Capitolo 1: Il giovane Elric
“Toc.. toc”
“Mhhhhh”
“Signorino
Edward è ora di alzarsi....”
“Mhhhh.... No Joseph.... lasciami dormire ancora
un pò”
“Signorino deve fare colazione... è quasi ora delle sue lezioni
quotidiane”
“Noooo... non ne ho voglia....”
“Ehhh.... il signor Curtis ha
telefonato ed ha lasciato detto che sarà qui a momenti”
L’anziano maggiordomo
sentì un tonfo provenire dalla stanza, poi dei suoni di cerniere che si
alzavano, e pochi secondi dopo la porta si aprì, e davanti al maggiordomo
comparve un giovane ragazzo di quindici anni.
Aveva gli occhi azzurri ed i
capelli biondi lunghi, raccolti in una lunga treccia, ma non era molto
alto.
“Davvero Van sarà qui presto?”
“Si signorino, ma devo ricordarvi che
oggi avete in programma anche la lezione di filosofia, di storia, di latino e di
arte, quindi non trattenetevi più del dovuto con il signor Curtis”
Quando
però Joseph aprì gli occhi, Edward era già scomparso ed era corso in sala da
pranzo.
Edward Elric...
Unico figlio di una nobile famiglia
tedesca...
Sin da piccolo venne viziato, ma da quando, a cinque anni, venne
rapito da un gruppo di terroristi, la sua vita cambiò.
I suoi genitori,
temendo per lui, lo “rinchiusero” nel castello di famiglia, tra i monti del sud
della Germania.
Per lui non fu un trauma terribile, perchè poteva avere tutto
ciò che voleva, quando lo voleva.
Ma con l’arrivo dell’adolescenza le cose
erano cambiate: Ed aveva perso interesse nelle materie scolastiche che i suoi
genitori lo costringevano a seguire ed aveva cominciato a mostrare un certo
interesse per il mondo esterno. L’unica cosa che adorava della sua vita reclusa
erano le lezioni di combattimento, armato o no, con il suo amico e maestro Van
Curtis.
Edward corse nel cortile e vide il suo maestro Van, che parlava
con uno strano ragazzo, che vestiva un elegante abito nero ed aveva dei curiosi
capelli argentati, corti, ma con un lungo ciuffo.
“Pensi che dovrei spiarlo?”
chiese Van
“Non esattamente, ma sarebbe meglio tenerlo lontano da certe cose”
rispose il ragazzo
“Pensi che sia giusto non fargli sapere le suo
origini?”
“Suo padre non ne sarebbe felice, e poi....”
“Ciao Van!”
Il
maestro Van si voltò ed osservò il suo prediletto che si avvicinava, portando
una sacca , piena di spade, lance ed altre armi.
Edward vide l‘uomo al fianco
di Van e lo salutò con freddezza
“Ciao Seyfert”
Seyfert Almasy, presidente
delle industrie Almasy, una delle più grandi multinazionali del mondo, era un
ragazzo giovane ma terribilmente intelligente, ed in breve aveva scalato i
ranghi dell’azienda del padre, diventandone presidente a soli 18 anni.
Ciò
nonostante Edward pensava che fosse un tipo strano: stava sempre sulle sue,
parlava poco e poi.... sentiva che c’era qualcosa di strano nel modo in cui lo
guardava... Di sicuro ed preferirebbe non vederlo, ma essendo Seyfert un partner
di suo padre, lo vedeva spesso al castello
“Buongiorno signorino Edward....
Curtis, allora rimaniamo d’accordo secondo i piani?”
“Certo”
“Bene,
arrivederci”
Così dicendo Seyfert se ne andò ed Edward rimase solo con
Van.
“Cosa voleva quel tizio?”
“Niente di che, lascia perdere.... allora
cosa vuoi fare oggi?”
“Mhhh, che ne dici di provare ad usare qualche arma
oggi? magari una katana...”
“D’accordo”...
Seyfert camminò fuori dalle
mura del castello e si fermò vicino all’ombra di un albero, dove una figura
nascosta dall’ombra lo stava osservando.
“Ben arrivato, ti stavo aspettando”
disse Seyfert
“Quale è il tuo piano?”
“Non lo sai? proibire una cosa è il
modo migliore per spingere gli umani a provarla”
“Giusto... ma sei sicuro che
vada davvero da quel vecchio?”
“L’ho osservato qualche tempo fa e te lo posso
confermare”
“Bene, allora io continuerò con la mia
copertura....”
“Ottimo”