La Musa Scontenta

Piuttosto a fascini concreti aspirava
-e a ricci tabacco e non purpurei,
e di virile fascino, non di donna-
Ora si ritrova a cantar controvoglia
Per una Luna che a lei non si mostra.
Oh!, quanto ambiti sono ora
Il torace possente e non formoso
La voce roca e non il canto
Di una poeta egoista, che non la comprende…
Quanto rimpiange ora di aver parlato,
di aver detto d’amore a una folle
-le morde il rimorso più di un leone,
più della mancanza che sente nel petto
-ah, che male avrà fatto la musa
Che bramava d’esser conquistata
Non da muliebre fascino - ma da virile
E scultorea presenza…