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Autore: PikolaMalfoy    24/05/2007    5 recensioni
Oneshot pubblicata anche su EveryLittleThing. I pensieri di Narcissa nell'osservare suo figlio crescere.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA TUA VOCE STA CAMBIANDO

La tua voce sta cambiando.
Sembri constantemente affetto da raucedine.
Di recente il tuo rapporto con le chiavi di casa ha perso d'enfasi.
Non sei piu' cosi' orgoglioso di possere qualcosa che apre la nostra porta.
Ricevi molte lettere.
Quando partiamo porti il tuo zaino come sempre, ma anche la mia valigia.
Esprimi i giudizi estetici pertinenti.
Cresci e ti fai piu' sottile, come se una mano invisibile non cessasse un istante di tirarti per i capelli verso il cielo stellato, dopo averti inchiodato i piedi sulla terra.
Certe volte sei triste, anche prima certe volte eri triste, ma adesso quando sei triste lo sai, percepisci la tua tristezza e ti sfiora, di tanto in tanto, una bordata di risentimento.
Il tuo viso e' diventato disomogeneo, come un negozietto di paese espone la merce piu' disparata: ombre di baffi da uomo, guance paffute da bambino, occhi limpidi e ghiacciati come un souvenir da altri mondi, sguardi da vita quotidiana un po' torvi e gia' annoiati.
Ogni giorno sei percettibilmente diverso da quello precedente.
E per questo mi scopro a invidiarti.
Alla mia eta' si procede per decenni.
Il prossimo mutamento lo aspetto al tocco della cinquantina.
Giorno per giorno posso contare solamente sul fascino discreto dell'usura: la pelle piu' sottile sotto gli occhi, carni piu' frolle, smottamenti del tono muscolare...
Non fare quella faccia, la conosco.
Non dovrai consolarmi per la distanza che mi separa da quando ero ragazza. No, non voglio che lo fai.
Anzi, se una richiesta posso farti, si tratta esattamente del contrario: vorrei buttarla a mare quella ragazza, se tu, cortesemente, mi sostieni nello sforzo.

Ieri, mentre mi guardavo attonita allo specchio, mi hai apostrofata con la tua voce nuova, che rende rude anche la gentilezza.
-Ti serve tutto o posso pettinarmi?-
Ti ho fatto posto, muovendo verso il margine sinistro, e ho guardato, me e te, noi, uno accanto all'altra, madre e figlio, riflessi.
Tu piu' alto, io piu' attenta.
Tu alla tua immagine hai riservato due colpo di spazzola, uno sguardo amabilmente disinteressato.
Io passavo in rassegna i miei lineamenti come un generale le postazioni nemiche.
La rivelazione mi ha colpita all'improvviso: adesso sei tu l'eroe dell'epopea di cui non riesco a liberarmi.
Il giovane.
L'adolescente meraviglioso.
Ti ho guardato e mi sei apparso piu' importante che mai: avevi fretta e tuttavia non avevi nulla da fare.
Una combinazione di impeto e disponibilita' guidava i tuoi movimenti, un intransitivo vigore in pigra ricerca del suo scopo: un' impresa qualunque.
Hai detto qualcosa che adesso non ricordo, forse non ti ascoltavo.
Mi hai sorriso a disagio nel sentirti osservato.
Mi sei apparto grande e piccolissimo.
Te ne eri gia' andato da un pezzo, e io, nello specchio che non ti rifletteva piu', continuavo a guardarti.
Una parte di me che si distacca.
-Il nostro noi-, ho detto alla tua assenza, -si sta modificando. Io saro' piu' lenta, tu piu' svelto. Fine del blocco unico.-

Spero che tu possa goderti tutto il lusso di una suntuosa adolescenza.
Che tu sia egocentrico e innamorato di te stesso, curioso, generoso, incredulo, megalomane, coraggioso, convinto di essere unico.
Spero che tu riesca a liberarti di me, a mandarmi al diavolo, a ridurre l'indiscreta pressione del mio amore, a delineare altrove il tuo io.
Ti aiutero', se mi riesce, imparando ad adeguarmi: ne' complice sorella, ne' martire padrona, ne' simbiotica a oltranza.
Solida, poco ingombrante, capace di sparire e riapparire.
La tua voce sta cambiando, anche la mia deve farsi piu' discreta.
Tu sei grande, ti ho visto nello specchio.
Di conseguenza, come hai, scherzando, chesto, "provo a chiudere il becco" finalmente.
Non arrabbiarti se non saro' subito perfetta.
Dovro' imparare a perderti di vista, io che ti ho sempre seguito con lo sguardo. Solo con quello.
Ero ininterrotamente appassionata del mistero d'averti messo al mondo.
Dovro' imparare ad aspettarti, a ritrovarti quando ricompari, a non cercarti, se non sei tu a cercarmi.

Stai per entrare in quella fase della vita in cui fare fiasco da soli e' piu' salubre, piu' utile e piu' divertente che vincere una partita da bambini, facilitata da consigli, truccata da vantaggi di famiglia.

Devo ridurre gli interventi: meno domande, curiosita', precetti, meno incursioni armate di confronti, nel territorio della tua neonata autonomia.
Ti osservo, ed e' come se dovessi salutarti.
Sei qui, ma stai partendo per un viaggio.
Per quanti sforzi faccia non posso fare a meno di parlarti.
Non sara' una cosa lunga.
Non sara' neppure molto seria.
E certamente non sara' pesante.
E' un incoraggiamento, o forse una provvista.
Quanto puo' essere d'aiuto, di conforto o di sostegno in un'impresa.

Qualcosa di caldo, qualcosa di forte. Qualcosa da leggere.

  
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