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Autore: Acinorev    04/11/2012    11 recensioni
«Ma sono qui – la interruppi. - Sono qui, con te. Ed è esattamente dove voglio stare.»
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unexpected'
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Apologies and surprises


Capitolo 15
 

“Ok ragazzi, potete fare una pausa.” esclamò il fotografo, rigirandosi tra le mani l’enorme macchina fotografica. Sospirai, alzandomi finalmente dal divano su cui ci stavano scattando foto già da molto tempo.
“Stanco?” mi chiese Niall, appoggiando una mano sulla mia spalla.
“Strano: far fotografare la tua immensa bellezza non dovrebbe essere un problema per te.” mi prese in giro Louis, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi. Era ancora un mistero come facesse quel ragazzo a irradiare allegria da tutti i pori in ogni momento della giornata.
“Ah, ah, ah. Non contengo più le risate.” ribattei serio, rivolgendogli una specie di smorfia che fece ridere tutti gli altri, mentre insieme ci allontanavamo dal set. I miei occhi si posarono involontariamente su Harry, alla mia sinistra: era strano non vederlo ridere o anche solo lanciare qualche battutina, come era solito fare.
“Prendiamo qualcosa da mangiare?” chiese Liam, interrompendo i miei pensieri. Tutti annuimmo, bramosi di qualcosa da mettere sotto i denti dopo una mattinata passata tra i flash.
“Hazza? Tu non vieni?” domandò Louis, seguendo con lo sguardo il nostro amico che si stava dirigendo dalla parte opposta.
“Meglio così.” borbottò Niall. Io, Liam e Louis ci guardammo quasi spaventati da quell’affermazione, soprattutto perché Harry l’aveva indubbiamente sentita, temendo l’inizio di un’altra lite. Ma il riccio, se subito si era girato come per sbraitare qualcosa contro il suo compagno, immediatamente dopo sospirò e continuò per la sua strada. Era sempre più strano: da quando Liam aveva urlato la sua opinione, quel ragazzo aveva iniziato ad isolarsi e ad incupirsi. Ovviamente, la situazione tra lui e Niall non era nemmeno stata risolta.
“Non credi di stare esagerando?” dissi, rivolgendomi al biondino davanti a me.
“Rispondo io per te: stai esagerando. – si intromise Louis, - Tutti e due state esagerando.”
Vidi l’espressione dell’irlandese farsi più seria e un vago senso di colpa dipingersi sul suo volto: in fondo Niall non era così. Probabilmente si era sentito ferito per l’ennesima volta dall’idea che Harry aveva su di lui, o si era semplicemente stancato definitivamente di essere etichettato come l’insicuro e l’incapace di conquistare una ragazza. Quindi, per smorzare la tensione che aleggiava da fin troppo tempo tra di noi, parlai: “Avanti, andiamo a mangiare. Ma ricordati che dovete risolvere questa storia, e anche in fretta.” conclusi, ammonendolo. Lui annuì, quasi pensieroso, e ci seguì verso il piccolo bar sul nostro stesso piano dell’edificio.
 
“Credo di non aver mai fatto tante foto in una sola giornata.” sbuffò Liam, buttandosi sul piccolo divano appoggiato alla parete del nostro camerino. Anche se camerino non era esattamente la parola migliore: sembrava più uno stanzino delle scope.
“Non vedo l’ora di tornare a casa.” rincarò, passandosi una mano sul volto. L’idea di tornare a casa non dispiaceva nemmeno a me, in realtà: difatti subito mi si era dipinta nella mente l’immagine di Kathleen e un sorriso spontaneo aveva invaso il mio volto.
“E vaffanculo!” imprecò Harry, attirando la nostra attenzione e recuperando da terra il suo telefono.
“Amico, si può sapere che ti prende?” chiese Louis, avvicinandosi a lui di un passo e riferendosi probabilmente al nervosismo che caratterizzava Styles quel giorno. Ma il riccio non gli diede ascolto, preferendo controllare se il cellulare avesse riportato qualche danno.
“Harry…” lo ripresi, cercando di incitarlo a dire qualcosa. Sapevo, così come gli altri, che il suo comportamento dipendeva dalla sua discussione con Niall e non volevo che uno stupido litigio influenzasse la nostra amicizia, così come la nostra band.
“Cosa volete che vi dica?!” sbottò, piantando i suoi occhi verdi in quelli di ognuno di noi. A causa dello stupore per quella risposta ci limitammo a fissarlo increduli. Lui, d’altronde, non aspettò una nostra risposta: “Mi sono rotto il cazzo! Ecco cosa mi prende!” continuò, con lo stesso tono di voce.
“Di cosa stai parlando?” azzardò Liam, mettendosi seduto sul divano  e lasciando comparire la sua solita espressione seria, quella che assumeva nei momenti opportuni.
Harry si voltò velocemente verso di lui a quelle parole e, avvicinandosi di qualche passo, cominciò a parlare  con un tono più basso: “Di cosa sto parlando?” – chiese retorico, - Sto parlando del fatto che non respiro più! Mi sento soffocare da tutti questi impegni, da tutte queste aspettative! E sono incazzato, perché voi, i miei più cari amici, mi credete una persona che non sono! Harry Styles è un puttaniere, non è vero? Pensa solo a portarsi una ragazza a letto! Non è capace di affezionarsi davvero a qualcuno, non è così? Beh, piccola informazione, non avete capito un cazzo di me! Io… io non sono così.” concluse, mentre il suo petto si alzava e si abbassava più velocemente del solito.
Finalmente aveva buttato tutto fuori: e d’altro canto, io mi sentivo dannatamente in colpa per non aver capito sin da subito quello che provava. Nessuno di noi l’aveva fatto.
Ma, se noi stavamo ancora cercando di capire cosa dire dopo quell’improvvisa sfuriata, Niall sembrava saperlo già: “Se sei diverso, perché non ti fai problemi a comportati così?” domandò.
“Perché ormai per tutti io sono questo! Secondo te, dopo che mezzo mondo mi ritiene un puttaniere, dopo che i miei amici mi trattano come tale, è facile per me pensare di non esserlo? Fidati, è più semplice credere davvero al ritratto che mi hanno e mi avete cucito addosso. E forse sì, ho sbagliato in tutto, ho sbagliato a diventare quello che non avrei mai voluto essere. Eppure è successo e ora mi faccio schifo.”
“Parli come se fossi la vittima della situazione! – esclamò Niall, alzando un po’ il tono di voce, - Dici di essere stanco delle etichette, eppure non ti sei fermato quando mi hai voluto rinfacciare il fatto che tutte abbiano scelto sempre te! Come credi che mi sia sentito io? Non è anche quella un’etichetta? O sei davvero così stronzo da credere che non sia capace di attrarre nessuna ragazza?!”
“No! È questo il problema! – spiegò Hazza, mentre noi altri ci limitavamo ad assistere alla scena, - È ovvio che non lo penso davvero! La persona che ti ha detto quelle cose non so nemmeno chi sia! E quando Liam ci ha urlato di smetterla, perché ci stavamo comportando da stupidi, mi è crollato tutto addosso. Ho capito che stavo sbagliando tutto. Ed è per questo che sono stanco: perché sono arrivato ad essere qualcuno che non mi piace, qualcuno che tratta così uno dei suoi amici. Io non… non sto più bene!”
Quelle parole colpirono tutti noi e soprattutto l’irlandese: doveva aver capito quanto quel loro litigio nascondesse molto altro e quanto fossero stati stupidi entrambi. Eppure, quelle stesse parole mi fecero sorgere uno strano presentimento.
“Quindi? - chiesi, fissando il mio sguardo sulla figura di Harry, - Dicendo di essere stanco di tutto questo sembra quasi che…”
“Non lo dire nemmeno per scherzo. – mi interruppe Louis, - Tu non lascerai questa fottuta band, hai capito?” continuò, rivolgendosi al riccio.
Tutti seguimmo Styles con lo sguardo, mentre si sedeva sul divano vicino a Liam, prendendosi la testa tra le mani.
“Non lo so…” sussurrò. E fu esattamente in quel momento che la mia paura si fece più fondata.
Vidi Liam passargli una mano sulla schiena, come per consolarlo: “Hey, piuttosto ti aiutiamo noi ad uscirne.”
“Ha ragione Liam. – intervenne Niall, - Solo… Non pensare di andartene.” concluse, mettendo finalmente da parte il suo rancore. E a quel punto Harry alzò lo sguardo su di lui, per poi guardarci uno per uno negli occhi, quasi volesse accertarsi di trovarci lì quando ne avesse avuto bisogno.
“Ho paura di non riuscire a cambiare, a tornare quello di sempre.” spiegò.
“Sei sempre in tempo a dimostrare di non essere quello che gli altri credono tu sia e noi saremmo felici di aiutarti. Anzi, credo di parlare a nome di tutti se dico che ci dispiace di non aver capito quello che stava succedendo. – esclamai, - Ma tu devi essere il primo a non lasciarti influenzare da quello che pensano gli altri.”
“Esatto. – mi diede ragione Louis, sorridendo in modo consolante, - Anche se è difficile, è quello che devi fare. Non pensare a niente, nemmeno alle aspettative che hanno su di noi. Prova a divertirti.”
“Io ci provo: mi diverto. Ma poi sento le cose che vengono dette su di me, l’opinione di tutti e… Non lo so… È come se dovessi essere così per forza. Non posso nemmeno prendere una pausa, perché dobbiamo registrare il nuovo album, dobbiamo fare le interviste, le esibizioni e tutto il resto: quindi rimango bloccato. E non posso fare altro che adeguarmi all’immagine che mi è stata affibiata.”
“Ce la farai Harry: pian piano tutti capiranno di essersi sbagliati su di te.” affermò Liam.
“Ci siamo noi con te.” continuò Louis.
Annuii, trovandomi completamente d’accordo con Louis. Harry intanto aveva rilassato l’espressione sul suo volto: “Grazie ragazzi. Ci proverò. -  esclamò, lasciando apparire le famose fossette ai lati della sua bocca, - E Niall… scusa. Non avrei dovuto parlarti in quel modo, non penso davvero quelle cose.” continuò, alzandosi e avvicinandosi a lui.
“No, scusa tu. Anche io ho esagerato con le parole. E l’ho tirata troppo per le lunghe.”
“No, davvero…”
“Ok, ok, basta così. Non vorrete litigare anche per chi si deve scusare e chi no!” si intromise Louis, provocando delle risate generali, mentre Niall ed Harry abbozzavano un abbraccio di riappacificazione.
La mia risata si smorzò in un sorriso: era bello sapere che tutto si era risolto per il meglio. Avevo davvero avuto paura che Harry lasciasse il gruppo, perché sapevo che sulle cose importanti ci rimuginava molto e che una volta dette ad alta voce erano quasi sempre decisive. Eppure una cosa del genere non avrebbe potuto deciderla senza di noi e anche se l’avesse fatto non gli avremmo di certo permesso di abbandonarci così facilmente.
Improvvisamente dei colpi alla porta del camerino catturarono la nostra attenzione, anticipando l’entrata di Paul: “Ragazzi, vi vogliono un attimo sul set. Sarà una cosa veloce, poi potrete andare a casa.” ci avvisò, consapevole della poca voglia che avevamo di stare in quel posto.
Sbuffammo un po’ tutti a quella notizia e “Arriviamo” rispondemmo.  Niall si diresse subito fuori dalla stanza, ma prima di varcare la soglia della porta si voltò vero Harry, intento a sistemarsi i capelli come al suo solito: “Ah, Hazza… Riguardo Abbie…” cominciò, facendosi un po’ rosso in volto.
Il riccio capì al volo cosa l’irlandese volesse chiedergli, quindi lo anticipò: “È tutta tua. Era solo un… un capriccio, sì.” spiegò sorridendo. Niall ricambiò volentieri quel sorriso, sollevato da quella notizia, ed uscì dal camerino seguito da Louis e Liam.
“Era solo un capriccio?” gli chiesi, prima che potesse seguire gli altri verso il set. Si voltò verso di me, incastrandomi con il suo sguardo: “No. Non lo era per niente.” sussurrò.
“Allora perché…”
“Perché sono ancora nei panni di Harry il puttaniere. Si merita una persona come Niall, non credi?” domandò sicuro, per poi andarsene.
Come diavolo avevo fatto a perdere di vista il vero Harry, rimpiazzandolo con un estraneo? Era lui quello reale, quello che rinuncia a qualcuno solo per vedere un amico felice.
 
“Non riesci proprio ad aspettare ancora qualche minuto?” chiesi, cercando di togliere la busta del take away del ristorante cinese dalla portata di mano di Niall. Da quando eravamo passati a prendere la cena non faceva altro che cercare di intrufolare le sue mani nella mia busta o in quelle di Liam e Louis.
“Che ti costa? Tanto siamo arrivati!” rispose, senza arrendersi.
“Niall datti una calmata, sembra che non mangi da una settimana!” lo prese in giro Harry. Era strano vederli di nuovo ridere e scherzare insieme, era strano ma era la cosa più bella del mondo.
Dopo aver suonato il campanello, la porta si spalancò, interrompendo i nostri battibecchi.
“Hei Kath!” la salutarono in coro, entrando subito in casa. Io intanto mi ero limitato a sorriderle, incredulo di fronte alla sua bellezza. Anche con il viso spossato dalla malattia, riusciva a incantarmi.
“Avete comprato cinese?” chiese, rovistando nella mia busta.
“Ah, viene prima il cinese di me?” le chiesi, guardandola e fingendomi offeso.
“Ovvio!” rispose, tirando fuori la scatoletta di cartone degli involtini primavera, per poi annusarne il profumo. Spalancai gli occhi e la bocca, provocando in lei un sorriso malizioso: “Che fai lì impalato? Non entri?” mi chiese, consapevole di quanto mi stesse facendo impazzire. Subito dopo si voltò, entrando in casa e lasciandomi lì senza parole.
“Vieni qui.” esclamai tra me e me, sorridendo beffardo, per poi lasciare quello che avevo in mano in salotto, chiudere la porta e correre verso la figura di Kathleen prima che potesse raggiungere gli altri in cucina.
Posai le mani sui suoi fianchi, attirandola a me con delicatezza: “Io vengo prima del cinese.” sussurrai, andando a sfiorare il suo collo con le labbra.
“Cosa ti rende così sicuro?” mi chiese, girandosi verso di me e allacciando le sue braccia attorno al mio collo.
“Il fatto che mi ami?” ribattei, sorridendole soddisfatto, come se fossi convinto di avere la vittoria in pugno.
“Se è per questo amo anche gli involtini primavera.” rispose, ricambiando il sorriso.
Aprii la bocca per rispondere, ma l’unica cosa che uscì fu un flebile “Stronza” accompagnato da una leggera risata, che lei imitò. Poi spostò il suo sguardo sulle mie labbra, avvicinandosi sempre di più, fin quando la distanza era talmente ridicola da portarmi a ridurla a zero. Finalmente, dopo un’intera giornata fuori casa, avevo quello che più desideravo. Avrei voluto dirle che mi era mancata da star male e che avevo guardato l’ora più o meno ogni cinque minuti sperando che il tempo passasse più velocemente, in modo da poter tornare da lei più in fretta possibile. Ma alla fine, quando le nostre bocche tornarono ad essere due cose separate, il tutto si risolse in un semplice “Ti amo”.
Vidi qualcosa smuoversi nei suoi occhi, come se fossero velati da una certa sorpresa.
“Che c’è?” le chiesi, un po’ confuso da quella reazione.
“N-niente. – balbettò, - È che mi devo ancora abituare a sentirtelo dire.” spiegò, mantenendo il suo sguardo fisso nel mio.
“Non è la prima volta che te lo dico…” sussurrai, sorridendo per quella risposta.
“No, non è la prima volta, ma è come se lo fosse…” precisò, inclinando leggermente la testa e annuendo, come se la sapesse lunga.
Tornai sulle sue labbra ancora una volta: “Allora facciamo una cosa: te lo ripeterò ogni giorno, così ti abituerai a sentirmelo dire.” proposi. E il suo bacio, preceduto da un sorriso, mi fece capire che le andava più che bene.
“Dai, venite a mangiare! - ci incitò Louis, non appena ci vide entrare in cucina, - Dobbiamo festeggiare!”
“Festeggiare?” chiese Kath un po’ confusa, mentre frugava tra le milioni di cose sparse sul bancone al centro della stanza. Tirò fuori una nuvoletta di drago, portandosela alla bocca.
“Niall ed Harry non sono più sul piede di guerra. – le spiegai, guardando i miei due amici sorridenti, - E poi… festeggiamo in onore della band.” conclusi. Annuì evidentemente felice di quell’entusiasmo, per poi far comparire sul suo volto un’espressione disgustata. Si portò una mano allo stomaco e io subito mi preoccupai, conoscendo ogni piccolo movimento che precedeva un suo conato di vomito. Mi guardò dritto negli occhi, quasi stanca, ma respirò profondamente e tornò a sorridermi, insicura, come per rassicurarmi.
Il suono del campanello ci interruppe: corrugai la fronte, chiedendomi chi potesse essere.
“Vado io!” esclamò Louis, dirigendosi verso la porta d’ingresso. Noi, intanto, continuammo a strafogarci letteralmente di tutto quel ben di dio. Niall non era l’unico a sembrare che non mangiasse da una settimana, solo che lui lo dava più a vedere.
“Ragazzi! Credo che ora abbiamo un motivo in più per festeggiare!” annunciò Louis, entrando in cucina. Tutti lo guardammo confusi, ma, quando dalla porta fece il suo ingresso Abbie, tutti capimmo a cosa si stesse riferendo.
“Abbie!” urlò Kathleen, precipitandosi ad abbracciarla. Sorrisi anche io nel vederla, stranamente, anche se non sapevo che sarebbe tornata proprio quel giorno.
“Perché non mi hai detto che saresti arrivata?” le chiese Leen, senza lasciarla andare.
“Volevo farti una sorpresa!” si giustificò la mora.
“Allora abbiamo fatto bene ad esagerare con la spesa! Mangi con noi, no?” esclamò Liam, riferendosi all’enorme quantità di cibo che avevamo comprato.
“Con piacere!” rispose, passando a salutarlo. Leen la seguiva in ogni suo movimento: sicuramente doveva esserle mancata. Spostai lo sguardo anche io su di lei, per poi passare a Niall e ad Harry. Osservai meglio quello che stava succedendo, e, mentre il biondino ed Abbie si scambiavano un abbraccio leggermente imbarazzato, potei vedere il sorriso di Harry scomparire lentamente. Si riaccese solo quando la ragazza gli si avvicinò per lasciargli un bacio sulla guancia e un caloroso abbraccio. Abbie ovviamente non sapeva niente di tutto quello che era successo, né tanto meno quello che il riccio provava nei suoi confronti. E in quel momento il mio amico mi ispirò una gran pena.
“Malik!” esclamò, piantandosi davanti a me e scrutandomi con un sorriso divertito sul volto. Cogliendola alla sprovvista la strinsi tra le mie braccia, mentre lei mi ordinava di lasciarla andare e mentre gli altri ridevano nel vederci punzecchiarci di nuovo. In fondo era mancata un po’ anche a me, e finalmente eravamo di nuovo tutti insieme.
 

 




Hooooooooola! Ormai potrei dire che il giorno di pubblicazione è diventato la domenica!
(Ah, vi ricordate di lol e *lol*? Beh, mentre ero su twitter ho letto anche lòl = Zayn che affoga ahahahahahah)
Comunque, torno seria... Che dire? All'inizio una bella crisi di gruppo: Harry ha finalmente
tirato fuori i suoi pensieri più profondi (?) e i ragazzi gli hanno fatto forza!
Lui e Niall hanno chiarito *alleluja* e si è scoperto che Abbie per lui non era proprio solo
una sfida... Che ne pensate di questa prima parte?
Sono un po' insicura sul modo in cui l'ho scritta, quindi per favore ditemi qualcosa!
Ah, poi il ritorno di Abbie :3 così siete tutte felici ahahah
E vorrei sapere se gli schieramenti sono sempre pro-niall oppure no hahah
Mi dispiace aver lasciato poco spazio a Layn in questo capitolo, ma vi prometto che mi rifarò :)
Ah, tra poco ci saranno degli sconvolgimenti u.u
Beh, ho detto troppo u.u

Grazie mille come sempre per le meravigliose recensioni!!
Un grazie particolare a StormbornKay che mi sopporta
in tutti i miei dubbi/scleri sulla storia e non! Ti voglio bene :3
Spero che gran parte di voi sia riuscita a comprare i biglietti per il concerto!
O che li abbia visti a Milano!! :) (Io non ho fatto nessuna delle due...)
Vi lascio con le gifs :)


In onore del video di Little things eccone una gif del nosro Zayn ** Quando l'ho visto mi sembrava che stessero cantando per me! Oggi su twitter ho letto:"C'è sempre quella ragazza perfetta nei loro video musicali, ma in little things quella ragazza sei tu. " E non c'è niente di più vero! Forse per questo il video è così bello... Per non parlare della canzone!

                     

Ho trovato un sacco di gif di Leen sdklfhsjd
E queste due vi fanno capire che balla bene quanto Malik ahhaha

   

Ciao dolcezze! Sucsate se non sono state gifs divertenti come le altre, ma stasera non ho fantasia!
Un bacione!! Muuuch love :3

  
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