* * * * * * *
Caro Kurt
So di aver
combinato un casino. Uno grande. E non sono nemmeno sicuro che tu legga ciò o
meno, ma devo provare. Non rispondi alle mie chiamate e non so come
rintracciarti. Ho bisogno di dirti quanto sono dispiaciuto. Non ci sono scuse
per quello che ho fatto. Non ha significato niente e io non avrei dovuto farlo.
Lo so. Hai tutto il diritto di essere arrabbiato e deluso. Mi sento orribile.
Mi sono sentito orribile per così tanto tempo… Mi hai lasciato qui e
improvvisamente c’era il vuoto. Hai detto che non sarei rimasto solo
nell’ufficio della signorina Pillsbury. Te lo ricordi? Hai detto che mi avresti
chiamato su Skype ogni giorno, ma non hai mantenuto la promessa. So che ti ho
incitato io ad andare a New York. Tu appartieni a quel luogo, non me ne pento.
Non era rimasto niente per te in Ohio, ma subito mi è sembrato che io non fossi
abbastanza per te. Ho smesso di contare quante volte hai riattaccato il
telefono prima che avessi la possibilità di dirti ti amo, quando sono arrivato
a venticinque volte in una settimana. Eri così distratto da ogni cosa che non
vedevi quanto fossi infelice. Ma non ti incolpo. Quello che ho fatto è stato un
errore, ed è tutta colpa mia. Non mi aspettavo che il mio ultimo anno fosse
magico, volevo solo che fosse sopportabile. Ho provato a parlarti, ma tu
chiudevi le nostre brevi chiamate e allora un giorno ho toccato il fondo e… non
so perché l’ho fatto, Kurt. Non è stato per una tentazione. È stato più per il
fatto che finalmente qualcuno si stesse interessando a me, credo. È stato
sbagliato. È stato così sbagliato. Avrei dovuto provare a parlarti di più.
Sarei dovuto venire a trovarti prima. Ci sono così tante cose che avrei potuto
fare al posto di quello… Ma non le ho fatte. Non posso cambiare il passato,
Kurt. Se potessi, lo farei. Giuro che darei ogni cosa per tornare indietro nel
tempo, ma è impossibile. Mi manchi. Prima mi sentivo solo, ma adesso mi sento
solo e sono solo *, e tutto quello a cui riesco a pensare è a come farmi
perdonare da te. Per favore, dimmi cosa posso fare e lo farò. Ho bisogno di te,
Kurt. Ti amo così tanto da fare letteralmente male. Non riesco a dormire, non
riesco a mangiare, qualche volta mi sento come se non riuscissi a respirare
senza di te. Dipendo da te, e so che non è salutare, ma non posso farne a meno.
Sei l’amore della mia vita. Per favore, dammi una possibilità. Per favore,
perdonami. Ti amo. Voglio stare con te. Non c’è nessuno per me in questo mondo.
Solo tu. Sarai sempre tu. Perché tu sei la cosa migliore che mi sia mai
successa. Kurt, per favore, dimmi come sistemare la cosa…
Ti amo,
Blaine
Kurt lesse la mail così tante volte da averla memorizzata. Ogni
volta piangeva e finiva raggomitolato nel suo letto. Non poteva perdonare
Blaine. Si sentiva perso, deluso e infelice. Il pensiero di aver fatto sentire
Blaine solo perché era troppo preso dalla sua nuova vita lo faceva stare male.
Il suo Blaine si sentiva male a causa sua, e lui non era stato lì per lui. Ma
non poteva parlargli. Sarebbe stato troppo doloroso. Dopo un po’ il senso di colpa
veniva rimpiazzato dal disgusto. Era sempre così. All’inizio si sentiva
orribile per come aveva trattato Blaine, e dopo si sentiva anche peggio perché
c’era stato qualcun altro che aveva toccato Blaine, qualcun altro che lo aveva
abbracciato e baciato. C’era stato qualcun altro ed era stato sbagliato, perché
lì ci sarebbe dovuto essere sempre e solo Kurt.
Dopo due settimane passate ad abbattersi nell’appartamento, Rachel
gli fece un discorso di incoraggiamento. Non poteva sopportare più di vederlo
così distrutto.
“Kurt, dovresti parlargli. Ti chiama ogni singolo giorno. Ricevi
fiori tantissime volte a settimana. La tua casella di posta elettronica è piena
di scuse. Lui non sa nemmeno se avete rotto! Ti ama ancora, Kurt. Ha fatto una
cosa orribile, ma dopo tutto quello che avete passato non merita questo genere
di trattamento. Se non puoi perdonarlo, almeno digli che avete chiuso.”
Kurt non sapeva cosa fare. Non sapeva se avevano chiuso. Ogni
volta che pensava di rispondere a una chiamata di Blaine, l’immagine di qualcun
altro con lui sbucava nella sua mente, e non era capace di parlare, quindi
chiudeva la chiamata e lasciava che il telefono squillasse finché Blaine non
smetteva di chiamare. Si rendeva conto di quanto stesse ferendo Blaine, ma non
riusciva a preoccuparsene.
Blaine era un disastro. A mala pena dormiva, a mala pena parlava.
Era triste e spezzato. Riusciva a superare le giornate in qualche modo, ma gli costava
un sacco di energie. Abbandonò tutti i club a cui si era iscritto all’inizio
dell’anno. Aveva dato le dimissioni dalla carica di presidente d’istituto, e
l’unico club di cui era ancora membro era il glee club. Andava lì e si sedeva
nell’ultima fila, distaccato da tutti. Non competeva per gli assoli. Gli andava
bene cantare sullo sfondo. L’unica ragione per cui continuava ad andare lì era
che lui e Kurt erano felici in quella stanza del coro. Forse si stava
deliberatamente torturando frequentando i posti collegati a Kurt, ma aveva
bisogno di qualcosa. Aveva disperatamente bisogno di almeno un piccolo pezzo di
Kurt nella sua vita, anche se si trattava solo di un ricordo. Si lasciò
trascinare nel musical. L’aveva fatto per Finn, che lo dirigeva, perché Finn
cercava di essere suo amico nonostante lui fosse la ragione per cui suo
fratello stava male. Andare a lezione e fare le prove del musical era l’unico
contatto che aveva con i suoi amici. Non parlava se gli altri non parlavano con
lui. Si era isolato.
Erano passate esattamente quattro settimane dal grande fiasco di
New York, come Blaine chiamava il giorno in cui il suo mondo era crollato. Era
disteso sul suo letto, facendo finta di dormire così i suoi genitori lo
avrebbero lasciato stare. Per lui non c’era niente da fare. Poiché la notte non
dormiva si portava sempre avanti con i compiti. Stava evitando i suoi amici
perché probabilmente lo odiavano comunque per ciò che aveva fatto. Dopo tutto
erano stati amici di Kurt per primo. Rachel e Finn tentarono di parlargli qualche
volta, lui era educato, rispondeva alle loro domande e gli chiedeva come stessero,
ma a dire la verità non vedeva l’ora che la conversazione finisse. Non aveva
niente. Aveva rovinato tutto per un solo errore, e avrebbe pagato per il resto
della sua vita. Si sentiva come se non meritasse niente. Nemmeno il perdono di
Kurt. Ma doveva almeno provare ad ottenerlo. Lo chiamava ogni giorno. Gli
mandava messaggi ogni giorno. Gli scriveva mail e gli mandava fiori, ma
continuava a ricevere il trattamento del silenzio.
Il telefono squillò. Il cuore di Blaine cominciò a battere più
veloce, e le lacrime gli riempirono gli occhi. Rispose.
“Pronto?”
“Ciao. Sono io…” Sussurrò Kurt, insicuro sul fatto di poter fare
questo senza spezzarsi.
“Si, lo so…”
“Dovremmo parlare.” Disse Kurt aspettando una risposta, ma Blaine
rimase in silenzio, così continuò.
“Mi dispiace di non aver risposto alle tue chiamate. Solo… non
sapevo cosa dire. Veramente, ancora non so cosa dire. Non so come sistemare la
cosa.” La sua voce si spezzò e Blaine capì che stava piangendo.
“Ci penso continuamente e non so cosa fare. Continuo a non avere
una soluzione. Fa troppo male, Blaine. Ogni volta che chiudo gli occhi vedo
qualcun altro che ti tocca e… come hai potuto farci questo?” Improvvisamente
Kurt cominciò a ridere. “Dio, perché ti sto chiedendo una cosa del genere? So
come hai potuto farlo. Ti sentivi solo e invisibile. Avevi bisogno di qualcuno
che si prendesse cura di te. Io avevo bisogno della stessa identica cosa quando
mi scambiavo messaggi con Chandler. Ma non sarei andato con lui!” Kurt stava
urlando adesso. “Non l’avrei fatto perché era qualcosa che era nostro, Blaine.
Eravamo intimi perché ci amavamo. Abbiamo fatto sesso perché era un altro modo
per dirci ti amo. E tu l’hai distrutto. L’hai fatto sembrare come se fosse
niente, come se non fosse una connessione con l’altro. Hai cambiato l’atto
dell’amore in qualcosa che ti aiuta a venire! Non posso farlo. Fa troppo male…
non penso che possiamo sistemare la cosa.” Ci fu un lungo silenzio. Nessuno dei
due disse niente, entrambi ascoltavano i singhiozzi al telefono. Passarono così
alcuni minuti.
“Non hai niente da dirmi?” Chiese Kurt quando non poté più
sopportare di sentire Blaine piangere. Era spezzato e ferito. Era arrabbiato e
deluso. Ma far piangere Blaine lo faceva sentire un mostro. Il suo primo
istinto fu quello di asciugargli le lacrime, perché sapere di esserne il motivo
era difficile da accettare.
“Mi dispiace così tanto, Kurt. So che non è abbastanza. Una parola
non può cambiare ciò che ho fatto, non importa quante volte la dico. Ma mi
dispiace. Ti amo. Ti amo così…” E la conversazione si interruppe. Blaine
ricompose il numero di Kurt, ma dopo due squilli fu indirizzato alla segreteria
telefonica. Kurt aveva riattaccato. Blaine sapeva cosa significava. Avevano
chiuso.
Caro
Blaine,
Mi
dispiace di averti attaccato il telefono in faccia. Ma non potevo gestirlo. Per
questo ti sto scrivendo. Mi dispiace di essere stato un pessimo fidanzato. Mi
dispiace di aver messo prima il lavoro. Mi dispiace di non essere stato lì
quando avevi bisogno di me. Mi piacerebbe stare con te più di ogni cosa al
mondo, ma non posso farlo. Quando penso a noi che ricominciamo una relazione,
mi chiedo sempre cosa succederebbe se facessi qualcosa di sbagliato. Correresti
di nuovo tra le braccia di un altro ragazzo? Non posso andare avanti. Non mi
fido più di te. Non dubito del tuo amore. Non l’ho mai fatto, ma è come se
sentissi che tu non mi ami abbastanza per non ferirmi. Le relazioni a distanza
sono difficili, e con quello che è successo tra di noi, non credo che
funzionerà. Lasciarti è la decisione più difficile che io abbia mai preso, ma
non c’è modo in cui potremo sistemare la cosa. Sei stato il miglior primo amore
che avessi mai potuto chiedere. Grazie per essere stato il mio tutto. Grazie
per essere stato ogni prima volta che ho potuto vivere con te. Non rimpiangerò
mai che sia stato tu. Mi dispiace di aver incasinato le cose trasferendomi a
New York. Per favore, perdonami.
Kurt.
Se Kurt pensava che la sua vita fosse finita prima, premere il
bottone invio gli fece cambiare idea. Si sentiva orribile. Non lo aveva nemmeno
detto a Blaine. Aveva scritto una mail e gliel’aveva mandata come un codardo.
Ogni cosa era rovinata. Era da solo. Con la prospettiva di una carriera di
successo, con i vecchi e i nuovi amici, con la sua famiglia, ma senza Blaine.
Quale era lo scopo di andare avanti senza di lui? Il dolore sarebbe mai andato
via? Perché Blaine non lo amava di più? Perché era andato a New York? Perché
non aveva spettato Blaine a Lima? Si, non era soddisfatto della sua vita
allora, ma almeno era felice con Blaine. Adesso aveva quasi tutto –
apprezzamenti, supporto, libertà – ma avrebbe volentieri scambiato tutto per un
ragazzo con gli occhi nocciola e troppo gel nei capelli. Aveva desiderato
prendere un aereo e andare a casa per vedere Blaine un milione di volte dal
loro ultimo incontro. Ma dopo aveva realizzato che non avrebbe potuto nemmeno
guardarlo senza cadere in pezzi. Non avrebbe potuto abbracciarlo o baciarlo
senza pensare a quell’altro ragazzo che l’aveva fatto non troppo tempo prima.
Blaine continuava a chiamare Kurt ogni giorno nonostante la mail
di rottura. Sapeva che avevano chiuso. Non chiamava Kurt per pregarlo di
prenderlo di nuovo, chiamava Kurt perché aveva bisogno del suo migliore amico.
Aveva bisogno di Kurt nella sua vita in qualunque forma lui avrebbe voluto.
Sfortunatamente, Kurt non lo voleva affatto nella sua vita. Blaine non aveva
niente. Non si accorgeva delle facce preoccupate dei suoi genitori e dei suoi
amici. Non si accorgeva di quanto provassero ad essere lì per lui. Si era
isolato da tutti.
Arrivò la serata della prima del musical, e lui aveva promesso a
se stesso che avrebbe fatto del suo meglio per regalare un esibizione
spettacolare. Finn se lo meritava. Gli altri membri del cast lo meritavano.
Avevano lavorato duro, e il minimo che poteva fare per contribuire al successo
era fare del suo meglio. Era un progresso, per la prima volta dopo settimane
pensava a se stesso come parte di un gruppo. Si sentiva bene sul palco. Non
poteva dire di essere felice, ma non era nemmeno triste ed era un grande passo
avanti verso la guarigione. Ogni cosa andò bene fino alla pausa tra i due atti.
I diplomandi dell’anno precedente arrivarono nel backstage e Blaine era perso
di nuovo. Stava cercando Kurt tra di loro, ma lui non era lì. Pensava che fosse
rimasto a New York, ma dopo sentì Rachel parlare con Tina e dirle che Kurt era
tra il pubblico. Blaine non era stupido. Kurt non voleva incontrarlo. Aveva
preferito passare la pausa solo sulla poltrona piuttosto che andare nel
backstage dove si sarebbe sicuramente imbattuto in Blaine.
Blaine si scusò per l’afterparty. Aveva detto che voleva andarsene
presto, ma voleva solo dare a Kurt la possibilità di passare un po’ di tempo
con i suoi amici. Blaine era sicuro che Kurt non si sarebbe presentato se lui
fosse stato lì, quindi andò a casa e pianse fino ad addormentarsi.
Quel lunedì il glee club era pieno dei suoi vecchi amici dopo la
serata della prima. Tutti erano lì. Tutti tranne Kurt. Blaine entrò nella
stanza e si sedette al suo solito posto nell’ultima fila. Alcune persone
vennero a parlargli e lui rispose alle loro domande, gli aveva persino chiesto
come stessero, ma era distratto. Aspettava l’arrivo di Kurt. Se tutti erano lì,
ci sarebbe dovuto essere anche Kurt, non si sarebbe perso l’opportunità di una
riunione. Ma quando la campanella suonò e il signor Schuester diede il
benvenuto ai vecchi ragazzi del glee Blaine capì che Kurt non sarebbe venuto.
Era troppo da sopportare. Improvvisamente quel posto era troppo piccolo e
sovraffollato. Non riusciva a respirare. Si alzò e andò via senza dire una
parola. Non notò nemmeno che Rachel lo stava seguendo.
“Blaine! Blaine, fermati!” Le urlò e Blaine si arrestò.
“Perché te ne sei andato?”
“Non è venuto con te. Mi odia così tanto da non poter nemmeno
stare nella stessa stanza con me.” Lacrime cominciarono a scendere sul suo
viso. Il cuore di Rachel si ruppe di nuovo, come ogni volta che vedeva Kurt
piangere. Si sedette accanto a lui e gli avvolse le braccia attorno alle
spalle.
“Blaine, lui non ti odia. Ti ama ancora. È solo che gli fa troppo
male vederti distrutto.”
“Ho incasinato tutto. L’ho perso a causa di un grande errore. Hai
presente quando ti dicono che hai il diritto di commettere errori? Perché non
dicono che devi anche pagarne le conseguenze? So di non meritare il suo
perdono. So che non sarà mai più mio… ma mi manca. Era il mio migliore amico.
Ho bisogno di riavere il mio amico. Nessuno mi hai mai capito nel modo in cui
lo faceva lui. Ed è egoistico rivolerlo indietro. L’ho ferito ed è naturale che
non mi voglia parlare. Ho perso la cosa migliore che abbia mai avuto. Come ho
potuto farlo?” Rachel era sorpresa dallo sfogo di Blaine. Era il discorso più
lungo che avesse fatto da quella disastrosa notte a New York. Lo abbracciò
stretto, e lasciò che gli piangesse sulla spalla. Le disse di più. Le disse
come si sentiva, e di come nulla avesse più senso. Le disse quanto amava Kurt e
quanto fosse dispiaciuto, anche se non faceva alcuna differenza, perché Kurt
non lo avrebbe ascoltato. Le disse di quanto fosse solo e di quanto
disperatamente volesse che il dolore andasse via. Le disse di come non sapeva
come vivere la sua vita senza Kurt e di come volesse che qualcuno gli stesse
vicino, ma di come allo stesso tempo spingeva via le persone. Le disse tutto
quello che si era tenuto dentro per tutto il tempo. E lo aiutò. Qualche volta
dire le cose ad alta voce aiuta.
“Blaine, devi smetterla di buttarti giù per quello che è successo.
Non puoi cambiare le cose. Non isolarti. Hai ancora molte persone che tengono a
te e ti amano nonostante tutto. Lasciaci aiutarti. Lasciaci essere lì per te
quando ne hai bisogno. Non puoi farcela da solo. Nessuno dice che dovresti essere
tutto felice e sorridente, ma lascia che le persone condividano il tuo dolore.
Ogni cosa è migliore quando c’è una spalla su cui piangere.”
“Non posso Rachel. Siete tutti fantastici, ma lui è stato vostro
amico per prima…”
“Non è una gara di popolarità. Vi vogliamo bene entrambi. Solo
perché non state insieme non vuol dire che noi non siamo tuoi amici. Lo siamo.
Siamo qui per te allo stesso modo in cui siamo qui per lui. I ragazzi del glee
stanno perdendo le speranze perché non sanno come aiutarti. Vedono che ogni
giorno diventi l’ombra di te stesso e non sanno cosa fare perché tu non li
lasci avvicinare. Non sei solo. Puoi non avere Kurt, ma hai noi. Per favore,
Blaine. Ci manchi.”
Kurt aveva perso il suo entusiasmo. Era un grande lavoratore, il
suo capo era veramente soddisfatto del suo lavoro, ma lui era cambiato. Faceva
tutto con perfezione, ma senza metterci il cuore. Gli piaceva quando aveva
tanto lavoro da fare, in questo modo non aveva tempo per pensare a quanto
brutta la sua vita stesse diventando. Blaine continuava a chiamarlo ogni
giorno, e lui continuava a non rispondere. Kurt pianse tanto quando Rachel gli
disse che Blaine non sarebbe andato a scuola il periodo prima di natale, così
che Kurt potesse andare e visitare il glee club con gli altri. Fece la stessa
cosa quando i ragazzi del glee pianificarono altre due riunioni. Era lo stesso
Blaine dolce e premuroso, che metteva sempre in primo piano i sentimenti di
Kurt. Kurt non riusciva a capire perché avesse sempre dato Blaine per scontato.
Era a causa sua se Blaine si era sentito solo. Lo aveva fatto sentire come se
non lo amasse abbastanza per andare avanti. Voleva fidarsi di lui di nuovo.
Voleva chiamare quel bellissimo ragazzo, ma non poteva. Pensava che il dolore
sarebbe andato via dopo un po’ di tempo, ma continuava ad essere presente. Non
faceva meno male. Si ci stava solo abituando.
I suoi colleghi gli dicevano di uscire per qualche appuntamento.
Di cercare quello che gli mancava in qualcun altro. E ci provò. Andò a vari
appuntamenti, ma non usciva mai più di tre volte con la stessa persona. Erano
fantastici, ma i loro occhi non erano abbastanza nocciola, e ai loro capelli
mancava quella montagna di gel che avrebbe tenuto i ricci sotto controllo,
perché non c’erano ricci. I loro sorrisi non erano abbastanza genuini, le loro
voci non erano abbastanza dolci, o erano troppo alti. E i loro baci non gli
levavano il respiro…
Ogni cosa cambiò quando si imbatté in una faccia familiare tra le
strade di New York. Chandler diventò una grande parte della sua vita. Lo faceva
sorridere di nuovo, e Kurt riacquistò un po’ del suo entusiasmo. Chandler lo
aiutò ad uscire dalla sua corazza e Kurt decise di dare una possibilità alla
loro relazione. Non c’erano farfalle nel suo stomaco quando era con lui, ma
Chandler lo faceva stare bene, e forse era su questo che si basava una
relazione matura. Comprensione, amicizia e cura dell’altro.
Erano nell’appartamento di Kurt. Chandler stava aspettando che si finisse
di preparare per uscire quando il telefono di Kurt squillò. Era Blaine.
Chandler sapeva che Blaine chiamava ogni giorno. Sapeva che Kurt non avrebbe
risposto, ma a lui non piaceva. Non voleva discutere con Kurt di questo, ma
pensava che Kurt avrebbe dovuto dire a Blaine di farsi indietro molto tempo
prima.
“Pronto?” Rispose al telefono senza pensare.
“C-Ciao. Kurt?” Balbettò Blaine, parzialmente sorpreso per il
fatto che la sua chiamata avesse trovato risposta, e parzialmente confuso dalla
voce all’altro capo del telefono.
“No. Sono Chandler.”
“Posso parlare con Kurt?”
“No. Kurt non è qui. E se ci fosse non avrebbe risposto. Perché
non lo lasci stare? Hai chiamato per mesi e lui non ti ha mai parlato. Smettila
di importunarlo.”
“Scusa, ma lui non ha detto niente. Non mi ha mai detto di
smetterla…”
“Si, beh, adesso te lo dico io.”
“Non hai il diritto di parlare per lui.”
“Sono il suo ragazzo. Ho il diritto di fare quello che è meglio
per lui. Chiamando ogni giorno lo tieni legato al passato. Lascialo andare
avanti.”
“Ragazzo?”
“Si, ragazzo.”
“Okay. Scusa. Non sapevo che avesse un ragazzo. Non lo assillerò
più.”
“Grazie.” Chandler non era fiero di se stesso, ma Blaine era una
minaccia. Doveva chiarire le cose.
“Con chi stavi parlando?”Gli chiese Kurt quando ritornò nella
stanza.
“Blaine.”
“Blai- cosa?!”
“Aveva chiamato di nuovo, quindi gli ho detto di smetterla.”
“Non puoi essere serio adesso! Perché hai risposto al mio
telefono?”
“Ne avevo abbastanza di Blaine che mi assillava la testa, Kurt!
Perché non gli hai detto di smetterla? Non risponderesti comunque! È perché sei
ancora innamorato di lui? Ti piace l’idea che lui continui a tenere a te
abbastanza da chiamarti in continuazione? So cosa sta facendo! Ho fatto la
stessa cosa un anno fa. Io ho smesso quando tu mi hai detto di farlo. So che
avrebbe smesso anche lui, aveva solo bisogno che qualcuno glielo dicesse.”
“Non hai il diritto di parlargli. Non hai il diritto di dirgli di
smetterla. Non voglio che smetta!”
“Perché no? Ti ha ferito. Ti ha tradito! È una testa di cazzo che
ti ha lasciato andare!”
“Vattene via!”
“Cosa?”
“VATTENE VIA! Non ti azzardare più a parlare di lui in quel modo.
Non hai idea di quello che abbiamo passato. Non hai idea di quanto lui continui
a significare per me. Non hai idea di quanto io preghi di trovare la forza per
rispondere a quello stupido telefono!”
“Non ce la faccio, Kurt. Ho provato ad essere paziente, ma questo
è troppo. Ho fatto del mio meglio per essere un bravo fidanzato, ma lui è come
un fantasma che ci accompagna tutto il tempo. Tu non hai mai fatto la prima mossa.
Inizio io tutti i nostri contatti fisici. Io ti devo prendere la mano, io ti
devo guidare per baciarti. Io ti devo abbracciare. Io ti devo tirare più vicino
per coccolarti quando guardiamo un film. So che ci metti a paragone, ma io non
sono lui. Non sarò mai lui. Perdonalo o vai avanti. Stai gettando la tua vita,
per l’amore del liceo. Io non farò parte di tutto ciò. Non è giusto per me!”
“Hai ragione. Non è giusto. Ma lo sapevi. Ti avevo detto che non
lo avevo ancora superato. Hai detto che volevi darci una possibilità. Non dare
tutta la colpa a me. Ho sperato davvero che tu potessi essere quello di cui mi
sarei innamorato.”
“Ma non lo sono.”
“Mi dispiace.”
“Addio, Kurt.”
Dopo la chiacchierata con Rachel in corridoio, Blaine era tornato
un po’ in vita. Non era ancora il suo vecchio se stesso, ma non evita nemmeno i
suoi amici. Aveva avuto un ultimo anno decente. Kurt gli mancava ogni giorno, e
non aveva mai smesso con il tentativo di parlare con Kurt, ma aveva imparato a
vivere con un cuore spezzato. Si rifiutava di uscire per un appuntamento. Non
pensava fosse giusto andare ad un appuntamento quando era ancora innamorato di
Kurt.
Arrivò il diploma e Blaine non vedeva l’ora che finisse. L’ultimo
anno era stato un grande disastro e non vedeva l’ora di lasciare l’Ohio e
cominciare la sua nuova vita. Si stava affrettando all’auditorium dove si stava
svolgendo la cerimonia quando una voce soffice lo bloccò.
“Scusami. Ciao. Posso farti una domanda? Sono nuovo qui.”* Il
cuore di Blaine perse un battito. Bramava quella voce. Non l’aveva ascoltata
per dei mesi lunghissimi e adesso non era sicuro se stesse sognando o se Kurt
fosse veramente lì a parlare con lui. Si voltò.
“Kurt…” Un sussurro appena udibile, ma Kurt lo sentì.
“Cos’è tutta questa confusione?”*
“Cosa… Perché…” Blaine non riusciva a seguire lo scorrere dei suoi
pensieri. “Mi stai parlando…”
“Sono venuto per il tuo diploma. Tu eri al mio e mi ha aiutato a
non inciampare sulle scale… tu mi hai dato un fazzoletto. Dovevo restituire il
favore. E poi non potevo perdermi Brittany che dice qualcosa di esilarante dato
che l’hanno votata per fare il discorso.”
“Si, lei è fantastica…”
“Potresti… Pensi che forse potremmo incontrarci più tardi al Lima
Bean quando avrai finito di festeggiare con la tua famiglia?”
“Non festeggio con la mia famiglia. Abbiamo fatto una cena ieri.
Gli ho detto che avevo altri piani per oggi.”
“Oh… e che mi dici di domani? Potremmo vederci?”
“Ci possiamo vedere oggi dopo la cerimonia.”
“Ma tu hai altri piani.”
“No. Non ce li ho. Avevo intenzione di guidare qui intorno e dire
addio a tutti i posti che mi piacciono qui.”
“Okay. Dopo la cerimonia. Buona fortuna.”
Blaine non ricordava di essere salito sul palco. Non ricordava di
aver cantato. Non ricordava di aver preso il suo diploma. Non ricordava il
discorso di Brittany. Ma ricordava Kurt tra il pubblico. Ricordava il suo
sorriso, ed era tutto quello che poteva chiedere, il miglior regalo per il
diploma.
Andarono al Lima Bean con la macchina di Blaine. Quando
entrarono, un odore familiare li
circondò e improvvisamente Blaine non si sentì bene. Quel posto era sacro per
la loro relazione, e non c’erano più Kurt e Blaine. Non si poteva semplicemente
sedere lì e comportarsi come se non fosse successo niente. Chiese a Kurt se
potevano bere il caffè in macchina, e sembrò che Kurt avesse capito.
Erano seduti nei sedili posteriori della macchina di Blaine,
bevendo i loro caffè in silenzio. Blaine finì il suo cappuccino medio e stava
giocando con il suo bicchiere, insicuro su come cominciare la conversazione.
Kurt lo trovò adorabile. Prese il bicchiere dalle mani di Blaine e lo poggiò
per terra insieme al suo. I loro occhi si incontrarono e Kurt non resistette
più. Finalmente guardò degli occhi che erano abbastanza nocciola. Si avvicinò a
Blaine e unì le loro labbra in un tenero bacio. E si, gli tolse il respiro.
Piegò la testa e approfondì il bacio. Non c’erano pensieri di qualcuno che lo
faceva prima. Aveva completamente dimenticato il perché avesse lasciato andare
Blaine. Tutto quello che sapeva è che aveva bisogno di qualcosa di più. Si
staccarono per riprendere fiato e poi senza esitazione si baciarono di nuovo.
Ogni cosa sembrava giusta. Le loro bocche e le loro lingue si muovevano con
semplicità, come se lo avessero fatto soltanto ieri. Kurt poggiò una mano sulla
guancia di Blaine, avvicinandolo di più a se, ma non era ancora abbastanza.
Voleva sentire la sua pelle sulla propria, per credere che stava succedendo
veramente. Si scambiarono qualche altro bacio profondo, ma quando Kurt cominciò
ad armeggiare con la cintura di Blaine, Blaine lo spinse via.
“Kurt, fermati.” Kurt alzò la testa e lo guardò confuso.
“Perché?”
“Perché non è giusto. Tu hai un ragazzo. Non vuoi tradirlo, fidati
di me. Se qualcuno mi avesse fermato molti mesi fa starei con te in questo
momento. Ma non stiamo insieme. Non possiamo farlo. Tu nemmeno mi vuoi, tu vuoi
il vecchio Blaine. Quello a cui importava di te abbastanza da non tradirti. Tu
non mi conosci più. Non sono la stessa persona di cui ti sei innamorata più di
due anni fa. Io… sono cambiate così tante cose. Mi piacerebbe dirti tutto. Ti
considero ancora il mio migliore amico, anche se non siamo stati in contatto
per tanto tempo. Mi manchi, Kurt. E ci è voluto tanto tempo per uscire
dall’inferno in cui mi trovavo, quindi se non vuoi restare in contatto con me,
per favore, vattene adesso. So che è per colpa mia che non mi parlavi. Non ho
il diritto di chiederti niente, ma per favore, per tutto il buono che c’è stato
tra di noi, non darmi la speranza di poter riavere indietro il mio migliore
amico se non lo vuoi. Per favore…” Blaine lo supplicò con le lacrime agli
occhi.
“Io non ho un ragazzo. Ci siamo lasciati perché aveva risposto
alla tua chiamata. Penso di essere felice che l’abbia fatto. Tu non hai
chiamato più e io mi sono sentito come se ti avessi perso di nuovo. Quindi sono
venuto qui. Mi manchi anche tu. Anche io rivoglio indietro il mio migliore
amico. So che siamo entrambi cambiati. Le persone cambiano. Mi piacerebbe
essere di nuovo tuo amico.”
“Grazie.”
“Quindi, quali sono i tuoi piani per l’estate?” Gli chiese Kurt.
Forse avrebbero potuto cominciare con qualcosa di semplice.
“Andrò a
New York domani. Un amico
di Cooper gestisce un campo musicale lì e io lavorerò come consulente. Dopo
comincerò un programma di musica all’ NYU
“Andrai a New York?”
“Si.”
“Per tutta l’estate e poi per il college?”
“Si.”
“Fantastico! Oh mio Dio, non posso crederci. Rachel sarà così
felice.”
“Rachel lo sa…”
“Perché non me l’ha detto?”
“Non lo so…”
“Quindi, a che ora è il tuo volo domani?”
“Vado in macchina. Parto intorno alle sei di mattina.”
“Ti dispiacerebbe se mi unissi a te?”
“Cosa?!”
“Potremmo fare a turno così non dovrai guidare tutto il tempo. È
consigliabile essere in compagnia per dei viaggi così lunghi. Potremmo conoscerci
di nuovo.”
“Sei serio?”
“Si. Un po’ come Harry ti presento Sally. Guidano fino a New York
insieme.”
Far rinascere la loro amicizia fu più semplice di quello che
pensavano. Caddero in una confortevole e abituale routine, e sembrava che non
fossero mai stati nulla di più che due migliori amici. Erano entrambi felici, e
Blaine giurò che non avrebbe fatto nulla che avrebbe potuto spingere Kurt a non
parlargli più di nuovo.
Era la prima settimana di college per Blaine. Si sarebbero dovuti
incontrare nel loro bar preferito. Anche se non era il Lima Bean, sapevano che
era il loro posto a New York. Quando Kurt entrò vide Blaine parlare con un
ragazzo alto. Stavano sorridendo e il ragazzo ovviamente stava flirtando con
lui. Era strano per Kurt. Aveva visto come Sebastian aveva flirtato con Blaine,
ma allora lui era il suo ragazzo. Aveva il diritto di essere geloso adesso? Non
dovrebbe essere felice per il suo migliore amico? Non dovrebbe supportarlo?
“Ciao.” Kurt si incamminò verso il loro tavolo e il ragazzo si
alzò immediatamente.
“Okay. Me ne vado. Ci vediamo domani, bellezza. Non vedo l’ora di
andare al concerto.” Fece l’occhiolino a Blaine e se ne andò.
“Ciao.” Blaine sorrise a Kurt e Kurt gli sorrise in risposta, ma
Blaine sapeva che era un sorriso forzato.
“Cosa hai?” Gli chiese.
“Niente. Solo che è stata una giornata pesante. Sai tra scuola,
lavoro, e tutto il resto. Ma chi era quello?”
“Un compagno di corso. Un suo amico fa parte di una band rock e
faranno un concerto. Ci andremo insieme.”
“Come un appuntamento?”
“Cosa?”
“È un appuntamento? Cioè, lui è davvero carino e a te sembra
piacere la sua compagnia.”
“Non lo so. Lui non ha detto niente riguardo un appuntamento.
Andiamo solamente come amici, credo.”
“Vorresti che fosse un appuntamento?”
“Cosa?” Quella conversazione stava confondendo Blaine sempre di
più.
“Vorresti andare ad un appuntamento con lui?”
“No!”
“Perché no? Apparentemente ti piace. E lui stava flirtando con te
quando sono entrato. Sei a New York Blaine. Ci sono così tante opportunità per
uscire con dei ragazzi sexy.”
“Io non voglio farlo.”
“Ma perché no?”
“Ma che hai oggi? Perché sei così insistente con la storia degli
appuntamenti?”
“Solo non capisco perché non vuoi uscire con qualcuno che è
davvero preso da te.”
“Perché no!” Disse Blaine con voce severa.
“Ma perché?”
“Dio, Kurt! Non lo capisci? Come posso uscire con qualcuno quando
tutto quello a cui riesco a pensare sei tu? Come posso uscire con qualcuno
quando voglio solamente abbracciarti e baciarti? Non sono andato oltre. Non
lascerò che qualcuno mi si avvicini. Sai quanto sia difficile non prenderti la mano sopra
il tavolo quando sei seduto vicino a me o non avvolgerti la vita con le mie
braccia quando camminiamo? Sei il mio migliore amico. E sono felice che tu mi
abbia lasciato rientrare nella tua vita. Ho capito che non lo meritavo dopo
quello che ho fatto. Ma non mi fermerà dal volere qualcosa di più. Non farò
niente, lo giuro. Non lo farò. Ma non posso uscire con qualcuno adesso… Mi
dispiace. Ho bisogno di andare. Ti chiamo dopo, okay?” Blaine sparì
letteralmente dal bar. Kurt gli corse dietro trovandolo seduto su una panchina
del parco dove si erano lasciati quasi un anno prima.
“Perché te ne sei andato?”
“Perché sono una delusione.”
“Non lo sei!”
“Kurt, per favore. Ho bisogno di un po’ di tempo. Starò bene. Lo
so, non avrei dovuto dire niente. Non voglio che ci sia dell’imbarazzo tra di
noi. Apprezzo davvero la tua amicizia, e non posso perderti di nuovo.”
“Esci con me.”
“Cosa?”
“Esci con me. Vederti con quel ragazzo mi ha fatto male. Ero geloso.
Ho capito che voglio darci un'altra possibilità.”
“Non sono il ragazzo con cui vuoi uscire.”
“Si, lo sei. So che non siamo gli stessi. Siamo cresciuti. Ma
continuo a pensare che potremmo avere una possibilità.”
“Sei sicuro? Perché so che non sarei capace di sopportare un altro
cuore spezzato se cambiassi idea.”
“Sono sicuro. Lascia che ti porti fuori domani.”
“Non posso credere che mi hai portato sull’Empire state building.”
Rise Blaine quando erano di nuovo al sicuro per terra.
“Cosa? Non c’eri mai stato e la vista è fantastica!”
“Avevo paura di cadere.”
“Non ti avrei lasciato cadere. Non è nemmeno possibile cadere se
non vuoi commettere un suicidio, stupido.”
“Forse, ma la sensazione era sempre lì.”
“Andiamo. Ti porto al tuo dormitorio.” Kurt afferrò la sua mano e
lo condusse fino alla stazione metropolitana. Si tennero per mano tutto il
tempo della strada fino al dormitorio di Blaine. Sentivano una sensazione
familiare e nuova allo stesso tempo. Si guardavano con la coda dell’occhio,
arrossivano un po’ quando si scoprivano e Kurt sapeva di sbagliarsi quando
pensava che comprensione, amicizia e cura dell’altro fosse sufficiente per una
relazione. Forse per qualcuno era sufficiente, ma lui aveva bisogno della
chimica e dell’attrazione. Aveva bisogno delle farfalle nello stomaco e il
formicolio della pelle a contatto con quella dell’altro.
“Grazie per la splendida serata.” Disse Blaine quando raggiunsero
la sua stanza.
“Grazie a te per essere venuto con me.”
“Andrei ovunque con te…”
“Quindi se ti chiedessi di uscire un'altra volta diresti di si?”
Chiese Kurt speranzoso.
“Usciresti con me domani, Kurt?”
“Hey!” Kurt gli diede uno schiaffetto sulla spalla.
“Ouch! Cosa? Anche io volevo chiedertelo.”
“Okay. Ma farai meglio a chiedermi di essere il tuo ragazzo
domani, perché uscire senza avere una relazione definita è strano.”
“Beh, sono felice che tu me l’abbia detto. Altrimenti
l’appuntamento di domani sarebbe stato un orribile disastro che non avrebbe
soddisfatto le tue aspettative.”
“L’appuntamento di oggi ha soddisfatto le tue aspettative?”
“La maggior parte…” Rispose Blaine con un sorriso giocoso.
“La maggior parte? Quindi, esattamente quali ti mancano, Blaine?”
“Un bacio?” Un ghigno immenso comparve sul viso di Kurt. Tirò
Blaine vicino a se e posò un dolce bacio sulle sue labbra. Non fu profondo o
appassionato. Non disperato o frenetico. Fu un tenero sfiorarsi di labbra e fu
perfetto.
Uscirono per oltre un mese. Blaine non riusciva a credere a quanto
fortunato fosse stato a riavere Kurt indietro, e si assicurò che Kurt avesse
tutto ciò che voleva e di cui aveva bisogno. Kurt era l’uomo più felice del
mondo. Aveva di nuovo Blaine tra le sue braccia, e avrebbe fatto del suo meglio
per trovare un equilibrio tra il suo lavoro, la scuola e Blaine, così che Blaine
non avrebbe avuto motivo di pensare che Kurt non teneva a lui. Erano di nuovo
Kurt e Blaine e si, gli era servito un po’ di tempo per aggiustare le cose, ma
presto erano di nuovo felici come lo erano in Ohio.
Blaine era disteso sul letto di Kurt, la cui testa era poggiata
sul suo petto. Stavano guardando un film, ma Kurt si era addormentato, quindi
Blaine aveva spento il portatile. Accarezzò i capelli di Kurt con le dita, e lo
tenne stretto al suo corpo con una mano aggrappata alla sua vita.
Before you met me
I was alright but
things
Were kinda heavy
You brought me to life
Now every February
You’ll be my
Valentine, Valentine.
Stava dolcemente cantando la canzone che significava così tanto
per loro. Non aveva notato che Kurt si era svegliato a metà di quella. Continuò
fino alla fine, dopo baciò i capelli di Kurt e sussurrò: “My teenage dream.”
“Ti amo.” La mano di Blaine tra i capelli di Kurt smise di
muoversi. Si congelò e alla sua mente servì qualche secondo per comprendere ciò
che Kurt aveva appena detto. Dopo fu assalito da un ondata di emozioni e
cominciò a piangere.
“Blaine?” Kurt si alzò poggiando il peso sul gomito destro e
asciugò le lacrime dalle guancie di Blaine con la mano sinistra.
“C’è stato un periodo in cui pensavo che non avrei più sentito
queste parole dette di nuovo da te…”
“Le sentirai spesso, perché ho intenzione di dirtele tantissime
volte al giorno per il resto della mia vita.” Catturò le labbra di Blaine in un
bacio passionale.
“Ti amo, Blaine.”
“Ti amo anche io, Kurt.”
* I was lonely before
but now I am lonely and alone.
In
inglese i verbi “lonely” ed “alone” vengono tradotti con il significato di
solitudine, ma mentre il primo è più una solitudine figurativa (della serie: mi
sento solo in mezzo ad una folla di persone), il secondo è l’essere solo, senza
nessuno accanto, nel senso proprio del termine.
* Le avete riconosciute? **
Per scriverle mi sono andata a rivedere la puntata per mantenere la traduzione
originale, e mi si è riempito il cuore vedendoli così felici e sorridenti anche
se ancora non si conoscevano.
Forse la cura alle 4x04 è un tuffo nel passato. <3
Andiamo tutti a rivedere la seconda e la terza stagione per risanare un pò i nostri cuori feriti.