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Autore: Gipsiusy    07/11/2012    1 recensioni
Non mi ero mai reso conto di quanto fossi fortunato, fino a quel momento. Fino a che una voce nella mia testa mi diceva che ero un idiota, che avrei potuto essere il suo ragazzo in quel momento, se solo non fossi stato così tanto, così immensamente stupido.
Era lui. Era sempre stato lui. Mi importava poco di Jeremiah, o di chiunque altro. Nessuno era al pari di Kurt Hummel. Nessuno riusciva a muovermi come lui.

piccola fic nata mentre riguardavo per la settecentesima volta la 2x16.
Narrata dal punto di vista di Blaine, parla di come si sia svegliato dal torpore fatato(XD) che gli aveva impedito di capire che il suo vero amore fosse lì di fronte a lui.
Buona lettura!
Un commento è sempre gradito.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri di  un giovane Warbler


Il sole splendeva alto sulla Dalton. Mi svegliai pieno di ottimismo ed energia, pronto ad affrontare quella nuova giornata. Non avevo idea di dove provenisse tutta quella gioia, a riprova dello sguardo assonnato e assente dei miei compagni a mensa, ma il pensiero delle regionali e delle canzoni mi metteva un euforia tale da dimenticare tutto ciò che c’era di sbagliato. O quasi.

Era da un po’ di giorni che sentivo il mio migliore amico distante, troppo. Volevo parlargli ma non sapevo come affrontare l’argomento. Mentre abbiamo provato Misery era svogliato e diverso dal solito Kurt a cui mi ero affezionato. Da quanto mi aveva detto di considerarmi più di un amico non avevamo più toccato l’argomento, ma non potevo continuare così. Avevo detto di non ricambiarlo per non rovinare il nostro rapporto, ma quello stava andando in declino da solo, e senza che sapessi dove mettere mani. 

Anche quando mi aveva detto che, parafrasando il discorso, non trovava giusto che io cantassi tutti gli assolo non ero riuscito a dire nulla, ma sentivo una strana rabbia, un nervosismo salirmi da dentro, totalmente inspiegabile, soprattutto per come era iniziata quella giornata. Ok, mi aveva detto il suo parere, lo accettavo come sempre e andavo avanti. Cosa c’era di diverso?

Tornai in camera buttando in aria tutto quello che trovavo sul cammino, e lo stavo facendo anche con Jeff, seduto sul mio letto a parlare con Nick, prima che questi mi fermassero.

“Hey amico, che ti prende?”

“a me? Nulla. Assolutamente nulla! Sto meravigliosamente..” mi buttai sul letto di Nick, con cui condividevo la stanza mentre una parte della mia mente si domandava perché quei due fossero sul mio letto.

“…. Kurt….” Stava dicendo Jeff. A quel nome saltai in aria, attento a qualsiasi cosa stessero dicendo.

“come hai detto?” chiesi ansioso. Che strano, non ero mai stato così fin’ora.

“Ho detto..” disse lanciando uno strano sguardo al ragazzo al suo fianco “è successo qualcosa con Kurt?”

Mi sentii quasi svuotato, cadendo di nuovo sul letto.

“No, no nulla.. perché sarebbe dovuto accadere, dopotutto..siamo solo amici.. non capisco come vi sia venuto il mente..” cominciai a sproloquiare, sicuro che loro non mi ascoltassero. Infatti avevano ricominciato a tubare tra di loro incuranti di qualsiasi cosa stesse accadendo intorno.

Il pensiero tornò al discorso di Kurt. Forse aveva ragione, forse le cose erano davvero troppo statiche e fisse perché potessimo avere quella cosa in più che ci facesse vincere.

La sera non scesi affatto a mensa, e preso com’ero da altri pensieri, quasi mi spaventai quando sentii qualcuno bussare alla porta. La testa di Kurt fece capolino, e sentii le labbra incurvarsi automaticamente in un sorriso.

“Ciao..come mai non sei sceso? Non stai bene?” mi chiese cortese come sempre. Sembrava essere tornato quello di sempre.

“No è che..non ho molta fame..entra dai!” gli feci spazio sul letto, mentre lui si accomodava come era ormai solito fare. Avevamo passato talmente tante serate a guardare film in camera mia o a fare i compiti nella sua che ormai ci erano entrambe familiari.

“Come mai sei qui?” gli chiesi, pur immaginando la risposta.

“Ero preoccupato, mi sembra logico no? Se muori tu, chi canterà Pink?” replicò lui con la solita ironia. Il mio sorriso si fece più grande.

“Ho solo un po’ troppi pensieri per la testa.. nulla di ché..” lo rassicurai poggiandogli una mano sulla spalla.

“io..volevo scusarmi per oggi pomeriggio.. non è stato carino risponderti così male.. mi dispiace..” disse lui dopo un po’, guardandosi le mani.

“Non hai bisogno di scusarti. Hai detto ciò che pensavi, e lo accetto. Va tutto bene..”

Sorrise anche lui, illuminando la stanza. Istintivamente il mio sguardo passò dalle sue labbra agli occhi, per poi finire ai capelli che mi ritrovai ad accarezzare sovrappensiero. Lo vidi saltare in piedi e scappare via, letteralmente, mentre cercava di scusarsi con mezze parole. Non capivo: cos’avevo fatto di sbagliato? 

Avevo una mezza idea di seguirlo, ma poi mi resi conto di non sapere cosa dirgli, quindi rimasi alla finestra a pensare, finché non tornò anche Nick e mi rimproverò per essere rimasto al freddo tutto quel tempo. Se avessi perso la voce io, mi disse, non ci sarebbero state possibilità per noi!

Trovai una cosa stupida tutta la fiducia che riponevano in me. Insomma, non c’ero solo io in quel gruppo!

Evidentemente, però, questo lo pensavamo solo io e il ragazzo che avevo appena fatto fuggire.



Il giorno dopo tentai un esperimento. Non so da dove mi era venuto in mente, ma proposi di cambiare una cosa insignificante come le cravatte.

Non l’avessi mai fatto! Mi si rivoltarono contro, e avevo tutta l’intenzione di andarmene e mandarli al diavolo, quando entrò Kurt.

Era così disperato che per poco non mi prese un colpo.  Con le lacrime agli occhi e i segni di altre che ancora rigavano le guance pallide ci comunicò la notizia e chiese, accennando una battuta alla storia degli assoli, di cantare una canzone.

La morte di Pavarotti lo aveva toccato nel profondo, era evidente, e mi dispiaceva davvero per lui, tuttavia mentre cantava la mia mente cominciò a divagare, cullata dalla splendida voce di quel ragazzo, e cominciai a non concentrarmi sulle parole, ma sul dolce movimento delle labbra mentre venivano formulate. Era bellissimo, davvero, e aveva delle movenze che avrebbero ammaliato chiunque.

Sapevo perfettamente che il suo più grande timore era essere preso per uno stupido, ma in quel momento lo trovai semplicemente adorabile. 

Adorabile perché si prendeva a cuore chiunque si aprisse a lui.

Adorabile perché non voleva far soffrire nessuno.

Adorabile perché era Kurt.

Non mi ero mai reso conto di quanto fossi fortunato, fino a quel momento. Fino a che una voce nella mia testa mi diceva che ero un idiota, che avrei potuto essere il suo ragazzo in quel momento, se solo non fossi stato così tanto, così immensamente stupido.

Era lui. Era sempre stato lui. Mi importava poco di Jeremiah, o di chiunque altro. Nessuno era al pari di Kurt Hummel. Nessuno riusciva a muovermi come lui.


La mattina dopo convocai una riunione d’emergenza di tutti i Warbles. Ci tenevo che ci fossero tutti, ma prima che potessi parlare, Thad iniziò a blaterare della canzone che dovevamo cantare, della tonalità e di altre cose stupide, discutendo con gli altri, e il mio sguardo cadde su Kurt, impegnato a guardare fuori dalla finestra e infastidito da tutto quello.

Presi la parola e feci, probabilmente, il discorso più serio di sempre, almeno con loro. David non riusciva a scrivere, anche se gli avevo chiesto di mettere a verbale, e tutti mi guardavano a bocca aperta.

Quando però dichiarai la mia decisione di cantare con Kurt nessuno osò opporre resistenza, e gli fui grato per questo.

Volevo sorprenderlo e capii, dallo sguardo meravigliato quando tutti lo applaudirono, di esserci pienamente riuscito.

Ora non rimaneva che trovare una canzone. Certo. Nulla di più facile.



Da quando scegliere una canzone è cosi difficile?

Passai il resto della mattinata in giro tra web, libri e tv, alla ricerca della canzone giusta. Volevo che fosse emotiva, ma non doveva essere troppo sdolcinata.  Stavo per mandare tutto all’aria, scartando l’ennesima canzone di Pink che sembrava carina, quando due angeli entrarono in camera.

No, mi correggo, non erano due angeli, ma solo Jeff e Nick che ascoltavano una canzone dal cellulare senza gli auricolari e a tutto volume, cosicché la sentii anche io.

“ ..but i think I’ll be all right..”

Oh, ma certo!!

“ragazzi…cosa..di chi è questa canzone?”

“…Hey Monday..perché?” rispose Nick leggermente titubante.

Mi alzai abbracciandoli forte, per poi fuggire alla ricerca degli sparititi. Credo di averli fatti preoccupare, ma non me ne curai in quel momento.

Mi informai su dove fosse Kurt, ma a quanto pare nessuno lo aveva visto, quindi setacciai un po’ tutta la scuola, fino ad arrivare nella sala comune, dove lo vidi intento a fare qualcosa tra perline e colla.

Non si era accorto di me, intento com’era nel decorare la bara del povero uccellino, e ancora una volta nella mia mente mi diedi dello stupido per non essermi reso conto di quanto fosse bello e assolutamente perfetto per me. Mi capiva, mi parlava come solo lui sapeva, ed era in grado di farmi cambiare, muovere, emozionare.

Dopo un po’ non ce la feci ed entrai, euforico com’ero di cantare con lui.

E passare del tempo con lui.

 E avere una scusa per stargli ancora più vicino di quando mi fosse concesso al momento.

Ero al settimo cielo.

La sua domanda sul perché lo avessi scelto mi spiazzò, lo ammetto, ma tuttavia ancora non capisco da dove avessi preso il coraggio di rivelargli tutto, ne come avessi avuto la forza di guardarlo negli occhi poi. 

Tu mi emozioni, Kurt

Quei cristalli mi guardavano come se non avessero visto nulla di più bello al mondo, come se non potessero credere che quello stesse realmente accadendo.

E dopo un secondo, le mie labbra sono sulle sue, e tutto diventa perfetto. Davvero, sarei potuto rimanere in quella posizione per sempre, solo per sentire le sue labbra sulle mie, ma uno stupido istinto mi disse di arretrare e sedermi, incapace di guardare Kurt negli occhi.

dovremmo provare..”  dissi per qualche strano motivo. Mi arrischiai a guardarlo e vidi che il suo volto era illuminato. Gli occhi cerulei emanavano luce e splendevano come delle stelle. Meraviglioso.

non lo stiamo già facendo?” mi rispose lui, e in un attimo le mie labbra sono di nuovo sulle sue, mentre lo sento cingermi il fianco. Restiamo abbracciati per un po’ mentre assaporo le sue dolci labbra, così morbide e delicate.

Sarei restato lì per l’eternità.


Dopo non so’ quanto i polmoni ci ricordarono di aver bisogno di respirare, quindi ci staccammo, rimanendo comunque avvinghiati. Non mi ero accorto di stare in piedi, al centro della stanza. In realtà non mi ero accorto di nulla.

“Dovremmo davvero andare..non so le parole della canzone..” mi sussurrò lui, cercando di riprendere fiato.

“Certo..andiamo..” ma nulla, non riuscivamo a muoverci. Rimanemmo ad osservarci e sorridere come due ebeti, felici di sentire semplicemente la presenza dell’altro.

“toglimi una curiosità..” chiesi dopo un po’.

“dimmi”

“perché l’altra sera sei scappato?” dissi, e vidi il suo sguardo abbassarsi, mentre arrossiva leggermente.

“è che..bhè tu mi avevi rifiutato e io..non volevo farmi illusioni, ecco tutto..”

Oh, ecco, bravo Blaine, pensai dandomi, per l’ennesima volta in quella giornata, dell’idiota. Il tatto di un elefante in un negozio di cristalli. Rinforzai la presa su di lui, accostando le nostre fronti e immergendomi nel suo oceano cristallino.

“mi dispiace tanto, Kurt. Sono un idiota della peggior specie.. non volevo farti del male, in alcun modo, te lo assicuro!”

Lui mi sorride come solo lui potrebbe fare. “è tutto ok, davvero.. ora va tutto bene. Ma davvero dovremmo provare la canzone! Non la conosco bene e..” ma lo interruppi con un bacio, e un altro, finché non feci quasi violenza su di me per staccarmi da lui. Gli dissi che lo aspettavo alle prove e quasi scappai per non baciarlo di nuovo, mentre lo sentii ridacchiare. Adorabile, l’ho già detto?

In aula canto quasi non mi accorsi della presenza degli altri, nemmeno quando ci riunimmo per gli ultimi ritocchi, ne tantomeno ascoltai cosa stessero dicendo. I miei occhi, i miei passi, erano del tutto catalizzati su di lui e questo mi assicurò, come mi disse Trent dopo, l’esibizione migliore che io abbia mai fatto!

Quando andai in camera a cambiarmi per uscire, dato che con Kurt eravamo rimasti d’accordo per andare al cinema già prima che aprissi gli occhi, trovai un vero plotone di esecuzione. David, Wes, Trent, Thad, Nick e Jeff erano in camera mia e come mi videro mi agguantarono e mi sistemarono su una sedia.

“ragazzi ma cosa..”

“Blaine” cominciò Jeff.

“Devon” continuò Thad.

“Anderson.” Finì David. Ma cosa..?

“vi siete esercitati per caso?” chiesi, ma loro ignorarono la mia domanda, accalcandosi sempre più su di me. Non sembravano arrabbiati, solo…hem..infuocati.

“Cos’è successo tra te e l’usignolo Kurt?” chiese Wes con il solito rigore delle assemblee.

Nel sentire quel nome istintivamente sorrisi, per poi ricordarmi che se avessi ritardato l’usignolo in questione si sarebbe arrabbiato.

“scusate, ma non credo siano affari vostri!” mi alzai e loro si ritrassero, sorridendo leggermente.

“No? Trent è capitato per sbaglio nel vostro raggio di azione e per poco non ha dovuto fare gli esami del sangue, con il glucosio alle stelle..” gli fece notare Nick.

“ non è vero…..” cercai di dire ma gli altri mi aggredirono facendomi tacere. Ok era vero, e quindi?

“quindi dicci la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità.” Incrociarono le braccia al petto risoluti.

“la verità..la verità è che mi sono innamorato del mio migliore amico, che mi ricambia e con cui spero di essere felice. Va bene?”

“ a meraviglia!” disse una voce alle mie spalle. Non mi ero accorto di aver lasciato la porta aperta, quindi quando mi voltai per poco non mi prese un colpo vedendo Kurt, più splendido che mai. Lo raggiunsi in pochi passi e gli fui di fronte.

“scusa ma questi idioti mi hanno trattenuto..faccio in un attimo!” sorrisi e mi fiondai in bagno, raccogliendo vestiti al mio passaggio.

Da lì li sentii parlare, e quando uscii captai questo.

“Allora, com’è baciare Blaine?” chiese Jeff.

“Oh, ti dirò, il primo pensiero che ho avuto è stato < cavolo, ho bisogno di una sigaretta >, peccato che io non fumi..” * fu la risposta di Kurt. Li vidi tutti seduti attorno a lui che pendevano dalle sue labbra. Sorrisi ancora di più.

“Lieto di farti questo effetto..andiamo?” gli dissi spaventandolo. Si alzò e si mise al mio fianco.

Gli porsi la mano e la sentii afferrare, avvertendo che lui era agitato quanto me. Aspettai che fossimo usciti dalla scuola prima di attirarlo a me e baciarlo dolcemente.
Lui passò le braccia attorno al mio collo ricambiando il bacio, sorridendo.

“Allora, che film dovevamo vedere..?” chiese.

“non ne ho la più pallida idea, sai?”

Scoppiammo a ridere, dirigendoci verso il cinema e fermandoci di tanto in tanto per scambiarci qualche bacio.

Non importava davvero dove andassimo, bastava che stessimo insieme, e così era.

E così sarebbe stato, per sempre.



*riferimento a un intervista dove Chris Cofler, dopo che gli chiesero cosa avesse pensato dopo aver baciato Darren Criss, risponde pressapoco così.

Beeeene! se siete arrivati fin qui, i miei complimenti!!
Francamente, nonostante abbia scritto e ci abbia pensato, non riesco ancora a capire perché Blaine abbia scelto proprio Candels..si insomma parla di un addio!
Ma vabbé..domani torna Glee!!!
e l'America ha ri-eletto Obama! quindi più baci Klaine per tuttiiii!!
ok, questo è solo un sogno, ma comuque sognare è bello, no?

ooook! adesso vi lascio in pace!!

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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

un bacione a tutti!!
GIP<3
   
 
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