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Autore: Giusyna    07/11/2012    4 recensioni
Era proprio così che era entrata nella sua vita, senza fare rumore ma in maniera decisa, con la delicatezza e al tempo stesso la fermezza del battito d’ali di un colibrì .
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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ANIMA TORMENTATA

SOTTO IL CIELO D’INVERNO

 

 

 

Draco si strinse di più nella giacca di velluto nero.

Era gelida quella notte: il freddo era così tagliente che sembrava entrargli fin sotto la pelle e, meschino, si insinuava dentro le ossa.

Il giovane Malfoy assottigliò lo sguardo, nel tentativo di scorgere qualcosa di vivo, di animato nell’orizzonte di fronte a sé. Nulla… solo l’ombrosa distesa di conifere che si stagliava contro quel cielo immobile e scuro e che troneggiava sul parco di villa Malfoy.

Quella notte le stelle e la luna, timide, si nascondevano dietro le nuvole dispettose.

Draco sospirò inquieto.

Dall’interno della villa poteva sentire il chiacchiericcio di sua madre e degli ospiti. Ancora una volta, Draco sospirò. Cosa pretendeva? Non gli era mai piaciuto avere gente intorno, eccezion fatta per quei pochi che pendevano dalle sue labbra e lo adulavano come se fosse un dio sceso in terra. Eppure era stato proprio lui a volere quell’incontro, era stato lui che, appena qualche giorno prima, era andato dalla madre chiedendole se sarebbe stato possibile organizzare una cena con i Greengrass ed era stato sempre lui a dire che li avrebbe avvertiti personalmente dell’invito, quando il pomeriggio stesso sarebbe passato a salutare Astoria, sotto lo sguardo stupito, anche se piacevolmente, di Narcissa. Cosa gli era saltato in mente? Se voleva trascorrere un po’ di tempo con la sua futura sposa, per capire cosa pensasse di tutto questa faccenda del matrimonio, sarebbe stato meglio se si fossero visti loro due, da soli. Che lo avesse fatto per il rispetto dell’etichetta? Una formale cena di famiglia era senz’altro più… rispettabile rispetto ad un incontro a due.

 

 

                                                                                                                                                                      Bugiardo

 

 

gli ripeteva la sua coscienza

 

 

                                                                                                                 Sai che lo hai fatto per tua madre che non sta più nella pelle all’idea di questo matrimonio.

 Sai che lo hai fatto per vedere un sorriso,

seppur minimo, solcare di nuovo il suo volto;

                                                                                                                     lei che ha smesso di sorridere

                                                                                                               da quando questa maledetta guerra è finita,

                                                                                                               da quando tuo padre è stato rinchiuso,

                                                                                                               a tempo ancora indeterinato,

                                                                                                              dentro una fredda cella di Azkaban,

                                                                                                          da quando non ha potuto fare a meno di notare

                                                                                                          quanto questa condanna avesse

                                                                                                           tuttavia il sapore della giustizia.

 

 

Draco allontanò brutalmente questi pensieri da sé, come una mano ferma fa con un insetto fastidioso.

 

 

A quanto pare

 

 

riflettè amaramente

 

 

si può essere codardi anche nel non pensare oltre che nel non agire.

 

 

“Draco”. Una voce lieve ma risoluta lo destò dai suoi pensieri, appena un sussurro. Era proprio così che era entrata nella sua vita, senza fare rumore ma in maniera decisa, con la delicatezza e al tempo stesso la fermezza del battito d’ali di un colibrì .

 

Oh aveva imparato a riconoscerla quella voce

e d'altronde come poteva fare altrimenti;

l’avrebbe udita per il resto dei suoi giorni.

 

“Astoria”. Rispose Draco altrettanto pacatamente alzando appena lo sguardo su di lei. La giovane gli sorrise appena. “E’ da un po’ che ti cerco, ma non riuscivo a trovarti”. Il giovane Malfoy inchiodò nuovamente lo sguardo verso l’orizzonte “Sono qui, sono sempre stato qui”.

Astoria si perse un attimo ad osservarlo. Era alto Draco, magro e dal profilo sottile. I capelli, probabilmente per via di quella brezza invernale che ora stava facendo tremare anche lei, erano un po’ più scomposti del solito e alcuni ciuffi gli ricadevano sulla fronte, coprendogli in parte la visuale degli occhi.

 

Oh aveva imparato a riconoscerli quegli occhi

e d’altronde come poteva fare altrimenti;

 vi si sarebbe specchiata per il resto dei suoi giorni.

 

Lo sguardo di Draco era più cupo del solito: sembrava che la tempesta che avesse preso vita nel grigio dei suoi occhi.

C’erano molte cose che Astoria non sapeva di Draco, sebbene il loro matrimonio si sarebbe tenuto da lì a pochi mesi. Eppure una cosa l’aveva capita: sapeva perché nei suoi occhi vi trovava sempre la burrasca e mai uno stralcio di sereno. Sapeva che, nonostante agli sguardi esterni apparisse sempre rigido e immobile, in realtà la sua anima non cessava mai di dimenarsi, straziata da spasmi d’angoscia. Sapeva che il peggior nemico di Draco Malfoy aveva un solo nome: tormento.

Nulla più.

Draco Malfoy era semplicemente un ragazzo tormentato. Tormentato dai ricordi di una vita sbagliata perchè fondata su delle convinzioni sbagliate, che gli erano sembrate tanto giuste e solide un tempo, quanto ingannevoli e fragili adesso. Tormentato per aver accettato, forse perché messo alle strette ma di certo senza mai ribellarsi veramente, di farsi marchiare, nella sua stessa carne, le insegne di un uomo, no nemmeno… di un essere dagli occhi vermigli come quel sangue che vedeva impuro in tutti, meno che in se stesso.

“Puoi rientrare, se vuoi”

Draco bloccò il flusso dei suoi pensieri “Si gela qui fuori, il freddo non dà tregua. Rischi di ammalarti e di… rischi di stare male, se resti”.

Buffo a dirsi, ma ad Astoria quell’avvertimento parve molto meno superficiale di come poteva sembrare. Non era stupida, Astoria. La sua astuzia era, con ogni probabilità, il motivo principale per cui il cappello parlante aveva deciso di smistarla tra le fila dei Serpeverde. Non dovette fare grossi sforzi per capire che Draco la stava mettendo in guardia non tanto sul freddo che poteva ferirla in quella notte gelida, quanto piuttosto sul freddo che poteva ferirla nella vita che avrebbe trascorso al suo fianco.

Astoria sorrise impercettibilmente. Le provocava una grande tenerezza vedere questo Draco Malfoy così diverso da come era stato. Questo Draco totalmente inerme davanti allo scorrere della vita e dei suoi risvolti, che le confessava, in maniera velata, di volerla proteggere e difendere dalla minaccia che lui stesso poteva rappresentare, che le diceva senza mezzi termini che, se solo avesse voluto, avrebbe potuto mandare a monte tutti i progetti fatti in vista della realizzazione di queste nozze.

Ma la giovane Greengrass non si illudeva di certo: sapeva che Draco, come era inevitabile che accadesse, era molto cambiato da come era un tempo. Vedere la guerra, vivere la guerra lo aveva certamente fatto crescere e maturare. Allo stesso modo, però, Astoria era consapevole che quel ragazzino viziato, presuntuoso e arrogante era ancora lì, da qualche parte. Forse nascosto sotto cumuli di tormenti, o protetto dall’inespugnabile corazza dell’indifferenza, ma Astoria ne era certa: esisteva ancora. La verità è che quel ragazzino era ancora impegnato a leccarsi le ferite di un orgoglio scalfito dalla nuda verità dell’errore commesso, aspettando tuttavia il momento propizio per uscire nuovamente allo scoperto.

 

“Credo che resterò invece”.

 

Le parole di Astoria fecero voltare Draco. La giovane gli si stava avvicinando e, come sempre, lo faceva con lentezza ma con decisione.

 

Per un attimo, Draco si perse ad osservarla: la figura minuta, ma estremamente elegante, la pelle nivea, il viso tutto sommato armonioso nei suoi tratti, i lunghi capelli neri come quel marchio che, ormai privo di forma, portava sotto la manica, gli occhi di quel verde scuro così limpidi e luminosi.

 Era bella Astoria.

 Lo aveva sempre sentito dire dagli altri.

Draco invece comprese di essersene reso conto veramente soltanto quella sera, proprio in quell’istante mentre lei gli si avvicinava e gli sorrideva timidamente.

 

Quando Astoria gli fu dinanzi, fu il turno di Draco di mostrarle un debole sorriso. Sorriso che nell’arco di pochi secondi si trasformò nel classico ghigno che lo aveva sempre contraddistinto.

E mentre la piccola Greengrass pensava che ogni tanto il vecchio Malfoy tornava a farsi vivo, Draco tornò a guardarla con una serietà disarmante, le si avvicinò ancora, le concesse una carezza.

Astoria tremò, ma non solo per via delle dita gelide del giovane.

 

 

“Hai deciso che vuoi farti del male, Astoria?”

 

 

“Ho deciso che voglio rischiare, Draco.”

 

 

Ormai era chiaro per entrambi che non stavano più parlando del freddo di quella notte.

 

Draco sospirò e pose anche l’altra mano sulla guancia della giovane, prendendole il volto tra le mani. Mai, da quando avevano deciso di rispettare l’accordo di matrimonio sancito anni prima dai loro genitori, si erano consentiti un contatto tanto vicino, tanto intimo, gli occhi dell’uno incatenati a quelli dell’altra.

 

“Perché, Astoria?”

 

 

Un sussurro, una domanda.

 

 

 “Chiunque può sbagliare. Ma nessuno, salvo che sia uno sciocco, persevera nell’errore, Draco”.

 

 

Un sussurro, una risposta.

 

 

Draco allora la fissò con ancora più attenzione, come a volersi accertare che lei fosse vera, che fosse davvero lì. E se anche la pelle che sentiva sotto le sue dita non gli fosse stata sufficiente come garanzia, ci pensò il sorriso di lei a rendere tutto definitivamente reale. Draco le sorrise di rimando e subito dopo l’abbracciò. La strinse a sé come non aveva mai fatto con nessun altro.

Il loro matrimonio sarebbe sempre stato, agli occhi degli altri, una strategica mossa economica e diplomatica. Questo Draco lo sapeva bene. Ma Astoria lo aveva scelto comunque, senza tentennamenti, senza tirarsi indietro, delicata e decisa come solo lei sapeva essere. E allora Draco ci credette davvero, credette di potercela fare con lei accanto, con lei che rideva con lui e che piangeva con lui, con lei che, glielo aveva appena assicurato, sarebbe rimasta al suo fianco sia se la loro barca si fosse trovata a navigare in acque tranquille sia, ugualmente, se si fosse trovata in balìa delle onde.

Draco le fu silenziosamente grato e giurò a se stesso che avrebbe fatto di tutto per farla felice, perché quella ragazza era la cosa più bella che gli fosse mai capitata.

 

 

 

Astoria era l’imposizione più dolce a cui avesse mai dovuto sottostare.

 

 

 

E mentre una stella solitaria, ma un po’ più coraggiosa delle altre, faceva capolino tra la spessa coltre di nuvole e squarciava quel gelido cielo d’inverno, Draco sfiorò le labbra di Astoria con le sue, pensando che forse già l’amava.

 

NOTE DELL’AUTRICE

Shalom gente =)

Questa è la prima volta che mi cimento nella stesura di una fan fiction. Finora ho preferito limitarmi soltanto a leggerle.

Spero sia gradita.

Se avete tempo e voglia lasciate un commento, di qualunque genere esso sia. Apprezzo molto sia giudizi positivi che negativi.

Ah dimenticavo… La frase pronunciata da Astoria e trascritta in grassetto è una citazione di Marco Tullio Cicerone.

 

Baci,

Giusyna

  
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