Ignis
(Fuoco)
Ti chiamo,
Ale
Il suo accendino
La mia finestra
e un foglio che brucia
tra le tue mani
Le mie candele
Il mio tavolo
e noi ipnotizzate
a guardarle
Occhi castani
Musica e libri
Brava ragazza
Chi mai lo direbbe?
I tuoi fiammiferi
Il mio giardino
e noi li accendiamo
per vederli bruciare
Il tuo accendino
Anzi, i tuoi tre
e tu passi la mano
sulla fiamma
Ignis
(Fuoco)
Sei tu,
Ale
NOTE:
La poesia segue la classica struttura delle mie 'opere': introduzione, primo verso, secondo verso, intermezzo, altri due versi, conclusione con collegamento all'introduzione. Come avrete notato, segue una struttura speculare che ha il suo centro nel verso che dice: "Occhi castani/Musica e libri/Brava ragazza/Chi mai lo direbbe?"
Mentre scrivevo ho cercato di riassumere i vari passaggi in cui si è sviluppata nella mia amica la passione per il fuoco. Nei primi versi parlo di Ale che bruciacchia un foglio sul davanzale della mia finestra con l'accendino di mia madre, poi di noi due che rientriamo e osserviamo le mie candele accese (adoooooro le candele). Nel verso centrale la descrivo e mi pongo la domanda retorica: 'Chi mai penserebbe che a una persona così piaccia il fuoco?' mentre negli altri due versi parlo di lei (e in seguito io) che accende i fiammiferi "per vederli bruciare".
Se nell'introduzione chiamo Ale 'ignis', cioè fuoco, nella conclusione è come se lei fosse il fuoco stesso.
Cioè, tutto questo era l'intenzione, ditemi se ci sono riuscita.
Un bacio,
Kiyara