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Autore: _Elizabeth_    04/11/2012    5 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa avrebbe fatto la piccola Sofia da grande?
Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se Mark e Lexie avessero avuto il loro lieto fine?
Vi siete mai chiesti quale rapporto avrebbe avuto Sofia con Arizona,una volta diventata grande?
In questa breve one shot,ho immaginato quale potesse essere la risposta a queste domande.
E' la mia prima vera fan fiction su Grey's Anatomy. Recensioni e critiche sono ben accette.
Dedicata alla mia cara amica lulubellula..finalmente sono riuscita a dedicarle qualcosa:)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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                                                                                                             Family and Friends are your best fans.
                                                                                       Please welcome doctor Sloan-Torres


 -Sofia Robbin Sloan-Torres- la voce del professore mi chiamò.
Era arrivato il momento. Quel momento,che da un lato avevo tanto atteso,e che dall’altro avevo desiderato non arrivasse mai.
Dopo otto anni,finalmente stavo per portare a termine i miei studi. Feci un respiro profondo.
-Ce la puoi fare- pensai.- Sei una Torres e sei una Sloan e  sei anche una Robbins. Ce l’hai nel sangue,nel DNA.
Feci un secondo respiro profondo e poi  attraversai il palco a grandi passi. Ero sempre più preoccupata,mi sentivo come se avessi una serie di nodi al posto dello stomaco.  La mi paura si intensificava mano a mano che mi avvicinavo alla commissione.
Avevo una gran voglia di scappare via,non mi importava dove..poteva essere anche al polo sud.
-Non puoi mollare,hai capito?- mi dissi- Hai lottato tanto per questo  e non puoi mollare ora. Cammina a testa alta,Torres!
Nel formulare quest’ultimo pensiero,mi venne da sorridere. Era proprio il genere di frase che avrebbe potuto dire mio padre. 
Le mie mamme dicevano che gli somigliavo moltissimo caratterialmente..e ogni giorno di più mi accorgevo di quanto avessero ragione.
Presi  posizione di fronte alla commissione,cercai di sorridere.  Posai sul piano in legno di fronte a me il fascicolo blu e oro in cui era esposta ordinatamente la mia tesi.
“Trattamento farmacologico e chirurgico della sindrome dell’intestino corto nel paziente pediatrico”.
Il titolo della  mia tesi,in rilievo sulla copertina blu del fascicolo.
I miei genitori non sapevano ancora di cosa avrei parlato,non gliel’avevo detto..volevo che fosse una sorpresa.
Ero certa che Mami sarebbe stata particolarmente fiera di me,persino un pizzico di più rispetto a quanto lo sarebbero stati Mama e papà.
Sapevo che lei teneva molto a quell’argomento. Mi aveva raccontato che,prima che io nascessi,aveva avuto in cura un ragazzino affetto da quella sindrome.
Il bambino,Wallace,  purtroppo era morto proprio nel giorno del suo undicesimo compleanno, mentre lei lo stava operando.
Lei teneva molto a Wallace e ai suoi genitori,si conoscevano da molto.
Mi aveva detto che era stato difficilissimo per lei dire loro che Wallace non ce l’aveva fatta,una delle cose più difficili della sua vita e carriera.
Distolsi gli occhi dal fascicolo e guardai dritto di fronte a me,verso il pubblico.
Loro erano lì,tutti seduti vicini. Mi sorridevano.
 C’era Mama,che sorrideva ma sembrava sul punto di piangere per l’emozione. Incrociai il suo sguardo,quegli occhi scuri e profondi identici ai miei.
Fisicamente ero la sua fotocopia. Avevo i suoi stessi occhi,la sua stessa carnagione ambrata,i suoi stessi riccioli neri.
C’era fiducia e orgoglio nei suoi occhi,potevo vederlo  chiaramente. Ricambiai il sorriso e poi presi a guardare il resto del pubblico.
Accanto a Mama c’era Mami.
Anche lei mi sorrideva,con quel suo sorriso super magico che riusciva sempre a rallegrarmi,sempre. Vidi che una lacrima argentea,probabilmente di gioia, le stava scendendo a zig zag lungo la guancia. Avevo sempre saputo che lei era mia madre solo dal punto di vista legale e non dal punto di vista biologico.
Tuttavia la consideravo mia madre,a tutti gli effetti.
Era sempre stata lei a consolarmi la notte quando,da bambina, avevo gli incubi. Era stata lei a pettinarmi ed acconciarmi i capelli per il ballo della scuola,alle superiori. Mi ero rivolta a lei per prima,quando,finite le superiori,non sapevo cos’avrei fatto del mio futuro.
Lei era mia madre quanto lo era Mama,punto e basta. Le volevo un bene immenso e sapevo che,se lei non ci fosse stata nella mia vita,io non sarei stata la donna che ero in quel momento.
Sorrisi anche a lei e poi continuai a guardare tra la folla.
 Accanto a Mami c’erano papà e Lexie. Si erano sposati quando io avevo tre anni. Quattro anni dopo avevano avuto Ellen,la mia sorellina. Anche se lei era più giovane di me di quasi otto anni,eravamo da sempre andate molto d’accordo..e io le volevo un bene immenso.
Era seduta vicino a Lexie e mi sorrideva,anche lei…come per darmi coraggio e per dirmi che era fiera di me.  Alzò entrambi i pollici in  su,come per fare ok con le dita,quasi come per dirmi che sarebbe andato tutto bene.
Aveva gli occhi di papà,ma per il resto,fisicamente,era identica a sua madre,Lexie.
Lexie.
L’avevo sempre considerata come una specie di sorella maggiore,come una persona con cui poter parlare di cose di cui magari con le mie mamme o papà non volevo o non me la sentivo di parlare.
Non la chiamavo mamma,ma la consideravo quasi come tale.
Anche lei,come Mami, pur non essendo biologicamente imparentata con me,era  stata ed era ancora una figura importantissima nella mia vita. Anche lei mi stava sorridendo,come Ellen e gli altri. Mi  strizzò l’occhio,come per incoraggiarmi.
Papà mi guardava,con gli occhi pieni di orgoglio. Sapevo che sarebbe il primo ad alzarsi per applaudirmi quando avrei finito di parlare. Sapevo che, di lì a un minuto,avrebbe tirato fuori macchinette fotografiche,cellulari,Ipad e ogni sorta di strumento che potesse servire a fotografarmi,ad immortalare il momento in cui io,la sua principessa,mi sarei laureata.
Come aveva fatto Lexie,anche lui mi strizzò l’occhio.
-Fa’ vedere loro chi sei, principessa- mi parve di vederlo sillabare.
- Signorina Sloan- Torres…-la voce del professore mi fece distogliere lo sguardo dal pubblico-…può cominciare.
Feci un respiro profondo e gettai nuovamente uno sguardo sulla folla,sulla mia famiglia che,di fronte a me,stava continuando a sostenermi.
-Sì- mi dissi- Ora ce la posso fare. La mia famiglia mi sta vicino e crede in me,ora più che mai. Ce la farò. Fra pochi minuti sarò la dottoressa Sloan-Torres.
 
Angolo autrice:
Dedico questa storia a lulubellula,che,con pazienza e dolcezza,mi sostiene sempre..proprio come fanno i nostri personaggi preferiti con Sofia in questa storia.
Non posso dirle altro che non sia grazie.
Spero che la storia vi sia piaciuta,vi ringrazio per essere arrivati fino alla fine. Recensioni e critiche sono ben accette, anche perché questa è la mia prima vera fan fiction su Grey’s Anatomy.
Liz
  
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