Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: SmartieMiz    06/11/2012    2 recensioni
Kurt Hummel, chiamato Porcellana per la sua pelle candida, è un giovane ragazzo orfano di genitori. Abita in una grande villa con il perfido e vanitoso fratellastro Sebastian e il servitore Karofsky.
Kurt, sentendosi minacciato e in pericolo, scapperà e si imbatterà in sette bizzarri Warblers che diventeranno gli amici che non aveva mai avuto.
Qualcosa, o meglio, qualcuno, cambierà la vita di Kurt.
Rivisitazione di "Biancaneve e i Sette Nani" ambientata ai tempi di oggi con i personaggi di Glee!
«Specchio, servo delle mie brame, chi è il più figo del reame?», domandò Sebastian gelido ad uno specchio.
Era quella la fatidica domanda che il giovane Sebastian Smythe poneva allo specchio ogni giorno.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 



Kurt’s beauty, Kurt’s voice, Kurt’s heart

Era una mattina come le tante per Kurt Hummel. Il ragazzo stava pulendo le scale della villa e canticchiava spensierato. Odiava dover vestire sempre jeans rotti e una t-shirt sporca e strappata e dover fare tutti i comodi del fratellastro, ma doveva ammettere che gli piaceva trascorrere del tempo da solo a canticchiare.
Kurt non aveva amici, eccetto gli uccellini che andavano a nidificare nel giardino della villa. Si univano sempre ai suoi gorgheggi e Kurt si sentiva bene almeno per qualche ora.
Ma non tutte le cose belle durano a lungo.
«Porcellana!», urlò una voce familiare e incredibilmente odiosa.
«Oh, Sebastian, mi chiamo Kurt!», rispose Kurt esasperato voltandosi verso il suo fratellastro.
Sebastian Smythe era un ragazzo alto e snello con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi. Era incredibilmente bello quanto vanitoso e perfido.
Sebastian salì sulle scale appena lavate da Kurt e con un ghigno malefico disse:
«Uhm, hai dimenticato come si pulisce, caro fratellino? Questa villa deve essere linda, perfetta, e tu non sai nemmeno pulire degli scalini!».
«Sei perfido, Sebastian!», commentò Kurt accigliato.
Sebastian si limitò a sfoggiare un’espressione compiaciuta e ad entrare in quella villa grande quanto un castello.
«Avete visto quanto è perfido e meschino quell’essere?! Ora devo ripulire le scale!», disse Kurt rivolto agli uccellini.
Gli uccellini, dispiaciuti, si posarono sulle spalle del ragazzo.
«Mi manca tantissimo la mamma…», sussurrò Kurt con le lacrime che gli rigavano le guance avvicinandosi al pozzo per riempire di nuovo il secchio: «Quanto vorrei non essere qui. Quanto vorrei abitare in una grande e bella città e andare a scuola e uscire come tutti i ragazzi della mia età. Quanto mi piacerebbe fare nuove amicizie e, perché no, trovare un ragazzo che mi ami per quello che sono…».
Gli uccellini, visibilmente tristi, aiutarono Kurt a prelevare l’acqua dal pozzo.

«Specchio, servo delle mie brame, chi è il più figo del reame?», domandò Sebastian gelido ad uno specchio.
Era quella la fatidica domanda che il giovane Sebastian Smythe poneva allo specchio ogni giorno.
Un ragazzo alto e massiccio ridacchiava divertito sulla soglia della porta.
«Cosa hai da ridere, Karofsky?!», chiese Sebastian freddo al ragazzo.
«Niente, Sebastian. Sei un bel ragazzo, lo sanno tutti, che bisogno c’è di chiederlo ad uno specchio?», rispose il ragazzo semplicemente.
Sebastian si limitò a rivolgergli un’occhiataccia, poi aspettò la risposta dello specchio.
«Mio caro padrone, è ovvio che il più figo è sempre lei!», un volto non identificabile comparve nello specchio: «Dai, chi c’è di più bello e dannatamente sexy oltre a Sebastian Smythe?! Nessuno, ovvio, anche se ultimamente direi che qualcosa è cambiato…».
«Spara», ordinò Sebastian visibilmente furioso.
«C’è un ragazzo di diciassette anni così figo, ehm, così bello, che la sta superando. I suoi capelli castani sempre perfetti, i suoi occhi azzurri color del cielo, le sue invitanti labbra rosa, il suo fisico mozzafiato, la sua voce soave e semplicemente meravigliosa, la sua morbida pelle bianca come la neve…».
«Porcellana!», sussurrò Sebastian sprezzante, poi disse furibondo: «Tu, stupido specchio servo delle mie brave, vorresti dirmi che quella fatina è la più figa del reame?! O meglio, vorresti dirmi che quella fatina è più figa di me?!».
«A quanto pare sì», rispose lo specchio.
Sebastian stava sul serio per lanciare qualcosa addosso allo specchio quando Karofsky lo fermò in tempo bloccandogli il polso.
«Oh, Sebastian, non fare così, siete belli e fighissimi entram…».
«Cavolo, Karofksy, sono io il più figo!», sbraitò Sebastian furioso liberandosi della stretta del suo servitore: «E non mi toccare!».
«Perché per te sono così importanti la bellezza e la figaggine?», domandò il ragazzo curioso.
«I cavoli tuoi no, eh, Karofsky?!», sbottò Sebastian furibondo.
Porcellana non può essere più bello e figo di me, pensò Sebastian arrabbiato, che cos’ha che io non ho?
Sebastian si avvicinò alla finestra e l’aprì. Osservò Kurt che stava prelevando acqua dal pozzo. Era alto, non quanto lui, ma aveva un bel fisico e un bell’aspetto. Non era di certo il tipo di Sebastian Smythe.
Ecco cosa non ho io di Porcellana, pensò Sebastian guardando sempre più insistentemente il fratellastro, la bellezza, la voce… il cuore.

Made a wrong turn
Once or twice
Dug my way out
Blood and fire

Bad decisions
That's alright
Welcome to my
silly life


Kurt cantava triste con la sua magnifica voce, uno dei suoi tanti doni che nessuno avrebbe mai apprezzato. La sua vita era inutile, era insensata. La sua era una vita stupida.

Mistreated
Misplace
Misunderstood
Miss no way it's all good
It didn't slow me down



Kurt era sempre stato maltrattato e umiliato dal suo fratellastro. Ogni cosa non andava mai bene per lui, ma Kurt aveva sempre provato a non tirarsi mai indietro.

Mistaken
Always second guessing
Underestimated
Looking I'm still around



Già, proprio così: Kurt era ancora lì, vivo e vegeto e con tanti sogni e speranze.

Pretty pretty please
Don't you ever ever feel
Like you're less then
less than perfect
Pretty pretty please
If you ever ever feel
Like you're nothing
You are perfect to me


Solo in quel momento Kurt vide un riflesso nel pozzo che non era il suo e sobbalzò. Si accorse che non era solo e che al suo fianco c’era un altro ragazzo che aveva cantato il ritornello assieme a lui.
Era basso ma aveva un bel fisico, aveva morbidi e ricci capelli scuri, sopracciglia folte triangolari e occhi… oh, erano gli occhi più belli che Kurt avesse mai visto in vita sua. Non erano azzurri come i suoi o verdi come quelli del fratellastro, erano due semplicissimi occhi castani in cui ci potevi vedere il mondo: erano castano nocciola con lievi sfumature verdi ed erano vivaci e brillanti. Erano magnifici, erano stupendi, erano perfetti.
Kurt, però, ancora si non era ripreso dallo shock e si era rifugiato dentro la villa lasciando il ragazzo solo.
«Oh, mi scusi, non era mia intenzione spaventarla!», gli disse il ragazzo sperando di esser sentito.
Kurt lo sentì e si avvicinò lentamente al portone della grande villa. Pensò che quel ragazzo avesse una voce bella e limpida.
«Possiamo… possiamo continuare a cantare?», domandò il ragazzo timidamente con un sorriso sbarazzino: «Sa, ha una voce meravigliosa».
Kurt era sorpreso da quelle parole. Nessuno gli aveva mai fatto complimenti sulla sua voce.
«Io la… io la ringrazio», rispose Kurt ricambiando il sorriso imbarazzato, poi riprese a cantare.

You’re so mean (you’re so mean)
When you talk (when you talk)
About yourself

You are wrong

Change the voices (change the voices)
In your head (in your head)
Make them like you
Instead

Quelle parole erano proprio dedicate a Sebastian Smythe. Le lacrime amare di Kurt continuarono a solcare le sue guance.

So complicated
Look how big you’ll make it
Filled with so much hatred
Such a tired game

It’s enough I don’t know
How I could think of
Chase down all my demons
I’ve seen you do the same
(ohh ohhhhhh)

Kurt si accorse che quel ragazzo aveva davvero una voce incantevole. Altro che Sebastian Smythe e i suoi ridicoli spettacolini canori! Quel ragazzo che aveva di fronte aveva una voce semplicemente meravigliosa.

Pretty pretty please
Don’t you ever ever feel
Like you’re less then
less than perfect
Pretty pretty please
If you ever ever feel
Like you’re nothing
You are perfect to me

I visi di Kurt e il ragazzo mai visto prima erano vicinissimi.
You are perfect to me.
Kurt si allontanò di scatto dal ragazzo.
«Non… non dovrei parlare con gli sconosciuti!», fece Kurt visibilmente preoccupato.
«Infatti stavamo cantando», gli fece notare il ragazzo con un sorriso, e solo in quel momento Kurt si rese conto che quello era il sorriso più bello che avesse mai visto.
«Ora stiamo parlando», notò il ragazzo.
«Canta davvero bene, la sua voce è davvero… wow!», il moro ignorò le parole di Kurt, poi gli porse la mano e disse: «Lasci che mi presenti, io sono Blaine Anderson».
Kurt, indeciso e titubante, accettò timidamente la stretta.
«Kurt Hummel, ma tutti mi chiamano Porcellana», disse Kurt smorzando un sorriso.
Beh, non tutti, solo il mio fratellastro e il suo servitore!, pensò il ragazzo.
«Io preferisco decisamente Kurt», rispose Blaine sorridendo: «Ti va bene se ti chiamo Kurt e se ti do del tu?».
Kurt annuì ricambiando il sorriso.
«Bene, ora dovrei andare, non è che mi lasceresti il tuo numero?», domandò Blaine con due occhi così belli e così teneri a cui non si poteva dire di certo no.
«Ehm, mi piacerebbe, peccato che non ho un cellulare», rispose Kurt imbarazzato mordendosi il labbro inferiore.
«Non hai un cellulare?!», Blaine era visibilmente allibito: «Puoi lasciarmi il numero di casa, allora?».
Ma certo, che me ne frega dell’ira di Sebastian Smythe!, pensò Kurt fregandosene altamente del fratellastro.
«Okay», rispose Kurt dandogli il numero. Blaine estrasse carta e penna dai pantaloni e trascrisse il numero, poi lasciò il proprio numero su un altro foglietto.
«Okay, ci sentiamo», lo salutò Blaine con un sorriso e porgendogli il foglietto, poi andò via.

«Oh, che belle voci, hai sentito, Sebastian?! La voce soave di Kurt e quella splendida dello sconosciuto erano magnifiche insieme!», Karofsky gemette come una bambina di dieci anni al concerto del suo idolo preferito.
«Karofsky, non un’altra parola o sarai costretto a sentire il gusto del sangue», disse Sebastian gelido mostrandogli i pugni. Il ragazzo tacque all’istante.
«Bello mio, avrei un favore da chiederti», gli disse Sebastian simulando un tono di voce mieloso: «Caro Karofsky, tu devi uccidere Kurt Hum…».
«MA SEI PAZZO?», urlò il servitore allarmato: «MA SEI FORSE UNO PSICOPATICO?!».
Sebastian sbatté fortemente Karofsky contro la parete della stanza.
«Scherzavo», sussurrò Sebastian, anche se non sembrava tanto convinto, poi con un sorriso beffardo disse: «Tu devi semplicemente portarmi il suo cuore».
«Praticamente mi hai chiesto la stessa cosa!», rispose Karofsky gelido.
«Oh, Dave, ma come fai a essere sempre così difficile…», gli sussurrò Sebastian all’orecchio, poi gli baciò il collo. Sapeva benissimo come far impazzire Karofsky, bastava sussurrare il suo nome e baciarlo con passione: «Avanti, Dave, non ti ho chiesto niente di male…».
«Sebastian, ma stai bene?! Mi hai appena chiesto di uccidere un ragazzo!», rispose Dave quasi spaventato.
«Okay, okay, scherzavo, ora sono serio», disse ad un certo punto Sebastian prendendogli il viso tra le mani, poi disse: «Devi solo picchiarlo a sangue, così poi morirà lentamen…».
«Sebastian, tu davvero non stai bene!», commentò Dave terrorizzato.
«Oh, Dave», sussurrò Sebastian sbottonandogli la camicia e sfilandogliela: «Io non starei bene?».
«Sebastian, ti rendi conto di quello che mi hai chiesto di fare?! Non diventerò mai un assassino, e poi perché vuoi uccidere il tuo fratellastro?!», domandò Dave confuso.
«Perché mi sta sulle palle», rispose Sebastian semplicemente: «Dai, uccidilo così puoi risparmiare il mio regalo di San Valentino».
«Non mi incanti, Sebastian», disse Karofsky freddo, ma Sebastian era così bello… era difficile non cedergli.
«Dave…», sussurrò di nuovo Sebastian, poi con un ghigno malefico ordinò: «Consegnami. Il. Cuore. Di. Porcellana. ADESSO!».
Dave, incapace di dire qualcosa, annuì, indossò di nuovo la camicia e uscì dalla porta.



Angolo Autrice

Okay, avrei un bel po' di ff da continuare, ma è da tempo che avevo quest'idea nella mia mente! u.u
Allora... Kurt è Porcellana, ovvero sarebbe Biancaneve, Blaine il principe, Sebastian la strega cattiva e Karofsky il cacciatore :')
Ringrazio tutti coloro che leggeranno, al prossimo capitolo! :D

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: SmartieMiz