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Autore: ItsJulyPenniman    05/11/2012    6 recensioni
Mi feci coraggio e mi presentai: "Ciao, sono Anita, tu come ti chiami?"
Mi guardò strano ma poi decise che forse non volevo ucciderlo.
"Io sono Michael"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il primo giorno di scuola di quarta elementare. Mi ero appena trasferita ed ero intimorita, non conoscevo nessuno dei nuovi compagni di classe.
La maestra sembrava simpatica e mi accolse con un sorriso caloroso. Mi fece sedere di fianco ad un bambino magrettino, aveva i capelli a caschetto di un bel castano chiaro, gli occhi dello stesso colore e sembrava spaventato quanto me.
Mi feci coraggio e mi presentai: "Ciao, sono Anita, tu come ti chiami?" Mi guardò strano ma poi decise che forse non volevo ucciderlo "Io sono Michael"

Io e Michael eravamo vicini di banco da qualche settimana eppure sembrava avere molta paura di me. Notavo che il resto della classe lo prendeva spesso in giro per il suo modo di vestire e parlare. Io non ci trovavo nulla di strano, anzi: mi piaceva molto il fatto che indossasse papillon e bretelle, lo rendeva simpatico.
Un giorno durante la pausa pranzo notai che era seduto solo su una panchina del cortile, così mi avvicinai: "Emm ciao, posso essermi?" Ancora a guardarmi male, ma che ho fatto?
"Si certo"
Inizialmente se ne restò in silenzio, a guardare gli altri giocare, e quando parlò mi spaventai parecchio.
"Perché mi parli?"
"In che senso?"
"Perché non fai come gli altri e mi eviti?"
"Perché mi stai simpatico" ed era vero, mi stava molto simpatico.

---

Erano dieci anni che conoscevo Michael, dieci anni che ero innamorata di lui ma non avevo mai avuto il coraggio di dirlo.
Ci comportavamo come grandi amici e spesso la gente ci chiedeva se appunto non ci fosse qualcosa tra di noi; ci guardavamo e scoppiavamo sempre a ridere.
Un giorno mentre stavamo passeggiando in un parco gli chiesi come se nulla fosse: "Ma a te non piace nessuna ragazza?" Diventò tutto rosso e mi sentii una cretina per aver fatto quella domanda "Però non devi rispondere per forza"
"Ma no, infondo ci conosciamo da un sacco di anni..."
Il mio cuore iniziò a battere a mille: magari gli piaccio.
"Io....sono gay"

È gay. È gay. Scoppiai a ridere e Michael fece una faccia contrariata.
"Scusa, scusami è che...tu mi piaci, mi piaci sin da quando siamo in quarta elementare e...allora è proprio vero che il principe azzurro è gay" tornai a ridere e lui, capendo che ero uscita di testa, fece un sorrisetto per darmi ragione "Anita, sei sicura che sia tutto okey?"
"Certo, mai stata meglio di così"
"Okey, perché adesso vorrei chiederti una cosa"
"Dimmi"
"Questa sera devo uscire con un ragazzo ma non so cosa mettermi o cosa fare. Devi aiutarmi"
"Bene, andiamo a casa tua e perquisiamo l'armadio, per i dettagli c'è tempo" e a passo di soldato tornammo da dove eravamo venuti.
"Intanto come si chiama?"
"Mark"
"Mmh nome carino. E com è?"
"È moro, alto, ha dei begli occhi, un bel sorriso, un bel naso..."
"Insomma, come te ma non riccio, giusto?"
"No, io sono molto più bello" disse con tono di superiorità.
"Su questo non c'era dubbio" e scoppiò a ridere. "Hai una su foto?"
"Si eccolo"
"Ma state insieme?"
"Non proprio, ci siamo conosciuti e ci siamo visti un paio di volte, questo è il primo appuntamento serio"
"Ma è gay anche lui?"
"No, sono così scemo che vado ad uscire con un etero"
"E che ne so, magari"
"Magari un corno, abbiamo parlato e.. Vabè hai capito"
Scoppiai a ridere vedendo che diventava rosso "si si ho capito. Mettiti questa maglia a righe con questa giaccia e questi pantaloni blu scuro, mi piace molto come abbinamento. Ah e non dimenticare le bretelle, sono il tuo punto forte"

"Come è andata ieri sera?"
"Bene, è stato fantastico"
"Quindi ora state insieme?"
"Si, credo di si. Sei felice?"
"No ...e si. Insomma, capiscimi"
"Si ti capisco..." e mi sciolsi davanti al suo sorriso.
"Tutto bene?"
"Certo, ora devo andare, ci vediamo!"
Gli diedi un bacio sulla guancia e uscii da casa sua. Ero felice che stesse bene con Mark ma ero anche triste: il ragazzo che bramavo da dieci lunghi anni non poteva essere mio. Dovevo fare qualcosa.

"Cosa cazzo hai fatto!?"
"Michael io..."
"No! Hai rovinato tutto, per una volta che mi sentivo bene con me stesso e con qualcuno!"
"Mi dispiace"
"No, questa volta l'hai fatta grossa" e girandomi le spalle se ne andò.
Ero stata così stupida, non potevo credere di aver fatto davvero quello che avevo fatto.
Quella sera Michael era uscito di nuovo con Mark e io, senza dirgli nulla, l'avevo seguito e poi facendo finta di aver bevuto un po' troppo mi ero avvicinata a loro, avevo preso Michael da dietro e l'avevo baciato davanti agli occhi increduli di Mark. Questo aveva chiesto spiegazioni e io, da finta ubriaca gli avevo risposto che io il riccio stavamo insieme. Così Mark aveva preso e se ne era andato senza dire una parola.

"Michael, mi dispiace da morire, parlerò con Mark e gli spiegherò tutto. Davvero, scusami, sono una cretina"
Gli scrissi questo messaggio poche ore dopo. Ora dovevo solo trovare Mark.
Andai al bar della sera prima ma non c'era; chiesi al barista e mi disse che lo conosceva di vista, che probabilmente abitava nell'isolato dopo. Uscii e camminai qualche minuto, arrivai in un quartiere pieno di belle case con giardini perfetti. Mi sedetti su una panchina e aspettai: prima o poi sarebbe uscito e avrei aspettato finché non l'avrebbe fatto, sarei rimasta lì anche un settimana, tutto per la felicità del mio Michael.
Finalmente verso le sette di sera lo vidi uscire da una delle case davanti alla panchina su cui ero seduta da ore. Lo osservai un attimo, poi mi alzai e lo raggiunsi.
"Hey Mark"
"Chi...ah"
"Senti, riguardo a ieri sera..."
"No è tutto okey, dovevo aspettarmelo che un ragazzo come lui non fosse gay e che avesse una ragazza così bella" arrossii.
"Oh, grazie. Comunque io non sono la sua ragazza. Ero gelosa e...ho fatto una cavolata"
"D-davvero?"
"Si è lui ora mi odia a morte, ne sono più che convinta"
Mi strinse in un abbraccio e con un sorriso a 32 denti mi urlò un grazie mentre già correva verso casa Penniman.

---

"Emma, non dar fastidio a Michael"
"Uffa mamma"
"Nita, non mi da fastidio, lasciala fare" disse lui e riprese a camminare con mia figlia avvinghiata ad una gamba.
Era una calda giornata di maggio, mia figlia Emma compiva quattro anni e Michael e Mark si erano resi disponibili per fare la festa a casa loro. Io e Paul avevamo organizzato dei giochi di gruppo, ma poco dopo i bambini si stancavano e si facevano i fatto loro, così dopo vari tentativi lasciammo perdere e li facemmo divertire come più volevano.
Io e Paul ci eravamo conosciuti grazie a Mark (i due erano cugini) e ora eravamo sposati da cinque anni. Riguardo a Michael e Mark stavamo insieme da dieci anni ormai.
Ogni tanto facevamo delle uscite a quattro e parlavamo di quando eravamo ragazzi, di quella volta che provai a far lasciare Michael e Mark, di tutte le cavolate fatte insieme dai tempi delle elementari fino a prima del mio matrimonio.
Era strano ripensare a quando ancora non sapevo che Michael fosse gay, a quando ero innamorata pazza di lui. In realtà provavo ancora qualcosa, ma avevo imparato a tenere quella parte di me ben nascosta e cosa più importante, avevo imparato ad amare Paul come mai ero riuscita con nessun altro ragazzo prima di lui.
"Allora è proprio vero che il principe azzurro è gay" ogni tanto ripensavo a questa frase, detta a Michael anni prima, e ridevo pensando che era fottutamente vera.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Buondì.
So che tutto ciò non ha senso, ma ero ispirata così ecco qua questa sottospecie di storia.
Spero vi piaccia, spero che qualcuno recensisca e in ogni caso grazie di aver letto :)
Se avete Twitter e non sapete che fare questa sono io.
Shao! :D
Giulss
  
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