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Autore: PolvereVolante    08/11/2012    7 recensioni
Questa fanfic è ambientata alla fine del quarto libro. Sono passati otto mesi dal ritorno di Sfia e gli altri draconiani da Edimburgo e Fabio si dovrà far perdonare tante cose, gli altri draconiani cercheranno di capire cosa stà succedendo e il gruppo di regazzi-drago, dovrà affrontare molti incidenti di percorso !
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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                                                                  Mille modi per portare rancore
    


Chloe


Ero sconvolta, arrabbiata e intristita.
Quel ragazzo era una cosa impossibile, meritava uno di quegli uragani che creavo quando mi arrabbiavo piccola dritto in testa.
Con che coraggio aveva attaccato mio fratello per poi inventare una scusa ridicola e -accettare di malgrado- le scuse immeritate che gli aveva fatto ?
Per non parlare di cosa aveva combinato con Sofia. Avevo trovato in lei una ragazza fantastica, un’ amica fidata.
L’ avevo presa come esempio, anche se più piccola di me.
Lei era forte e fiera, indistruttibile. Il capo indiscusso dei draconiani, team nel quale ero appena entrata. Mi ero trovata non molto a mio agio inizialmente, di solito quando cambiavo scuola o città c’ era mio fratello con me.
Questa volta lui era già stato inserito nel gruppo e avevo dovuto fare più fatica ad ambientarmi, ma ci ero riuscita.
Avevo fatto prima amicizia con Lidja, dopo aver capito che aveva una cotta per Ewan. Era stata esilarante la sua faccia quando aveva cercato di negare.
Sono sempre stata una persona diretta ed ero andata in camera sua annunciandomi con un “A te piace mio fratello”.
Dopo quella –rivelazione inimmaginabile- abbiamo iniziato a parlarci di più, diventando più complici e allenandoci insieme.
Sofia mi si era subito avvicinata …
Io l’ avevo classificata come una ragazza simpatica forte, una di quelle persone che si osservano da lontano e non si possono che ammirare, nella loro perfezione.
Mi dovetti ricredere poco dopo, quando conoscendola meglio mi accorsi dei suoi momenti di malinconia e quando mi resi conto che non sorrideva mai davvero .
Arrivai anche a scoprire la causa dei suoi strani cambiamenti di umore.
Mi raccontò di Fabio, il draconiano che controlla il fuoco. Scoprii cosa le avesse fatto, di quanto avesse sofferto.
Così avevo capito che anche lei era vulnerabile.
Anche se non avrei mai creduto di poterla vedere in simili condizioni.
Ero appena uscita dalla sua stanza, dopo aver raggiunto Lidja.
L’ arrivo di quel ragazzo aveva portato solo guai. Lo avevo visto solo per pochi giorni, subito dopo essere tornata nel mio corpo ad Edimburgo. Non avevo avuto la possibilità di conoscerlo, quindi mi ero dovuta basare sulle descrizioni fatte dalle ragazze. Non era facile.
Sofia lo ritraeva come un duro che nasconde molto dolore, ma che alla fine è dolce e premuroso.
Lidja lo descriveva come un’ impulsivo arrogante che sa solo attaccare briga e fare il tenebroso.
Dopo quello che era accaduto, sostenevo più la versione dell’ ex trapezista.
Sof era ancora in camera, non piangeva, ma si vedeva che l’ aveva fatto quando non ero ancora arrivata. Ormai erano le undici di sera, ero rimasta con lei per ore intere. In lei avevo visto determinazione e forza, la stessa che tanto ammiravo.
Mi stavo dirigendo in camera mia, quando feci una deviazione in cucina per prendere qualcosa da mettere sotto i denti.
Trovai Ewan seduto a tavola, con un libro in mano.
Mi sentii arrivare e alzò lo sguardo dal volume.
Aveva i capelli più in disordine del solito e sembrava stanchissimo.
“Come si sente Sofia ? Tu e Lidja siete rimaste in camera sua un secolo !” il suo tono era incuriosito, i suoi occhi indagatori.
“ E’ rimasta sconvolta da ciò che è accaduto, ma ora si sente meglio !” risposi, seguendo gli ordini di Sofia, che mi aveva categoricamente proibito di raccontargli la verità. Affermava che essendo un gruppo ciò che era successo avrebbe potuto creare una spaccatura fra lui e Fabio e sicuramente di problemi ne avevamo già abbastanza.
“Fabio rimane qui ?Ha già occupato una delle camere ?” chiesi, prima che lui si immergesse ancora nella lettura.
“Si, come mi è dispiaciuto averlo trattato male. Era sotto l’ influsso del suo drago e l’ ho accusato ingiustamente. Hai visto la sua faccia ?Ci è rimasto malissimo …” la rabbia mi salii a mille, erodendomi dall’ interno.
Non si meritava assolutamente nessun tipo di scusa, quel verme …
Era riuscito a farsi odiare in un solo giorno che lo conoscevo, un vero record.
Presi una mela rosso fiammante e mi incamminai per il corridoio alla destra della porta, ma non prima di sentire una frase che mi lasciò di stucco.
“So che mi nascondi qualcosa sorellina, non sai mentire a me …” detta con nonchalance da mio fratello.
Mi chiusi la porta alle spalle.


Karl

La cosa migliore dello studiare a casa, è che la sveglia non suona alle 7.00 del mattino. L’ organizzazione alla villa non era affatto rigida, l’ unico impegno che bisognava rispettare era quello degli allenamenti alle 12.00 e si doveva studiare almeno due ore al giorno.
Per la colazione si poteva andare in cucina dalle 8.00 alle 11.00 e se si vuole si può consumare il pasto in camera. Erano quelle regole non scritte, che caratterizzavano il proseguimento di ogni giornata.
Alle 10.00 andai a fare colazione, presi al volo un cornetto e tornai in camera. Stavo costruendo una macchina capace di leggere gli stati d’ animo. Un progetto segreto ancora agli inizi.
La mia camera si trovava accanto a quella di Ewan e ad una stanza vuota, che quel giorno occupava Fabio.
Era arrivato il giorno prima, creando un bel po’ di trambusto.
La storia del perdere il controllo per i draghi ecc … mi aveva sorpreso e preoccupato. Speravo che non sarebbe successo a me, non l’ avrei ricordata come una bella esperienza.
Avevo arredato la mia camera in modo da poterla utilizzare anche come studio.
I miei computer e i miei libri erano mantenuti con attenzione, e le mie invenzioni esposte su degli scaffali.
Il letto faceva a pugni con il resto, Lidja lo aveva commentato spesso.
Affermava che nel laboratorio di uno scienziato pazzo qual’ ero, il letto era inutile. Perché si presuppone che non dorma, ma passi la notte a far tornare in vita mostri e a costruire robot.
Quella ragazze aveva davvero una fervida fantasia.
Ero talmente occupato con la mia macchina dell’ umore, che quasi non mi accorsi che era l’ ora di andare nel Dungeon. Corsi fuori e bussai alla porta dell’ anglosassone “Sono le ore 12.00, è ora di andare agli allenamenti !” dissi con voce impetuosa, scimmiottando un sergente della marina. Ewan uscì dalla stanza esibendo un saluto militare.
Era una nostra abitudine, avevamo legato molto in quei mesi.
Ewan era sempre solare, allegro e pronto all’ azione, un ottimo compagno di allenamenti e cosa che inizialmente mi sorprese molto, di studi.
Stavamo per scendere quando mi ricordai di Fabio.
Mi accostai alla sua porta “Fabio è orario di allenamento nel Dungeon, se non ti ricordi come ci si arriva, è meglio se vieni con noi.”
Rumori sospetti arrivarono dalla stanza, prima dell’ apparizione di Fabio.
Non credevo di aver mai visto delle occhiaie come le sue. Aveva il viso stravolto, i capelli devastati e i vestiti che indossava il giorno prima spiegazzati. Qualcosa mi diceva che non aveva chiuso occhio.
Mi fece un cenno e raggiungemmo Ewan che ci aspettava all’ entrata del labirinto sotterraneo.
Arrivammo spediti alla camera degli allenamenti e ciò che vidi non mi stupii.
Sofia era al centro della stanza, trasformata nel suo drago, circondata da centinaia di alberi e edere.
Scagliava frecce e altro a una velocità e con una forza da far impallidire un mitra.
La rossa mi stava davvero preoccupando.
Era dal ritorno da Edimburgo che aveva iniziato ad allenarsi in modo eccessivo essendo sempre la prima ad arrivare e l’ ultima ad andarsene dalla sala della gemma. Ormai tendeva anche a dimagrire e aveva perso quella dolcezza che la caratterizzava.
Aveva guadagnato sicurezza ed era imbattibile nei combattimenti.
Aveva perso il sorriso, partecipava alle conversazioni, faceva battute e considerazioni, ma non aveva più il suo vecchio sguardo gentile.
Per non parlare dei suoi momenti no. In quei giorni durante gli allenamenti bisognava starle alla larga, se non volevi trovarti legato da viti spinose.
Sofia si fermò un secondo, ci lanciò un’ occhiata e riprese. Aia … Era un giorno no !Sospettavo che sarebbe stato Fabio a subire la sua ira.
Si, dall’ occhiataccia che aveva lanciata in particolare a lui, ci avrei scommesso.
Chloe e Lidja arrivarono poco dopo di noi, che eravamo ancora pietrificati e guardare il capo dei draconiani.
“Ciao ragazzi ! ‘Giorno Sof .” esclamò pimpante Lidja, a dispetto delle sue occhiaie.
“Ci siamo tutti !Essendo numero pari, questa volta ci alleneremo a coppie. Inizieremo direttamente da un combattimento …” la voce di Sofia era chiara e inderogabile, proruppe nella stanza, mettendo in chiaro gli ordini.
Organizzava lei gli allenamenti da circa cinque mesi.
Il prof veniva a controllarci ogni tanto, ma ormai le redini della squadra erano in mano a lei.
Ewan mi si accostò velocemente, come sempre sarebbe stato lui il mio compagno.
Vidi con la coda dell’ occhio Chloe che sbarrava la strada a Lidja, impedendole di raggiungere Sof.
Mi concentrai un secondo e il mio orecchio si trasformò in quello di un drago.
“Facciamola sfogare, dopotutto quel viscido se l’è meritata …” Lidja aveva sorriso malignamente all’ affermazione dell’ amica e questo mi preoccupò.
Mi guardai intorno cercando di capire, e la risposta arrivò subito. Dall’ occhiata che Sofia aveva mandato a Fabio, doveva avercela seriamente con lui e adesso avrebbero dovuto combattere insieme.
“In posizione !” urlò la ragazza che avrebbe ridotto in poltiglie il ragazzo di Benevento “Si parte !”.
Il suo neo si accese all’ istante e lo stesso fece il mio.
Creai uno spesso muro di ghiaccio, per proteggermi dall’ impetuoso vento che mi aveva spedito contro il mio avversario, ance lui molto veloce.
Mi abbassai a terra, toccando il pavimento con i miei artigli. Lo ghiacciai veloce facendo scivolare Ewan, che cadde rovinosamente.
Con uno sforzo sovraumano mi concentrazione, creando un blocco di ghiaccio intorno a lui, immobilizzandolo. Era una nuova tecnica che avevo appena messo in pratica, di cui stavo ancora curando i particolari.
“Perfetto, bravo !Ora mi potresti scongelare, che muoio di freddo …” mi disse il biondo, con finto tono indignato.
“Guarda che se non la smetti di lamentarti ti congelo al lingua, almeno stai zitto.”
Mi avvicinai e feci sparire il ghiaccio, stavo per rimettermi in posizione, ma il mio sguardo venne catturato da un’ altro combattimento.
Sofia era completamente trasformata, con l’ occhio della mente che brillava potente.
Dietro di lei erano nati intere querce che protendevano i loro rami verso Fabio, colpendolo. Contemporaneamente dei rampicanti si avvolgevano intorno al corpo trasformato del ragazzo, immuni alle fiamme che esso emanava.
Il viticci stringevano sempre più forte, e il ragazzo a diventare sempre più rosso.
Notai gli occhi di Sof pieni di rabbia e delusione,ma fortunatamente si fermò.
Posò lentamente i piedi a terra, rendendosi conto che tutti noi ci eravamo fermati a guardarla.
“Per oggi gli allenamenti sono sospesi, ci vediamo domani alla solita ora !” bisbigliò sconvolta, prima di correre via. Aveva la testa sbassa, aveva paura di incontrare i nostri sguardi.

Sofia

Cosa avevo fatto ?Avevo nettamente superato il limite, me ne rendevo conto.
Fabio aveva sbagliato, forse una stritolata in più la meritava … la cosa sbagliata era stata mischiare gli allenamenti e il mio ruolo di capo dei draconiani con i sentimenti.
Dovevo essere più responsabile e non dare certi esempi al resto del gruppo.
Anche se dovevo ammettere di sentirmi sfogata, libera da quella rabbi che mi pesava sullo stomaco.
Ero arrivata alla conclusione che Fabio aveva fatto una cretinata il giorno prima, ma che mi sarei dovuta impegnare a mantenere un rapporto civile con lui. Guarda un po’ cosa avevo combinato … al diavolo le promesse che mi ero fatta, come quella di non saltargli addosso, per un motivo o per un’ altro …
Ero in camera mia, alternando sorrisetti compiaciuti e sguardi mortificati. Se ve lo stati chiedendo… ?Si, ero impazzita sul serio !
Non potevo negare che pur avendo fatto ciò che aveva fatto, per Fabio provavo ancora più che qualcosa. Però non sapevo se volerlo perdonare. Appena lo avevo visto, prima che succedessi il fattaccio, il mio cuore aveva battuto all’ impazzata.
Per la millesima volta la mia espressione mutò da risentita ad innamorata.
Perché i miei sentimenti dovevano essere tanto incoerenti ? Perché tutto doveva essere così difficile ?






Note della(pazza) autrice
Oggi il vostro compito sarà rispondere alle ultime due domande che ho scritto. Potete metterle sul personale, oppure commentarle attraverso i personaggi, avete il libero arbitrio.
Adesso voglio dare un grazie speciale a tutti coloro che i seguono e recensiscono, a anche uno ai circa trecento che hanno letto la mia storia. Continuate a leggere e a dirmi cosa ne pensate, nel bene e nel male.
Hp_PJ_RG_E 4ever







  
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