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Autore: Jeje_chan    08/11/2012    3 recensioni
Una piccola, fluffosa Lily/James nata tra una versione e l'altra.
{Dalla storia:
Hogwarts incominciò a tremare, ritmicamente.
Bam, bam, bam.
Che stava succedendo?
[...]
«Perché mi do testate al muro? Ma è ovvio, idiota! [...] Domani è San Valentino e non ho idea di cosa fare a Lily!»}
Buona lettura!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie '|James&Lily|♥|'
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Hogwarts incominciò a tremare, ritmicamente.
Bam, bam, bam.
Che stava succedendo?


San Valentino a suon di testate.


«Ehi, Sirius, perché Prongs si dà testate al muro?» chiese Remus entrando. Non staccò neanche gli occhi dal libro.
Sirius, invece, era stravaccato sopra il suo comodo letto a baldacchino. Non faceva nulla, osservava il soffitto.
«E io che ne so?» rispose laconico.
Remus sbuffò. Questo significava che doveva chiedere lui a James perché continuava a darsi ripetute testate ad un povero, innocente muro.

“Sii forte, Remus. Tu sei il più responsabile, devi farlo tu” pensava, facendosi coraggio. Stava quasi per parlare quando entrò in camera la sua salvezza, incarnata nel nome e nel corpo di Peter Minus.

Il caro, dolce, ingenuo, Peter; che, non pensando alle conseguenze, chiese: «James, perché ti sbatti la testa al muro?»
James smise di darsi testate e si voltò dalla parte del suo interlocutore, molto lentamente. Aveva un tic all’occhio; Peter si maledì.

«Perché mi do testate? Ma è ovvio, idiota!» gridò e ricominciò a darsi testate.
La pazienza di Sirius aveva un limite, che James oltrepassava, più o meno, ventisette volte al giorno. Così, alla trentesima volta -quel giorno-, si alzò dal letto; raggiunse James, fermò il suo atto di masochismo e lo scrollò per le spalle.
«James, hai rotto le palle a tutti. Quindi sputa il rospo e non fare il melodrammatico» disse conciso. James, da prima donna qual era, si tolse platealmente gli occhiali e si asciugò una lacrima visibile solo a lui.
«Sono disperato, ecco cos’ho» Sirius incrociò le braccia e aspettò che continuasse; il resto dei malandrini si avvicinò ai due.
  «Domani è San Valentino e non ho idea di cosa fare a Lily!»

Hogwarts riprese a tremare ritmicamente.
Bam, bam, bam.

«Sirius, dandoti testate non cambierai il mio enorme problema!» Sirius riprese con più vigore.
«Perché non gli fai dei classici cioccolatini? Andiamo da Mielanda e ne prendiamo una scatola» propose intelligentemente Peter.
«Sì, magari Lily mi darà anche il trofeo per l’originalità. No, ci vuole qualcosa degno di lei!» disse depresso.

«Beh, falle dei fiori» continuò Moony.
«Non mi hai sentito, Moony?»
«Non capisci, James? I fiori sono strettamente personali. Il suo nome è il nome di un fiore, le piacciono i colori e ama la primavera. Inoltre, forse non lo sai ma ogni fiore ha un significato; prova a comporre qualcosa che indichi cosa provi per lei» snocciolò con il suo solito tono da saccente; ma James non ebbe il tempo di ringraziarlo. Corse in biblioteca – con il mantello dell’invisibilità naturalmente. Aveva pur sempre una dignità da difendere, lui.

Una volta appurato che non ci fosse Lily nei paraggi, prese l’enorme librone con scritto: “Significato dei fiori: usi Magici e Non” e iniziò la sua ricerca.

Lo chiese in prestito e incominciò  a passeggiare per il prato.
Staccò il primo filo d’erba, sopravvissuto al gelo invernale e «Floreo Lilium*» mormorò piano. Il primo fiore doveva per forza essere un giglio bianco. Non solo perché era il suo nome, ma anche perché il significato del fiore recitava: da regalare ad una donna fiera, onesta e di classe per dirle che la consideriamo una regina. Calzava a pennello. Dopo sussurrò un lieve «Crystallum» per far cristallizzare leggermente il fiore e non farlo morire mai.

Staccò un altro filo d’erba rinsecchito e, questa volta lo trasformò in tulipano rosso, simbolo del vero amore. Poi ne trasformò un altro in girasole, questa volta perché era il suo fiore preferito e il significato era adorazione. Continuando la sua opera da fioraio, scelse anche delle primule, e dei nontiscordardime, per poi sbizzarrirsi con molte margheritine (al loro primo appuntamento James gliene aveva messo una tra i capelli) e, in ultimo, le rose: emblema dell’amore. Rose rosse, senza spine, rose arancioni e perfino rose rosa.

Alla fine dell’opera, il mazzo era grandissimo e.. rozzo. I colori erano immischiati senza nessun senso di gusto estetico: tutti i fiori alla rinfusa. Accecato com’era dalla sua mirabolante opera, James, camminò spedito verso il dormitorio. Quel giorno sognò Lily che, una volta preso il mazzo di fiori, gli saltava al collo e gli giurava amore eterno. Beh, poi si toglieva anche i vestiti, ma qua siamo a raiting verde, ci dobbiamo contenere.

Una volta sveglio, lavato e profumato si avviò spedito verso la Sala Comune, stringendo fieramente il mazzo di fiori.  
Grazie a Merlino e a tutti i suoi seguaci, Alice, la miglior amica di Lily, lo rintracciò prima del suo enorme errore.
«Dove stai andando, razza di uccisore del senso estetico?» non gli diede neanche il tempo di contestare, lo prese per un orecchio e lo portò in un aula vuota, prima che qualcun altro vedesse lo scempio.

«Spiega» ordinò lapidaria, a braccia conserte.
E James lo fece: iniziò a spiegare tutti i significati dei fiori, entusiasta.
«Ok, sì. L’idea è carina ma.. guarda qui! E’ un macello! E poi se non spieghi anche a lei tutti i significati, come potrà sapere cosa vogliono dire?»
Per la prima volta James guardò con occhio critico il suo mazzo e, a malincuore, si ritrovò d’accordo con Alice.
«Basta! Io ci rinuncio. Andrò da lei e le dirò che non sono degno di essere il suo fidanzato. Poi, andrò nella Torre d’Astronomia e mi lascerò cadere giù. Mettendo fine alle mie sofferenze» Senza tanti complimenti gli arrivò uno scappellotto, proprio dove si era dato tutte quelle testate, tra l’altro.
«Finiscila di fare la prima donna, Potter. Ti aiuterò io» E così fu. Alice accorciava gambi, toglieva le foglie, scartava fiori e sceglieva i giusti abbinamenti.  Alla fine dell’opera, il mazzo si presentava con il Giglio e il Girasole, al centro e tutti altri fiori a fare da cornice alla loro unione.

«Alice, se tu non avessi il tuo Frank e io la mia Lily, in questo momento ti bacerei»
«Sì, sì. Ma ora sbrigati che sei in ritardo» Guardò l’orologio e, diamine!, aveva fottutamente ragione.
 Corse a perdifiato per i corridoi e, finalmente, eccola. Stava entrando in sala Grande anche lei. La intercettò appena in tempo e la strascinò fuori dalla scuola, strappandola dalle piacevoli chiacchiere con le sue amiche.

Una volta fuori, Lily era incazzata nera. Come poteva prenderla per il polso e trascinarla a suo piacimento, solo perché adesso erano fidanzati? Le sue elucubrazioni, tuttavia, furono interrotte da un: «Buon San Valentino, Lily» e dal mazzo di fiori davanti al naso. Il suo cipiglio arrabbiato si trasformò in un sorriso, dopo aver guardato il rossore delle guance di James e quella scintilla di entusiasmo nei
suoi occhi castani. Il sorriso fu subito interrotto dagli sproloqui di lui.

«Allora, ho cercato tutti i significati dei fiori. Il giglio, beh, perché è il tuo nome e significa che sei una regina e il girasole perché è il mio fiore preferito. Poi guarda questi tulipani rossi; significano amore eterno; e le rose, invece..» ma non ebbe tempo di finire, perché Lily lo abbracciò e gli stampò un bacio. «Buon San Valentino anche a te, James»
Quello fu un bel San Valentino.
 
 

*Ho cercato sul vocabolario u.u, significa: Fiorire Giglio!


Note di Jeje: lo so, lo so. E’ disgustosamente dolce e smielato, ma boh! Non so che mi è preso; la fluffosità si è impossessata di me! So già che sarà piena di errori e mi scuso in anticipo..
Ma comunque spero che la cosa non vi abbia traumatizzato abbastanza e che sarete ancora in grado di scrivere una recensione. Beh, ci spero, almeno.
Non siate timidi, voglio sapere cosa pensatee! J
Accio, recensioni!
Jeje
   
 
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