Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: _Pan_    24/05/2007    15 recensioni
Questa fanfiction descrive come, secondo me, è stata l'ultima battaglia delle Principesse Sirene contro Gaito. Nella prima parte c'è un incontro tra Kaito e Lucia. Vi avverto subito, finisce male. MODIFICHE DEL 29/08/07
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaito Domoto, Luchia Nanami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Unico - Profondi occhi blu

Modificata inserendo un po' di psicologia, dato che prima i personaggi erano piatti come fogli di carta. Spero di aver migliorato almeno un po' la condizione del testo. Questa fanficition è stata scritta prima della comparsa nell'anime delle Black Beauty Sisters e della cattura di Taro, ovviamente. Ho modificato tutto, tranne la trama di base.
Spero per lo meno di aver reso meglio i sentimenti di Lucia e Kaito, se poi no, non importa, non la cambio più, adesso mi piace.


Kaito si svegliò di soprassalto, verso le sei del mattino, mettendosi a sedere nel letto. Era inutile, quel sogno lo tormentava ormai quasi tutte le notti, una sirena che si innamorava di un umano che era stato incapace di riconoscerla e, per questo, si era trasformata in bolle di sapone. Lucia era veramente la sirena che lo aveva salvato quando era piccolo? Pensò alla conchiglia che la ragazza portava al collo, scosse la testa. Era impossibile. Cosa ci faceva sulla terraferma una sirena? E poi Lucia cantava malissimo ed era completamente diversa dalla sua sirena.. ma se fosse stata in grado di cantare solo da sirena? Se cambiasse totalmente aspetto per via della trasformazione in umana? Se lo chiese. E, per via dei suoi sogni, non riusciva a scacciare l'idea che la sirena conosciuta anni prima e Lucia fossero la stessa persona. Si ricoricò, cercando di riprendere, invano, il sonno.
Capendo che non sarebbe arrivato a niente, si alzò. Aveva bisogno di pensare e l'ambiente di casa sua, in quel momento, gli sembrava tutto fuorchè un buon posto per farlo. Aveva bisogno di uscire, di fare una passeggiata. Così si vestì e uscì.
Decise di dirigersi sulla spiagga, che considerava in qualche modo una parte della sua vita. In effetti tutto si collegava al mare e alla sabbia: l'incontro con la sirena, quello con i suoi genitori, il surf.. sembrava che tutta la sua vita iniziasse e finisse in quel luogo. Si sedette, vicino ad uno scoglio, per osservare il mare.
Non seppe per quanto tempo fissò l'enorme distesa d'acqua, era perso nei suoi pensieri, accompagnati dal frusciare delle onde che si infrangevano sugli scogli. Venne distratto dalle sue riflessioni da una voce melodiosa, che cantava una canzone a lui ben nota, quella che sentiva intonare alla sirena, praticamente, ogni volta che si incontravano.

L'arcobaleno è la mia scia
che navigo in cerca
di quella montagna.
Le luci all'alba melodia
mi portano indietro
ad un tempo passato

Colori immersi nella scia
dell'arcobaleno,
che gioca nel cielo.
Il vento mi sospinge via,
raggiungo le onde
dei sette mari

Gli uccelli che volano alti,
nel cielo d'Oriente.
La rotta è sicura,
quell'isola cela un tesoro.

All'alba io vedrò
le sette terre che
il destino vuole
farmi trovare davvero..
Oh Dolce Melodia
sprigioni vita e
mi fai cantare forte
un messaggio d'amore

Per sempre tu sarai
in fondo all'anima
così che neanche il tempo
ci può separare.
Oh Dolce Melodia
sprigioni vita e
mi fai cantare forte
un messaggio d'amore.


Kaito si alzò, guardando il mare, ma non vide la sirena dai capelli biondi, seduta sullo scoglio, cantare felicemente. Avrebbe riconosciuto quella voce tra milioni di altre, era lei, ma era triste, perchè? Se lo chiese, mentre la cercava disperatamente con lo sguardo, che si fermò su Lucia. Doveva essere lei. Perchè sentire la voce della sirena mentre c'era lei, altrimenti? Era lei che cantava, non c'erano dubbi, e non c'erano altre persone nelle vicinanze.

La ragazza si era diretta sulla spiaggia, non riusciva a dormire, avrebbe dovuto raggiungere le sue amiche, la stavano aspettando, dovevano sconfiggere Gaito, dovevano tornare al mare. Il mare, il mare era la sua casa, la casa che aveva lasciato a causa di Gaito. Le sirene del suo regno le avevano detto di andarsene, per salvarsi, lei non poteva essere lì per difenderle. Ma, fortunatamente, il suo regno era ancora in piedi. Le mancava il mare, ma non aveva certo fatto tante obiezioni quando le avevano ordinato di andarsene. E poi.. sulla terraferma aveva incontrato di nuovo Kaito.. già.. Kaito.. il ragazzo che aveva salvato non più di dieci anni prima da un naufragio in cui morirono i suoi genitori. Perchè si ostinava a non capire che la sirena che lui cercava tanto era lei? Perchè doveva essere così cieco? Era lei che non riusciva a farglielo capire, probabilmente.
Ad un certo punto, si sentì osservata, si guardò intorno ma non vide nessuno. La sua immaginazione le giocava brutti scherzi, pensò. Sperava che Kaito fosse lì, a sentirla cantare, per capire una volta per sempre che lei era la sua amata sirena, così da non dover rischiare di trasformarsi in schiuma di mare; perchè sapeva che non avrebbe resistito molto a lungo. Aveva una voglia incontrollabile di andargli a dire tutto, anche solo per fargli capire quanto stupido fosse, e poi trasformarsi per sempre in schiuma di mare, senza possibilità di tornare indietro. Non voleva morire, ma aspettare che capisse era insopportabile. Scacciò quei pensieri dalla sua testa, si disse di non pensarci, dopotutto, avevano tutto il tempo del mondo, no? Così decise di farsi un tuffo, riprendere le sue originali sembianze, forse, le avrebbe fatto bene.

Kaito spalancò gli occhi. Non poteva essere. Adesso tutto aveva un significato, il sogno, la conchiglia, tutto gli era servito a fargli capire che la sirena che tanto stava cercando era la ragazza che aveva sotto il suo naso. Si avvicinò, entrando nel campo visivo di Lucia, che era riemersa proprio in quel momento e si era seduta sullo scoglio, vicino alla riva.

La sirena si accorse di lui, probabilmente aveva visto tutto. Cosa sarebbe accaduto? Si sarebbe trasformata in schiuma di mare nonostante tutto? Non lo sapeva. Non sapeva cosa sarebbe accaduto nel caso in cui un umano vedeva la trasformazione di una sirena. Non sapeva cosa pensare, perciò si buttò in mare, sperando che la lasciasse da sola, non voleva che pensasse che per colpa sua lei sarebbe morta.

Kaito non poteva permettere che lei scappasse ancora. Aveva scoperto che lei era la sirena, non poteva permettere che tornasse al mare, senza la possibilità di vederla ancora una volta. Decise di seguirla, doveva impedirle di andarsene. Nuotò, cercando disperatamente di raggiungerla, ma lei era troppo veloce. Sentiva che l'ossigeno cominciava a mancargli, ma non ci fece caso più di tanto; la sua priorità era raggiungere Lucia. Dopo un paio di secondi, tuttavia, non resistette più e svenne.

Lucia se ne accorse e corse subito dal suo amato Kaito, afferrandolo e portandolo in superficie, nuotò per portarlo sulla spiaggia. Arrivata lì, lo adagiò sulla sabbia, sperando con tutte le forze che si riprendesse.
Dopo un paio di minuti, Kaito si risvegliò e Lucia sospirò di sollievo. Non era morto, fortunatamente. Lui aprì gli occhi, mettendo per bene a fuoco l'immagine della sirena.
“Perchè sei venuto?” gli chiese.
“Se vuoi andartene, ho fatto bene.” rispose lui.
“Oh, Kaito.” disse lei. Non capiva, ancora una volta. “Devo liberare i sette mari dalla minaccia di Gaito. Devo tornare nel mare insieme alle altre Principesse. Tu non dovresti essere qui.”
“Te ne saresti andata senza dirmi niente?”
“Non c'era tempo e..” si bloccò un attimo, come per scegliere bene le parole, ma alla fine optò per la mezza verità “Non sapevo cosa dire.. che tornavo dai parenti? Una scusa banale. Avrei almeno dovuto finire l'anno scolastico.”
“Capisco.”
“E poi..” non ce la faceva. Doveva dirgli tutto. “Non volevo rivederti.”
“Perchè?”
“Perchè sapevo che se fossi venuta a salutarti non sarei mai partita! Kaito, tu non capisci, io potrei anche non tornare più!”
“Vuol dire che c'è la possibilità che tu muoia?”
Lei annuì. Non avrebbe trattenuto le lacrime ancora a lungo. Era per questo che non voleva rivederlo: era troppo doloroso. Scelse la via più facile: andarsene. E così fece, senza dargli il tempo di dire altro o di salutarla.

Si buttò in acqua, e incontrò subito le sue amiche. Hippo cercava di far funzionare il radar adibito a trovare le perle. Tuttavia non dovettero penare molto per trovare Gaito. Si fece trovare lui da loro, un terremoto scosse tutta la superficie del mare: un castello stava venendo fuori dalle onde, il castello di Gaito. Lucia guardò le sue amiche, lì con lei c'erano Rina, Hanon e Caren, che le aveva seguite per liberare sua sorella.
“A quanto pare” disse Rina “Ci sta invitando ad entrare”
“Andiamo” disse Hippo.
“Lucia?” chiese Caren, vedendola triste e non vedendola nuotare.
“Qualcosa non va?” le chiese Hanon.
“Eh?” chiese lei, assente. Se non fosse dovuta tornare? Non aveva neanche salutato Kaito, si sentiva in colpa e, probabilmente, non l'avrebbe mai più rivisto. “Sto bene, andiamo”
Tutte e quattro le Principesse Sirene più Hippo si diressero verso il castello di Gaito. Non ebbero difficoltà ad entrare, probabilmente Gaito le stava aspettando e a giudicare dall'accoglienza, aveva un buon piano.
Lucia, quando entrò nel palazzo, si accorse di avere paura, e il clima tetro che regnava lì dentro non aiutava ad alleviare quel senso di oppressione che sentiva. Aveva un brutto presentimento.
“Non vi sembra strano?” chiese Rina.
“Che cosa?” le rispose Hanon
“Il fatto che nessuno sia venuto qui a impedirci di andare oltre”
“Probabilmente è quello che vogliono.” disse Lucia. “Gaito avrà sicuramente un piano.”
Rina, Hanon e Caren la guardarono con tanto d'occhi. Lucia non era mai stata una cima nelle deduzioni, perchè tutto d'un tratto si era fatta così perspicace?
“Lucia.. stai bene?” le chiese Hanon, sempre con gli occhi spalancati.
“Benissimo.” rispose lei, anche se aveva una nota di nervosismo nella voce che la tradiva. “Se ci permette di muoverci nel suo castello.. io penso che sia quello che voglia.”
Hanon scosse la testa, sconcertata. “Dove hai messo Lucia?”
“Smettila, Hanon!” le disse Rina “Basta col sarcasmo. Sbaglio o dobbiamo salvare il mondo marino?”
Hippo era dietro di loro, nervoso più delle Principesse. “Cosa c'è, Hippo?” gli chiese Lucia, ma lui scosse la testa e disse solamente a Lucia di custodire le perle delle sirene catturate da Gaito. Lei prese le due perle tra le mani e ricominciarono la ricerca.

Entrarono in diverse stanze, finchè non arrivarono ad una in particolare, in fondo al corridoio. Il portone era più grande che nelle altre, e questo spinse ad entrare le Principesse.
“Chissà cosa troveremo.” chiese Hanon, curiosa.
“Per l'amor di Nettuno, fate attenzione, ragazze” disse Hippo.
Lucia strinse d'istinto le perle delle compagne, mentre Hanon e Rina spingevano la grande porta.
“Guardate” esclamò Caren, indicando due Principesse Sirene, rinchiuse dentro due teche di vetro. Sembravano lì da molto tempo.
“Noel!” esclamò Rina.
Lucia e Hanon si guardarono. “Come facciamo a liberarle?” chiese la prima delle due.
“Ci sono” disse Hanon. “Proviamo con Torno all'Oceano”
“Ottima idea!” esclamarono le altre due. Si trasformarono in umane e, con microfono alle mani, intonarono la canzone preferita di Hanon.
Piano piano le due Principesse Sirene vennero liberate dalle loro prigioni, e dopo un paio di minuti si risvegliarono. Una volta che furono del tutto coscienti, Hippo consegnò loro le perle indaco e giallo.
“Ci avete salvate!” esclamò la Principessa Sirena dai capelli biondi.
“State bene?” chiesero Hanon e Lucia.
“Si. Io sono Coco, Principessa dell'Oceano Pacifico del sud.”
“Sto bene anch'io. Sono Noel.” disse l'altra. “Principessa dell'Oceano Artico.”
La porta alle loro spalle si aprì di colpo, e le sei Principesse si voltarono: dietro di loro erano comparse le quattro Dark Lovers.
“Oh no!” disse Caren “Le Dark Lovers”
“Qui vi batteremo, Principesse” disse Maria. “Questo è il nostro regno.”
“La vedremo, brutte streghe!” urlò Hanon.
Le Dark Lovers partirono all'attacco. Yuri cominciò a suonare il piano, mentre Izul lanciò contro le Principesse i suoi draghi d'acqua. Dopo fu il turno delle altre due: Maria attaccava col ghiaccio ed Eriru pensava all'assalto ravvicinato. Nonostante tutto questo, le sei Principesse cominciarono a cantare. Non potevano permettere di lasciarsi sconfiggere così facilmente.

Se un giorno i sogni tuoi
tutti si avverassero..
Non pensi mancherebbe
ancora qualche cosa in te?

Di soli sogni sai..
io non posso vivere, perciò..
io ti seguirò
tu non mi abbandonare così

Che senso ha.. buttare via
il nostro grande amore?
Mille stelle lassù
fari accesi nel blu siamo noi..

Portami con te
non aspettare più
scopriamo insieme
le sfide che ogni giorno ci propone

Io e te
che forza brillerà
tra terra e mare
l’amore vincerà.



Le Dark Lovers furono disturbate non poco dal suono della voce delle Principesse e, troppo preoccupate di tapparsi le orecchie per non sentire la loro canzone, smisero di attaccarle ripetutamente a due a due. Gaito osservava la scena da un'altra stanza ma, dopo la sconfitta delle sue tirapiedi, decise di fare la sua comparsa in scena.
“Siete delle incapaci” disse, mentre compariva nella stanza. “Ho assunto delle incompetenti!”
“Perdonaci, Gaito” lo pregarono quelle.
“Assolutamente no.” disse lui “Non posso perdere tempo con chi non sa fare ciò per cui gli è stata data la vita. Pagherete per questo. Rivoglio le energie che ho sprecato per trasformarvi da quei miseri pesciolini che eravate!”
Le Dark Lovers erano terrorizzate, ma Gaito non si lasciò impietosire, una luce accecante impedì alle Principesse di vedere altro. Quando tutto finì videro solo quattro pesciolini innocui, ciò che erano le Dark Lovers.
“Che mostruosità” disse Caren.
Gaito sorrise e si volse verso di loro. “Allora Principesse” disse “Non eravate qui per sconfiggermi?”
“Come mai sei così sicuro, Gaito? Pensi che non riusciremo a sconfiggerti?” chiese Noel.
“Vedo che ti hanno liberata.” notò lui. “E ti hanno ridato la perla.”
Noel gli mostrò il suo microfono. “Esatto. E con questi ti batteremo, puoi starne certo.”
“Se lo dite voi” rispose Gaito, senza abbandonare il suo sorriso.
Lucia si disse che c'era qualcosa di strano. Gaito era troppo sicuro. Ce l'avrebbero fatta davvero a sconfiggerlo? Lei non ne era più tanto sicura, ora cominciava seriamente ad avere paura. Il pensiero che avrebbe potuto non uscire più di lì, la faceva tremare. Sarebbe stata catturata anche lei? Anche la sua perla sarebbe finita nelle mani di Gaito che l'avrebbe usata per scopi malvagi? Non era per quello che le perle erano state create. Avevano un grande potere, questo sì, ma era volto a proteggere i mari, per questo da sempre, quei gioielli erano stati affidati alle Principesse Sirene.
“Fatevi avanti, Principesse, a voi la prima mossa.” disse Gaito.
“Ci concedi il primo passo?” chiese Lucia. “Perchè?”
“Io sono un cavaliere, Principessa dalla Perla Rosa” spiegò, allora, lui, fintamente indignato. “Anche se in guerra, come in amore, tutto è lecito.. preferisco attenermi alla cavalleria.”
“Come vuoi tu!” sbottò Hanon “Poi non ti lamentare se perdi.”
Un impercettibile sorriso comparve sul volto di Gaito. Quelle Principesse Sirene erano veramente stupide.
“Ragazze.” disse Coco. “Cominciamo”

Anche se il mare è in tempesta
e mi spinge violento
verso la sconfitta
guardo negli occhi l'amore
che mi fa lottare
con la forza che dà....

Per ogni volta che cado
io posso rialzarmi
e così mantenere
quella promessa che ho fatto
con voce sincera
credendo all'amore

E' una luce incandescente
che riscalda più del sole
così chiara che rivela
la realtà
Voci unite per cantare
per sconfiggere il silenzio
Sarà forte, sarà chiara
la verità

Guarda nello specchio
il tuo riflesso e limpido
(tutto questo ci sarà)

Sarà quel battito forte l'amore che
ci darà forza e speranza
per affrontare questa tempesta
che porta con sè
il vento forte che
ci sorprende dal mare

Ma unendo le nostre voci
in un canto che
si sentirà nel profondo
più vero del cuore
io voglio lottare soltanto per te
e voglio essere il battito
forte d'amore con te

Puoi sentirlo, puoi sentirlo
se lo vuoi.

La canzone delle sirene non ebbe alcun effetto su Gaito, che rise, di gusto. La cosa lasciò di stucco le sei Principesse. Gaito non aveva risentito della loro canzone, com'era possibile? Quando Gaito finì di ridere, spiegò tutto alle sirene:
“Povere, piccole, sciocche” disse “Non avete pensato che serviate tutte e sette per sconfiggermi? Finchè avrò la Perla Arancione, nessuna di voi può sperare di sconfiggermi!”
“Sara?” chiese Lucia, incredula. Come aveva potuto? Una principessa sirena tradire le sue ''sorelle''? Facevano parte del mare, il loro compito era difenderlo, non aiutare un nemico della Regina dei Mari. “Perchè avrebbe dovuto?”
“Perchè..” disse Coco, impedendo a Gaito di rispondere “Lei era innamorata di un umano. Dopo che l'ha lasciata.. lei era.. distrutta. Ha lasciato andare in rovina il suo regno. Poi ha incontrato lui e.. si sono alleati.”
“Già” disse Gaito “Ma per non rischiare..” aprì il pugno e le ragazze videro una perla. “Le ho preso l'unica arma che poteva sconfiggermi.”
Le Principesse sgranarono gli occhi. Lucia lo sapeva dall'inizio, aveva avuto quel brutto presentimento, ma non gli aveva dato ascolto. E adesso? Cosa avrebbero fatto? Non c'era via di fuga. Erano destinate ad essere imprigionate. La Regina dei Mari aveva affidato loro un compito troppo grande. Sarebbe rimasta delusa. Loro l'avevano delusa. Come erano arrivate a questo punto?
“Basta con le chiacchiere” disse Gaito, interrompendo la corrente di pensieri che si stava formando nella testa di Lucia. “Addio, mie care Principesse Sirene.”
Rise di nuovo, prima di sprigionare l'energia della perla di Sara, con cui aveva rafforzato il suo potere.
Le Principesse vennero imprigionate dentro delle sfere di luce, che tenevano l'una separata dall'altra, e la loro voce non oltrepassava quella pallida barriera. Non potevano cantare, non potevano contrattaccare. Erano perse. Dentro quelle prigioni si sentivano vulnerabili e indifese, cominciarono tutte ad avere paura. Non c'era più speranza.
Il primo pensiero di Lucia andò a Kaito, non l'avrebbe più rivisto, non l'aveva salutato e, in più, gli aveva lasciato un ricordo ben poco gradevole di lei. L'aveva lasciato come se non contasse niente, lei lo amava e l'aveva lasciato senza una spiegazione. Non l'avrebbe mai saputo, non avrebbe mai saputo come sarebbe potuta andare la sua storia con lui. E a quel punto, pianse, pianse lacrime di dolore. E quelle, sgorgando dagli occhi e percorrendo le guance, gocciolarono sulla sua conchiglia, che cominciò a risplendere di una luce accecante.
Anche le altre sirene dovettero chiudere gli occhi a causa della troppa luminosità. Cosa stava facendo Lucia? Il palazzo stava cominciando a sgretolarsi. La Perla Arancione sfuggì dalle mani di Gaito.
La luce accecante non aveva smesso di tormentare gli occhi dei presenti, ma cinque delle sei Principesse Sirene e Hippo erano stati tratti in salvo proprio da quella luce, dal desiderio di Lucia di salvare le sue care amiche. Lucia non ce la fece a scappare, la sua perla, come anche quella di Sara, era andata via con Hanon, Rina, Caren, Noel e Coco. L'ultima cosa che Lucia fu in grado di vedere furono gli occhi del suo adorato Kaito, e capì che anche lui vedeva la stessa cosa. Probabilmente, allora, sapeva. Infatti, il ragazzo a cui tanto aveva pensato, si stava perdendo l'ultima volta in quei profondi occhi blu che tanto amava, e che vide spegnersi. E fu così che Kaito seppe, e si disperò e pianse tutte le sue lacrime. L'unica cosa che lo raggiunse di Lucia, fu la conchiglia della ragazza.

Sì, Gaito era stato sconfitto, ma una delle Principesse Sirene ci aveva rimesso la vita. Questo pensò Hanon quando si svegliò sulla spiaggia, prima delle altre, piangeva anche lei, Lucia aveva salvato le loro vite al prezzo della sua. E questo no, non l'avrebbe mai dimenticato.

FINE.

  
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