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Autore: _Zexion_    08/11/2012    2 recensioni
1° Capitolo: Se ne rendeva conto ogni dannatissimo giorno che passava, che qualcosa non andava nel suo cervello.
Qualcosa non andava lì e, decisamente, qualcos'altro non andava anche al proprio cuore. Perché più finiva per avere a che fare con quel ragazzo, più sentiva sensazioni che non sapeva spiegarsi.
Cosa diavolo gli aveva fatto?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Allora. Perché sono qui?
Perché avevo voglia di riprendere un pò a scrivere FF dopo una vita che non lo faccio, siate clementi Gli avvertimenti sono tutti perché questa sarà una raccolta da tre one-shot, di cui per ora non spoilererò niente, ma state sicuri non ci sarà del fluff di mezzo.
Anyway. Spero che alla fin fine sia davvero più decente di quello che immagino Ho dovuto scrivere qualcosa, ci tenevo. Detto ciò, non ci sono spoiler, solo la mia grammatica opinionabile, quindi andate in pace figlioli. -si è appena svegliata e non ragiona.- 
Buona lettura <3

Letteratura Giapponese.

 


Aveva sempre pensato ad Aomine come la persona più irritante che gli fosse capitata sulla strada con il suo continuo "Solo io posso battermi" e quel carattere arrogante. Con il suo sottovalutare il basket e l'avversario, come se fosse veramente impossibile trovare qualcuno più forte.

Lo aveva detestato a lungo, pensando che gli avrebbe volentieri tirato un pugno se non fosse stato proibito fare risse, per loro giocatori.

Aveva pensato che, una volta datagli la batosta che si meritava l'avrebbe completamente ignorato sino alla volta dopo in cui avrebbe finito per batterlo ancora, perché non aveva di certo intenzione di permettergli di vincere una seconda volta contro di lui.
Eppure, non era andata esattamente così.
Non dopo quell'espressione, quel sorriso e specialmente non dopo quello sguardo.
Se ne rendeva conto ogni dannatissimo giorno che passava, che qualcosa non andava nel suo cervello.

Qualcosa non andava lì e, decisamente, qualcos'altro non andava anche al proprio cuore. Perché più finiva per avere a che fare con quel ragazzo, più sentiva sensazioni che non sapeva spiegarsi.

 

Cosa diavolo gli aveva fatto?

 

« Oi, Kagami, mi stai ascoltando? »

Il suono di quella voce lo risvegliò dai propri pensieri per nulla piacevoli, finendo con il guardare un paio di iridi blu oceano che decisamente, non lo stavano guardando in maniera favorevole.

« Eh? »

Fù un sospiro ad uscire dalle labbra di Aomine, scocciato, che lasciò andare la matita sul quaderno. Che diavolo, già che era li invece di apprezzare lo sforzo l'altro sognava ad occhi aperti?

« Oh, andiamo. Cosa diavolo sono venuto qui a fare a spiegarti le cose se mi ignori? Sto perdendo tempo con un'idiota come te. »

Confuso, ancora perso nei propri pensieri, Kagami ricevette solo l'impulso di rispondere grazie a quell'insulto e, in un certo senso, al fatto che l'altro si stesse alzando dal tavolino focalizzando dunque la sua attenzione.
Non era una cosa strana che ogni tanto si vedessero, benché solitamente fosse più che altro per una partita uno contro uno. Ultimamente tuttavia, Kuroko aveva iniziato a dargli buca per le ripetizioni (Kagami li chiamava solo aiuti, non ripetizioni) e lui aveva iniziato a far affidamento su Aomine che per qualche ragione strana riusciva a passare gli esami, nonostante oziasse per lo più.

Aggrottò le sopracciglia, il rosso, finendo per guardarlo perplesso.

« Ehi! Mi sono solo distratto un'attimo, che problema hai? »

Aomine inarcò un sopracciglio, mentre ricambiava lo sguardo di Taiga con uno che semplicemente stava a significare "Sei un'idiota, ecco cosa."
« Il mio problema sei tu che mi fai perdere tempo, come se non fossi già abbastanza ignorante! »

« Non darmi dell'ignorante, cretino, è colpa tua se mi disconcentro! »

Silenzio.

Fu quello che nacque in quel momento tra una cosa e l'altra, mentre Aomine vagamente scettico guardava Kagami e Kagami stesso evitava lo sguardo dell'altro pensando di aver appena fatto una vaccata colossale.

« Che razza di scusa è mai questa? »

Scusa. Era facile per Aomine, confuso, chiamarla così in quanto decisamente non riusciva a capire in che modo potesse costituire una distrazione per l'altro.
Da parte di Kagami, invece, quella frase era solamente irritante e imbarazzante, non essendo per nulla abituato a esporsi così tanto, specie quando alla fin fine il continuare a pensare a Daiki risultava abbastanza molesto persino per sé stesso.

Scocciato, imbarazzato, Taiga non era decisamente il tipo da lasciarsi trasportare da certe cose. Basket, cibo, letto. Ecco su cosa si basavano le sue giornate e davvero, non aveva voglia di complicarsele.

« Sai cosa? Forse è meglio davvero se vai via, infondo non è giornata per studiare. »

Aomine invece, di fronte a quel cacciarlo via improvvisamente, iniziava a corrugare le sopracciglia sempre più perplesso e confuso, mentre vedeva l'altro indaffarato nel mettere a posto i libri di scuola. Perché poi avesse quell'espressione sul viso, Taiga, Aomine proprio non riusciva a spiegarselo.

« Oi, Kagami. »

« Magari facciamo una partita, però. Ti va? »

« Kagami. »

« Ma avrai sicuramente degli impegni, non ti trattengo. »

« ... Che diavolo, Kagami. Mi ascolti? »

« Quindi vai. Ti faccio saper- »

Silenzio. Era il suono più bello per Aomine, in quel momento, mentre finalmente era riuscito a bloccare la parlantina molesta dell'altro, nemmeno fosse stato una dannatissima ragazzina. Davvero, si poteva essere più palesi?

E infondo, anche carini. Il fatto che l'altro fosse entrato nel panico a causa sua gli dava una soddisfazione immensa, c'era da dirlo, cosa che lo aveva spinto a baciarlo per zittirlo.
Tattica che stava funzionando perfettamente persino ora che si stava separando, dopo aver notato l'immobilità altrui.
Perfetta.

Lo lasciò, cercando di non sorridergli propriamente in faccia mentre notava un leggero rossore impadronirsi delle guance del rosso, tornando quindi al libro come se nulla fosse appena accaduto.

« Ora, se magari ti calmi e mi presti attenzione, continuiamo con la letteratura giapponese. Avevi problemi anche con qualche kanji, vero? Davvero, che razza di giapponese sei, Bakagami. »

Morbide. Calde.
Kagami continuava a pensare a quello, mentre si rimetteva seduto, ubbidiente quasi. Aomine l'aveva baciato davvero e, che gli venisse un colpo, gli era piaciuto.
Dannazione, gli piaceva Aomine.

Si morse il labbro, portando una mano alla fronte, tra i capelli, respirando calmo dopo aver appoggiato il gomito al tavolo per sorreggersi.

« Oi, Aomine. »

« Mh? »

« Mi hai baciato? »

« Esattamente. »

« Perché? »

« Era il modo più veloce per farti stare zitto. »

« Ah. »

Guardò l'altro con la coda dell'occhio, Aomine, non riuscendo proprio più a trattenerlo, quel sorriso.
Davvero. Come diavolo poteva essere così carino, quel ragazzo? In confronto al suo solito carattere arrogante. Si ritrovò a sospirare pensando che forse, ma solo forse, i giorni a venire sarebbero stati decisamente più entusiasmanti. Lo pensava davvero, mentre si voltava e, invasivo come suo solito, si avvicinava al volto altrui.

« E poi probabilmente mi piaci. Infondo piaccio anche io a te, no? »

E di fronte al rossore altrui e il consecutivo "Smettila di dire cose idiote ed imbarazzanti!", da parte di Kagami, Aomine ne era sicuro.

Ne era valsa la pena andare ad aiutarlo in letteratura giapponese.

  
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