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Autore: rosalie anne    04/11/2012    0 recensioni
Devo dire che non avrei mai pensato di innamorarmi. Soprattutto di lui. L'ho sempre trovato stupido l'amore e tutte le sue conseguenze. Tutto inutile, futile e senza via di scampo. Un po' come un labirinto ma senza una strada ovvia per uscire. Solo infiniti corridoi che si intersecano tra loro e creano momenti, baci, sensazioni, emozioni, paure, gioie e non so cos'altro. Tutto ciò mi ha sempre spaventato, ma adesso ne faccio parte. Strano eh?
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo Primo
Era un normale giorno di scuola nella normalissima città dove abitavo. Stavo andando in classe quando mi sento toccare una spalla: 'Ei! Ma dove vai?' 'Ciao, mi hai spaventato! Sto andando in classe... Dove dovrei andare secondo te?' quella nota di ironia nelle mie frasi era onnipresente quando parlavo con Luke, quello stupido del mio migliore amico. Non lo vedevo da quasi trenta secondi, cioè da quando l'ho lasciato per intraprendere il 'mio cammino' verso la classe di biologia. Si divertiva ad arrivarmi alle spalle perché sapeva benissimo che mi spaventavo facilmente. Che stupido. Mi circondò le spalle con il suo braccio e mi fece fare retromarcia «Dove mi stai trascinando? Arriverò tardi, dai lasciami» «Smettila di fare la brava ragazza per una volta e vieni con me», scherzava e lo sapevo. «Mi credi una brava ragazza?» dissi, lui alzò un sopracciglio e mi guardò con un sorriso storto e subito scoppiai a ridere perché era impossibile rimanere seri quando ti faceva quella faccia. «Okay, portami dove devi Mr. Sopracciglio» arrendersi era l'unica via con lui, così mi portò nell'atrio della scuola e poi fino in biblioteca. «Ed ora, Signorina Tu Mi Stufi, faccia silenzio: stiamo entrando nel regno delle parole silenziose e delle risate soffocate e delle lacrime represse» lo disse con un tono che usava per raccontare un storia con gli effetti speciali. Sì, effetti speciali. Perché lui non era assolutamente in grado di fare qualcosa di prevedibile e normale. Aveva modi di fare eccentrici e gusto in fatto di libri. «Sì d'accordo, ma fai silenzio o la bibliotecaria ci tirerà qualche fermacarte di marmo» «Non temere, se n'è andata in sala insegnanti a prendere il caffè, adesso la biblioteca è tutta nostra!» sorrise dicendo l'ultima parola. Spesso ci imbucavamo in biblioteca e stavamo lì rintanati per ore a leggere, a discutere su quale autore fosse il migliore e a decidere dove andare a prendere il caffè quando sarebbe suonata la campanella. Ci somigliavamo sotto molti aspetti io e lui: maniaci ossessivi dipendenti dalla caffeina, soprattutto quella che vendevano al bar vicino alla scuola, lettori accaniti e testardi ad un livello superiore; siamo stati scacciati spesso dalla biblioteca perché le nostre discussioni si alzavano un po' troppo di tono. «Sezione Fantasy. Oggi lascio a te l'immenso onore di scegliere» «Oh che Gentiluomo che mi trovo di fronte. La ringrazio» dissi, facendo una riverenza e fingendo di tenermi una gonna immaginaria. Presi 'Il Talismano' di Peter Straub e Stephen King. Mi ci era voluto molto per leggerlo tutto, ma ne era valsa la pena. Il giorno dopo lo avevo già raccontato tutto a Luke, che mia aveva preso per una pazza schizzata dicendomi «Neppure io sono così in fibrillazione dopo aver letto un libro, tu devi essere pazza» e io, per tutta risposta gli sorrisi. «E tu sei un pazzo perché... perché sei tu. Ecco!» quando dicevo così avevo un tono da bambina saputella che spesso precedeva un "la posizione a mummia", cioè braccia incrociate sul petto e sguardo serio, ed una risata un po' troppo rumorosa da parte sua. «Il Talismano? Davvero? Ma non lo abbiamo già letto, tipo mille volte? Sei prevedibile» e scoppiò a ridere. «D'accordo, allora scegli tu! Avanti Mister, sorprendimi» detto questo mi misi seduta a un tavolo lì vicino, aspettando che scegliesse. Ci mise circa venti minuti per trovare quello che cercava, ma tornò tutto soddisfatto con un libro sgualcito e un sorriso enorme sulle labbra.
  
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