Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: Massa98    05/11/2012    0 recensioni
Un Gatto con la G maiuscola, che vi lascerà stupefatti. Un Gatto che dice quello che pensa e non si fa intimidire da nessuno, ma che ama le coccole dei propri padroni.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mi chiamo Briciola ed ho esattamente 2 anni e 4 mesi e mezzo. Come vedi sono un gatto. Un gran bel gatto se me lo concedi.

 

So di essere un bel gatto perché i miei padroni, Viola, 7 anni, Mamma e Papà me lo dicono spesso: “Vieni qui micio-micio”,” Che bravo il nostro bel micione”,  “ Ma che bel miciotto che sei” Eccetera, eccetera. E poi lo dice anche la Signora Carla, anche se io non ricambierei il complimento. La signora Carla è amica della Mamma e quando viene  prendere il thè porta sempre dei pasticcini per Viola e le fa un sacco di complimenti: “Come sei bella!  Ma quanto sei cresciuta!”- Eccetera, eccetera.

 

La signora Carla ha un’abitudine orribile- quella di strapazzare le guance alle persone che giudica belle. Unica eccezione: il Papà. E questo soprattutto perché non si fa mai trovare quando passa la signora Carla. Quando arriva, prende una guancia di Viola tra il suo grosso pollice e l’indice, tira la pelle all’in fuori e la agita come una pazza. Con me é peggio. Non appena mi adocchia, rannicchiato sul davanzale a prendere il sole, mi solleva (spesso a testa in giù) e mi pianta in grembo. Le sue manone inanellate mi atterranno sulla testa come aeroplani e spingono pelle e pelo sopra fin sopra gli occhi. Poi, ritirando la mano, tira tutta la mia testa indietro così che mi spuntano gli occhi e le gengive, come se la mia testa fosse la pasta per la pizza.

Per fortuna Viola, che é una brava bambina mi  passa sempre un bignè alla fragola alla fine di questo strazio.

 

Dicevo, mi chiamo Briciola perché questo é il nome datomi dalla mia famiglia, da Violetta, in verità, perché Papà voleva chiamarmi “Maximus: il distruttore dei topi”. Non mi sarebbe dispiaciuto un nome così  importante, ma la verità é che i topi mi fanno senso e se mi capita di vederne uno guardo subito dall’atra parte.

 

Gli altri gatti mi chiamano Silver perché dicono che sono nato con un cucchiaio d’argento in bocca. All’inizio non capivo, dato che è un’espressione umana e nessun gatto si è mai volontariamente messo in bocca cucchiaio d’argento o di altro metallo. Poi, Fiocco di Neve mi ha spiegato che significa che sono nato fortunato perché non sono mai dovuto andare a caccia di topi e uccellini per guadagnarmi l’affetto dei padroni, perché non ho mia frugato  nell’immondizia per riempirmi il pancino vuoto con degli avanzi e perché ho un posto caldo tra le braccia di una bambina (che non mi tira mai la coda) dove rifugiarmi quando piove.

 

Fiocco di Neve invece non é nata con un cucchiaio d’argento in bocca. E’ nata in una cascina abbandonata e la sua mamma é scomparsa dopo pochissimi giorni lasciando lei e i suoi fratellini senza latte e senza calore. Per fortuna Ma Yang, la grossa gatta a capo dei gatti del quartiere, li ha trovati e li ha allattati insieme alla sua cucciolata.

 

Fiocco di Neve non ha mai avuto una casa e, a volte, quando siamo soli nell’orto di sera accanto ai lamponi profumati mi dice che le piacerebbe avere una bambina come Violetta che le volesse bene. Io vorrei tanto condividere Violetta con lei.

 

Ma Yang invece non mi parlerebbe mai, anzi, mi guarda con disdegno. Lei detesta gli esseri umani. Dice che i randagi sono i più fortunati tra i gatti perché hanno libertà illimitata e nessuno li costringe ad abbassarsi a vivere con dei cani, o a farsi tirare la coda o rientrare a casa entro la mezzanotte.

 

So che si riferisce a me in particolare con quel commento sulla mezzanotte perché mentre quasi tutti gli altri gatti del quartiere rimangono fuori casa le notti estive,  io invece preferisco il comfort del lettino di Viola e del suo orsacchiotto di peluche.

 

Questa sera Ma Yang (che deriva il suo nome dalla grossa cicatrice sulla fronte procuratale dalla signora Yang del ristorante cinese quando la trovò che rubava una trota intera dalla cucina), propone una battuta di caccia a...tenetevi.. non al disgustoso topo ma addirittura al ratto!

 

Ficco di Neve vede che sono spaventato e avvicinandosi mi sussurra: “Non ti preoccupare. Ti starò vicina io. Quando Ma Yang si volta un attimo ne tramortisco uno anche per te. A te basterà solo dargli il colpo di grazia.”

Mi viene il volta stomaco. Io non so come si da questo “colpo di grazia” e i ratti non li ho mai visti, so solo che non hanno paura dei gatti.

 

Ma Yang forma i battaglioni cinque gatti contro sette ratti. Perché sono un gatto di casa, e secondo lei il più rammollito dei gatti di casa, mi ha lasciato per ultimo. Prima di parlare mi guarda di sbieco. Poi posa lo sguardo su Fiocco di Neve. “Tu, Briciolina, vai nello squadrone di Schwartz.” Tutti i gatti tranne Fiocco di Neve ridono perché mi ha chiamato Briciolina. Schwatz, il gatto nero più indurito e cattivo è un gatto di officina. Per non passare per gatto di casa e quindi rammollito ha voluto diventare il più grande lottatore del quartiere. Nessuno si azzarderebbe mai a fargli uno sgarro.

 

Siamo appostati al buio per delle ore ad aspettare i ratti davanti ai cassonetti. Perche’ non siamo nello stesso battaglione, Fiocco di Neve non potrà aiutarmi. Sono tutto solo contro questi enormi toponi. E’ Schwartz che  leva il miagolio di battaglia: ha intravisto la coda di un topolone dietro le rotelle del bidone.  Travolto dalgli altri, anche io corro in avanti . Un rattone si piazza davanti a me. I suoi denti aguzzi luccicano nella luce del lampione accecandomi. A due balzi dal ratto mi rendo conto che non so più come proseguire l’attacco e rallento. Lui ne approfitta lanciandosi contro di me e tutto diventa nero.

 

Mi risveglio ansimante sdraiato accanto al marciapiede. Fiocco di Neve mi sta sussurrando qualcosa nelle orecchie mentre mi lecca le ferite. “Povero Silver, ora è tutto passato. Sei davvero un gatto di casa.” Richiudo gli occhi e penso a Violetta che mi avrà aspettato invano. Penso alla Mamma e al Papà che inutilmente avranno scosso la scatola delle crocchette chiamando: “Micio-Micio. Briciola? Dov’è  il nostro bel Micione?” E mi addormento.

 

“Mamma, Mamma guarda!”  Sento gridare “ E’ Briciola. E’ ferito.” E’ la voce di Violetta. Anche se sono stanco cerco di alzarmi su un lato . La mia Violetta è venuta a cercarmi! In un attimo sento le sue manine sul mio naso. “Mamma respira ancora. Presto portiamolo dal dottore!”

 

“Ahi Ahi”- dice il Papa’-“il nostro Briciola ha fatto la lotta.”

 

“Poverino!”- dice la Mamma- “Portiamolo dal Veterinario! Il Veterinario Violetta e’ il dottore per gli animali.”

 

“E questo gatto qui?”-Chiede Papà- “Non mi dirai che gli ha fatto la guardia tutta la notte!”

 

Fiocco di Neve, ha paura degli umani, le hanno insegnato che sono cattivi e si appiattisce a terra vicino a me.

 

“Sembra una bella gatta sana” -dice la mamma- “Se si fa prendere potremmo portare dal veterinario anche lei.”

 

“Si! Si! Teniamola!”  grida Violetta estatica.

 

“Vediamo…” dice sorridendo Papà mentre Mamma solleva delicatamente Fiocco Di Neve. Di solito io odio andare dal veterinario, ma questa volta so che al mio ritorno tutto sarà perfetto.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: Massa98