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Autore: DennyPenny    24/05/2007    4 recensioni
Così... Così tutto è iniziato... Mi svegliai, non sapevo quanto tempo ero stata inconscia, ma il mio cuore aveva appena smesso di battere.
Non ricordavo nulla, nulla del passato e mi sentivo scossa, nella mia vita solo buio.
Mi guardavo attorno, totalmente disorientata nonostante ero dotata di un buon senso d’orientamento,
mi ero appena alzata dall’erba umidiccia, quando ebbi la mia prima vera visione.
By .*°Denny°*.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Così…
La luna spenta…


Mi svegliai, non sapevo quanto tempo ero stata inconscia, ma il mio cuore aveva appena smesso di battere.
Non ricordavo nulla, nulla del passato e mi sentivo scossa, nella mia vita solo buio.
Mi guardavo attorno, totalmente disorientata nonostante ero dotata di un buon senso d’orientamento,
mi ero appena alzata dall’erba umidiccia, quando ebbi la mia prima vera visione.
Immagini sconnesse balzarono alla mia testa ci volle una manciata di secondi prima che realizzassi veramente ciò che avevo visto,
il mio cervello ragionava in maniera talmente veloce da stupirmi.
Riuscivo a distinguere bene un ragazzo biondo e una ragazza mora, solo dopo realizzai che quella ragazza ero io.
Tornai a guardare il tramonto, assorta nei miei pensieri, nella mia sete, nell’istinto primordiale di un vampiro appena sorto.
In quel momento vidi un cervo, così innocente, così puro, così indifeso.
Il mio corpo si abbandonò ai sensi, lo attaccai e lo infilzai con i miei canini perfetti, la mia prima preda.
Poco dopo mi ritrovai a camminare da sola sotto una luna spenta,
faceva freddo e sebbene non avessi una temperatura corporea avevo la pelle d’oca.
Ricordo un rumore di frenata e un odore incredibile di sangue,
dietro di me, con pantaloni neri stracciati e il dorso nudo c’era Jasper…
odorava di sangue fresco, di mucca, credo.
Sembrava affranto, preoccupato, triste, si era accorto di ciò che ero e mi aveva cercata, non doveva vedere un vampiro da giorni, forse mesi.
“Argh, vampira! Questo è territorio mio!” disse con fare minaccioso.
All’inizio non capii le sue parole, pensavo non stesse parlando con me, poi mi accorsi di ciò che ero diventata.
“Vampira?!? Oddio…” fu la sola cosa che dissi, sconcertata.
Lui mi sorrise, chissà perché.
“Trasformata da poco, eh? Io sono Jasper.” Disse freddo, ma con un sorrisetto come per prendersi gioco di me.
Mi guardava stranamente, quando svenni.
Ricordo perfettamente quella visione era nitida nella mia mente e non era sfocata come la prima.
C’eravamo io e Jasper e stavamo parlando con un uomo alto, biondo, giovanile sulla trentina, Carlisle Cullen.
Mi svegliai, avevo un gran mal di testa ed ero apparentemente in un capanno abbandonato.
“Jasper…” dissi piano, come per cercare di chiamarlo in sussurro.
“Sono qui… Tutto bene? Sei preoccupata…” disse una voce calma.
Subito dopo mi sentii un po’ più tranquilla e mi chiesi come facesse a sapere della mia preoccupazione.
“Bene? No per niente! Da quanto tempo ti stai occupando di me?” chiesi piano, imbarazzata.
Sarei voluta morire, anche ero già senza vita, teoricamente.
“Tre ore, circa…” mi disse con un sorrisetto.
Chissà perché era così gentile ma allo stesso tempo così ostile a me…
“Come ti chiami?” mi chiese probabilmente per rompere il silenzio.
“Io… Non lo so… Non ricordo nulla… Nulla…” dissi piano, spaventata dal mio stesso essere.
Ero una vampira, una succhiatrice di sangue, qualcosa di sporco, qualcosa di cui mi vergognavo.
“Cosa? Visto che sei stata appena creata dovresti ricordare qualcosa della vita” mi disse.
Era bello, molto bello, me ne accorsi solo in quell’istante.
“No, solo buio, poi il cuore ha smesso di battere” spiegai che non ricordavo nulla.
Lui mi chiese se ricordavo almeno il dolore, quell’acuto dolore che ti fa sentire a fuoco per tre giorni, no, non ricordavo neanche questo.
Era mezzanotte, quando uscimmo fuori, a guardare la luna e le stelle, da soli.
“Sai… è da tanto che non parlavo con qualcuno… forse due mesi”disse lui immerso nei suoi pensieri.
“Io non mi ricordo neppure come si parla…” rise, divertito dalla mia battutina, sì, lui era davvero bello, riprese la serietà.
“Io sono… un vampiro… da più di ottant'anni, all’inizio avevo una famiglia, per così dire. Poi… poi mi sono stufato di loro… E ho proseguito da solo” disse tristemente.
Io ero sollevata dal fatto che finalmente mi parlasse un po’ di lui, avevo quasi parlato solo io.
“Beh… suppongo allora che la mia compagnia ti sia d’intralcio quindi domani vado per i fatti miei verso il nord.” Dissi piano, tranquillamente, anche se sotto sotto sapevo che entrambi avevamo deciso di proseguire insieme.
“No, mi fraintendi, mi piace la tua compagnia… Poi pensavo anch’io di andare verso il nord, magari potremmo fare un po’ di strada insieme, non credi?” mi chiese leggermente allarmato, io sorrisi, finalmente spensierata.
“Credo…” dissi con fare sognante “che è meglio proseguire fin da ora, la notte ci è amica… E’ più facile correre sotto questa luna spenta”
Così ci incamminammo verso il nord, veloci come il vento.
  
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