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Autore: Temari    05/11/2012    9 recensioni
- Svegliarsi, quella mattina, fu incredibilmente difficile... Lo era sempre, in quegli ultimi mesi passati. -
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Misaki Takahashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente! =D
Sapete, ho trovato un sito interessante di scrittura, in cui si fissa un tempo e un numero di parole limite e in cui se non si completa lo scritto entro il tempo - a seconda del gradi di 'difficoltà' - si ricevono avvertimenti e il testo inizia a cancellarsi da solo LOL Ho voluto provare, ed è uscita la cosa che leggerete.

Note: la flash è stata scritta di getto, quindi se è un po' vaga o che questa è la ragione (non ho avuto fisicamente tempo di pensare ai vari risvolti e/o possibili vuoti); ho semplicemente ricontrollato il testo per errori e basta. XD È stata ispirata da alcune canzoni degli Evanescence che avevo messo come playlist di sottofondo (cioè:
October, You, Forgive Me, Swimming Home).

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.


Ja ne,
Temari

Gasping Confession






        Svegliarsi, quella mattina, fu incredibilmente difficile... Lo era sempre, in quegli ultimi mesi passati.
        Sospirò pesantemente, passando attraverso il rituale della doccia e del vestirsi come un automa, con gestualità impresse a fondo nella mente da anni e anni di ripetute mattine come quella—eppure così diverse.
        Uscire di casa e percorrere la camminata di venti minuti verso il tempio in cima alla collina fu difficile. Ogni passo era più pesante di quello precedente, a man mano che si avvicinava alla sua destinazione. In mano aveva un discreto mazzo di fiori, il cui profumo invadeva prepotente le sue narici, e l'aria fredda dei primi giorni di marzo gli ferivano gli occhi e le guance—la primavera sarebbe arrivata più tardi del solito, quell'anno, ne era quasi certo.
        Perché, in fondo, come poteva la natura riprendersi così presto dalla scomparsa di un tale personaggio?
        Lui di certo non poteva e se il resto del mondo la pensava diversamente... Be', non erano affari suoi: che ne sapeva il resto del mondo di cosa significasse, per Misaki, continuare a vivere in una casa grande e vuota - così tremendamente, orribilmente vuota -, e spoglia... Senza udire la voce calda e vibrante, possessiva e ironica, di Usagi-san?
 
        Inginocchiato di fronte alla semplice tomba, Misaki poggiò delicatamente il bouquet, un sorriso minuto e tirato sul viso, a malapena conscio del rigagnolo di lacrime che, involontariamente, scendevano lungo le guance pallide.
        Rimase lì a lungo, in silenzio, cieco e sordo a qualsiasi cosa accadesse intorno a lui. In quel momento, quelle lettere scavate con tratto elegante nella pietra erano il suo mondo.
        «... Hey, Usagi-san.» Mormorò con un filo di voce, la bocca impastata di amarezza, nostalgia, dolore. «Io... Non so, cosa dovrei dirti in quest'occasione? Davvero non ne ho idea... Eri—sei tu, quello bravo con le parole, non certo io.» Una piccola, intensa, pausa carica di parole non dette e di sensazioni troppo forti per essere espresse a voce, poi un semplice «Ti amo, Usami Akihiko. L'ho sempre fatto e sempre lo farò... Sei stato il primo. E sarai l'ultimo... Ti amo, Usagi-san.»
   
 
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