04/11/2012
4 recensioniPersonaggi: Manigoldo del Cancro / Albafica di Pesci
Rating: Giallo
Note dell'autore: Shonen-ai / Flash-fic / Missing Moments / Sentimentale
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.
.The end is the beginning.
« Più forte, più forte! »
Lo urlava con le mani sulle ginocchia, gli occhi e il sorriso carichi di sfida. Si era sporcato completamente, la casacca di solito chiara si era tramutata in un ammasso di stoffa grigia, e della polvere mista a sangue si era raggrumata all'angolo della bocca. Eppure non si muoveva, anzi; incitava con forza la persona di fronte a sé, piegata in due, i capelli corti e azzurri che coprivano il viso chinato verso il basso.
Aveva il respiro pesante, le ginocchia piegate e la voce spezzata. Era da quella mattina che andavano allenandosi, lui e quel ragazzo che ora lo derideva, lo spronava probabilmente.
Alzò di scatto la testa, puntando due bellissimi occhi blu verso quelli viola dell'altro. Lo odiava, avrebbe voluto picchiarlo fino a farsi sanguinare i pugni, eppure sapeva che l'altro non glielo avrebbe lasciato fare. Il lato sinistro del viso del ragazzo era tumefatto, danneggiando così la sua naturale bellezza, eppure non se ne preoccupava affatto.
« Manigoldo, finiscila! »
Riuscire ad aggrapparsi ai capelli altrui, puntuti ciuffi bluastri, non era certo molto sportivo ma al momento l'essere leali non importava; trascinarlo per terra, invece, e riempirlo di pugni sulle braccia messe a croce per proteggere il viso era la cosa più soddisfacente che potesse pensare al momento; insieme al rotolare nella polvere del santuario.
Lo aveva ingannato, gli aveva promesso un allenamento senza pretese, e invece... eccolo, di nuovo all'attacco, che sia maledetto. Il rotolare continua fino al cozzare contro un pilastro, una botta non indifferente che li fa fermare, uno sotto l'altro. E guarda caso...
« Ma guarda un po'; il delicato Albafica tutto sporco e sottomesso. Facciamo progressi. »
Mangiare la polvere in quel modo non era parte di lui, ma era stanco. Il sole andava tramontando dietro le Dodici Case, le gambe probabilmente non si sarebbero mosse se non dopo qualche minuto di fermo, e il calore di Manigoldo sopra di sé non era tanto male, considerando il sudore gelato lungo la schiena e sul petto scarno.
« Sei uno stupido. Ora come faccio ad alzarmi? »
« Non lo fai. »
Le sopracciglia del più giovane si aggrottarono, gli occhi penetrarono l'anima altrui con un'enorme quantità di disappunto. Non voleva farlo alzare? Sul serio?
« Perch- »
« Guarda che lo vedo, non riusciresti ad alzarti nemmeno volendo. Non devi sembrare forte se non lo sei. Fai la principessina e ba- »
Non riuscì nemmeno a concludere la frase che la polvere dovette morderla lui, sovrastato da quel ragazzo bello come una fanciulla che gli scava dentro con due occhi crudeli come spade. I capelli chiari, tagliati di netto, gli circondano un viso furibondo.
... che abbia sbagliato a chiamarlo in quel modo?
Ops.
« Io non sono una principessa. »
Il respiro scivolava via dalle labbra, rotolando sul viso altrui. Era caldo, collerico.
« Io sono un Saint. »
E allora Manigoldo sorrise.
« Anche io. Un punto in comune, Albafica. Dovremmo lavorarci su, anche se pensarti da principessa è decisamente più piacevole. »
« E se io fossi una principessa tu cosa saresti? »
Una domanda strana, lasciare interdetto Manigoldo non è certo facile. Ma alla fine il sorriso del ragazzo premeva sulla collera altrui.
« La tua camicia da notte. »
La collera, ormai, si era fusa in un bacio dal sapore di inizio.
.Fine.
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Non oso nemmeno commentare questo coso. MA SONO COSI' CARINI ASDFGHJKL.
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Non oso nemmeno commentare questo coso. MA SONO COSI' CARINI ASDFGHJKL.