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Autore: lu1980    08/11/2012    2 recensioni
Anche il gelido Izaak nasconde un segreto ......
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PARTE 1

 

“Vivo in una specie di reggia, ho praticamente tutto ciò che mi serve comprese quattro guardie del corpo, l’unica cosa che mi manca sei tu.

I disordini tra i pianeti ti hanno costretto a tenermi qui per ragioni di sicurezza.

Nessuno sa, ad esclusione di Raspotin Sin e Mai, chi sono io e cosa rappresento per te e che, cosa più importante, esiste un quinto ranger J9.

All’ultimo piano di uno dei più eleganti palazzi della città di Jota su Giove c’è il mio appartamento, un mega attico con ogni confort, tra cui una palestra una piscina ed anche un poligono di tiro, insomma, di certo non mi annoio!

La notizia della sconfitta di Kamen Kamen è giunta stanotte, i miei angeli custodi mi hanno svegliato con le loro grida di gioia unitamente ad un tuo messaggio che diceva di pazientare ancora un po’ e mi avresti raggiunto.

Mentre faccio questi pensieri mi godo il primo tramonto di pace dopo tanti mesi di battaglie.”

 

Izaac e Raspotin lasciarono base J9 circa un mese dopo, tempo impiegato per iniziare le riparazioni di Bryger e mettere l’intero sistema in automatico.

Scesero sul pianeta al calare della sera con una delle navette dell’astronave di Raspotin che era rimasta nell’orbita dello stesso a controllare che nessuno potesse trovare, anche per pura coincidenza, la base dei ranges.

Il russo indossava jeans e maglietta la sua uniforme era parcheggiata nell’armadio della sua cabina, però si era portato dietro spada e pistola, da quelle non si separava mai, scese dalla navetta che ancora non erano spenti i motori fece qualche passo allargando le braccia per accogliere la sua Isha, due scuri occhi lucenti in una cascata di capelli castani.

Si scambiarono un lungo bacio.

-quanto ho atteso questo momento-

-anch’io Isha, anch’io-

-e a me non mi saluti?-

-oh Raspotin, non fare il geloso, nell’ultimo anno ho visto più te che lui!-

 

Il mattino seguente Isaac si svegliò piuttosto presto, si preparò una tazza di caffè ed uscì sul terrazzo, gli unici mezzi che si potevano vedere erano quelli degli addetti ai rifornimenti e qualche nave passeggeri chi in decollo chi in atterraggio.

-che ci fai già in piedi?- chiese Raspotin raggiungendolo.

-è l’orario dello spazio, tu?-

-idem … ho sentito i miei ragazzi, dicono che è tutto tranquillo-

-bene-

-i tuoi?-

-li contatterò più tardi-

-sempre che non abbiano già fatto rapporto loro!-

Isaac sorrise –ormai li conosci bene anche tu-

-già! … ora sparisci e torna da Isha! Non serve che monti di guardia, a quello bastiamo noi!-

Raspotin per farla breve quasi lo ributtò in casa di peso, tornato in camera prese il suo portatile e si sedette sul letto, aprì il collegamento col computer di J9 per controllare con calma lo stato dei lavori.

C'erano anche tre e-mail, una di Boy una di Kid e Omachi ed una di Sin e Mai, tutti dicevano che stavano bene e che sentivano un po' la mancanza delle giornate movimentate a cui erano abituati, solo i due fratelli aggiungevano che gli studi procedevano bene e di salutare Isha.

-qualcosa non va?- chiese stiracchiandosi.

-procede tutto al meglio … sto rispondendo ad una mail di Sin e Mai che ti mandano a salutare-

-che cari ragazzi, della scuola dicono nulla?-

-guarda ci hanno spedito i loro ultimi compiti in classe-

-caspita! Hanno preso nove tutti e due! … senti, da quanto non fai un giro in città?-

-anni, lo dovresti sapere- rispose senza togliere lo sguardo dal monitor.

-bene, allora ci andiamo!-

-Isha, per me è rischioso, qualcuno potrebbe riconoscermi-

-faremo in modo che non succeda-

Due ore dopo giravano per la città come una normale coppia a passeggio, Izaak aveva i capelli legati un berretto in testa e degli occhiali da sole scuri, a chiudere il gruppo gli uomini di Raspotin che li seguivano a debita distanza.

Isha si fermò davanti ad una vetrina -quel vestito mi piace, che dici entro e gli diamo un occhio da vicino?- attese inutilmente una risposta -eih, sto parlando con te!-

-scusa, ero distratto, dicevi?-

-guarda che non serve che stai anche tu sul chi va là, ti ricordo che abbiamo quattro guardaspalle … comunque dicevo che vorrei vedere bene un vestito di questa vetrina-

-quale?-

-quello blu-

-mi piace, entriamo … prego, prima le signore-

-grazie-

Isaak scambiò uno sguardo d'intesa con gli uomini di Raspotin senza che Isha e, soprattutto, i passanti se ne accorgessero.

La visione si tradusse in prova d’abito, quel vestito era troppo bello per negargliela, era lungo dal taglio morbido col corpetto che lascia scoperte le spalle di quel tanto da rendere il tutto intrigante a completarlo una stola di seta bianca, alla fine Izaak decise di acquistarlo,

-hanno già abbassato le luci?-

-direi, sono già le cinque passate!-

-sarà meglio rientrare, per farmi perdonare preparo una cena speciale per farmi perdonare per aver tenuto in giro quei poveretti tutto il giorno-

-e io?-

-avrai anche tu la tua parte-

Dopo una doccia rigenerante si mise all'opera preparò dei cestini di pane croccante dove vi mise dentro delle verdure tagliate a listarelle, nel congelatore c'era dell'arrosto già pronto che dovette solo scongelare e riscaldare, il tutto mentre dal terrazzo provenivano le risate di Raspotin e dei suoi uomini.

-eih, là fuori è pronto!-

La cena fu molto gradita, in particolare il dolce inventato all’ultimo momento con caffè amaro e biscotti, Isha ricevette anche molti complimenti.

-ora manca solo una cosa!- disse uno dei soldati.

-cosa Yuri?-

-la musica!-

-no, ti prego … Raspotin, di loro qualcosa-

-non ci vedo nulla di male-

Con l'approvazione del loro capitano comparvero tre organetti e la serata si concluse con canti e balli alla luce della luna artificiale del pianeta.

 

PARTE 2

Le famiglie mafiose degli asteroidi si erano riformate ed erano tornate a colpire.

Sei stato costretto a richiamare la squadra, con tuo grande rammarico non hai potuto avvisare né lei né Rasportin.

Ora vi trovate nei pressi di Venere per liberare gli abitanti dalla schiavitù di una di questa famiglie che li costringe a lavorare per soddisfare i suoi bisogni.

Sotto i vostri colpi i soldati mercenari assoldati cadono feriti a morte, con passo spedito ti dirigi sicuro verso il loro capo stai per colpirlo alla schiena quando questo si gira e tu resti di ghiaccio sul posto, mai ti saresti aspettato di vedere lui.

Questa tua distrazione permette ad uno sei suoi uomini di colpirti.

 

Spalancò gli occhi e ti trovò quelli preoccupati di Omachi che lo guardavano.

-Kid Boy, si è svegliato-

-eih capo come ti senti?- chiede il rosso pilota.

-ho un gran mal di testa, voi?-

-interi-

-Izaac, tu conosci il capo dei mercenari, vero?-

-sì Kid, il suo nome è Dimitri, abbiamo fatto l’accademia assieme-

-vuoi sfruttare la cosa per uscire da qui?-

-sarebbe del tutto inutile-

-e allora capo?-

-abbi pazienza Boy, a beve sarà qui la cavalleria-

Izaac non voleva dire alla sua squadra di Isha, almeno non ancora sapeva bene che Raspotin avrebbe fatto ogni qualunque cosa per tirarli fuori da quel pasticcio.

 

La nave viaggia criptata ed in silenzio radio per non farsi captare, guardi la tua casa e la città diventare sempre più piccoli fino ad essere un puntino luminoso e poi nulla più.

Senti i motori andare su di giri siete fuori dell’orbita del pianeta.

Ogni uomo a è preso nelle proprie mansioni, ti fa uno strano effetto essere a bordo di quella nave dopo il tuo matrimonio.

Raspotin, in quanto capitano, vi ha sposato secondo le leggi dello spazio ma senza la funzione religiosa questo non ha valore legale, ma a voi poco importa.

Nella tua mente sona ancora vivi i ricordi di quel giorno, doveva essere un primo viaggio per portare le tue cose su J9 e, invece, Izaac aveva combinato tutto a tua insaputa, ti aveva chiesto di indossare il vestito che avevate comprato in città e di raggiungerlo sulla terrazza panoramica di poppa per una cena a due, ma al tuo arrivo trovasti ben altro.

Senti i motori che nuovamente rallentano siete in avvicinamento all’asteroide, entrate nell’hangar stranamente vuoto, ad accogliervi solamente Sin Mai ed una ragazza, i loro sguardi pallidi e preoccupati ti fanno sentire un brivido lungo la schiena.

 

-ragazzi, cosa succede?- chiese

-oh, Isha un disastro-

Appena appreso quanto accaduto Raspotin e i suoi decisero di partire subito per Venere, durante i rifornimenti alla nave tra lui e Isha scoppiò un’accesa discussione.

-ti ho detto di no, resti qui! -

-sono un soldato anch’io! So come si combatte!-

-senza dubbio, ma se ti accadesse qualcosa Izaac non me lo perdonerebbe mai! E poi c’è Stella-

-al diavolo Raspotin! Sin e Mai sono in grado di gestire benissimo la cosa! Non voglio stare qui ad aspettare senza fare nulla!-

Il loro discorso venne interrotto dal computer che avvisava di una chiamata in entrata per la ragazza sulla linea dell’esercito.

-e chi sarà, ormai lo sanno tutti che ho dato le dimissioni-

-rispondi e lo sapremo-

L’astronave aveva lasciato da circa trenta minuti base J9, procedeva a velocità sostenuta verso il pianeta, Isha si trovava in plancia col viso serio di chi sta per scendere in battaglia con la mente tornò indietro con gli anni fino al giorno in cui lei e Izaac si conobbero.

 

Ai test d’ingresso per l’accademia venne colpita subito da quel capitano dai capelli corvini forse un po’ troppo lunghi per il ruolo che occupava con gli occhi scuri che emanavano uno strano bagliore.

La settimana successiva all’esame passò lentissima, continuavi a guardare la posta in attesa di quella maledetta lettera che non arrivava mai, finchè non arrivò … ammessa diceva, era stata ammessa al corso ufficiali.

Pochi giorni dopo era sui banchi di studio, il corso molto pesante ma lei era determinata e si era imposta che l’avrebbe portato a termine ad ogni costo.

Una delle prime calde sere d’estate sul tardi mentre stava passeggiando per il bosco del parco attorno all’accademia le parve di sentire una voce molto familiare, seguì la provenienza e tutto fu chiaro.

-Raspotin?- pronunciò con una certa sorpresa vedendo il suo amico parlare proprio con quel capitano –ma che significa, voi vi conoscete?-

Raspotin era sorpreso, l’altro non fece una piega.

-mi dici o no cosa sta succedendo?-

-Rasp, non starai facendo il doppio gioco?-

Per la prima volta lo sentì parlare al di fuori del gergo militare, insomma, in modo normale, la sua voce era calda e profonda.

-no Isaac, mantengo una promessa che feci molto tempo fa ai vostri padri … tu la conosci come Smith, lei in realtà la figlia di Basiliev … Isha ti presento il figlio del compagno d’armi mio e ti tuo padre-

-lui è il figlio di Gudonov?-

-esatto-

-perché non mi hai detto nulla? Saremmo molto più avanti col progetto-

-la ragazza ha ragione-

-sì è vero … vi chiedo scusa … ma i vostri padri mi avevano fatto promettere che non vi avrei fatto conoscere fino al termine della costruzione del Bryger-

-non capisco Rasp, avremmo potuto aiutarci-

-no! È stato giusto così, non conoscendoci non avremmo corso il rischio di tradirci-

-già ma ora ci conosciamo, quindi?-

-non cambierà nulla né tra noi, né nel tuo addestramento, intesi?-

-sì capitano!-

-in questo luogo, e solo in questo luogo, hai il permesso di chiamarmi Izaac, Raspotin ci vediamo-

Aggiunse sparendo nel buio della notte tra gli alberi.

-tu gli piaci-

-seeee, ma se è caldo come il ghiaccio!-

Raspotin rise –rientra anche tu, ti farò sapere quando incontrarci-

-ok, ciao-

Raspotin rimase solo con i suoi pensieri …. Sarà anche di ghiaccio come dici, ma quando ti ha visto i suoi occhi avevano la stessa luce di quelli di suo padre quando guardava sua madre.

 

Ora che sapevano l’uno dell’altra il materiale che sottraevano all’esercito e inviavano nello spazio avveniva in modo più rapido e coordinato.

Durante le giornate di studio e allenamento, come da parola, la trattava al pari degli altri cadetti, anche durante gli incontri con Raspotin non era cambiato molto, anche se il loro comune amico continuava a ripetere ad Isha il contrario la ragazza non ci credeva.

Al secondo anno di corso durante un allenamento con un robot avvenne ciò che avrebbe cambiato la loro vita per sempre.

Con i primi dieci allievi andò tutto bene, quando fu il turno di Isha il robot andò in corto circuito ed impazzì, inizialmente la ragazza riuscì a tenergli testa, ma poi i movimenti divennero sempre più veloce e lei venne ferita ad una mano, stava per venire colpita a morte quando il robot si fermò perché la sua testa era stata tranciata dalla spada di Izaac.

-Isha tutto bene?- chiese con una voce diversa dal solito sotto lo stupore dei presenti.

-più o meno, è un brutto taglio, ma nulla che non possa guarire-

-vai subito in infermeria, Dimitri accompagnala- aggiunse col suo solito tono distaccato.

-ok Izaac-

Per la prima parte del tragitto rimasero in silenzio, poi fu Dimitri a prendere la parola.

-ragazza mia, hai fatto colpo-

-capitano, si sbaglia-

-e invece no, con Izaac siamo entrati in accademia assieme e, finora, non aveva mai chiamato nessun cadetto per nome-

-data la circostanza poteva capitare a chiunque-

-mmm hai ragione … allora vorrà dire che una di questa sere ti invito fuori a bere qualcosa-

-dolente, signore, ma non mi è ancora possibile uscire con ufficiali di grado superiore-

-azz è vero! Vorrà dire che aspetterò-

Il dottore le disse che doveva ringraziare i suoi riflessi, sarebbe bastato un secondo di ritardo e avrebbe perso la mano, data l’entità della ferita la mise a riposo per una settiamana.

A nulla valsero le richieste di poter partecipare almeno al torneo di scherma che si sarebbe svolto per l’annuale festa dell’accademia, la decisione del medico fu irremovibile.

Delusa tornò nella sua stanza, quella sera c’era la cena di gala per l’apertura dei festeggiamenti con la scusa che le faceva male la ferita rimase in camera.

Dalla finestra aperta si potevano sentire le note dell’orchestra, un rumore leggero sul balcone la fece saltare giù dal letto puntando la pistola.

-chi va là!?-

-posala, sono io-

Izaac comparve dal buio esterno, indossava l’alta uniforme, le mostrine lucidate a specchio lo facevano sembrare il principe delle favole, a differenza di lei che aveva un corto pigiama estivo.

-come mai non sei alla festa?-

-mal di testa, effetto dell’anestetico, tu?-

-mi annoiavo- rispose tornando sul balcone, sicuro che nessuno lo sentisse aggiunse –domattina presto parto-

-per dove?-

-ho dato le dimissioni-

-per quello che successo oggi?-

-no, Raspotin mi ha fatto sapere che J9 è terminata ora si passa a Bryger e voglio seguire da vicino ogni fase della costruzione-

-vengo anch’io!-

-no, tu devi finire il corso-

-bell’amico che sei! Ora che hai ottenuto ciò che volevi mi scarichi come una cosa vecchia!- Isha era furiosa.

Il ragazzo si girò a guardarla, erano molto vicini, non disse una parola e questo la fece infuriare ancora di più.

–ti ricordo che su quel progetto c’è anche il nome di mio padre e quindi, che tu lo voglia o no, vengo lassù!-

Izaac mosse le braccia, Isha si aspettava l’arrivo di un ceffone ed era pronta a pararlo, invece arrivò un bacio che la lasciò senza parole.

-ora che ti sei calmata, ti dico il resto- la sua voce aveva quel particolare tono caldo –verrai a bordo, ma ora è importante che tu prenda il diploma … poi staremo assieme, e così sarà fino alla fine dei nostri giorni … Isha io ti amo, ma devi aver pazienza ancora un po’, al momento è troppo pericoloso portarti lassù-

-scusami, avevo frainteso ogni cosa-

-non devi scusarti, sono io che ti ho messo in confusione sol mio comportamento-

Al suo risveglio credeva di essersi sognata tutto, ma i capelli neri sul suo cuscino dicevano l’esatto contrario.

 

-Venere in vista, atterraggio previsto tra trenta minuti … tutti ai propri posti!-

La voce di Raspotin riportò alla realtà.

-vado a cambiarmi, ci troviamo sul ponte basso-

-ricevuto-

Tornata in cabina, Isha, indossò la sua uniforme da capitano dell’esercito, dopo la cerimonia di consegna dei gradi non l’aveva più indossata dato che aveva dato le dimissioni il giorno stesso.

A quel tempo Dimitri si era già congedato da tempo e non poteva saperlo, il fatto che avesse chiamato proprio lei per dare in consegna ai militari i Cosmo Rangers aveva permesso loro di elaborare un piano ottimale.

Sul ponte c’erano Raspotin ed una parte sei suoi uomini con le divise dell’esercito, Isha ricordò loro alcuni piccoli dettagli da non scordare.

-so che non siete degli sprovveduti, ma voglio ricordarvi che dovete mettere la parola signore all’inizio ed alla fine di ogni frase quando vi rivolgete a me o a Raspotin che da ora si chiamerà numero uno-

Il piano era semplice si dovevano spacciare per quelli che erano andati a prendere i Rangers e saldare le taglie a chi li aveva catturati.

Mentre il locale capo famiglia faceva loro da guida nella grande casa, Dimitri, era sceso nelle prigioni per prelevare i prigionieri.

-avanti in piedi, il vostro taxi è arrivato!-

-spiegati meglio, Dimitri-

-Izaak izaak, con tutta la tua grande intelligenza proprio non ci arrivi?- rise –abbiamo contattato l’esercito, sapete, sulle vostre teste c’è ancora una bella taglia-

-bastardo!-

-calma bellezza, o ti verranno le rughe-

-signore, i militari sono qui-

-bene … levategli la benda, non vogliono che lo vedano così-

Un soldato strappò con forza la fasciatura attorno alla testa di Izaac facendogli contrarre il viso in una smorfia di dolore.

-ah! Quasi scordavo, per l’occasione ho chiamato la tua prediletta-

-Isha?-

-proprio lei, sai che colpo poveretta, dover arrestare proprio colui che le salvò la vita da un robot impazzito!-

-così avrai modo di consolarla tu, giusto?-

-e non solo- Dimitri scoppiò in un a grossa risata.

I soldati li condussero fino ad una grande sala dove i militari dell’esercito erano già disposti a ferro di cavallo in loro attesa e con le armi pronte.

-Isha, carissima, quanto tempo ti trovo benissimo!-

-anche tu Dimitri, non avrei mai immaginato di trovarti a capo di un esercito di mercenari-

-le esigenze della vita portano a fare strade diverse, ma dimmi, queste taglie?-

-calma calma, prima ci sono le procedure standard … numero uno?-

-subito, signore-

Raspotin si avvicinò ai prigionieri con uno strumento medico iniziando ad esaminarli, il primo era Boy che lo riconobbe subito.

-R..-

-sss ragazzo, o farai saltare tutto-

Il padrone di casa era visibilmente nervoso, in palio c’erano moltissimi soldi e non voleva certo farseli scappare.

-chiedo scusa, capitano, ma serve così tanto tempo?-

-normali procedure, non posiamo pagare una taglia piena su un cadavere, mi capisce vero?-

-s sì certo- l’uomo si allontanò ber bere.

-che effetto ti fa arrestare il tuo eroe?-

-nessuno, ora per me è solo un criminale-

-senti, che ne dici di mandare avanti i tuoi uomini e tu li raggiungi più tardi dopo una cena assieme?-

-dolente, ma ho un protocollo da seguire-

-cavoli! Parli come lui quando portava la divisa!-

-io la porto ancora-

-signore, chiedo scusa ho terminato, signore-

-bene numero uno, passami l’apparecchio-

Isha iniziò ad esaminare il risultato.

-vede che sono in salute- disse il padrone di casa.

-dolente ma non è così-

-impossibile! Lo strumento è danneggiato!-

-Isha cosa dici?-

-vedi Dimitri, se ti fossi informato meglio sapresti che non faccio più parte dell’esercito da molto tempo … povero pensavi di giocare Izaak e, invece ti abbiamo giocato noi-

-noi? … non starai mica con lui?-

Non ebbe quasi il tempo di finire la frase che la stanza si riempì di fumo, era gas soporifero che in breve tempo mise tutti fuori gioco.

-tu pensa a loro, io recupero Thunder-

-Isha!?-

-no quello che faccio, Izaak, ci vediamo a bordo! … tre con me!-

I quattro svanirono nel fumo che nel frattempo stava invadendo tutta la casa.

-eih ma non ha le chiavi!-

-a lei non servono, Boy … via! Siamo rimasti anche troppo!-

Thunder partì sgommando e si diresse a gran velocità direttamente nell’hangar di carico della nave di Raspotin che attendeva con i motori accesi, appena dentro si chiuse il portellone e presero il volo.

Isha raggiunse i Rangers che erano stati condotti in infermeria dove il medico di bordo stava prestando loro le cure del caso.

-scusa tu chi saresti e come hai fatto ad usare Thunder?-

-loro non sanno nulla?-

-non guardare me, è tutta colpa di tuo marito-

-marito?- ripeterono in coro i tre rangers guardando prima Isha e poi per logica Izaac.

-e quando ti saresti sposato?-

-un mese fa, Omachi-

-capo, potevi dircelo!-

-lo sai come la vedo sulla mia vita privata, Boy-

-a questo punto direi che ci devi raccontare un po’ di cose- disse Kid sedendo a cavalcioni su una sedia.

-infatti … il padre di Isha è l’altro progettista di J9 e Bryger, in questi anni lei è sempre rimasta a vivere a Jota col compito di farci da informatore e fornitore di quanto potesse servirci a bordo … il fatto che non vi abbia mai parlato di lei era per pure ragioni di sicurezza-

-a pensarci ben non è stata un’idea sbagliata, avrei fatto anch’io lo stesso con Stella se l’avessi conosciuta prima-

-mi auguro che tu l’abbia già chiamata, quando l’ho lasciata su J9 era molto preoccupata-

-corro! Con tutto sto casino mi ero scordato!-

Boy svanì di corsa sotto un coro di risate

 

Il silenzio della notte è calato nell’asteroide tutti dormono tranne uno, Izaac guarda lo spazio infinito ripensando agli ultimi avvenimenti.

-con la ferita che hai dovresti essere a riposare anche tu-

-sto bene-

-ti conosco, vuota il sacco, stai pensando a Dimitri?-

-sì … sono certo che sentiremo ancora parlare di lui-

-e noi saremo pronti a dargli testa-

Izaac le cinse la vita con un braccio attirandola a se.

-non era proprio questo il modo in cui avrei voluto presentarti ai ragazzi-

-oramai è andata-

-infatti … hai impegni per le prossime ore? Avrei giusto una proposta-

-dipende se mi garba-

-ti piacerà, se sono sicuro-

Isha lo baciò ed assieme si avviarono verso la loro cabina. 

  
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