- Ah, sì, comunque
mi piacciono le ragazze!
- .
- Non
so
esattamente quando il cambiamento sia avvenuto.
- Forse
tra il
compimento dei quindici anni e l’inizio della mia passione per Glee,
grazie al
quale la mia vera natura è uscita allo scoperto? Oppure quando mi sono
tagliata
i capelli: magari, con le folte ciocche mogano che quella brutale
parrucchiera
mi ha sforbiciato via, se ne è andata via anche l’ultima traccia di
pro-eterosessualità nel mio corpo.
- Boh,
non ne ho
idea. So solo che un attimo prima ero una comune adolescente, e
l’attimo dopo
sono diventata improvvisamente la paladina della Famiglia Arcobaleno,
nonché
futura papessa del gruppo LGBT –e riguardo questo compito, ho fatto un
sogno
particolarmente vivido in cui facevo un discorso strappalacrime dalla
finestra
di San Pietro, in cui decantavo gli equi diritti per etero,
omosessuali, donne,
vecchi, e i figli di asini e cavalli –perché si sa quanto sia difficile
per i
muli: loro non possono procreare, e dovrebbero poter adottare un poni,
se
vogliono.
- No,
okay, a
parte queste divagazioni: il sogno finiva che tutti nella piazza di
Roma si
slinguazzavano amorevolmente senza preoccupazioni, pregiudizi e odio –
come
dovrebbe essere in teoria, no?
- Vabbé,
fatto
sta che con questa mia mentalità sono diventata una sottospecie di
confessionale per i coming out.
- Il
fatto che i
miei amici si fidino così tanto di me mi rende sinceramente felice, ma
non
posso dire che il compito di diario segreto sia facile. A parte il
fatto che
divento una sottospecie di Madre Seconda per quella persona–solo ancora
più
petulante e apprensiva – e ho il terrore che il minimo sassolino nella
scarpa
possa ferirla, mi vengono gli attacchi di ansia e ho paura di non
riuscire a
supportarla come si deve. Sì, mi vengono i complessi.
- Ma
nessuna
confessione è mai stata tanto distruttiva per il mio stato
psico-fisico, come
la frase che Alice mi sussurra all’orecchio mentre sto pagando il
gelato.
- “Penso
di
dirlo oggi agli altri.”
- Per
poco non
perdo la presa sulla coppetta che il gelataio mi sta porgendo.
- “Sei
seria?”
incalzo, voltandomi verso di lei. Mentre lo faccio, scorgo il mio
riflesso
nella parete lucida della gelateria: sembra che mi abbiano appena
tirato uno
schiaffo in piena faccia senza preavviso. E in effetti il mio stato
d’animo è
quello. Sono basita.
- Negli
occhi
della mia amica c’è un luccichio di sicurezza che automaticamente fa
stringere
il mio stomaco in una morsa, che non fa male, ma di certo non è
piacevole.
- Porca
putroccola.
Lei sarà pronta, ma io non lo sono. Lei lo sta per dire alle nostre
amiche, e
io sono sicura che morirò per l’agitazione. Perché sì, abbiamo
immaginato un
sacco di volte le varie reazioni che avrebbero potuto avere, ma la
realtà non è
mai come si pensa. È un dato di fatto. Ad esempio, tutti pensano di Louis e Harry e di Darren e Chris come
migliori amici: la realtà, invece, è che
stanno insieme e si amano da morire- che
esempio perfetto ho usato.
- E
poi io ho la
preparazione naturale per questo genere di confessioni. Il resto della
mia
compagnia no: devono assimilare certe cose con il contagocce, dose per
dose,
con molta calma, finché non lo realizzano da soli.
- No,
okay, è
una stronzata. Soprattutto se penso che Andrea, la mia dolce quanto
contorta
amica, non capirebbe che a Ali piacciono le ragazze nemmeno se glielo
scrivessi
a caratteri cubitali nel cielo con degli aerei. E se la vedesse
baciarsi con
una ragazza, sarebbe capace di dire che Ali stava solo cercando la
lente
contatto che nemmeno porta nella bocca della presunta tipa. Ovviamente
con la
lingua, perché tutti cercano le lenti a contatto nelle bocche altrui
con la
lingua. Chiaro.
- Cioè,
non è
che è ottusa, e non è nemmeno omofoba. Ma è come se rifiutasse di
vedere anche
le cose evidenti, soprattutto se tali cose sconvolgono ciò che ha
sempre
creduto.
- Non
che
l’orientamento sessuale dovrebbe sconvolgerla veramente; voglio dire,
mica
piacciono a lei le ragazze. Chi ci piace, e cosa ci piace, è una
questione
soggettiva. I gusti sono gusti, punto.
- Se
io sono
etero-curiosa, sono cavolacci miei.
- Se a
Ali piace
una ragazza, sono cavolacci suoi –che ovviamente a me interessano.
- E se
a Andrea
piacciono i ragazzi pelosi, barbuti, e con i capelli alla Tarzan style,
io non
mi lamento. Sono fatti suoi, alla fine, se dovrà spulciare come una
scimmia il
suo futuro ragazzo.
- Ma
più che
altro, non so se riuscirò a reggere la tensione io stessa, figurarsi a
sostenere Alice. Sono un pessimo
sostegno, sì, si è capito.
- Oh
bontà
celeste, mi sento collassare.
- “Ali,
ti
conviene avvisarmi al momento, o rischio di svenire se mi prendi di
sorpresa.”
- Lei
mi scocca
un’occhiata perplessa. “Non eri tu quella che mi incoraggiava dicendo
che
sarebbe andato tutto bene?”
- Faccio
un
gesto noncurante. “Non sto parlando della reazione degli altri, ma
della mia.”
Affermo, “Devo sfogare la tensione nel gelato. Cookies e Meringa, siete
la mia
nuova OTP.”
- Detto
questo
alla mia merenda, mi accingo ad uscire dal negozio, davanti al quale,
sulle
panchine, si è radunata la mia intera compagnia, senza badare all’aria
stralunata di Ali.
- Questa
situazione è quasi ridicola: succede massimo due volte all’anno, che
riusciamo
a uscire tutti insieme lo stesso pomeriggio. E proprio oggi che a Alice
è
venuto l’input di confessare, ci sono tutti.
- Non
so se
avere paura o cominciare già a sghignazzare per le reazioni.
- Perché
io l’ho
presa quasi come manna dal cielo, quella notizia, ma gli altri non sono
frociaioli come me –questo è il nome che
il mio migliore amico mi ha affibbiato con tanta dolcezza –e sì, lui è
un amore,
quando capita– e sono sicura che ce
ne saranno delle belle da vedere.
- “Buon
pomeriggio, plebei.” Saluto con fare regale.
- Ha!
Mentre
quegli individui mi guardano ignari, io so.
- Non
si
aspettano nemmeno che una bomba sta per cadere loro sul coppino.
Poveri, poveri
fanciulli. Beh, fanciulle, dato che nella nostra compagnia c’è solo un
ragazzo,
che tra l’altro quel giorno è in ritardo. Pff, è andato a derubare la
sua
povera nonna –okay, no, non sto facendo una frecciatina implicita alla
mia, di
nonna, che non mi dà la mancia manco a pagarla. Che poi è un
controsenso
pagarla per farsi regalare soldi, ma vabbé.
- La
prima che
saluto è Alexa, che mi dà una culata in risposta, come al solito.
Potrebbe
sfondarmi il fianco con la sua caratteristica dolcezza, ma ormai ho lo
stampo
della sua anca nelle ossa. Ricambio con un calcio negli stinchi, e le
sorrido.
- “Ciao
Ale”
- “Ciao
Cri”
saluta, lo stesso identico ghigno melenso e plastico sul suo viso.
- Sì,
beh,
sembra che ci prendiamo costantemente per il culo –anzi, senza sembra-
ma siamo
piuttosto legate, anche se lei è un po’ una testa di cavolo. E’ una di
quelle
fan girl che shippa coppie gay, ma non è pro. Io certa gente non la
capisco,
bah. Come non capisco chi approva coppie gay maschili,
ma non può vedere due ragazze stare insieme, o viceversa.
La coerenza non è una virtù di molti, evidentemente.
- Dopo
la
chiappata di Ale, saluto con un bacio sulla guancia Andrea, Roberta –la
migliore amica di Alice – e Simona.
- Alessia
mi fa
un cenno con la mano; non ci perdiamo in smancerie perché ci vediamo
tutte le
mattine sul pullman; le altre di solito non le vedo –eccezion fatta per
Simo,
che è in classe con me, precisamente seduta il banco dietro al mio – e
Ali, che
sento tutti i giorni. Certo, non è la stessa cosa che vederci, ma
parliamo
tanto, ed è una cosa che amo nel nostro rapporto. Coming out a parte,
ovviamente.
- “Cri,
ma Marco
e Federica?” mi chiede Andrea, sciabolando il suo sopracciglio scuro.
- Come
sempre,
sono un piccione messaggero. Perché tra di noi è un optional sentirsi.
Siamo
così organizzati, che molte volte usciamo senza sapere nemmeno con chi,
e siamo
capaci di trovarci in venticinque o in due.
- “A
Fede ho
mandato un messaggio, sta scendendo” il
fatto che sia in ritardo nonostante abiti sopra la gelateria davanti a
cui ci
troviamo sempre ormai è routine, “E
Marco arriva a momenti, era da sua nonna, per quello che non siamo
venuti
insieme.”
- Non
passano
che una manciata di minuti, prima che entrambi i miei migliori amici
compaiano;
Fede sbuca fuori dal cancello di ferro, mentre Marco parcheggia la bici
accanto
al muro.
- Saluto
entrambi con un cenno, continuando ad affogare la mia frustrazione nel
gelato,
mentre il resto del gruppo si fa i cavolazzi suoi. Davanti a me,
Alessia e Simo
stanno discutendo su X Factor, Alexa è sparita dentro la gelateria per
prendersi da bere, e Andrea, Ali e Roberta parlano della partita di
pallavolo
che ci sarà domani.
- Io
non ascolto
niente e nessuno –specialmente l’argomento pallavolo, che ormai per me
è tabù,
da quando ho lasciato la squadra – e mi concentro sul mio gelato.
- No,
non ho
ancora dimenticato l’intenzione di Alice, e probabilmente la meringa e
il
cookies mi rimarranno sullo stomaco a causa dell’agitazione.
- Puah,
coming
out. Servono solo a farmi venire indigestioni.
- Mentre
Marco
annuncia con la sua solita aria da diva che va a prendersi un gelato,
seguito
da quella cozza di Daniela, che è su quella cavolo di panchina da
mezz’ora e
ovviamente ha aspettato lui per prendersi da mangiare come se avesse
bisogno
del badante, io abbraccio velocemente Fede, in uno scatto di
disperazione.
- Lei
mi guarda
accigliata. In risposta, sospiro teatralmente e butto via la coppetta
di carta
nel cestino.
- “Ho
appena
fatto fuori la mia nuova OTP.” Spiego velocemente.
- In
realtà,
avevo solo bisogno di un abbraccio da un’anima affine.
- Devo
ammettere
che vorrei proprio vedere che faccia farà. Considerando che lei la
pensa come
me –ovvero che non ci si innamora del sesso ma della persona – sarà
tranquilla.
Sorpresa sì, ma sono certa che al posto di sparare cretinate varie,
aspetterà
il momento giusto per parlarne con Ali con calma, senza renderle le
cose ancora
più imbarazzanti o difficili.
- Marco,
conoscendolo, farà l’uomo vissuto e saggio, o qualcosa di simile, e io
passerò
il tempo a fulminarlo con occhiate gelide.
- “Tu
non ce la
fai.” Mi riprende lei.
- Con
il ritorno
di Daniela, Marco e Alexa, cominciamo a chiacchierare della nostra
settimana.
Ora che ormai si sta avvicinando la primavera, si parla meno di
verifiche e si
sfottono di più i professori. E finché si parla di questo tutti
insieme, a me
sta bene.
- Devo
cercare
di rilassare i nervi, o quando Ali confesserà mi verrà un colpo al
cuore. Sono
sicura che non sarei così nevrotica se lo sapessi insieme a tutti gli
altri.
- Invece
no, io
so, so i retroscena, e rischio un collasso per l’agitazione.
- Dopo
questo
coming out mi licenzio, davvero. Non sarò mai più il diario segreto di
nessuno.
Chiudo i battenti e vado a lavorare a Pittsburgh, nel locale di Debbie
di Queer
as Folk. Sarebbe un sogno.
- “Ragazzi,
andiamo allo Zerbi-market?” chiede Andrea, risvegliandomi da quei beati
pensieri –sciagura a lei per questo affronto! “Almeno ci sediamo
tutti!”
- Mh.
Luogo
affollato, posto per sedermi, fresco…no, okay, ci sta.
- E
siccome che
il resto delle mie compari è della stessa idea, ora ci ritroviamo a
decidere
chi porterà sul manubrio Ali e Roberta, che non hanno la bicicletta con
loro.
- Andrea
si
offre per portare Alice, mentre Marco decide di portare sul portapacchi
l’altra, dopodiché partiamo alla volta del supermercato, che, tra
l’altro, si
trova dall’altra parte del paese, rispetto a dove siamo noi in quel
momento. Ma
a chi importa!
- Io
devo ancora
smaltire il gelato, e per di più riesco a prendere tempo e a
metabolizzare che
di lì a poco non sarò l’unica a sapere di Ali, e non ci saranno più
sussurri,
chat da cancellare, messaggi da nascondere e potrò inventarmi ship alla
luce
del sole senza preoccuparmi troppo. Senza contare che finalmente potrò
mettermi
la mia maglietta fighissima con scritto ‘amica arcobaleno, perché gay è
meglio’
e Ali potrà mettere la sua maglietta
–regalata da me segretamente per il compleanno – con la scritta ‘due
mamme,
quattro tette, FUCK YEAH’ con la faccia di un bimbo gasato. Oh sì, ho
già
programmato tutto.
- Mentre
pedaliamo allegramente – stile Don Matteo -sotto i raggi del sole, sto
piuttosto indietro con Federica. Alterniamo chiacchiere su TVD
–ovviamente da
parte sua – a chiacchiere su Glee –da parte mia – passando per scleri
vari a
causa di imminenti concerti a sfasi eccezionali per fan fiction
inconcluse a
causa del blocco dello scrittore.
- Dietro
di noi,
sentiamo parlare le due Ale –Alexa e Alessia- della puntata di Dragon
ball del
pomeriggio, mentre davanti abbiamo Simona che si sorbisce il racconto
su
qualche ragazzo di Daniela, guidate
dalle sovraccariche bici di Andrea e Marco.
- Sì,
beh, più
che una compagnia sembriamo una carovana. O un circo, considerando le
posizioni
strategiche di Ali e Robi, il chiasso che facciamo, e il fatto che le
macchine
debbano fermarsi al nostro passaggio, come se guidassimo elefanti e non
bicicli
sgangherati e cigolanti.
- Grazie
al
cielo, riusciamo ad arrivare sani e salvi sino al supermercato.
- Stiamo
facendo
giusto la rotonda di fronte ad esso, quando incrocio lo sguardo di Ali,
ancora
appollaiata sul manubrio di Andrea.
- E
no, quel
luccichio strano nei suoi occhi proprio non mi piace.
- Oddio,
ha
davvero intenzione di dirlo in un supermercato?
- Ma
più di
tutto, ha davvero intenzione di DIRLO? Oh dei, io sto male. Mi serve un
defibrillatore.
Qualcuno mi aiuti, ho bisogno di una bombola d’ossigeno.
- Non
sono pronta,
e non ho assolutamente idea di come andrà questa cosa.
- Come
succederà? Seduti nel retro dello stabile, stile seduta spiritica in
cui saremo
tutti in cerchio, e ognuno comincerà a dire i propri segreti,
concludendo con
la batosta di Ali?
- Oppure
nel
reparto vestiti? Magari Ali prenderà una maglietta, se la infilerà, e
se ne
uscirà con una frase tipo : “oh, sì, questa maglietta fa per me, cento
per
cento lesbica, lavare a mano, non in centrifuga”.
- Oppure..ma
che
diavolo sto pensando? Perché quando sono agitata divento così
deficiente? Okay.
E’ una cosa seria, Alice lo dirà in modo serio e maturo, mentre saremo
seduti
ai tavolini del bar davanti ad un thé freddo e ad una ciotola di
salatini,
cosicché potrà dare delle spiegazioni agli altri, se vorranno un’
approfondimento sulla questione.
- E i
miei amici
saranno allo stesso modo maturi e profondi, e faranno delle domande
intelligenti e--
- “Ho
una sete
tremenda. E’ una cosa normalissima per un’adolescente lesbica del
duemila e tredici,
sapete. Andiamo a prendere da bere?”
- Silenzio
di
tomba. Fischio di vento in lontananza. Palla di fieno secco che rotola
in mezzo
alla strada molto inquietantemente.
- Posso
sentire
distintamente gli ingranaggi dei cervelli delle mie amiche ricominciare
lentamente a funzionare.
- La
prima a
spezzare il silenzio spaventoso è Fede.
- “Nikolina
Konstantinova Dobreva è mia. Prenotata!” è ciò che esclama, alzando la
mano con
entusiasmo.
- Cento
punti
per Federica!
- Io
le sorrido,
mentre ammicca in mia direzione e poi in quella di Alice.
- Marco
scocca
un’occhiataccia alla neo-dichiarata. “Certo che potevi dircelo anche in
un modo
più carino, eh!” si lamenta, con fare seccato.
- Alice
alza un
sopracciglio. “Come dovevo dirlo, scusa?”
- “Queste
cose bisogna
dirle in modo plateale!” risponde lui con fare ovvio. “Tipo piangendo,
strappandosi i capelli, e raccontando aneddoti difficili e deprimenti!
O arrivando
per mano con una ragazza, non so!”
- “Ma
va a
cagare!” esclama lei, un mezzo sorriso divertito sulle labbra.
- “Non
ci posso
credere.” Sento sussurrare alle mie spalle da Alessia. Tutti ci
voltiamo automaticamente
verso di lei, che improvvisamente punta un dito verso di me. “L’hai
contagiata!”
- “PREGO?”
esclamo, allibita.
- Roberta
scoppia a ridere come un’idiota. Beh, pensavo la prendesse peggio.
Oppure è lo
shock che le ha bruciato pure l’unico neurone rimasto.
- “L’hai
tormentata tanto con la storia dei gay che è diventata lesbica!” fa
Alessia,
continuando ad agitare il dito nella mia direzione. Capisco
improvvisamente
come si sentiva Gesù quando tutto il popolo gridava a Pilato
‘crocifiggilo! Crocifiggilo!”
- Mi
sento
spezzata.
- Simona
si
schiaffeggia una mano sulla fronte, basita. “Oddio.”
- “Io non ho contagiato nessuno!” ribatto.
- “Ma
hai la
tipa?” è la domanda a bruciapelo di Daniela.
- “No”
- “Hai
già
limonato con una?” continua, quasi assatanata di conoscenza e
sporgendosi in
avanti verso Ali, mettendomi quasi in faccia il suo culone. Ora le do
un calcio
e la faccio arrivare su Plutone.
- Alexa
improvvisamente si mette le mane sulle orecchie. “LALALALALALALAAAAA
NON SENTO
LALALALAAAA”
- “Ma
se ti
chiedo se sono bella tu cosa mi dici?”
- “Sì
però tu
non sembri sorpresa! Gliel’hai fatto capire tu che è lesbica!”
- “Nina Dobrev
è una figa assurda, non è vero Ali?”
- “Io
non ho
fatto proprio nulla!”
- “Chi
è la più
figa di noi secondo te?”
- “Sono
comunque
dell’idea che i coming-out vadano fatti o persona per persona, o con
qualcosa
di shoccante. L’hai detto come se stessi dicendo la lista della spesa!”
- “LALALALALAAAAA”
- “Stiamo
andando di male in peggio.”
- “Hihihihihi”
- “Ti
pare che
sia una sottospecie di genio del male che fa diventare le persone gay?!”
- “Cioè,
c’ha un
fisicaccio. E’ una figa assurda!”
- “Mi
sento
offeso. Avrei voluto saperlo in separata sede.”
- “..ragazze.”
- “LALALALALALALAAAA”
- “Io
un giorno
vorrei fare un’esperienza lesbo,sai? Con una bella figa”
- “Buon
Dio,
dove finiremo”
- “Voglio
dire,
io sono il leader indiscusso di questo gruppo. Dovevi informarmi!!”
- “ORRORE,
DANIELA COME PUOI DIRLO!”
- “Ma
Dani, tu
hai già fatto un’esperienza. Quest’estate ti sei sbaciucchiata metà di
noi a
obbligo o verità!”
- “LALALALALAAA”
- “..Cri,
santo
cielo.”
- “Se fossi in Ali mi sentirei offesa dalle
parole di Daniela, comunque.”
- “Hihihihi”
- “…MA
VOLETE
CHIUDERE IL BECCO TUTTI QUANTI?”
- Automaticamente,
ci voltammo tutti verso Alice, che se ne stava lì, col viso rosso e gli
occhi fuori
dalle orbite per l’urlo, a guardarci quasi in cagnesco.
- E
poi, Andrea
cadde a terra.
- Si
accasciò sul
marciapiede, tirandosi a dietro pure la bicicletta, lasciando tutti noi
completamente
basiti a fissarla.
- “..E io che speravo in un coming out normale.”
- **
- E' una cazzata, è vergognosa, ma la pubblico solo perché mi hanno detto di farlo.
- Spero che non offenda nessuno, era una situazione un po' surreale, e idiota, con contorno di superficialità. Maaaa, è scritta così, per sdrammatizzare. E sì, anche per fare della sana satira nei confronti delle persone della mia compagnia, a cui mi sono liberamente ispirata. *tu, sì, ringrazio per esserti fatta prendere come cavia per il coming out fittizio lol* No, okay, vado a nascondermi.