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Autore: Saphira96    04/11/2012    3 recensioni
[Rebelde Way]
Mia Colucci. E' cresciuta senza una madre. Con un padre che la ama con tutto se stesso, ma che perché le riservi attenzioni deve battere i piedi e urlare. E ha imparato tutto ciò che sa dal tutto fare di Casa Colucci: Peter.
Mia ha sette anni, e dopo aver ottenuto dal padre il permesso di seguirlo in Messico, si scopre gelosa. Gelosa di un bambino poco più grande di lei.
~ 'Lo so, è difficile essere me!' rispose sorridendo mentre prendeva il volo alzando le gambine. ~
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mia non aveva dormito tutta la notte. Il suo unico obiettivo era quello di cogliere suo padre, Franco, prima che partisse; la bambina voleva passare del tempo con il padre. Così la sera prima aveva messo il pigiama che Peter le aveva preparato sotto il cuscino, era corsa a dare la buonanotte al padre e poi si era messa sotto le coperte. Aveva aspettato che alle dieci Peter, come solito, le andasse a dare la buonanotte e le rimboccasse le coperte e poi si alzò, aprì l’armadio e scegliendo dei vestiti si cambiò; poi, lottando con tutte le sue forse contro il sonno rimase sveglia. E i suoi sforzi erano stati ripagati, perché mentre fantasticava su cosa avrebbe visto con il padre in viaggio, sentì la voce di quest’ultimo. Di gran fretta si alzò, afferrò lo zainetto che aveva preparato con le cose che, secondo lei, le sarebbero servite per il viaggio e poi corse verso l’ingresso.
 
< Papà, papà ci sono anch’io! > urlò allegramente saltando addosso al padre.
< Mia, cosa ci fai sveglia a quest’ora? E soprattutto come mai sei vestita? > domandò severo, ma allo stesso tempo curioso, Franco Colucci.
< Non ho dormito per aspettare te! > rispose in modo ovvio la piccola bambina. Franco le sorrise e, prendendo a lisciarle con la mano i lunghi capelli biondi rispose: < ma quanto è dolce la mia bambina! Ma non era necessario che aspettavi sveglia per salutarmi! > .
Peter che aveva assistito all’episodio si intromise timidamente: < Mi scusi signor Franco, ma io temo che la piccola Mia voglia venire con lei! > . Mia rise perché era contenta che qualcuno avesse capito le sue intenzioni, mentre Franco rise perché era convinto che la teoria del suo caro maggiordomo fosse sbagliata. Il ricco imprenditore si rese conto che Peter diceva la verità notando lo zainetto della figlia.
Tornando serio domandò: < Dimmi tesoro, dove vuoi andare con questo zainetto? > .
< Con te, papà! > annunciò la bambina. Che si liberò dalla presa del padre e si sistemò lo zaino in spalla.
< Tesoro non è possibile, io vado in Messico per lavorare. Tu non puoi venire! >
< Ma papà, non passi mai del tempo con me. Quando ero piccola lo facevi! > protestò Mia.
< Quando eri piccola? Perché adesso sei grande tesoro? > rise divertito Colucci, lo sguardo della figlia, però, fece passare il suo momento di ilarità: era triste ma allo stesso tempo fulminante.
< Peter, prepara una valigia a Mia. Metti dentro il minimo indispensabile, andiamo in Messico e torneremo tra un paio di giorni! > annunciò arreso.
Mentre Peter si affrettava ad ubbidire all’ordine impostogli dal suo datore di lavoro, una piccola bambina dai capelli biondi e gli occhi color del mare saltellava per la casa urlando ‘yuppi’.
 
Quando mezz’ora dopo Franco uscì di casa teneva per mano la figlioletta che sfoggiava uno dei suoi sorrisi vincenti. Mia sfuggì dalla presa del padre e si accomodò nel sedile posteriore della macchina, Franco le sedette accanto e Peter si mise alla guida. L’uomo era un tutto fare in casa Colucci, e Franco chiese a lui di accompagnarlo perché giacché Mia non era a casa e quindi non aveva nessuno di cui prendersi cura, lo avrebbe dovuto fare in Messico. Quando Peter mise in moto la macchina il sole non era ancora sorto, e quando Mia si svegliò era poggiata alla spalla del padre e il sole brillava alto nel cielo.
< Papà, ho fame! > disse, sfregandosi piano gli occhietti.
< Lo avevo previsto. Ecco prendi, un panino per te! > tolse la carta con il quale Peter lo aveva avvolto ore prima, a casa e lo porse alla figlia scostandole i capelli dal viso e raccogliendoli dietro l’orecchio. < Devi spiegarmi come dovresti fare a mangiare con questi cosi davanti! > la rimproverò affettuosamente Franco. Mia addentando il panino, spostò nuovamente i capelli davanti il viso.
 
< Papà, ma quando arriviamo? > domandò la bambina al padre osservando il sole andare via.
< Pazienta ancora un po’.. > poi chiuse gli occhi e si addormentò.
La bambina allora rivolse lo sguardo fuori dal finestrino e prese a guardare il paesaggio che scorreva.
 
< Piccola Mia, passa qui davanti. Con me! > disse Peter mezz’ora dopo accostando. Scese dalla macchina, le aprì lo sportello e tenendola d’occhio la fece accomodare del sedile accanto quello del guidatore. Le allacciò la cintura e riprendendo guidare le iniziò a proporre delle rime divertenti.
 
< Qué cosas comienzan con A, aguacate y avión.* > iniziò a cantare Mia.
< Qué cosas comienzan con B, bañador y balón. > rispose Peter.
< Qué cosas comienzan con C, caracol y camión. > controbatté Mia.
 
< Peter Mia cosa succede? > Franco interruppe la graziosa canzoncina, ma Mia ignorandolo passò al ritornello e Peter continuò andandole dietro.
 
A E I O U
Ba be bi bo bu
Ca ce ci co cu
Da de di do du…*
 
Era notte quando i Colucci arrivarono ad un hotel e Franco lasciò che Peter si occupasse di prendere una stanza mentre lui cullava Mia tra le sue braccia, la quale distrutta dal viaggio di riaddormentò.
 
La mattina seguente Mia si svegliò aprì la valigia scelse i vestiti che più le piacevano, Franco si meravigliava del buon gusto che aveva la figlia nonostante i suoi sette anni, andò in bagno e si fece una doccia. Ormai aveva imparato a fare tutto da sola, visto che era cresciuta senza la mamma. Franco si svegliò dal rumore del fono.
 
< Mia, non puoi stare ferma un momento? > domandò esausto.
< No, i miei capelli erano orribili. Chiameresti Peter? > domandò la piccola.
< Perché, a cosa ti serve Peter? > chiese sbadigliando l’uomo.
< Deve pettinarmi i capelli, so fare lo shampoo ma lui sa come togliere i nodi senza farmi male > rispose. < O magari vuoi provarci tu? >
< Eh? No no chiamo subito Peter! >
 
Quando uscirono dall’hotel, avevano già fatto colazione, e Franco stava portando Mia all’appuntamento perché questo era in un parco.
 
Mia rimase accanto al padre osservando gli altri bambini giocare, e di fronte a lei, vide un bambino qualche anno più grande di lei che giocava a palla con il suo papà. Inspiegabilmente prese ad invidiarlo.
 
< Papà mi spingi sull’altalena? >
< Non posso Mia, devo lavorare. Chiedi a Peter se ti spinge lui! > rispose severo Colucci.
< No, mi è passata la voglia! > disse prendendo a guardare le punte delle scarpe.
 
Qualche minuto più tardi alzò lo sguardo per conoscere il misterioso uomo dell’appuntamento.
 
< Salve signor Colucci, posso presentarle il signor Aguirre? > disse stringendo la mano all’imprenditore, poi urlò un nome e l’uomo che stava giocando con il figlio che Mia aveva invidiato, li raggiunse.
< Lieto di conoscerla! > disse quello sorridendo.
< Il piacere e mio > rispose Franco < il signor Morale mi ha detto per telefono che voleva propormi un affare > aggiunse.
< Si, infatti! >
 
In lontananza il bambino prese a chiamare il padre, e lo attendeva con una palla in mano e un cappellino da sole in testa.
 
< Arrivo Manuel! > urlò al figlio < senta mi scusi, le dispiace se le lascio il mio biglietto da visita e ci diamo appuntamento più tardi? > aggiunse il signor Aguirre.
< Ma certo, i figli prima di tutto! > si strinsero nuovamente la mano, e l’uomo dell’appuntamento corse felicemente verso il figlio, gli rubò la palla e presero nuovamente e giocare felici.
Mentre Mia veniva tirata dal padre verso l’uscita, voltandosi osservò per l’ultima volta quel bambino fortunato ad avere un padre che giocava con lui. E, fermandosi all’improvviso prese a battere i piedi urlando: < Papà voglio andare sull’altalena! Voglio andare sull’altalena! > . Impotente Franco Colucci accettò e mentre aiutava la figlia a sistemarsi sull’altalena la rimproverò con fare scherzoso: < Sei unica, Mia! > .
 
< Lo so, è difficile essere me! > rispose sorridendo mentre prendeva il volo alzando le gambine.


Angolo Saphira96 ~ E' venuta fuori in una notte insonne e noiosa, quindi non sò neanche io come mi sia venuto in mente questo episodio.
* canción del abecedario : la canzoncina che cantano Mia e Peter è una canzoncina spagnola.

Autrice ~ Saphira96
  
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