute di uno dei tanti bellocci della scuola , forse uno dei pochi etero, perchè si sapeva, Doncaster era la città degli omosessuali, di ogni singolo genere.

 

E in ogni caso lui lo sapeva,lei non aveva assolutamente bisogno di lui,assolutamente.

In realtà era più convinto del fatto che lei continuasse a provarci con lui solo per un motivo :doveva averlo.

Doveva averlo come aveva avuto tutti gli altri.

Quasi fosse un gioco.

Ma Lou non gliela avrebbe di certo data vinta,nossignore.

Lui era Lou, il ragazzo gay, e così stavano le cose.

 

 

Stanco della musica assordante si diresse ,allora, al piano superiore.

E si sapeva che , come in tutte le feste, il piano superiore era era dedicato al sesso.

Sesso di tutti i generi, tra tutti i generi.

Poche erano le coppie etero in quella scuola e poca era la voglia esserlo perchè si sapeva, tra persone dello stesso sesso ci si capiva di più, era più facile comprendersi ed accettarsi.

E Louis amava quella situazione,amava la società in cui viveva, amava il modo di vivere che aveva adottato.

Pochi lo giudicavano,pochi lo prendevano in giro, pochi facevano battute spiacevoli, ma mai nessuno lo aveva picchiato per la sua natura, e lui era stato grato a Dio per questo.

Perchè Lou era debole,terribilmente debole, ma non lo dava a vedere perchè era fatto così.

 

 

Sorpassò una coppia di ragazze, distese sul pavimento del lungo corridoio, che si stavano spingendo forse un po troppo oltre a ciò che era consentito in pubblico.

Superò un paio di porte fino a quando si fermò davanti ad una.

Sospiri,gemiti, un sussurro.

Sapeva bene a chi apparteneva quella voce.

Liam.

E sapeva ancora meglio chi era con lui in quel momento.

Zayn.

Perchè Louis lo sapeva, sapeva che quella era la loro prima volta,che avevano aspettato tanto,che Liam gliene aveva parlato fino all'emicrania, che quello era amore vero.

E non si trattenne dal fare un sorriso a sentir sussurrare un 'Zayn' e subito dopo un 'ORA.' più deciso del sospiro precedente.

Era questo che voleva.

Gente felice attorno a lui.

Perchè solo l'amore poteva superare tutto.

Poteva rendere felici tutti.

E di felicità ce n'era davvero poco al mondo, tutti lo sapevano, e si accontentavano di poco, quasi si costringevano a trovare l'amore.

Ma andava bene così.

 

 

Si allontanò dalla porta, quasi come a volersi allontanare da tanta intimità che non gli apparteneva.

Sostò un solo secondo in più in quel luogo e passò a due porte accanto.

Silenzio.

Accostò l'orecchio alla porta.

Sembrava davvero che non ci fosse nessuno, e allora aprì, quasi con timore, perchè non era certo nelle sue intenzioni trovare qualcuno in situazioni non appropriate.

 

 

Buio.

Vuoto.

Ecco cosa c'era in quella stanza.

Louis amava davvero casa di Nick Grimshaw, l'aveva sempre amata, ma non amava particolarmente quel ragazzo.

Era causa di numerosi attacchi di gelosia che aveva sempre nascosto.

Non sopportava il suo modo di fare.

Odiava come tutti i ragazzi pendessero dalle sue labbra.

Perchè anche se Grimmy non era bello,aveva comunque il suo fascino ed un senso dell'umorismo smisurato, tanto da ammaliare chiunque fosse gay in quella grande scuola.

E Louis odiava vederlo in giro.

Odiava dover condividere la maggior parte delle lezioni con lui.

Odiava vederlo con gente che amava.

Odiava anche essersi fatto convincere da Eleonor ad andare alla sua stupidissima ,ma in grande stile, festa di Halloween.

 

 

Louis accese la luce soffusa della stanza e si sedette sul letto,uno dei tanti della grande casa.

Aveva la testa bassa,china sul petto.

Le mani strette, appoggiate appena sul cavallo dei pantaloni.

Le gambe larghe,come a volersi rilassare.

 

Preso da un impeto alzò la testa di scatto,guardandosi nel grande specchio che aveva di fronte,appoggiato sul cassettone di legno bianco.

Esaminò attentamente la sua figura e si trovo scialbo.

Terribilmente scialbo, insipido, senza senso.

Era visibilmente stanco.

Ma non per l'ora, non per la birra, non per aver ballato.

Stanco di tutto.

Di non poter essere felice.

Aveva una bella famiglia,amorevole.

Aveva degli amici.

Ma tutto ciò, sfortunatamente, non bastava a renderlo felice.

Non completamente almeno.

Fece un sorrisetto amaro e distolse lo sguardo dallo specchio, inconsapevole di come quella ragazza potesse essere tanto attratta da lui.

Non aveva un granchè di muscoli.

I capelli facevano tanto Justin Bieber.

Era abbastanza magro.

Piuttosto simpatico,questo doveva riconoscerselo.

Ma niente di più,sia per lei che per gli altri.

Niente di più.

 

 

Si alzò dal letto, dirigendosi verso il bagno ,desideroso di tentare a lavare via la stanchezza dal suo volto con un po d'acqua fresca.

Ecco un'altra cosa che adorava di casa Grimmy: un bagno privato per camera.

Aprì la porta e accese la luce, diretta e terribilmente luminosa,proprio ciò che odiava.

 

Si diresse a tentoni verso il lavandino,poichè la forte luce gli aveva leggermente oscurato la vista, e una volta arrivato si appoggiò ad esso,quasi sfinito, chinando la testa verso le mani.

Prese un lungo silenzioso respiro e aprendo l'acqua si sciacquò abbondantemente il viso.

Alzò il viso verso lo specchio e invece di mettere a fuoco la sua figura stanca mise a fuoco ben altro.

Sgranò gli occhi perchè non era possibile.

Era lì.

Il sogno di ogni notte era lì,seduto per terra,tra la grande vasca idro massaggio ed il water.

Sul pavimento freddo e la testa pesante china sul petto.

Era lì e a Lou parve si sognare.

Asciugatosi frettolosamente il viso su una morbida tovaglia di cotone si voltò di scatto verso il ragazzo mormorando un 'Harry' tra le labbra.

A quel debole richiamo il ragazzo dai capelli ricci alzò di scatto la testa,come se si fosse reso conto solo in quel momento della luce accesa, della presenza di Louis,della sua esistenza, quasi come se si fosse risvegliato da uno stato di trance.

Ad Harry parve strano,quasi irreale che Louis conoscesse il suo nome.

Ma Louis lo conosceva bene,forse troppo per quante volte l'aveva ripetuto nei suoi sonni più irrequieti.

'Harry,Harry,Harry' si ripeteva nella sua mente, quasi sconvolto di averlo davanti ai suoi occhi.

Sono in quel momento però Louis si rese conto degli occhi del sedicenne.

Verdi,lucidi.

Aveva pianto,piangeva.

Preso da un impeto che non gli apparteneva si inginocchiò sul pavimento vicino difronte a lui e , allungato un pollice verso il suo viso , asciugò una lacrima solitaria che solcava tristemente la sua morbida bianca guancia.

Harry spalancò gli occhi e li spostò freneticamente dalla mano di Louis ai suoi occhi color cielo.

In quel momento si ritrovò a pensare a quante volte aveva guardato di nascosto quegli occhi, durante le lezioni di matematica,quando ascoltava appena le parole del suo amico Grimmy.

Quando lo incontrava nei corridoi e abbassava di colpo lo sguardo.

Quando,quasi colpevole di aver commesso un delitto, si nascondeva nel primo bagno libero che trovava, trattenendo il respiro sentendolo arrivare, e beandosi della sua splendida risata.

 

 

Harry tutte queste cose non le aveva mai dette a nessuno, ma Grimmy lo sapeva,sapeva bene e forse meglio di lui cosa gli succedeva.

Odiava doverlo ammettere,ma tutti i suoi tentativi di abbordaggio verso il riccio non erano mai valsi a niente, perchè la simpatia,la bellezza e la semplicità di Louis vincevano sempre.

 

E questo nemmeno Louis lo sapeva.

Lui che cercava disperatamente di incontrare quella testa riccia, di scorgerla nella confusione della mensa scolastica.

E Louis non poteva immaginare tutto ciò che Harry provava.

Ed Harry non poteva minimamente pensare che Louis provasse le stesse identiche sensazioni che provava lui.

 

 

Louis sgranò gli occhi quando solo in quel momento notò le mani di Harry.

Solo in quel momento si accorse del polso sinistro sanguinante e della lametta nella mano opposta,pronta a ripercorrere lo stesso sentiero creato precedentemente su quel polso ,una volta intatto e candido.

Louis lo sollevò,ignorando le proteste del piccolo,che cercava con tutte le sue forze di abbassarlo, di nasconderlo.

E si ritrovò a chiedere 'Perchè Harry?'.

Domanda a cui per tutta risposta ebbe solo delle lacrime e degli occhi stretti, come a voler cancellare il momento appena vissuto.

 

Louis prese il mento di Harry e lo alzò,fino a portarlo all'altezza del suo stesso viso,costringendolo ad aprire gli occhi.

E fu in quel momento che fu tutto chiaro.

I loro occhi parlavano,spiegavano,gridavano tutto ciò che provavano.

Sguardi e silenzi riempiti da parole mai dette,nascoste,sguardi riempiti dal segreto appena svelato.

Si dissero tutto.

Tutto.

Perchè le parole non servivano,non erano mai servite granchè.

Avevano sempre vissuto l'uno per l'altro,e adesso lo sapevano.

Ne erano finalmente consapevoli.

E con questa rassicurante consapevolezza in corpo Louis sorrise,e disse 'Va bene Harry,non importa' e lo abbracciò stretto,come se,in un soffio, fosse potuto volar via.

Il piccolo ricambiò l'abbraccio,scuotendo con i propri singhiozzi entrambe le figure.

E Louis ,sulla sua spalla soffiò 'Sono qui per te,sempre e comunque,sarò qui per te.'

E fu in quel momento che Harry e Louis furono una cosa sola,come quando il cielo ed il mare si fondono,in un unico colore,non permettendo di vedere il confine.

Perchè non c'è confine nell'amore.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 

Angolo autrice.

 

Ecco qui,la mia seconda OS Larry.

Ma questa non è come 'The football match'.

Assolutamente.

E' decisamente più importante.

Questa la dedico a tutte le persone che soffrono ogni giorno,che hanno bisogno di conforto,di AMORE.

Quelle persone che non si accettano,che non vengono accettate,che non possono vivere i loro sogni sempre per colpa di qualcuno,con forza maggiore, che contrastano la nostra felicità.

LA RARA FELCITA'.

Ma,in particolare, questa storia è per lei, Giulia.

Lei è una ragazza splendida.

Non la conosco di presenza,assolutamente.

Lei vive in provincia di Venezia, io a Catania, in Sicilia.

Siamo distanti un sacco di chilometri,ma lei è come me.

Ed io sono come lei,due persone fragili,problematiche,incomprese.

Due cuori in uno.

Le voglio un bene immenso perchè riesce a consolarmi in ogni istante.

So sempre che posso contare su di lei,e lei su di me.

Perciò,mia carissima Giulia, SONO QUI PER TE,SEMPRE E COMUNQUE, SARO' QUI PER TE.

 

 

SEI SPECIALE,UN BACIONE <3

 

Ps. se volete lasciate una recensione,anche per una critica :)

  
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