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Autore: Jawaadeena    06/11/2012    1 recensioni
Una ragazza. Un solo sogno che si realizza, sconvolgendole la vita. Facciamo più sogni, và. Non la classica ragazzetta che si innamora del suo idolo, non una storia qualunque.Questa è la storia di una vita che cambia,di gente che va e gente che arriva. Una storia che spero, avrete il piacere di supportare e sopportare, criticare, amare o odiare. Fate voi.
Genere: Comico, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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6.00. Cristo, quando dormo il tempo passa così velocemente, che ingiustizia. Penso a questo, la cui traduzione però è: porca puttana, devo alzarmi e prendere quel maledetto aereo. Londra mi aspetta, assieme al suo costante grigiore, alla fastidiosa pioggia e all’inquinamento. Elementi traumatici per una che ha trascorso 19 anni della sua vita in un piccolo paese del sud. Mi alzo, non con poca fatica e noto il computer ancora acceso: ancora una volta ho lasciato che mio fratello si facesse una chiacchierata da solo su skype mentre io mi addormentavo. Che classico,povero Marco. Mi sarei fatta perdonare stasera:dopo quel pensiero una fitta lancinante mi colpisco lo stomaco “non pensarci Serena, non pensarci”. Mi butto sotto il getto gelido della doccia, nella speranza di svegliarmi. Speranza, appunto. Tento di vestirmi buttandomi addosso un jeans e una felpa e mi infilo le converse, tentando di metterle entrambe dello stesso colore. Raccolgo i capelli e butto le ultime cose in valigia. Che tristezza lasciare quel letto, quella casa così piena di vita, di amore. Così piene di mamma. Sento la gola stringersi e mi impongo di non piangere. Prendo la sua foto e la metto in valigia, chiudo le finestre ed esco da quella stanza. Gabry mi squilla, segno che devo uscire, ci siamo: do un’ultima occhiata a quelle mura, respiro ancora odore di casa:chiudo gli occhi e faccio una promessa, a non so chi, ma la faccio: tornerò presto, torneremo presto. Apro la porta ed esco, lasciandomi dietro un pezzo di vita, un pezzo di cuore.
“Minchia oh, ti sbrighi? Sono le 6 e 30 di mattina, mi fai anche aspettare?”
“Rompicoglioni fino all’ultimo eh?”
“Quale ultimo?”
E’ così tenera Gabry, così fottutamente tenera e stronza allo stesso tempo. È la mia migliore amica, è quella persone che non smetterò mai di amare. Che mi ha accolto quando il mondo mi è crollato addosso, quando mia madre si è trasferita nel posto che più meritava, il paradiso. E ora ero lì, a salutare anche quel metro e 50 di tenerezza e cazzate, quelle fatte insieme.
“lascia stare, carica queste e andiamo”
Mi butto in macchina: ha già messo Madonna, mi viene da piangere: con chi ballerò “Like a vergin” ubriaca sui tavoli?
“Allora Sere, pronta? Cazzo è Londra, figaccioni ovunque, feste, party”
“Gà, ci vado per trovare un lavoro, non per trovare il fidanzato e sballarmi ai party”
“Cerca di vedere il positivo in tutto questo: hai il diritto di cominciare una nuova vita, in un nuovo posto con tanta nuova gente. Hai il diritto di essere felice. Goditi tutto questo, non pensarci”
“Lo so. Volevo tutto questo qui però, con te, con gli altri, con le persone che amo. Non a Londra, sola..con chi poi?
“Andrà tutto bene e noi verremo a trovarti spesso. Mi raccomando Sere, hai una cazzo di voce bellissima, fammi onore e ricordati che non sei destinata a lavare i piatti e servire ai tavoli per tutta la vita. Pretendi qualcosa in più da te.”
“Da quanto sei così saggia”
“Da 22 anni, ma non te ne sei mai accorta”
Sorridiamo. Mia aiuta a scaricare i bagagli, poi si avvia verso l’entrata con me, ma mi blocco all’improvviso.
“Oddio: che hai dimenticato? Il computer? I documenti? Oh cristo, i bigl..”
“Taci Gabry. Solo è meglio se ti fermi qui, sai che non mi piacciono quelle scene da film. Entro da sola, non preoccuparti ok?
“ mmm… ok, se vuoi così” e mi si butta al collo. Non piangere Serena, non adesso. La stringo a me.
“Fai poche cazzate, non bere troppo e per l’amor del cielo, smettila di aprire le gambe e darla al vento come coriandoli a carnevale”
“Ti voglio bene, brutta stronza, divertiti, Ci vediamo presto e non pensare tanto alla mia attività sessuale, potresti cadere in depressione”
Sorrido, un sorriso sincero. Le schiocco un bacio sulla guancia e mi giro,  entro senza voltarmi. Perché da ora in avanti farò così, non guarderò più indietro ma solo avanti. E si, lo farò a Londra, voglio o non voglio, sarà il mio futuro.
Il viaggio scorre piacevolmente, una signora sulla 50 seduta affianco a me mi sveglia delicatamente avvertendomi dell’arrivo a Londra. Di già? Non voglio scendere, voglio tornare a casa, voglio chiamare mio fratello. Marco, chissà cosa starà facendo. Un pugno virtuale nello stomaco mi ricorda di non pensarci troppo, anzi, di non pensarci. Così scendo dall’aereo e uscita dall’aeroporto prendo un taxi, che mi porterà a casa. La mia nuova casa. Fa uno strano effetto dirlo ma è così, ormai Londra devo chiamarla casa. Mi addormento anche nel taxi e, quando mi sveglio, con la voce roca di un autista poco aggraziato, vedo un palazzo enorme e un po’ antico. Scendo dall’auto e mi fermo a guardare quel palazzo. Finalmente posso farlo. Piango.
  
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