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Autore: SinisterKid    06/11/2012    7 recensioni
Steve, puoi sentirmi?
Non so quante volte l’ho implorato e implorerò ancora.
Ho tutta una vita davanti per farlo, no?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peggy Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I beg you

Il soffitto di casa mia non ha più segreti per me. Sono rimasta a fissarlo per così tanto tempo da non riuscire più ad immaginare nient’altro che quel bianco sbiadito che mi ha riempito gli occhi. Ora che potrei dar libero sfogo alle lacrime, non riesco a farne uscire una, nemmeno con la forza. Ora che sono libera, in un posto sicuro, continuo a reprimere tutto. Continuo ad essere l’agente Carter, non Peggy. Continuo a lavorare, non a vivere.
Sono sdraiata sul freddo pavimento, in posizione fetale, da ore e ore ormai.
Perché ho detto freddo? Io non sento più niente, ricordo solamente di essermi buttata per terra e di aver provato qualcosa. Un brivido, forse. Chi può dirlo?
Stringo forte il vestito che avrei dovuto indossare per il nostro appuntamento quel maledetto sabato che non ci sarà mai. Le sue parole – le sue ultime parole – mi risuonano nella mente come un eco. Mi stanno pugnalando sempre più forte. Non mi stanno ancora uccidendo, ma presto lo faranno.
Sento di non avere più niente. Sento di non avere più nessuno.
Mi ero promessa – avevo giurato – di non dipendere da nessun uomo, di non avere un’esistenza sottomessa come quella di mia madre. Eppure, adesso cosa sto facendo? Come mi sono ridotta?
Annuso l’abito. Vorrei farmi inebriare dal suo profumo, ma non sa di nulla. Lo stringo ancora più forte e soffoco un gemito.
Di nulla sa l’abito, di nulla sa la mia vita.
Finalmente, piango. Troppe cose – tutte insieme – bombardano la mia mente.
In primis, il pensiero di non vederlo più sorridere mi provoca una terribile fitta allo stomaco. E poi, tra le tantissime altre cose, si insinua in me la consapevolezza di non avere un posto dove piangerlo.
Disperso – deceduto – tra i ghiacciai. Domani lo leggerò su ogni giornale.
Un altro gemito. Sono furiosa. Avrebbe potuto salvarsi, se solo per una volta avesse ascoltato me e non il suo maledetto senso della giustizia. Steve avrebbe potuto salvarsi se solo non fosse stato così egoista. L’avrei messo in comunicazione con Howard Stark e … cosa?
Affondo il volto nel vestito. Mi manca l’aria, sto per soffocare, ma devo nascondermi. Mi vergogno profondamente di ciò che ho osato pensare, ma la ferita sanguina ancora. È troppo presto per potermi rassegnare con una semplice frase fatta come “doveva andare così”.
Dov’è scritto che doveva andare così?
Sarà anche morto per una giusta causa, ma non ho intenzione di rassegnarmi. Non mi importa se ho tutta la vita davanti.
Chiudo gli occhi e faccio scendere altre lacrime. Le ultime, spero.
Come sono potuta diventare tanto meschina? Steve, se puoi sentirmi, perdonami. Migliaia di donne hanno perso il proprio marito, il padre dei loro figli. Non sono l’unica.
Figli. Metto una mano sul ventre per poi farmi ancora più piccola.
Ricordo che prima di uscire da quella maledetta stanza, mi sono girata più di una volta verso il microfono, sperando invano che riproducesse ancora la sua voce.
E’ rimasto in silenzio, come il cuore di Steve che aveva smesso di battere.
Prendo un respiro profondo. Mi manca nuovamente l’aria. E’ come se fossi perennemente in apnea e non riuscissi a risalire in superficie. Qualcosa mi trattiene: il dolore.
Il dolore che vorrei non mi appartenesse, ma che allo stesso tempo bramo perché è l’unica cosa che mi fa sentire viva. E’ l’unica ancora di salvataggio a cui possa aggrapparmi. Se dovessi sprofondare, Steve non me lo perdonerebbe.
Io non lo perdonerei mai a me stessa.
Provo ad alzarmi. Non ce la faccio, sono attaccata al suolo. Penso che adesso dovrei vivere per entrambi. Penso che adesso in me c’è anche la sua vita.
Provo a farmi forza. Penso che dovrei tenere vivo il suo ricordo cercando di non sprecare la mia vita.
Strappo violentemente il vestito e piango ancora, purtroppo.
Non è sufficiente.
Non basta pensare tutto questo per ritrovare la voglia di andare avanti.
Sono sempre stata sola, ma non come adesso. Dopo aver conosciuto l’affetto, la solitudine ti appare come la peggior condanna.
Sono stanca, ma non riesco a dormire. Non posso dormire.
Steve, puoi sentirmi?
Non so quante volte l’ho implorato e implorerò ancora.
Ho tutta una vita davanti per farlo, no?
   
 
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