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Autore: ciastinsboobs    03/11/2012    7 recensioni
tentando di riportare un ragazzo sulla retta via, Alyson si ritroverà davanti a delle scelte difficili.
Vita o morte?
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

 

Camminava a passo lento, ma deciso verso il luogo dove quel giorno avrebbe passato circa un paio d’ore.

Aveva preso tutto l’occorrente: il suo registratore, un blocchetto per gli appunti, una penna e anche la macchina fotografica in caso avesse avuto l’occasione di fare delle foto, ma ciò che le mancava era la convinzione e ciò si capiva dal suo sguardo completamente perso nel vuoto.

Una leggera brezza autunnale le scompigliava i lunghi e lisci capelli castani, che le ricadevano lungo la schiena.

In pochi minuti si trovò davanti al portone del riformatorio: dall’esterno non sembrava un luogo molto accogliente.

Un brivido percorse tutta la schiena di Alyson prima che si decidesse ad entrare.

Appena si trovò nell’enorme atrio, si rese conto che l’esterno di quel luogo non era poi così diverso dall’interno: pareti grigie, spoglie che sicuramente non rendevano il posto accogliente, porte di legno chiuse ai lati di un lunghissimo corridoio, tutte rovinate da graffi e ammaccature, e un solo bancone in legno, lindo e immacolato, l’unica cosa che le trasmetteva un minimo di sicurezza.

Un’anziana signora con gli occhiali che le ricadevano sulla punta del naso sedeva dietro di esso impegnata a compilare varie scartoffie.

Alyson si avvicinò ad essa un po’ intimorita e vedendo che la signora non la degnava di alcuno sguardo, si schiarì la voce così da richiamare la sua attenzione.

Senza alzare la testa, l’anziana signora le disse svogliatamente: “Sì, dica

Sono qui per fare una ricerca, dovrebbero avervi avvisato del mio arrivo…” rispose lei titubante.

La donna cambiò subito espressione e guardò in faccia la ragazza, “Ah, sì. Devi incontrare…” mentre parlava, afferrò un altro plico di fogli ed iniziò a far scorrere il dito lungo una lista di nomi, “Justin Bieber.

Un’espressione interrogativa si fece immediatamente largo sul viso di Alyson.

Vieni con me” la invitò poi l’anziana signora che la guidò lungo una rampa di scale sino ad arrivare ad una porta di legno scuro.

La signora bussò alla porta mentre disse: “Hey Bieber, c’è una visita per te” e senza nemmeno aspettare una risposta, sussurrò alla ragazza prima di andarsene: “Buona fortuna” lasciandola sola.

Lo scricchiolio delle molle del letto le fece capire che la persona all’interno si era appena alzata ed infatti, pochi istanti dopo, la porta si aprì svelando la figura di un giovane ragazzo dai capelli biondo scuro leggermente spettinati.

Il viso quasi angelico faceva da contrasto con il luogo in cui si trovava e quei suoi occhi color nocciola illuminavano la stanza più di quanto la luce proveniente dalla finestra facesse.

Appena la vide, uno strano luccichio si fece largo tra i suoi occhi e da ciò, Alyson ne rimase leggermente spaventata fino a che lui non intavolò una conversazione.

Ciao” le disse sorridendo.

La ragazza, vedendo quel sorriso paradisiaco dipinto sul suo volto, si tranquillizzò e ricambiò il saluto.

Ciao” rispose lei.

A cosa devo questa visita?

Devo fare una ricerca per scuola e devo intervistarti” disse a bassa voce.

Era una ragazza piuttosto timida e lo dimostrava soprattutto con i ragazzi.

Il biondo le sorrise, annuendo con la testa e facendole segno di entrare.

La stanza non era di certo una delle migliori suite di un albergo a cinque stelle, ma aveva quel qualcosa che aveva lasciato Alyson abbastanza meravigliata: non si aspettava di trovare una stanza così in un posto del genere.
Era abbastanza piccola, ma sotto alla finestra che dava sulla strada c'era spazio per una scrivania bellissima, ordinata e pulita, mentre al suo fianco c'era una piccola libreria, piena di libri.

Alyson intuì che quelli erano stati messi lì dal ragazzo, anche perché, vedendo le condizioni del letto non messo molto bene, capì che quel posto era una specie di prigione.

Siediti pure” la invitò lui, facendole segno di sedersi sulla sedia della scrivania, poi continuò, “comunque io sono Justin, piacere”

Le lanciò un sorriso bellissimo che la lasciò a bocca aperta.

Alyson” gli rispose, stringendogli la mano.

Justin la scrutò un po', “Davvero sei qui per un'intervista?” le chiese sospettoso.

La mora sorrise, “Sì, perché me lo chiedi?”

Niente, pensavo ti avesse mandato qualcuno dei miei amici” le rispose, mettendosi poi a sedere sul letto, mantenendo però lo sguardo fisso su di lei.

La ragazza, sentendo lo sguardo del biondo su di lei, sorrise imbarazzata, abbassando la testa e iniziando poi a frugare nella borsa per cercare il registratore e il blocco per gli appunti.

Prima di parlare, si schiarì la voce, “Allora, quanti anni hai?” gli chiese, accendendo il registratore, “Non ti dispiace se registro mentre parli?”

Justin scosse la testa, “Diciotto” rispose, guardando la ragazza che scriveva sul suo blocchetto, “e tu?” azzardò.

Alyson arrossì, mentre era ancora con la testa bassa, e sottovoce rispose: “Diciassette”

Il biondo le sorrise, passandosi la lingua sul labbro inferiore e strofinandosi le mani.

Come mai sei qui?” gli chiese la ragazza, cercando di far passare l'imbarazzo.

Sono un cattivo ragazzo” rispose ironico, “Ho ucciso un uomo” continuò poi, senza peli sulla lingua.

La sicurezza che la ragazza aveva acquisito in quei pochi minuti dentro quella stanza scomparve in un attimo dopo quella frase.

Si chiedeva come un ragazzo come lui avesse potuto uccidere una persona.

Senza che dicesse niente, però, fu proprio lui a risolvere i suoi dubbi: “Se ti stai chiedendo come io possa uccidere qualcuno, allora ti rispondo subito: non lo so. Non so cosa mi sia preso, ma da quando è successo sono cambiato totalmente”

Alyson lo scrutò, incuriosita.

In che senso?”

Non voglio più vivere così. Ho sbagliato troppe volte in troppo poco tempo e ora mi ritrovo in questa specie di prigione. In questo momento voglio solo uscire e vivere la vita di un comune diciottenne.” rispose, mostrando tramite la sua voce, la voglia che aveva di uscire da lì.

La ragazza gli sorrise; nonostante lui non le avesse detto perché avesse voluto uccidere quell'uomo, si sentiva molto più tranquilla vedendo la voglia che aveva di ricominciare.

Glielo poteva leggere negli occhi.

E cosa vorresti fare una volta uscito da qui?” gli chiese.

Justin si sdraiò completamente sul letto, mettendosi le mani dietro la nuca e iniziando a fantasticare.

Divertirmi con i miei amici, andare alla pista di hockey, al campo da basket e giocare una partita, trovarmi un lavoro, una ragazza...” rispose, lasciando la frase in sospeso e iniziando a fissare Alyson proprio mentre pronunciava l'ultima parola.

La ragazza arrossì ancora e timidamente sorrise.

Sebbene fosse arrivata lì da poco, decise che quello era il momento perfetto per andarsene, visto che la conversazione stava prendendo una piega non molto professionale.

Raccolse tutte le sue cose, mettendole in borsa.

Te ne vai già via?” gli chiese lui, alzandosi di colpo dal letto e mettendosi davanti a lei.

Alyson alzò la testa dalla borsa che aveva finito di riempire, trovandosi lo sguardo di Justin a pochi centimetri dal suo.

Sì, ma tornerò domani. Sono sicura che verrà fuori una bella ricerca” disse, cercando di mantenere la calma per la poca distanza che li divideva.

Justin annuì, mantenendo sempre e costantemente lo sguardo fisso sui suoi occhi.

Quindi ci vediamo domani” disse lui, andando ad aprirle la porta.

La ragazza fece un cenno affermativo con la testa, per poi sussurrargli, prima di andarsene: “A domani”

Il biondo la guardò sparire lungo le scale, fissando le sue gambe che lentamente si allontanavano da lui, poi sospirò.

A domani..” sussurrò a sé stesso.

 

 

***

 

Alyson scese le scale con passo deciso, passando davanti al bancone dietro al quale sedeva ancora l'anziana signora, le fece un cenno con il capo e aprì la porta davanti a sé, uscendo nell'ampio giardino.

'Che strano' pensò lei mentre si avviava verso l'uscita di quella sotto specie di prigione.

Una volta superato il cortile e, in seguito, anche il cancello d'entrata, volse un ultimo sguardo dietro di sé, incrociando a pieno lo sguardo del biondo che la stava osservando dalla finestra della sua camera.

Alyson gli sorrise, per poi intraprendere definitivamente il suo cammino verso casa, ripensando a tutte le preoccupazioni che aveva avuto prima di andare lì ed a quanta paura aveva: una paura del tutto inutile.

Justin sembrava così diverso dal luogo che lo circondava.

 

Una volta raggiunta la sua stanza vi si chiuse dentro, gettando a terra la borsa, ancora aperta, dalla quale fuoriuscì il registratore. Lo prese tra le mani e lo collegò al suo computer portatile grazie ad un cavo, aspettò pazientemente che si avviasse e che riproducesse quanto registrato poco prima.

Ascoltò attentamente ogni parola, il suono della sua voce che riempiva la stanza e quella sua frase 'sono un cattivo ragazzo' che la fece riflettere.

Era davvero cattivo come diceva di essere? Era cambiato davvero?

Di certo, pensava Alyson, non aveva per niente l'aria da cattivo ragazzo: quegli occhi erano così luminosi e il suo sorriso così... strano, ma strano in modo positivo, tanto che aveva messo il tasto pausa al suo cervello nel momento in cui glielo aveva mostrato così da avere quell'immagine impressa.

Prima di andare lì non si immaginava un ragazzo così, pensava più ad un ragazzo trasandato, maleducato, malato, e Justin non era assolutamente così.

Le aveva confessato più di quanto lei avrebbe mai potuto sperare di sapere in poco più di un'ora e lei gli aveva fatto sì e no due domande.

Il suo modo tranquillo di parlare di quello che l'aveva portato in riformatorio l'aveva scioccata: come era riuscito a parlare dei suoi problemi con una persona sconosciuta e con quel modo quasi superficiale?

Alyson lo ammirava molto in quel momento e riascoltando la registrazione per la seconda volta, si lasciò cullare dalla voce calda di quel ragazzo che conosceva appena, ma che la affascinava più che mai.

'Trovarmi un lavoro, una ragazza' Alyson non poté fare a meno di arrossire, ricordando gli occhi con cui lui l'aveva fissata mentre pronunciava quella frase.

Si sentiva invadere dal suo sguardo solo ricordandolo, era riuscita a memorizzare la sua figura come una fotografia, era lì, stampato, e poteva riguardarselo in continuazione.

 

Perché? Perché con lui? Cosa aveva in più di tutti gli altri stronzi che l'avevano fatta soffrire? Cosa aveva in più di lui?

Non era una ragazza a cui piacessero i 'cattivi ragazzi', anzi, dopo l'episodio che le era capitato, si era detta che non avrebbe più dovuto sentirsi attratta dai ragazzi.

Eppure lui era diverso, le sembrava diverso, la attraeva e non poco, ma la cosa, nonostante tutto, non sembrò dispiacerle.

Voleva conoscerlo a fondo per capire cosa stava accadendo in quel momento nella sua testa, confusa dalle immagini di un angelo, seduto su un letto di una prigione per diavoli.








we love ciastin's boobs.

Siamo tornate (che fortuna, eh? lol)
Ma voi siete me-ra-vi-glio-se, cinque recensioni *O* Cioè, non ce lo aspettavamo!
Bene, aspettiamo i vostri pareri e speriamo che il capitolo vi sia piaciuto :)

arianna e giulia.

  
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