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Autore: LOLove    05/11/2012    0 recensioni
chi poteva immaginare che l'amore fosse così soffocante, avvincente, dolce. che un semplice ragazzo potesse, dimostrandosi diverso conquistare anche la più timida delle ragazze.
il loro non fu amore, solo il DESTINO..
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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NON TUTTI I BRUCHI SANNO DI ESSERE FARFALLE

Il rumore del mare era davvero rilassante, calmo, tranquillo, ma sovrastava ogni cosa. Il sole riscaldava tutto, non sentivo più freddo. La sdrai era rivolta verso l’acqua, che sembrava riuscire a toccare le mie dita, continuavo a fissarle ammirando lo smalto azzurro messo alla perfezione, che sembrava confondersi con le onde di quell’immenso oceano. Improvvisamente vidi una sagoma scagliarsi contro il sole, giusto il tempo di mettere a fuoco quel viso che pareva di un angelo, illuminato da due occhi color nocciola che sento in lontananza qualcuno che mi chiama, mi volto.. vedo il vuoto.
No non ditemelo era tutto un sogno, un sogno dannatamente bello, etereo, eppure così reale.
La voce che aveva interrotto quell’idilliaco inganno era quella di mia sorella, Eleonor. Era il primo giorno di scuola del terzo anno di liceo, la voglia di tornare in quel posto infernale, che era la mia scuola, popolata da quei demoni, che erano i professori , rasentava davvero il suolo.
Per alleggerirmi il trauma Eleonor mi aveva portato la colazione a letto, cosa c’è di meglio di una buona tazza di te caldo?!
Eleonor Mason è la sorella migliore che si possa desiderare. Chi mai poeterebbe la sua sorellina a vivere con lei per darle più libertà? Bhe ve lo dico io la mia splendida sorella! Lei era la mia ispirazione, così giovane eppure già indipendente. A soli 21 aveva già intrapreso una brillante carriera da giornalista e comprato una casa tutta per lei, anzi per noi. Ma non solo era davvero bella. I suoi capelli mossi e castani le ricadevano leggeri sulle sottili spalle, proporzionate alla sua figura sottile, ma la prima cosa che incantava tutti erano i sui occhioni verdi che spaziavano in lunghe ciglia. Solo quelle avevamo di simile, le ciglia. I miei capelli castano scuro, con dei riflessi ramati, erano in completa contrapposizione con i sui; d’altronde lei somigliava a nostra madre e io a nostro padre. I miei occhi al contrario dei suoi erano di un castano talmente intenso che si faticava a distinguere la pupilla, due pozzi talmente profondi da cui è difficile uscire se ci cadi dentro, come diceva sempre lei.
Poi circa un’ora da quel malinconico risveglio, eravamo in macchina dirette verso l’infero. Come è sempre stato da quando frequento quella scuola alle 8 precise El mi lascia davanti al cancello, subito incrocio lo sguardo della mia unica e sola salvezza, Alessia. Ci corriamo in contro e dopo esserci stette fortissimo, quasi da soffocarci a vicenda, mi tiene le braccia strette nelle mai e dice: “ oddio, non posso credere che non ci vediamo da due settimane. È sembrata un’ eternità! Ma stai una favola, ti sei allenata in vacanza? Dio Sam mi sei mancata così tanto!” . la sua voce era euforica sapevo che non mentiva, ci volevamo bene davvero.
“mio dio Ale respira quando parli!” risi per qualche istante, era davvero buffa. “ anche tu mi sei mancata tantissimo! E direi che non sono l’unica che si è allenata in vacanza!” dissi dandole un colpetto sullo stomaco. “ allora com’ è andata dai tuoi nonni, hai conosciuto qualcuno di interessante?”  chiesi, sapevo che aveva fatto conquiste, mi aveva accennato qualcosa in una delle sue tante mail.
“beh veramente si, si chiama Louis è un tipo davvero carino e sai..”, le sue parole ormai erano diventate un muto sottofondo. Tutto si era fermato i ragazzi nel cortile sembravano immobili, poi scomparvero. la mia attenzione era stata colta da un ragazzo, probabilmente un nuovo studente, sembrava spaesato; eppure era tremendamente familiare.
“.. alla fine ho scoperto che viene nella nostra scuola. Non è incredibile?!” la vocina stridula di Alessia mi riportò alla realtà. Avevo ignorato la maggior parte del suo discorso, allora per non fare completamente scena muta dissi:” eh si è proprio incredibile. Che ne dici se ci avviamo in classe per prendere posto?” cercai di sviare il discorso per distrarla.
“ oh si certo, sai si dice che avremo un nuovo compagno. Magari è carino” disse tutta eccitata mentre avevamo iniziato a camminare attraverso i lunghi corridoi di scuola.
Dopo aver percorso un lunghissimo labirinto, formato da quell’incrociarsi di quei corridoi infiniti, arrivammo all’aula di fisica. Con mia grande gioia notai che la professoressa non era cambiata, dio amavo quella donna! Una di quei pochi insegnanti che ti fanno apprendere con piacere la loro materia.
Io e Alessia ci sistemammo al terzo banco, no troppo vicino, sotto la mira dei professori; ne troppo lontano, sotto i continui richiami degli stessi.
Siccome per ogni banco si dovevano sistemare tre alunni, speravo con tutto il mio cuore che i più indisciplinati facessero gruppetto e si sistemassero in fondo. Ma disgraziatamente vidi lui, il peggiore di tutti, Zayn Malik dirigersi verso di noi. Mi affrettai a mettere la borsa sullo sgabello.
“ emm scusa potresti togliere la borsa se no non posso sedermi!” disse con la sua solita aria da sbruffone.
“ scusa, ma io sto solo tenendo il posto per un mio amico” dissi cercando di essere credibile.
“ facciamo che se non arriva tra tre secondi sarò io il tuo compagno di banco” disse con un tono che a me parve malizioso. Poi cominciò a contare “ uno”, stavo andando nel panico, non lo volevo assolutamente vicino a me; anche se devo dire che la sua aria da bello e dannato era molto accattivante, sexy oserei dire.
 
 I suoi capelli scuri con quel tocco di biondo sul ciuffo facevano risaltare la sua pelle ambrata, forse aveva origini pakistane, questo spiegherebbe anche l’intensità del suo sguardo, dei suoi occhi che ricordavano il colore dei freddi tronchi degli alberi d’inverno. Perché questi pensieri si stavano impossessando di me?
“due” la sua voce roca, dovuta al fumo, mi riportò alla realtà.
“salvezza” pensai quando vidi che un nuovo studente si era addentrato nella classe. Era lui, il ragazzo del cortile, ma preferivo fare una figuraccia piuttosto che avere quello scavezzacollo vicino. Così alzai e agitai il braccio per cogliere la sua attenzione “  ei siamo qui, ti ho tenuto il posto!” dissi mentre lo guardavo con aria di supplica. Lui un po’ stupito si guardò in dietro pensando che avessi sbagliato, poi mi guardò e si indicò con aria interrogativa. Io gli sorrisi e annuii. “ oh grazie, scusa se ci ho messo tanto, ma mi ero perso” aveva intuito tutto quel benedetto ragazzo, così mi resse il gioco.
Zayn lo guardò contrito, poi disse “ e tu saresti?”
Dopo essersi seduto sullo sgabello e aver adagiato il suo zaino sul tavolo, gli porse la mano e disse:” piacere, io sono Liam Payne. E tu saresti?”
Zayn lo guardò scocciato e si andò a sistemare nei banchi in fondo col resto del suo gruppetto. Nel frattempo la prof era entrata in classe.
 
Dopo che aveva finito di introdurre il programma dell’intero anno ci aveva lascito gli ultimi 30 minuti di libertà. Una frazione di secondo dopo mi ero voltata verso Liam” non sai quanto ti ringrazio per esserti seduto qui, ti sarò eternamente grata, credimi!”
“suvvia, non è mica un sacrificio stare vicino ad una bella ragazza. Anche  se ti stai grato se mi potessi spiegare gli ultimi capitoli del vostro libro dato che sono in dietro con il programma”
Le sue parole mi fecero arrossire, più di quanto volessi ammettere. Acconsentì alla sua richiesta in fondo a me non costava nulla, anzi mi faceva piacere l’idea di passare più tempo con lui così avrei potuto conoscerlo meglio.
Ci accordammo affinché, per le prossime due settimane, ogni pomeriggio dopo scuola ci staremmo visti per le nostre lezioni, una volta a casa mia e una volta a casa sua.

  
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