Era una notte di pioggia a Beacon Hills quel giorno e non ci pensava a smettere.
Stiles era comodamente spaparanzato sul divano con la ciotola di pop corn strapiena intento a vedersi un film che mandavano quella sera quando il suo cellulare iniziò a squillare.
Non voleva rispondere, credeva fosse suo padre dicendo che quella sera faceva tardi, ma vide che non era suo padre bensì Scott.
Si affrettò a rispondere.
«Hey Scott!» disse ingoiando gli ultimi pop corn che aveva in bocca.
«Devi venire qui, subito.» sottolineò bene quell’ultima parola.
«Arrivo, sono da te tra pochi minuti.» riattaccò, poggiò la ciotola sul tavolino davanti al divano e spense la tv.
Indossò un giubbotto impermeabile, prese le chiavi della sua Jeep e uscì di casa.
Durante il viaggio si interrogò su cosa avesse da dirgli di così importante il suo migliore amico, ad un certo punto inchiodò di scatto la Jeep, davanti si trovò un cervo che anche lui si era spaventato, Stiles suonò il clacson e il cervo scappò via.
Tirò un sospiro di sollievo e riprese il viaggio, arrivò davanti a casa e Scott saltò in macchina.
«Dai gas Stiles!» disse Scott.
«Che devi dirmi?» gli chiese curioso.
«Dai gas Stiles!» gridò in risposta.
«Che succede Scott?!» Stiles era preoccupato, il suo battito cardiaco stava accelerando per la paura.
«L’Alpha mi sta cercando» disse guardandolo dritto negli occhi.
Stiles non se lo fece ripetere due volte e premette il piede sull’acceleratore e sgommarono via da lì.
Anche se Stiles era ormai abituato a lupi mannari e robe varie, quel senso di paura in lui compariva sempre.
Scott guardò nello specchietto retrovisore e lo vide.
«E’ dietro di noi Stiles» lo informò.
Stiles premette ancora più forte il piede sull’acceleratore, ma qualcosa andò storto. Fu questione di pochi secondi che la Jeep si ribaltò, Stiles sentì l’imprecazione lanciata da Scott e poi più niente, solamente buio.
Credeva di essere vicino alla fine, riaprì a fatica gli occhi, non sono morto allora – pensò, si alzò e la testa iniziò a girargli a più non posso.
Si guardava intorno per capire dove fosse e riconobbe le pareti mal ridotte, casa Hale. Si massaggiò le tempie cercando di attutire il dolore ma invano.
«Come ti senti?» gli chiese qualcuno alle sue spalle. Aveva una voce che tendeva al roca ma soave allo stesso tempo per chi l’ascoltava.
Si voltò lentamente, il giramento di testa non se ne voleva andare, vide Derek appoggiato allo stipite della porta con le mani dentro le tasche dei jeans.
Derek poteva sembrare un ragazzo cattivo, che non faceva vedere le sue emozioni, e in parte è vero, ma in alcuni momenti è la persona più dolce di questo mondo, e questo è uno di quei momenti.
Era preoccupato, preoccupato per me e per Scott.
«Mi gira la testa, ma per il resto sto bene.»
«Ti ricordi cosa è successo?» gli chiese serio.
«Non molto, quasi niente. Mi ricordo che Scott ha imprecato» Stiles scoppiò a ridere e Derek lo seguì a ruota.
«Come mai sono qui?» gli chiese Stiles massaggiandosi ancora le tempie, il giramento di testa se ne stava andando fortunatamente.
«Scott mi aveva avvertito che l’Alpha era qui e che lo stava cercando. Quindi sono salito in macchina con l’intento di andare da lui, ma poi ho visto la tua Jeep ribaltata e anche se pioveva vi ho tirato fuori e vi ho portato qui. Perché anche se non lo dimostro, infondo ci tengo a voi due, soprattutto a te, Stiles.»
Derek finì il suo piccolo discorso e guardo Stiles in attesa di qualcosa, ma nemmeno lui sapeva cosa. Si guardarono negli occhi a lungo poi Stiles si alzò ed uscì dalla casa. Aveva bisogno di una boccata d’aria.
Il terreno era ancora bagnato, aveva smesso di piovere da poco, e l’aria era umida e sulla pelle clada di Stiles era una sensazione quasi piacevole, si guardò intorno. Sentì qualche gocciolina cadergli addosso, aveva ricominciato a piovere e girò i tacchi per tornare dentro, ma dietro di lui c’era Derek.
Derek era alto, bello, muscoloso, con un sorriso mozzafiato, due occhi bellissimi, insomma era il sogno di ogni ragazza con gli ormoni in subbuglio e che avrebbe fatto diventare gay ogni ragazzo che lo incrociava.
Si guardarono negli occhi di nuovo, Stiles era come attratto da una calamita, non riusciva a staccare lo sguardo da quegli occhi. Erano bellissimi.
«Sai una cosa Stiles? Ti odio.» disse d’un tratto Derek.
“Ti odio” quelle due parole lo fecero rimanere di sasso. Mille dubbi si fecero spazio nella sua testa. E’ vero combinava guai a volte ma non era cattivo.
«Odio il tuo essere così goffo. Odio i tuoi stupidi piani. Odio i tuoi modi di fare. Odio il tuo sorriso, i tuoi occhi, le tue labbra quando pronunciano il mio nome.» Derek prese tra le mani il visetto di Stiles e lo baciò.
Un bacio poco casto, un bacio caldo e pieno d’amore. Si baciarono ignari della pioggia che cadeva su di loro.
Stiles non fece nulla, si lasciò andare, si lasciò trascinare in quel vortice di emozioni, si lasciò amare da quel lupo acido.
Si staccarono, ormai senza fiato, Stiles non disse niente così Derek distrusse quel silenzio imbarazzante.
«Odio tutte queste cose perché mi hanno fatto diventare pazzo di te.» concluse.
«Ohw, il piccolo lupo acido ha anche un cuore dolce!» disse Stiles rompendo quell’armonia romantica.
Derek lo prese per un fianco e lo pizzicò provocando un sussulto di Stiles.
«E tu sei sempre il solito coglione!» disse punzecchiandolo.
Scoppiarono a ridere e si scambiarono un veloce bacio prima di rientrare in casa Hale.
 

spazio autrice;
Okaaaaaaaaaaaaaaay, ho provato a scrivere una Sterek e non so come sia venuta, personalmente un po' mi piace.
Aspetto le vostre recensioni con più di 10 parole (?) per sapere cosa ne pensate! 
With love, Jessica. ♥