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Autore: Berenike_Talia    05/11/2012    1 recensioni
One shot ispirata alla poesia (che chiamo così per convenzione) che ho pubblicato. Può essere un chiarimento su ciò che rappresenta la poesia o forse solo il racconto di tante vite.
Ho anche usato vari versi di tante diverse canzoni dei Muse per descrivere meglio quello che ho cercato di esprimere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Moments of happiness in bloom...

Non prendiamoci in giro.
Nessuno ama pienamente la sua vita. Che sia poco o tanto, non siamo mai soddisfatti di quello che viviamo e di quello che non viviamo. La felicità non esiste, non è un’emozione duratura. Sono piccoli momenti in cui si riesce a raggiungere il paradiso.
Di questa felicità ne ho provata, LO AMMETTO, ma in questo momento l’insoddisfazione supera di gran lunga quei piccoli momenti di euforia.

It's plain to see it's trying to speak...


Credo di parlare a e per tutte le persone che si sono sempre sentite rifiutate dal mondo.
So come ci si sente. So com’è parlare a una persona che si crede amica, cercare di comunicarle qualcosa, anche di importante, e non ricevere nemmeno uno sguardo. So com’è raccontare un fatto a qualcuno e riceverne solo risposte, scherzose ma cattive, come: “Ma quando te l’ho chiesto?”. So com’è essere quasi perennemente ignorati da chi dovrebbe essere parte della tua vita. So com’è non essere amica.
Ora, per chi si è sempre sentito al centro dell’attenzione o ha sempre avuto amici e persone care su cui contare so che è difficile capire cosa si prova in questi casi. Bene, provate a immaginare un vostro amico; adesso provate a parlargli: raccontategli di cosa avete fatto nel week-end, chiedetegli cosa è successo l’altro giorno, proponetegli di ascoltare quella canzone che voi adorate.

She had something to confess to
But you don't have the time so
Look the other way...


Una volta fatto questo, aspettate la sua razione. Ma, ecco qui il momento, non vi guarda nemmeno.
Come vi sentireste?
Questo è quello che la maggior parte delle volte succede a noi perennemente “inadatti”.
Non vi sentite frustrati?
Noi sì.
Non volete essere ascoltati?
Noi sì.
Questa è la battaglia che noi dobbiamo affrontare ogni giorno.
E ci viene voglia di cambiare, magari solo un pochino, giusto quel po’ che serve a essere ascoltati. Ma poi, la voglia si fa vero e proprio desiderio di essere diversi; fino ad arrivare alla consapevolezza di dover cambiare per non rimanere soli.

And I don't want you to adore me,
Don't want you to ignore me...


L’idea che più odiamo: rimanere soli. Non possiamo permettercelo, ci sentiamo già abbastanza soli così, la solitudine totale ci distruggerebbe. Vi chiederete: “Ma che volete?”.
Volete essere al centro dell’attenzione?
No, ma non vogliamo nemmeno essere ignorati.
Perché tutti devono avere amici da qui rifugiarsi, con cui passare un’ora al telefono, e noi no? Noi non abbiamo quell’amico fidato, noi non abbiamo quella persona che comunque ci sta vicina. NO. Niente.
E se abbiamo bisogno di qualcuno con cui parlare da chi andiamo?
Ma non avete una famiglia, insomma, fratelli, cugini...?
No, capita. Fratelli troppo piccoli o troppo grandi. Stessa cosa per i cugini.
Ma che ne è dei cugini coetanei che si dimenticano di te?


This is the last time I'll abandon you
and this is the last time I'll forget you...


Sei scomparsa, sparita dalla faccia della terra. Dimenticata. Volatilizzata.
Il cugino in questione è quello con cui da piccola condividevi tutto, con cui non facevi altro che giocare e chiacchierare, quello che alle quattro di notte ti svegliava perché non riusciva a dormire e tu eri quella che, se si svegliava alle sei di mattina, lo svegliava per giocare insieme.
Ogni volta che torna ti fa credere di contare qualcosa per lui e ti fa essere sicura di tenere a te, tanto da interessarsi anche se abita dall’altra parte del mondo.

E ritorna quel senso di solitudine, ci sentiamo il nulla più totale. Allora dobbiamo fare qualcosa, cambiare, provare ad assomigliare a chi vorremmo si interessasse a noi, a quelle persone che vorremo fossero nostre amiche. Non sappiamo più chi siamo.


You could've been number one
If you only had the chance
And you could've ruled the whole world
If you had the time...


Le possibilità ci sono state. Ma noi siamo stupidi. Non ne abbiamo approfittato e ora siamo le nullità del mondo.
Non fate altro che autocommiserarvi!
E’ vero. Ma cos’altro possiamo fare? Cambiare qualcosa? L’unica cosa che potremmo fare è scuotere il mondo: “MONDO, GUARDACI, NOI SIAMO QUI. NON SIAMO INVISIBILI”.
Ma sono solo parole soffocate che non escono da nessuna bocca e che nessuno pronuncia.
Così ci ritroviamo a scrivere e a vagare con la mente. Quando non ce la facciamo più per via di questa stancante situazione, chiudiamo gli occhi e il nostro mondo si riempie di “noi” perfetti, amati, cercati da tutti. Avventure, lavori importanti, responsabilità. Nel nostro mondo, noi siamo i numeri uno. Nel nostro mondo, noi ce l’abbiamo fatta.



Noi siamo i rinnegati e i dimenticati al mondo.
Noi siamo gli infelici.
Continuiamo a parlare ma nessuno ci ascolta, senza senso sono le nostre parole.
Non ci vedono, stretti nelle loro perfezioni.
E siamo i dimenticati.
“Mondo ascoltaci”, sale il grido.
Ma il mondo si è tappato le orecchie.


 

Le parole in rosso sono dei versi delle canzoni dei Muse (che adoro). Non sono state d’ispirazione, ma le ho usate per poter descrivere meglio ciò che volevo esprimere.
Certe volte è come se quelle persone parlassero per me.
Veronica.




 
   
 
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