Strappò frettolosamente la pagina di giornale e la ripose nella grande borsa di pelle marrone.

Doveva farle leggere quella notizia il prima possibile!

Afferrò la lunga sciarpa di lana multicolore e avvolgendola attorno al collo sistemò la borsa a tracolla per poi sollevare la lunga e folta chioma marrone rimasta incastrata sotto il cappotto di feltro rosso.
Dopo di che sollevò le lenti scure in modo che bloccassero sulla fronte le ciocche ribelli e afferrando le chiavi si precipitò fuori casa.

Un vento gelido la investì quasi accecandola ,ma questo non le impedì di continuare senza sosta quella ricerca spasmodica dell’amica.

Ripensò a quel giorno,tanti anni addietro,in cui le loro vite cambiarono inesorabilmente.


Erano poco più di due ragazzine,13 anni lei,14 Coraline.

Lei aveva un vestito rosso a pieghe e scarpe di vernice nera ,nuove e lucide, i piedi fasciati da calzini ricamati che indossava nelle occasioni importanti.

Indossarlo la faceva sentire importante e rendeva quel momento magico.

Era la tenuta da festa,quella per gli avvenimenti come il Natale o la Pasqua,quello da non indossare tutti i giorni perché a giocare col fango si sarebbe sporcato .

Ma quella volta non si trattava di una festa santa né di un compleanno o una comunione.

Quella volta  tutto doveva essere speciale.

L’Inghilterra e il resto del Regno unito stavano assistendo ad un periodo di cambiamento eppure in tutto quel caos qualcosa di innovativo si fece sentire fortemente tra i giovani.

Era bastata una canzone,semplice ,immediata,aveva incantato tutti,li aveva stregati con la sua melodia dolce.
Le voci erano quelle di 4 giovani di Liverpool,sbucati fuori dal nulla,come d’un tratto erano apparsi sulla scena musicale del tempo e si erano imposti senza presunzione.

Nessuno gli avrebbe dato un mese.

Invece quelle melodie si insinuarono nelle menti di tanti ragazzi ed i concerti iniziarono a susseguirsi,in ogni dove,e nessuno sembrava aver ancora ben compreso  come fosse accaduto.
 

Adesso era il suo momento.

Si mosse insicura tra la folla accalcatasi all’entrata del teatro,si girò un istante per incontrare lo sguardo preoccupato dei genitori ma non riuscì a scorgerlo.

Fu immediatamente presa da una fitta di dolore allo stomaco:era panico.

Non aveva mai vissuto occasioni simili in precedenza,non lo aveva messo in conto,tutto quello che voleva era riuscire a sentire più vicine quelle voci che le riempivano le giornate.
Ma ora,quel che la testa le diceva di fare,era fuggire,liberarsi dalla morsa opprimente di tutta quella gente che la scavalcava come non esistesse.

Lacrime grandi e calde premevano e presto si sarebbe aperta in un pianto liberatorio.

Ma poi apparse lei.

Coraline le si fece vicino,con i suoi occhi verdi e grandi e i boccoli neri che le sfioravano appena le spalle.
Le prese la mano con la sua e le sorrise,semplicemente.

Da quel momento non si separarono un istante.

Avevano vissuto assieme il momento più bello della loro vita,avevano realizzato assieme quel piccolo sogno ,avevano pianto assieme e cantato assieme,urlato assieme  e lentamente,erano cresciute assieme.
La loro amicizia era segnata dalla musica di quei quattro ragazzi,anno dopo anno,loro erano sempre presenti,con quelle note ,nei momenti belli e nei momenti brutti.

Quella musica era lì.

Era lì,con la prima delusione amorosa.
Era lì,quando Coraline perse il padre.

Ma era lì anche quando le domeniche di pioggia si chiudevano in casa e ballavano ininterrottamente sul tappeto rosso fino ad essere stremate.

Bastava uno sguardo di intesa ,una delle due prendeva il prezioso disco,ascoltato mille e mille volte,sempre quello,il primo di una lunga serie,e i loro cuori iniziavano a battere a ritmo di musica.
Ricordavano quel giorno,quando l’amore per quella stessa musica le aveva fatte incontrare.
 

Giunse finalmente alla casa di Coraline,e scagliandosi violentemente contro la porta bussò finché l’amica non aprì.
Così come quel giorno di tanti anni prima i suoi occhi erano colmi di lacrime e così come quel giorno di tanti anni prima Coraline le strinse la mano.

“Mary,che hai?” le disse.

Rimasero immobili così ,sul ciglio della porta,come in un fermo immagine,mentre la vita attorno a loro scorreva ;il traffico procedeva lento ,le nuvole oscuravano il cielo,i negozi aprivano,dalle botteghe un dolce profumo di pane si faceva sentire e le vecchie signore portavano a spasso i cani con i loro mariti.

Tutto e tutti sembravano esenti da quel dolore ,come estranei a quella notizia,come tutto fosse normale,come fosse un giorno come tanti.

Le mani le tremavano e il vento continuava a liberare i riccioli bruni nell’aria.

Prese la pagina di giornale e la porse all’amica.

I Beatles si erano sciolti.

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I_Me_Mine  Questa volta non so bene come  da cosa sia uscita questa one shot,non ho mai scritto storie autoconclusive così lunghe,mi piaceva l'idea di un'amizia incentrata sulla musica,di come deve esser stato per i fan del tempo aver avuto tale notizia.
E' ancora una volta una malinconia,una nostalgia per qualcosa che purtroppo non ho vissuto in prima persona.
Spero non sia risultato noioso e che chi di voi avrà la pazienza di leggere m ifarà sapere cosa ne pensa ...ritorna molto il mio pensiero solito in tutto la storia,ad essere sincera !

Mi scuso per eventuali errori e ringrazio in anticipo chiunque (e se) la leggerà <3