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Autore: Columbrina    05/11/2012    5 recensioni
{Abbastanza nonsense.
"Tu non mi conosci affatto, Dante Vale... Nemmeno con la maschera scoperta"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Carnival
 

 
Gli sguardi di Zhalia facevano concorrenza alle processioni carnevalesche a cui Dante era abituato ad assistere, essendo cresciuto a Venezia.
Con maestria impressionante, riusciva a districarsi nei ruoli più ingannevoli senza lasciar traccia di se e di ciò che era. O meglio, delle spoglie di ciò che era rimasto di lei.
Riusciva a boicottare gli eventi per soddisfare i capricci di un burattinaio sconosciuto: lei lo identificava nel destino; lui non aveva il benché minimo dubbio.
Aveva macchiato la maschera del disonore scarlatto del vessillo che aveva scelto di brandire: Dante si chiedeva ancora chi fosse Zhalia.
In una notte furtiva, era venuta lì per suggellare lo scotto da pagare.
Dante elargì un sorriso beffardo, quasi improvvisato e comunque intriso di mestizia; in netta protesta con la mano sinistra che stringeva un Amuleto.
Lei aveva tante maschere di cui non riusciva a denudarsi.
“A volte il fine giustifica i mezzi”
Lui sorrise; non per quello che disse, ma perché ogni volta che scopriva una maschera, ne ritrovava un’altra, ancor più machiavellica, come se detenesse il monopolio della sua mente e che fosse lui il burattino con qualcosa da nascondere.
Zhalia lo sapeva, ma non l’aveva mai detto: aveva indagato in silenzio e si era resa conto di essere famelica di smascherare i segreti che si celavano dietro un sorriso beffardo e un amuleto.
“E’ tardi Zhalia… Ti stanno aspettando. A meno che tu non abbia deciso di tornare …”
“No” soffiò lei, mettendogli la metafisica maschera sugli occhi “Non so neanche perché sono qui”
Dante elargì un sorriso più ampio, giocherellando pericolosamente con l’amuleto con la stessa perizia che usa un bambino irriverente nel lambire la fiamma fulgida.
“Perché te lo chiesto, chissà…”
“Se non lo sai tu”
“Tu riconosci me più di quanto mi conosca io, fidati”
Zhalia rise.
“E tu conosci me più di quanto mi riconosca io”
Dante lanciò in aria l’amuleto e si librò uno spiraglio smeraldino, rifugio di tante spire incomprese, di tante processioni carnevalesche e mantelli che denudavano le aspettative. L’amuleto rifulgeva di resa.
“Giù la maschera, Zhalia… So che la Spirale di Sangue ti ha chiesto di eliminarmi” sorrise “Giù la maschera perché so che non lo farai…”
Zhalia fece crollare la maschera e lasciò che il mantello le scivolasse sul corpo, scoprendo il vestiario con cui era solito vederla.
“Non mi conosci affatto, Dante Vale… Nemmeno con la maschera scoperta”  
 
   
 
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