Passò quasi un anno, quasi
un intero anno nel buio.
Odiava i chitauri, erano viscidi, la
pelle di Thanaos
sembrava ricoperta di una sostanza viscosa decisamente rivoltante.
Ma Loki non odiò quel
periodo solo per quello.
Durante quei mesi infiniti ebbe molto
tempo per apprendere
di più sulla sua natura di jotun, aveva capito come
trasformarsi e ritornare
normale.
Aveva studiato il suo stesso corpo
giungendo a parecchie
conclusioni, prima tra tutte: era ermafrodita, sapeva da un libro che
alcuni
jotun avevano questa caratteristica che li rendeva più
forti, ma doveva
immaginarlo dato che lui era il figlio di Lafey, il più
forte tra i giganti di
ghiaccio.
In ogni caso quello era un pensiero
trascurabile se tornava
con la mente a quello che avrebbe dovuto fare al fratello, i peccati di
cui si
sarebbe macchiato, l’odio che avrebbe provocato...
Ma non
c’era tempo per quei
sentimentalismi, non quando stava per arrivare a Midgard.
Thor vagava per il castello di Asgard.
Un’anima in pena, ecco come
tutti lo definivano a ragione.
Suo padre lo chiamava spesso nella
sala del trono, come a
volergli dire qualcosa, ma – ogni singola volta –
chiudeva la bocca e lo
congedava.
La madre era distrutta quanto lui,
nessuno sapeva apparte
loro con quante lacrime avevano pagato il dolore della perdita di un
fratello,
di un figlio.
La reggia era sempre più
vuota, solo in quel momento in cui
non ci sono più serpentelli che spuntano da calici, ragni
enormi e pelosi tra
le coperte, armature che cominciano a parlare, scale che diventano
lisce e
tante altre cose tutti si resero conto di quanto il palazzo fosse
enorme,
vastissimo, quasi infinito.
Loki dava senza dubbio vita a quel
luogo che altrimenti era
come morto.
In quel preciso istante tutti
capirono che – nonostante tutto
– Asgard non era degna di tale nome senza
quell’uomo dai capelli neri, unico in
tutto il reame.
“Loki!
Sta attento! Ora
prendila!”
I principi
di Asgard
giocavano spensieratamente nei giardini reali, avranno avuto si e no
sette anni
il più piccolo e nove il maggiore.
“Basta,
sono stanco Thor,
andiamo in biblioteca!”
Piccolo e
magrolino Loki
si avvicinò ad un’ancella per farsi dare
dell’acqua.
“Sei
proprio noioso!
Io vado a giocare con Sif e gli altri.”
“Sif,
Sif e sempre
Sif! – si alterò il piccolino – Sif
bella chioma, Sif la guerriera, Sif la
futura valchiria, Sif qua Sif la! – ora stava urlando
– si puo’ sapere perché
tu preferisci lei a me! Io sono tuo fratello! Non ti vado bene
perché ho i
capelli neri? Perché non sono forte come te?!”
Le ancelle
si
guardarono spaesate, non avevano idea di cosa fare.
“Voi
due andatevene! –
disse il moro – io e mio fratello dobbiamo parlare da
soli!”
Le povere
ragazze
impaurite scapparono verso le camere della regina per avvisarla dello
scompiglio.
“Fratello,
cosa stai
dicendo? Lo sai che io non ho di certo problemi con i tuoi capelli,
solo è che
io non sono adatto a stare in biblioteca e poi-“
“Certo
certo, le
solite scuse, tanto a te non importa nulla di me! Io sono solo il
principe
cadetto, quello strano, quello deb-“
Loki
sentì le labbra
di suo fratello sulla guancia, un bacio semplice e casto, un bacio tra
due
fratelli.
“Ti
prometto che non ti farò mai sentire diverso.”
Le parole più belle che
qualcuno gli avesse mai rivolto –
pensò Loki chiudendo il libro che aveva in mano e
appoggiandosi sul suo letto.
“Domani è il
grande giorno.”
Sussurrò più a
se stesso che ad altri, si doveva preparare,
averebbe dovuto lottare con suo fratello, di nuovo.
Ma questo era il piano di All-Father
e lui chi era per
opporsi.
Le terre
desolate
dello Jotunaim gli mettevano addosso una discreta agitazione, era una
cosa che
lo infastidiva profondamente.
Lafey
posò lo sguardo
su di lui e con voce gelata disse:
“Uccidetelo.”
Loki
tirò fuori la sua
migliore faccia da schiaffi, quella che sapeva tutti detestavano.
“Dopo tutto
quello che ho fatto per voi?” – per mio padre, mio fratello, mia madre
e Asgard –
Il volto del
suo padre
naturale si tinse di un sorriso sadico in cui Loki, badate bene, solo
per un
attimo, si riconobbe.
Odino camminava lentamente per la
biblioteca, aveva oramai
preso questa abitudine difficile a morire, ricordando quanti libri Loki
gli
mostrava quando era più piccolo perdendo poi mano mano
questa abitudine,
scordandosi, quasi, che esisteva qualcun’altro oltre a lui.
Il periodo della sua adolescenza
insieme a quella del
fratello era stata un incubo.
Dovevano sopportare trappole magiche
dappertutto, il sole se
ne andava via e lasciava posto ai temporali con una velocità
disarmante.
Pensò a quella volta in
cui una mattina, quando Loki aveva
tredici anni e Thor quindici-sedici, Sif si svegliò urlando.
La reggia di
Asgard
era in subbuglio, non era mai accaduto che
Sif
avesse urlato o che piangesse.
Quando
finalmente la
famiglia reale riuscì ad entrare vide uno spettacolo
inaspettato.
In terra e
tra le mani
della ragazza giacevano i suoi morbidi ricci biondi come
l’oro, quelli che
tutti le invidiavano.
Loki non si
trattenne
e scoppiò a ridere alla vista del cranio pelato della povera
fanciulla.
“Loki
non ridere,
piuttosto con la tua magia falle ricrescere i capelli.”
Disse Thor
indispettito.
“In
ogni caso, figlio
mio, – disse amorevolmente dispiaciuta la donna accanto alla
giovane – sei per
caso stato tu a giocare questo scherzo a
Lady Sif?”
Loki si
irriggidì.
“E
se così fosse.”
La ragazza
alzò lo
sguardo verso il moro.
“Riddammi
i miei
capelli!”
“Va
bene, lo farò, ti
farò ricrescere i capelli.”
Si mise
dietro la
ragazza e pronunciò diverse formule.
Nessuno
riusciva a
vedere l’operato tranne Loki, poiché lui copriva
con il suo corpo la giovane e
ella non aveva alcuno specchio davanti.
“Ed
ecco a voi,
ammirate Lady Sif!”
I capelli
della
ragazza erano marroni, di uno di quei marroni biondicci che
però non sono ne l’uno
ne l’altro, e lisci con una curva alla fine.
“Cosa
mi hai fatto!”
Urlò
la ragazza.
“Ti
ho fatto ricrescere i capelli, non mi sembra che tu avessi detto:
“Fammi
ricrescere i miei biondi e ricci capelli!”. No, tu hai
sbagliato a non dire
così, e ora ne paghi le conseguenze.”
Thor ancora ricordava la furia di Sif
e la malizia negli
occhi di Loki.
Ma tanto a lui non piacevano neanche
i capelli biondi e
ricci di Sif, tanto meno quando avevano assunto quell’altro
colore indefinito,
no, a lui piacevano i capelli neri e lisci, li adorava.
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ok, questa fiction è
davvero lenta, lo so, ma prometto che
nel prossimo capitolo(e forse quello dopo, sto decidendo se fare gli
avengers
tutti in un capitolo o due, aiutatemi a scegliere) ci saranno
più scene d’azione.
Come avrete capito, perché
voi siete intelligenti, io amo i
flashback, e li faccio in corsivo, ovviamente i personaggi
condividevano i
ricordi.
In ogni caso ringrazio chi legge in
silenzio e soprattutto: alicetta96,
Arwen
Woodbane,
Bloody
Wolf,
Chibiko, Logan
Way,
MaRmOtTeLlA,
missripley,
Rumy
e samuel87
per avermi
inserito tra le seguite e Domino per avermi aggiunta alle preferite.
Vi amo tutti!!!
*rotola via*
in ogni caso su facebucco mi trovate qui: https://www.facebook.com/diokoxkristof.efpfanfiction
e qui su tumblr: http://diokoxkristof.tumblr.com/
biiine! un bacione a tutti!!!!! ora me ne vado sul serio. e ricordatevi che vi amo!!!