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Autore: anwilu    05/11/2012    8 recensioni
Traduzione!
Il momento in cui Kurt e Blaine devono affrontare la situazione della loro rottura.
Spoiler 4x04
Dalla storia:
“Kurt, dovresti parlargli. Ti chiama ogni singolo giorno. Ricevi fiori tantissime volte a settimana. La tua casella di posta elettronica è piena di scuse. Lui non sa nemmeno se avete rotto! Ti ama ancora, Kurt. Ha fatto una cosa orribile, ma dopo tutto quello che avete passato non merita questo genere di trattamento. Se non puoi perdonarlo, almeno digli che avete chiuso.”
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Can we fix it? Come promesso ecco la one-shot sulla rottura della Klaine. Io l'ho adorata, e ci ho messo davvero tanto impegno per tradurla nel migliore dei modi. Spero piaccia anche a voi =)




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Caro Kurt

So di aver combinato un casino. Uno grande. E non sono nemmeno sicuro che tu legga ciò o meno, ma devo provare. Non rispondi alle mie chiamate e non so come rintracciarti. Ho bisogno di dirti quanto sono dispiaciuto. Non ci sono scuse per quello che ho fatto. Non ha significato niente e io non avrei dovuto farlo. Lo so. Hai tutto il diritto di essere arrabbiato e deluso. Mi sento orribile. Mi sono sentito orribile per così tanto tempo… Mi hai lasciato qui e improvvisamente c’era il vuoto. Hai detto che non sarei rimasto solo nell’ufficio della signorina Pillsbury. Te lo ricordi? Hai detto che mi avresti chiamato su Skype ogni giorno, ma non hai mantenuto la promessa. So che ti ho incitato io ad andare a New York. Tu appartieni a quel luogo, non me ne pento. Non era rimasto niente per te in Ohio, ma subito mi è sembrato che io non fossi abbastanza per te. Ho smesso di contare quante volte hai riattaccato il telefono prima che avessi la possibilità di dirti ti amo, quando sono arrivato a venticinque volte in una settimana. Eri così distratto da ogni cosa che non vedevi quanto fossi infelice. Ma non ti incolpo. Quello che ho fatto è stato un errore, ed è tutta colpa mia. Non mi aspettavo che il mio ultimo anno fosse magico, volevo solo che fosse sopportabile. Ho provato a parlarti, ma tu chiudevi le nostre brevi chiamate e allora un giorno ho toccato il fondo e… non so perché l’ho fatto, Kurt. Non è stato per una tentazione. È stato più per il fatto che finalmente qualcuno si stesse interessando a me, credo. È stato sbagliato. È stato così sbagliato. Avrei dovuto provare a parlarti di più. Sarei dovuto venire a trovarti prima. Ci sono così tante cose che avrei potuto fare al posto di quello… Ma non le ho fatte. Non posso cambiare il passato, Kurt. Se potessi, lo farei. Giuro che darei ogni cosa per tornare indietro nel tempo, ma è impossibile. Mi manchi. Prima mi sentivo solo, ma adesso mi sento solo e sono solo *, e tutto quello a cui riesco a pensare è a come farmi perdonare da te. Per favore, dimmi cosa posso fare e lo farò. Ho bisogno di te, Kurt. Ti amo così tanto da fare letteralmente male. Non riesco a dormire, non riesco a mangiare, qualche volta mi sento come se non riuscissi a respirare senza di te. Dipendo da te, e so che non è salutare, ma non posso farne a meno. Sei l’amore della mia vita. Per favore, dammi una possibilità. Per favore, perdonami. Ti amo. Voglio stare con te. Non c’è nessuno per me in questo mondo. Solo tu. Sarai sempre tu. Perché tu sei la cosa migliore che mi sia mai successa. Kurt, per favore, dimmi come sistemare la cosa…

 

Ti amo,

 

Blaine

 

Kurt lesse la mail così tante volte da averla memorizzata. Ogni volta piangeva e finiva raggomitolato nel suo letto. Non poteva perdonare Blaine. Si sentiva perso, deluso e infelice. Il pensiero di aver fatto sentire Blaine solo perché era troppo preso dalla sua nuova vita lo faceva stare male. Il suo Blaine si sentiva male a causa sua, e lui non era stato lì per lui. Ma non poteva parlargli. Sarebbe stato troppo doloroso. Dopo un po’ il senso di colpa veniva rimpiazzato dal disgusto. Era sempre così. All’inizio si sentiva orribile per come aveva trattato Blaine, e dopo si sentiva anche peggio perché c’era stato qualcun altro che aveva toccato Blaine, qualcun altro che lo aveva abbracciato e baciato. C’era stato qualcun altro ed era stato sbagliato, perché lì ci sarebbe dovuto essere sempre e solo Kurt.

Dopo due settimane passate ad abbattersi nell’appartamento, Rachel gli fece un discorso di incoraggiamento. Non poteva sopportare più di vederlo così distrutto.

“Kurt, dovresti parlargli. Ti chiama ogni singolo giorno. Ricevi fiori tantissime volte a settimana. La tua casella di posta elettronica è piena di scuse. Lui non sa nemmeno se avete rotto! Ti ama ancora, Kurt. Ha fatto una cosa orribile, ma dopo tutto quello che avete passato non merita questo genere di trattamento. Se non puoi perdonarlo, almeno digli che avete chiuso.”

Kurt non sapeva cosa fare. Non sapeva se avevano chiuso. Ogni volta che pensava di rispondere a una chiamata di Blaine, l’immagine di qualcun altro con lui sbucava nella sua mente, e non era capace di parlare, quindi chiudeva la chiamata e lasciava che il telefono squillasse finché Blaine non smetteva di chiamare. Si rendeva conto di quanto stesse ferendo Blaine, ma non riusciva a preoccuparsene.

 

Blaine era un disastro. A mala pena dormiva, a mala pena parlava. Era triste e spezzato. Riusciva a superare le giornate in qualche modo, ma gli costava un sacco di energie. Abbandonò tutti i club a cui si era iscritto all’inizio dell’anno. Aveva dato le dimissioni dalla carica di presidente d’istituto, e l’unico club di cui era ancora membro era il glee club. Andava lì e si sedeva nell’ultima fila, distaccato da tutti. Non competeva per gli assoli. Gli andava bene cantare sullo sfondo. L’unica ragione per cui continuava ad andare lì era che lui e Kurt erano felici in quella stanza del coro. Forse si stava deliberatamente torturando frequentando i posti collegati a Kurt, ma aveva bisogno di qualcosa. Aveva disperatamente bisogno di almeno un piccolo pezzo di Kurt nella sua vita, anche se si trattava solo di un ricordo. Si lasciò trascinare nel musical. L’aveva fatto per Finn, che lo dirigeva, perché Finn cercava di essere suo amico nonostante lui fosse la ragione per cui suo fratello stava male. Andare a lezione e fare le prove del musical era l’unico contatto che aveva con i suoi amici. Non parlava se gli altri non parlavano con lui. Si era isolato.

Erano passate esattamente quattro settimane dal grande fiasco di New York, come Blaine chiamava il giorno in cui il suo mondo era crollato. Era disteso sul suo letto, facendo finta di dormire così i suoi genitori lo avrebbero lasciato stare. Per lui non c’era niente da fare. Poiché la notte non dormiva si portava sempre avanti con i compiti. Stava evitando i suoi amici perché probabilmente lo odiavano comunque per ciò che aveva fatto. Dopo tutto erano stati amici di Kurt per primo. Rachel e Finn tentarono di parlargli qualche volta, lui era educato, rispondeva alle loro domande e gli chiedeva come stessero, ma a dire la verità non vedeva l’ora che la conversazione finisse. Non aveva niente. Aveva rovinato tutto per un solo errore, e avrebbe pagato per il resto della sua vita. Si sentiva come se non meritasse niente. Nemmeno il perdono di Kurt. Ma doveva almeno provare ad ottenerlo. Lo chiamava ogni giorno. Gli mandava messaggi ogni giorno. Gli scriveva mail e gli mandava fiori, ma continuava a ricevere il trattamento del silenzio.

Il telefono squillò. Il cuore di Blaine cominciò a battere più veloce, e le lacrime gli riempirono gli occhi. Rispose.

“Pronto?”

“Ciao. Sono io…” Sussurrò Kurt, insicuro sul fatto di poter fare questo senza spezzarsi.

“Si, lo so…”

“Dovremmo parlare.” Disse Kurt aspettando una risposta, ma Blaine rimase in silenzio, così continuò.

“Mi dispiace di non aver risposto alle tue chiamate. Solo… non sapevo cosa dire. Veramente, ancora non so cosa dire. Non so come sistemare la cosa.” La sua voce si spezzò e Blaine capì che stava piangendo.

“Ci penso continuamente e non so cosa fare. Continuo a non avere una soluzione. Fa troppo male, Blaine. Ogni volta che chiudo gli occhi vedo qualcun altro che ti tocca e… come hai potuto farci questo?” Improvvisamente Kurt cominciò a ridere. “Dio, perché ti sto chiedendo una cosa del genere? So come hai potuto farlo. Ti sentivi solo e invisibile. Avevi bisogno di qualcuno che si prendesse cura di te. Io avevo bisogno della stessa identica cosa quando mi scambiavo messaggi con Chandler. Ma non sarei andato con lui!” Kurt stava urlando adesso. “Non l’avrei fatto perché era qualcosa che era nostro, Blaine. Eravamo intimi perché ci amavamo. Abbiamo fatto sesso perché era un altro modo per dirci ti amo. E tu l’hai distrutto. L’hai fatto sembrare come se fosse niente, come se non fosse una connessione con l’altro. Hai cambiato l’atto dell’amore in qualcosa che ti aiuta a venire! Non posso farlo. Fa troppo male… non penso che possiamo sistemare la cosa.” Ci fu un lungo silenzio. Nessuno dei due disse niente, entrambi ascoltavano i singhiozzi al telefono. Passarono così alcuni minuti.

“Non hai niente da dirmi?” Chiese Kurt quando non poté più sopportare di sentire Blaine piangere. Era spezzato e ferito. Era arrabbiato e deluso. Ma far piangere Blaine lo faceva sentire un mostro. Il suo primo istinto fu quello di asciugargli le lacrime, perché sapere di esserne il motivo era difficile da accettare.

“Mi dispiace così tanto, Kurt. So che non è abbastanza. Una parola non può cambiare ciò che ho fatto, non importa quante volte la dico. Ma mi dispiace. Ti amo. Ti amo così…” E la conversazione si interruppe. Blaine ricompose il numero di Kurt, ma dopo due squilli fu indirizzato alla segreteria telefonica. Kurt aveva riattaccato. Blaine sapeva cosa significava. Avevano chiuso.

 

Caro Blaine,

 

Mi dispiace di averti attaccato il telefono in faccia. Ma non potevo gestirlo. Per questo ti sto scrivendo. Mi dispiace di essere stato un pessimo fidanzato. Mi dispiace di aver messo prima il lavoro. Mi dispiace di non essere stato lì quando avevi bisogno di me. Mi piacerebbe stare con te più di ogni cosa al mondo, ma non posso farlo. Quando penso a noi che ricominciamo una relazione, mi chiedo sempre cosa succederebbe se facessi qualcosa di sbagliato. Correresti di nuovo tra le braccia di un altro ragazzo? Non posso andare avanti. Non mi fido più di te. Non dubito del tuo amore. Non l’ho mai fatto, ma è come se sentissi che tu non mi ami abbastanza per non ferirmi. Le relazioni a distanza sono difficili, e con quello che è successo tra di noi, non credo che funzionerà. Lasciarti è la decisione più difficile che io abbia mai preso, ma non c’è modo in cui potremo sistemare la cosa. Sei stato il miglior primo amore che avessi mai potuto chiedere. Grazie per essere stato il mio tutto. Grazie per essere stato ogni prima volta che ho potuto vivere con te. Non rimpiangerò mai che sia stato tu. Mi dispiace di aver incasinato le cose trasferendomi a New York. Per favore, perdonami.

 

Kurt.

 

Se Kurt pensava che la sua vita fosse finita prima, premere il bottone invio gli fece cambiare idea. Si sentiva orribile. Non lo aveva nemmeno detto a Blaine. Aveva scritto una mail e gliel’aveva mandata come un codardo. Ogni cosa era rovinata. Era da solo. Con la prospettiva di una carriera di successo, con i vecchi e i nuovi amici, con la sua famiglia, ma senza Blaine. Quale era lo scopo di andare avanti senza di lui? Il dolore sarebbe mai andato via? Perché Blaine non lo amava di più? Perché era andato a New York? Perché non aveva spettato Blaine a Lima? Si, non era soddisfatto della sua vita allora, ma almeno era felice con Blaine. Adesso aveva quasi tutto – apprezzamenti, supporto, libertà – ma avrebbe volentieri scambiato tutto per un ragazzo con gli occhi nocciola e troppo gel nei capelli. Aveva desiderato prendere un aereo e andare a casa per vedere Blaine un milione di volte dal loro ultimo incontro. Ma dopo aveva realizzato che non avrebbe potuto nemmeno guardarlo senza cadere in pezzi. Non avrebbe potuto abbracciarlo o baciarlo senza pensare a quell’altro ragazzo che l’aveva fatto non troppo tempo prima.

 

Blaine continuava a chiamare Kurt ogni giorno nonostante la mail di rottura. Sapeva che avevano chiuso. Non chiamava Kurt per pregarlo di prenderlo di nuovo, chiamava Kurt perché aveva bisogno del suo migliore amico. Aveva bisogno di Kurt nella sua vita in qualunque forma lui avrebbe voluto. Sfortunatamente, Kurt non lo voleva affatto nella sua vita. Blaine non aveva niente. Non si accorgeva delle facce preoccupate dei suoi genitori e dei suoi amici. Non si accorgeva di quanto provassero ad essere lì per lui. Si era isolato da tutti.

Arrivò la serata della prima del musical, e lui aveva promesso a se stesso che avrebbe fatto del suo meglio per regalare un esibizione spettacolare. Finn se lo meritava. Gli altri membri del cast lo meritavano. Avevano lavorato duro, e il minimo che poteva fare per contribuire al successo era fare del suo meglio. Era un progresso, per la prima volta dopo settimane pensava a se stesso come parte di un gruppo. Si sentiva bene sul palco. Non poteva dire di essere felice, ma non era nemmeno triste ed era un grande passo avanti verso la guarigione. Ogni cosa andò bene fino alla pausa tra i due atti. I diplomandi dell’anno precedente arrivarono nel backstage e Blaine era perso di nuovo. Stava cercando Kurt tra di loro, ma lui non era lì. Pensava che fosse rimasto a New York, ma dopo sentì Rachel parlare con Tina e dirle che Kurt era tra il pubblico. Blaine non era stupido. Kurt non voleva incontrarlo. Aveva preferito passare la pausa solo sulla poltrona piuttosto che andare nel backstage dove si sarebbe sicuramente imbattuto in Blaine.

Blaine si scusò per l’afterparty. Aveva detto che voleva andarsene presto, ma voleva solo dare a Kurt la possibilità di passare un po’ di tempo con i suoi amici. Blaine era sicuro che Kurt non si sarebbe presentato se lui fosse stato lì, quindi andò a casa e pianse fino ad addormentarsi.

Quel lunedì il glee club era pieno dei suoi vecchi amici dopo la serata della prima. Tutti erano lì. Tutti tranne Kurt. Blaine entrò nella stanza e si sedette al suo solito posto nell’ultima fila. Alcune persone vennero a parlargli e lui rispose alle loro domande, gli aveva persino chiesto come stessero, ma era distratto. Aspettava l’arrivo di Kurt. Se tutti erano lì, ci sarebbe dovuto essere anche Kurt, non si sarebbe perso l’opportunità di una riunione. Ma quando la campanella suonò e il signor Schuester diede il benvenuto ai vecchi ragazzi del glee Blaine capì che Kurt non sarebbe venuto. Era troppo da sopportare. Improvvisamente quel posto era troppo piccolo e sovraffollato. Non riusciva a respirare. Si alzò e andò via senza dire una parola. Non notò nemmeno che Rachel lo stava seguendo.

“Blaine! Blaine, fermati!” Le urlò e Blaine si arrestò.

“Perché te ne sei andato?”

“Non è venuto con te. Mi odia così tanto da non poter nemmeno stare nella stessa stanza con me.” Lacrime cominciarono a scendere sul suo viso. Il cuore di Rachel si ruppe di nuovo, come ogni volta che vedeva Kurt piangere. Si sedette accanto a lui e gli avvolse le braccia attorno alle spalle.

“Blaine, lui non ti odia. Ti ama ancora. È solo che gli fa troppo male vederti distrutto.”

“Ho incasinato tutto. L’ho perso a causa di un grande errore. Hai presente quando ti dicono che hai il diritto di commettere errori? Perché non dicono che devi anche pagarne le conseguenze? So di non meritare il suo perdono. So che non sarà mai più mio… ma mi manca. Era il mio migliore amico. Ho bisogno di riavere il mio amico. Nessuno mi hai mai capito nel modo in cui lo faceva lui. Ed è egoistico rivolerlo indietro. L’ho ferito ed è naturale che non mi voglia parlare. Ho perso la cosa migliore che abbia mai avuto. Come ho potuto farlo?” Rachel era sorpresa dallo sfogo di Blaine. Era il discorso più lungo che avesse fatto da quella disastrosa notte a New York. Lo abbracciò stretto, e lasciò che gli piangesse sulla spalla. Le disse di più. Le disse come si sentiva, e di come nulla avesse più senso. Le disse quanto amava Kurt e quanto fosse dispiaciuto, anche se non faceva alcuna differenza, perché Kurt non lo avrebbe ascoltato. Le disse di quanto fosse solo e di quanto disperatamente volesse che il dolore andasse via. Le disse di come non sapeva come vivere la sua vita senza Kurt e di come volesse che qualcuno gli stesse vicino, ma di come allo stesso tempo spingeva via le persone. Le disse tutto quello che si era tenuto dentro per tutto il tempo. E lo aiutò. Qualche volta dire le cose ad alta voce aiuta.

“Blaine, devi smetterla di buttarti giù per quello che è successo. Non puoi cambiare le cose. Non isolarti. Hai ancora molte persone che tengono a te e ti amano nonostante tutto. Lasciaci aiutarti. Lasciaci essere lì per te quando ne hai bisogno. Non puoi farcela da solo. Nessuno dice che dovresti essere tutto felice e sorridente, ma lascia che le persone condividano il tuo dolore. Ogni cosa è migliore quando c’è una spalla su cui piangere.”

“Non posso Rachel. Siete tutti fantastici, ma lui è stato vostro amico per prima…”

“Non è una gara di popolarità. Vi vogliamo bene entrambi. Solo perché non state insieme non vuol dire che noi non siamo tuoi amici. Lo siamo. Siamo qui per te allo stesso modo in cui siamo qui per lui. I ragazzi del glee stanno perdendo le speranze perché non sanno come aiutarti. Vedono che ogni giorno diventi l’ombra di te stesso e non sanno cosa fare perché tu non li lasci avvicinare. Non sei solo. Puoi non avere Kurt, ma hai noi. Per favore, Blaine. Ci manchi.”

 

Kurt aveva perso il suo entusiasmo. Era un grande lavoratore, il suo capo era veramente soddisfatto del suo lavoro, ma lui era cambiato. Faceva tutto con perfezione, ma senza metterci il cuore. Gli piaceva quando aveva tanto lavoro da fare, in questo modo non aveva tempo per pensare a quanto brutta la sua vita stesse diventando. Blaine continuava a chiamarlo ogni giorno, e lui continuava a non rispondere. Kurt pianse tanto quando Rachel gli disse che Blaine non sarebbe andato a scuola il periodo prima di natale, così che Kurt potesse andare e visitare il glee club con gli altri. Fece la stessa cosa quando i ragazzi del glee pianificarono altre due riunioni. Era lo stesso Blaine dolce e premuroso, che metteva sempre in primo piano i sentimenti di Kurt. Kurt non riusciva a capire perché avesse sempre dato Blaine per scontato. Era a causa sua se Blaine si era sentito solo. Lo aveva fatto sentire come se non lo amasse abbastanza per andare avanti. Voleva fidarsi di lui di nuovo. Voleva chiamare quel bellissimo ragazzo, ma non poteva. Pensava che il dolore sarebbe andato via dopo un po’ di tempo, ma continuava ad essere presente. Non faceva meno male. Si ci stava solo abituando.

I suoi colleghi gli dicevano di uscire per qualche appuntamento. Di cercare quello che gli mancava in qualcun altro. E ci provò. Andò a vari appuntamenti, ma non usciva mai più di tre volte con la stessa persona. Erano fantastici, ma i loro occhi non erano abbastanza nocciola, e ai loro capelli mancava quella montagna di gel che avrebbe tenuto i ricci sotto controllo, perché non c’erano ricci. I loro sorrisi non erano abbastanza genuini, le loro voci non erano abbastanza dolci, o erano troppo alti. E i loro baci non gli levavano il respiro…

Ogni cosa cambiò quando si imbatté in una faccia familiare tra le strade di New York. Chandler diventò una grande parte della sua vita. Lo faceva sorridere di nuovo, e Kurt riacquistò un po’ del suo entusiasmo. Chandler lo aiutò ad uscire dalla sua corazza e Kurt decise di dare una possibilità alla loro relazione. Non c’erano farfalle nel suo stomaco quando era con lui, ma Chandler lo faceva stare bene, e forse era su questo che si basava una relazione matura. Comprensione, amicizia e cura dell’altro.

Erano nell’appartamento di Kurt. Chandler stava aspettando che si finisse di preparare per uscire quando il telefono di Kurt squillò. Era Blaine. Chandler sapeva che Blaine chiamava ogni giorno. Sapeva che Kurt non avrebbe risposto, ma a lui non piaceva. Non voleva discutere con Kurt di questo, ma pensava che Kurt avrebbe dovuto dire a Blaine di farsi indietro molto tempo prima.

“Pronto?” Rispose al telefono senza pensare.

“C-Ciao. Kurt?” Balbettò Blaine, parzialmente sorpreso per il fatto che la sua chiamata avesse trovato risposta, e parzialmente confuso dalla voce all’altro capo del telefono.

“No. Sono Chandler.”

“Posso parlare con Kurt?”

“No. Kurt non è qui. E se ci fosse non avrebbe risposto. Perché non lo lasci stare? Hai chiamato per mesi e lui non ti ha mai parlato. Smettila di importunarlo.”

“Scusa, ma lui non ha detto niente. Non mi ha mai detto di smetterla…”

“Si, beh, adesso te lo dico io.”

“Non hai il diritto di parlare per lui.”

“Sono il suo ragazzo. Ho il diritto di fare quello che è meglio per lui. Chiamando ogni giorno lo tieni legato al passato. Lascialo andare avanti.”

“Ragazzo?”

“Si, ragazzo.”

“Okay. Scusa. Non sapevo che avesse un ragazzo. Non lo assillerò più.”

“Grazie.” Chandler non era fiero di se stesso, ma Blaine era una minaccia. Doveva chiarire le cose.

“Con chi stavi parlando?”Gli chiese Kurt quando ritornò nella stanza.

“Blaine.”

“Blai- cosa?!”

“Aveva chiamato di nuovo, quindi gli ho detto di smetterla.”

“Non puoi essere serio adesso! Perché hai risposto al mio telefono?”

“Ne avevo abbastanza di Blaine che mi assillava la testa, Kurt! Perché non gli hai detto di smetterla? Non risponderesti comunque! È perché sei ancora innamorato di lui? Ti piace l’idea che lui continui a tenere a te abbastanza da chiamarti in continuazione? So cosa sta facendo! Ho fatto la stessa cosa un anno fa. Io ho smesso quando tu mi hai detto di farlo. So che avrebbe smesso anche lui, aveva solo bisogno che qualcuno glielo dicesse.”

“Non hai il diritto di parlargli. Non hai il diritto di dirgli di smetterla. Non voglio che smetta!”

“Perché no? Ti ha ferito. Ti ha tradito! È una testa di cazzo che ti ha lasciato andare!”

“Vattene via!”

“Cosa?”

“VATTENE VIA! Non ti azzardare più a parlare di lui in quel modo. Non hai idea di quello che abbiamo passato. Non hai idea di quanto lui continui a significare per me. Non hai idea di quanto io preghi di trovare la forza per rispondere a quello stupido telefono!”

“Non ce la faccio, Kurt. Ho provato ad essere paziente, ma questo è troppo. Ho fatto del mio meglio per essere un bravo fidanzato, ma lui è come un fantasma che ci accompagna tutto il tempo. Tu non hai mai fatto la prima mossa. Inizio io tutti i nostri contatti fisici. Io ti devo prendere la mano, io ti devo guidare per baciarti. Io ti devo abbracciare. Io ti devo tirare più vicino per coccolarti quando guardiamo un film. So che ci metti a paragone, ma io non sono lui. Non sarò mai lui. Perdonalo o vai avanti. Stai gettando la tua vita, per l’amore del liceo. Io non farò parte di tutto ciò. Non è giusto per me!”

“Hai ragione. Non è giusto. Ma lo sapevi. Ti avevo detto che non lo avevo ancora superato. Hai detto che volevi darci una possibilità. Non dare tutta la colpa a me. Ho sperato davvero che tu potessi essere quello di cui mi sarei innamorato.”

“Ma non lo sono.”

“Mi dispiace.”

“Addio, Kurt.”

 

Dopo la chiacchierata con Rachel in corridoio, Blaine era tornato un po’ in vita. Non era ancora il suo vecchio se stesso, ma non evita nemmeno i suoi amici. Aveva avuto un ultimo anno decente. Kurt gli mancava ogni giorno, e non aveva mai smesso con il tentativo di parlare con Kurt, ma aveva imparato a vivere con un cuore spezzato. Si rifiutava di uscire per un appuntamento. Non pensava fosse giusto andare ad un appuntamento quando era ancora innamorato di Kurt.

Arrivò il diploma e Blaine non vedeva l’ora che finisse. L’ultimo anno era stato un grande disastro e non vedeva l’ora di lasciare l’Ohio e cominciare la sua nuova vita. Si stava affrettando all’auditorium dove si stava svolgendo la cerimonia quando una voce soffice lo bloccò.

“Scusami. Ciao. Posso farti una domanda? Sono nuovo qui.”* Il cuore di Blaine perse un battito. Bramava quella voce. Non l’aveva ascoltata per dei mesi lunghissimi e adesso non era sicuro se stesse sognando o se Kurt fosse veramente lì a parlare con lui. Si voltò.

“Kurt…” Un sussurro appena udibile, ma Kurt lo sentì.

“Cos’è tutta questa confusione?”*

“Cosa… Perché…” Blaine non riusciva a seguire lo scorrere dei suoi pensieri. “Mi stai parlando…”

“Sono venuto per il tuo diploma. Tu eri al mio e mi ha aiutato a non inciampare sulle scale… tu mi hai dato un fazzoletto. Dovevo restituire il favore. E poi non potevo perdermi Brittany che dice qualcosa di esilarante dato che l’hanno votata per fare il discorso.”

“Si, lei è fantastica…”

“Potresti… Pensi che forse potremmo incontrarci più tardi al Lima Bean quando avrai finito di festeggiare con la tua famiglia?”

“Non festeggio con la mia famiglia. Abbiamo fatto una cena ieri. Gli ho detto che avevo altri piani per oggi.”

“Oh… e che mi dici di domani? Potremmo vederci?”

“Ci possiamo vedere oggi dopo la cerimonia.”

“Ma tu hai altri piani.”

“No. Non ce li ho. Avevo intenzione di guidare qui intorno e dire addio a tutti i posti che mi piacciono qui.”

“Okay. Dopo la cerimonia. Buona fortuna.”

Blaine non ricordava di essere salito sul palco. Non ricordava di aver cantato. Non ricordava di aver preso il suo diploma. Non ricordava il discorso di Brittany. Ma ricordava Kurt tra il pubblico. Ricordava il suo sorriso, ed era tutto quello che poteva chiedere, il miglior regalo per il diploma.

Andarono al Lima Bean con la macchina di Blaine. Quando entrarono,  un odore familiare li circondò e improvvisamente Blaine non si sentì bene. Quel posto era sacro per la loro relazione, e non c’erano più Kurt e Blaine. Non si poteva semplicemente sedere lì e comportarsi come se non fosse successo niente. Chiese a Kurt se potevano bere il caffè in macchina, e sembrò che Kurt avesse capito.

Erano seduti nei sedili posteriori della macchina di Blaine, bevendo i loro caffè in silenzio. Blaine finì il suo cappuccino medio e stava giocando con il suo bicchiere, insicuro su come cominciare la conversazione. Kurt lo trovò adorabile. Prese il bicchiere dalle mani di Blaine e lo poggiò per terra insieme al suo. I loro occhi si incontrarono e Kurt non resistette più. Finalmente guardò degli occhi che erano abbastanza nocciola. Si avvicinò a Blaine e unì le loro labbra in un tenero bacio. E si, gli tolse il respiro. Piegò la testa e approfondì il bacio. Non c’erano pensieri di qualcuno che lo faceva prima. Aveva completamente dimenticato il perché avesse lasciato andare Blaine. Tutto quello che sapeva è che aveva bisogno di qualcosa di più. Si staccarono per riprendere fiato e poi senza esitazione si baciarono di nuovo. Ogni cosa sembrava giusta. Le loro bocche e le loro lingue si muovevano con semplicità, come se lo avessero fatto soltanto ieri. Kurt poggiò una mano sulla guancia di Blaine, avvicinandolo di più a se, ma non era ancora abbastanza. Voleva sentire la sua pelle sulla propria, per credere che stava succedendo veramente. Si scambiarono qualche altro bacio profondo, ma quando Kurt cominciò ad armeggiare con la cintura di Blaine, Blaine lo spinse via.

“Kurt, fermati.” Kurt alzò la testa e lo guardò confuso.

“Perché?”

“Perché non è giusto. Tu hai un ragazzo. Non vuoi tradirlo, fidati di me. Se qualcuno mi avesse fermato molti mesi fa starei con te in questo momento. Ma non stiamo insieme. Non possiamo farlo. Tu nemmeno mi vuoi, tu vuoi il vecchio Blaine. Quello a cui importava di te abbastanza da non tradirti. Tu non mi conosci più. Non sono la stessa persona di cui ti sei innamorata più di due anni fa. Io… sono cambiate così tante cose. Mi piacerebbe dirti tutto. Ti considero ancora il mio migliore amico, anche se non siamo stati in contatto per tanto tempo. Mi manchi, Kurt. E ci è voluto tanto tempo per uscire dall’inferno in cui mi trovavo, quindi se non vuoi restare in contatto con me, per favore, vattene adesso. So che è per colpa mia che non mi parlavi. Non ho il diritto di chiederti niente, ma per favore, per tutto il buono che c’è stato tra di noi, non darmi la speranza di poter riavere indietro il mio migliore amico se non lo vuoi. Per favore…” Blaine lo supplicò con le lacrime agli occhi.

“Io non ho un ragazzo. Ci siamo lasciati perché aveva risposto alla tua chiamata. Penso di essere felice che l’abbia fatto. Tu non hai chiamato più e io mi sono sentito come se ti avessi perso di nuovo. Quindi sono venuto qui. Mi manchi anche tu. Anche io rivoglio indietro il mio migliore amico. So che siamo entrambi cambiati. Le persone cambiano. Mi piacerebbe essere di nuovo tuo amico.”

“Grazie.”

“Quindi, quali sono i tuoi piani per l’estate?” Gli chiese Kurt. Forse avrebbero potuto cominciare con qualcosa di semplice.

Andrò a New York domani. Un amico di Cooper gestisce un campo musicale lì e io lavorerò come consulente. Dopo comincerò un programma di musica all’ NYU

“Andrai a New York?”

“Si.”

“Per tutta l’estate e poi per il college?”

“Si.”

“Fantastico! Oh mio Dio, non posso crederci. Rachel sarà così felice.”

“Rachel lo sa…”

“Perché non me l’ha detto?”

“Non lo so…”

“Quindi, a che ora è il tuo volo domani?”

“Vado in macchina. Parto intorno alle sei di mattina.”

“Ti dispiacerebbe se mi unissi a te?”

“Cosa?!”

“Potremmo fare a turno così non dovrai guidare tutto il tempo. È consigliabile essere in compagnia per dei viaggi così lunghi. Potremmo conoscerci di nuovo.”

“Sei serio?”

“Si. Un po’ come Harry ti presento Sally. Guidano fino a New York insieme.”

 

Far rinascere la loro amicizia fu più semplice di quello che pensavano. Caddero in una confortevole e abituale routine, e sembrava che non fossero mai stati nulla di più che due migliori amici. Erano entrambi felici, e Blaine giurò che non avrebbe fatto nulla che avrebbe potuto spingere Kurt a non parlargli più di nuovo.

Era la prima settimana di college per Blaine. Si sarebbero dovuti incontrare nel loro bar preferito. Anche se non era il Lima Bean, sapevano che era il loro posto a New York. Quando Kurt entrò vide Blaine parlare con un ragazzo alto. Stavano sorridendo e il ragazzo ovviamente stava flirtando con lui. Era strano per Kurt. Aveva visto come Sebastian aveva flirtato con Blaine, ma allora lui era il suo ragazzo. Aveva il diritto di essere geloso adesso? Non dovrebbe essere felice per il suo migliore amico? Non dovrebbe supportarlo?

“Ciao.” Kurt si incamminò verso il loro tavolo e il ragazzo si alzò immediatamente.

“Okay. Me ne vado. Ci vediamo domani, bellezza. Non vedo l’ora di andare al concerto.” Fece l’occhiolino a Blaine e se ne andò.

“Ciao.” Blaine sorrise a Kurt e Kurt gli sorrise in risposta, ma Blaine sapeva che era un sorriso forzato.

“Cosa hai?” Gli chiese.

“Niente. Solo che è stata una giornata pesante. Sai tra scuola, lavoro, e tutto il resto. Ma chi era quello?”

“Un compagno di corso. Un suo amico fa parte di una band rock e faranno un concerto. Ci andremo insieme.”

“Come un appuntamento?”

“Cosa?”

“È un appuntamento? Cioè, lui è davvero carino e a te sembra piacere la sua compagnia.”

“Non lo so. Lui non ha detto niente riguardo un appuntamento. Andiamo solamente come amici, credo.”

“Vorresti che fosse un appuntamento?”

“Cosa?” Quella conversazione stava confondendo Blaine sempre di più.

“Vorresti andare ad un appuntamento con lui?”

“No!”

“Perché no? Apparentemente ti piace. E lui stava flirtando con te quando sono entrato. Sei a New York Blaine. Ci sono così tante opportunità per uscire con dei ragazzi sexy.”

“Io non voglio farlo.”

“Ma perché no?”

“Ma che hai oggi? Perché sei così insistente con la storia degli appuntamenti?”

“Solo non capisco perché non vuoi uscire con qualcuno che è davvero preso da te.”

“Perché no!” Disse Blaine con voce severa.

“Ma perché?”

“Dio, Kurt! Non lo capisci? Come posso uscire con qualcuno quando tutto quello a cui riesco a pensare sei tu? Come posso uscire con qualcuno quando voglio solamente abbracciarti e baciarti? Non sono andato oltre. Non lascerò che qualcuno mi si avvicini. Sai quanto sia difficile non prenderti la mano sopra il tavolo quando sei seduto vicino a me o non avvolgerti la vita con le mie braccia quando camminiamo? Sei il mio migliore amico. E sono felice che tu mi abbia lasciato rientrare nella tua vita. Ho capito che non lo meritavo dopo quello che ho fatto. Ma non mi fermerà dal volere qualcosa di più. Non farò niente, lo giuro. Non lo farò. Ma non posso uscire con qualcuno adesso… Mi dispiace. Ho bisogno di andare. Ti chiamo dopo, okay?” Blaine sparì letteralmente dal bar. Kurt gli corse dietro trovandolo seduto su una panchina del parco dove si erano lasciati quasi un anno prima.

“Perché te ne sei andato?”

“Perché sono una delusione.”

“Non lo sei!”

“Kurt, per favore. Ho bisogno di un po’ di tempo. Starò bene. Lo so, non avrei dovuto dire niente. Non voglio che ci sia dell’imbarazzo tra di noi. Apprezzo davvero la tua amicizia, e non posso perderti di nuovo.”

“Esci con me.”

“Cosa?”

“Esci con me. Vederti con quel ragazzo mi ha fatto male. Ero geloso. Ho capito che voglio darci un'altra possibilità.”

“Non sono il ragazzo con cui vuoi uscire.”

“Si, lo sei. So che non siamo gli stessi. Siamo cresciuti. Ma continuo a pensare che potremmo avere una possibilità.”

“Sei sicuro? Perché so che non sarei capace di sopportare un altro cuore spezzato se cambiassi idea.”

“Sono sicuro. Lascia che ti porti fuori domani.”

 

“Non posso credere che mi hai portato sull’Empire state building.” Rise Blaine quando erano di nuovo al sicuro per terra.

“Cosa? Non c’eri mai stato e la vista è fantastica!”

“Avevo paura di cadere.”

“Non ti avrei lasciato cadere. Non è nemmeno possibile cadere se non vuoi commettere un suicidio, stupido.”

“Forse, ma la sensazione era sempre lì.”

“Andiamo. Ti porto al tuo dormitorio.” Kurt afferrò la sua mano e lo condusse fino alla stazione metropolitana. Si tennero per mano tutto il tempo della strada fino al dormitorio di Blaine. Sentivano una sensazione familiare e nuova allo stesso tempo. Si guardavano con la coda dell’occhio, arrossivano un po’ quando si scoprivano e Kurt sapeva di sbagliarsi quando pensava che comprensione, amicizia e cura dell’altro fosse sufficiente per una relazione. Forse per qualcuno era sufficiente, ma lui aveva bisogno della chimica e dell’attrazione. Aveva bisogno delle farfalle nello stomaco e il formicolio della pelle a contatto con quella dell’altro.

“Grazie per la splendida serata.” Disse Blaine quando raggiunsero la sua stanza.

“Grazie a te per essere venuto con me.”

“Andrei ovunque con te…”

“Quindi se ti chiedessi di uscire un'altra volta diresti di si?” Chiese Kurt speranzoso.

“Usciresti con me domani, Kurt?”

“Hey!” Kurt gli diede uno schiaffetto sulla spalla.

“Ouch! Cosa? Anche io volevo chiedertelo.”

“Okay. Ma farai meglio a chiedermi di essere il tuo ragazzo domani, perché uscire senza avere una relazione definita è strano.”

“Beh, sono felice che tu me l’abbia detto. Altrimenti l’appuntamento di domani sarebbe stato un orribile disastro che non avrebbe soddisfatto le tue aspettative.”

“L’appuntamento di oggi ha soddisfatto le tue aspettative?”

“La maggior parte…” Rispose Blaine con un sorriso giocoso.

“La maggior parte? Quindi, esattamente quali ti mancano, Blaine?”

“Un bacio?” Un ghigno immenso comparve sul viso di Kurt. Tirò Blaine vicino a se e posò un dolce bacio sulle sue labbra. Non fu profondo o appassionato. Non disperato o frenetico. Fu un tenero sfiorarsi di labbra e fu perfetto.

 

Uscirono per oltre un mese. Blaine non riusciva a credere a quanto fortunato fosse stato a riavere Kurt indietro, e si assicurò che Kurt avesse tutto ciò che voleva e di cui aveva bisogno. Kurt era l’uomo più felice del mondo. Aveva di nuovo Blaine tra le sue braccia, e avrebbe fatto del suo meglio per trovare un equilibrio tra il suo lavoro, la scuola e Blaine, così che Blaine non avrebbe avuto motivo di pensare che Kurt non teneva a lui. Erano di nuovo Kurt e Blaine e si, gli era servito un po’ di tempo per aggiustare le cose, ma presto erano di nuovo felici come lo erano in Ohio.

Blaine era disteso sul letto di Kurt, la cui testa era poggiata sul suo petto. Stavano guardando un film, ma Kurt si era addormentato, quindi Blaine aveva spento il portatile. Accarezzò i capelli di Kurt con le dita, e lo tenne stretto al suo corpo con una mano aggrappata alla sua vita.

Before you met me

I was alright but things

Were kinda heavy

You brought me to life

Now every February

You’ll be my Valentine, Valentine.

 

Stava dolcemente cantando la canzone che significava così tanto per loro. Non aveva notato che Kurt si era svegliato a metà di quella. Continuò fino alla fine, dopo baciò i capelli di Kurt e sussurrò: “My teenage dream.”

“Ti amo.” La mano di Blaine tra i capelli di Kurt smise di muoversi. Si congelò e alla sua mente servì qualche secondo per comprendere ciò che Kurt aveva appena detto. Dopo fu assalito da un ondata di emozioni e cominciò a piangere.

“Blaine?” Kurt si alzò poggiando il peso sul gomito destro e asciugò le lacrime dalle guancie di Blaine con la mano sinistra.

“C’è stato un periodo in cui pensavo che non avrei più sentito queste parole dette di nuovo da te…”

“Le sentirai spesso, perché ho intenzione di dirtele tantissime volte al giorno per il resto della mia vita.” Catturò le labbra di Blaine in un bacio passionale.

“Ti amo, Blaine.”

“Ti amo anche io, Kurt.”

 

                         

                                                                                                                           *    *    *    *    *    *    *

 

* I was lonely before but now I am lonely and alone.
In inglese i verbi “lonely” ed “alone” vengono tradotti con il significato di solitudine, ma mentre il primo è più una solitudine figurativa (della serie: mi sento solo in mezzo ad una folla di persone), il secondo è l’essere solo, senza nessuno accanto, nel senso proprio del termine.

* Le avete riconosciute? **
Per scriverle mi sono andata a rivedere la puntata per mantenere la traduzione originale, e mi si è riempito il cuore vedendoli così felici e sorridenti anche se ancora non si conoscevano.
Forse la cura alle 4x04 è un tuffo nel passato. <3

Andiamo tutti a rivedere la seconda e la terza stagione per risanare un pò i nostri cuori feriti.

  
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