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Autore: Maya98    08/11/2012    2 recensioni
" Egli lo ascolta cantare, privilegio riservato a lui e a lui soltanto, udendo e accogliendo quelle parole come se fossero gli ultimi respiri di vita prima della dimora nell'Ade. Se il foco vero e l’ardor di un amore consumato in una fiamma della vita pronta a guizzare per estinguersi, il Pelide lo cantava serenamente a Patroclo. "
Il Pelide canta le gesta degli eroi, Patroclo non può fare altro che ascoltare la voce.
[ Achille/Patroclo implicito ]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Achille canta

 

La sua voce possente e al tempo stesso ridente raschiava con forza la gola del Pelide, seduto s'un sgabello di semplice castagno - povero per un uomo di tal rango - ch'intonava i canti dell'antiche gesta de' quei eroi nelle cui schiere tanto anelava la parte; e sorridente s'accompagnava con qualche accordo pizzicato estorto dalle corde della cetra con le sue abili dita, e girovagava sereno per la tenda vuota, sotto lo sguardo di Patroclo - sempre presente come lo era stato per tutta la sua vita -. Quel focoso uomo che in guerra avrebbe avuto futuro, nel destino tra kleo e nostos avrebbe scelto la via impervia - più ardua e più eroica come da lui ci si spettava - allora era solo in un vano e disciolto sorriso dolce che trovava eco sulle labbra del compagno incomparabile; egli lo ascolta cantare, privilegio riservato a lui e a lui soltanto, udendo e accogliendo quelle parole come se fossero gli ultimi respiri di vita prima della dimora nell'Ade. Se il foco vero e l’ardor di un amore consumato in una fiamma della vita pronta a guizzare per estinguersi, il Pelide lo cantava serenamente a Patroclo. Achille era meglio del più gran aedo ch'i tempi avessero mai visto, e per lui quegl'esametri non erano altro che la musica di ch'esprimeva il suo pensiero: ciò che si nasconde nell'intrepido cor valoroso di Achille non è altro che una viola del pensiero appena in fior, destinata ad appassir presto.


[ 240 parole ]

Angolino della Skizzata:
AVVISO: Non sono pratica con questa coppia. Ho sempre saputo della sua esistenza, ma non mi ci sono mai dedicata. Ieri, studiandomi 90 pagine sui poemi omerici per l'interrogazione ( per la quale mi sono masochisticamente offerta ) di oggi, ho trovato nel testo la scena in cui Achille canta, nella sua tenda, le gesta eroiche. Mi è venuta così, consideratela un esperimento, soprattutto perché è da anni che non rimaneggio le parole in linguaggio epico. Il tono ridondante e quello agonistico qui mancano, per esempio, e anche un po' l'omeostasi. Ci tenevo a sottolineare la dura scelta tra il kleos e il nostos (non ho idea di come scriverli in caratteri greci sul computer, quindi ho translitterato). Per chi non sappia cosa sono, il kleos è il concetto di fama immortale, mentre il nostos è il "ritorno". Achille sceglie tra il ritornare alla patria e avere una lunga vita e il rimanere a combattere, morendo precocemente da eroe e rimanendo immortale nella memoria di tutti. Egli sceglie la seconda. 
Sarei molto grata se qualcuno recensisse, poiché critiche negative e commenti sono ben accetti quanto complimenti positivi. Sbagliando si impara!

  
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