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Autore: Alice Flange    08/11/2012    7 recensioni
Un finale alternativo alla storia che ha fatto piangere miliardi di persone. Sentivo che dovevo scriverlo questo one-shot e sono felicissima di averlo fatto.
A volte, anche se la speranza sembra morire, è sempre importante saper rialzarsi in piedi.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ennis Del Mar , Jack Twist
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nemmeno questa volta Ennis riuscì a trattenere le lacrime alla vista della propria camicia macchiata di sangue, quella che il suo amato Jack aveva conservato con tenerezza in camera per anni, quella che indossava durante la sua prima estate a Brokeback Mountain, quella che ancora era intrisa del profumo di quel luogo magico. Era appesa sull'anta di quell'armadio spoglio, sembrava quasi emanare dell'energia. Ennis, sofferente e sull'orlo del pianto prese fra le dita una delle maniche a quadri e lento,con fare affettuoso, cominciò ad accarezzarla. La portò al viso e la sfiorò con le guance sulle quali vi era una rada barba sentendone l'attrito contro il cotone liscio. Infine inspirò profondamente l'odore del tessuto, che cominciò a bagnarsi. Lacrime. Non riuscì più a placarle e si sfogò disperatamente. Le gambe smisero di reggerlo e si accasciò a terra, senza la forza di rialzarsi dal pavimento freddo e sporco di sabbia della roulotte. Non aveva più motivo di andare avanti a vivere, aveva perso tutto, anche ciò che gli stava più a cuore. Non era stato abbastanza coraggioso da affrontare le altre persone ed andare a vivere con Jack. Si sentiva un emerito imbecille. Aveva rinunciato all'amore della sua vita per....paura.

Un rumore metallico, Ennis alzò la testa. C'era posta in arrivo. Con uno sforzo immane si rimise in piedi e si trascinò per un'ottantina di centimetri fino ad arrivare alla finestra. Scostò leggermente le tende e socchiuse gli occhi a causa del contatto con i deboli seppur fastidiosi raggi del sole. Appena mise a fuoco il paesaggio circostante lo scrutò attentamente: non un'anima viva. Tuttavia decise di vedere se effettivamente la cassetta era stata riempita o se il vento aveva semplicemente fatto sbattere la porticina. Massaggiandosi una tempia per cercare di calmare il mal di testa, chiuse l'armadio facendo attenzione che il suo tesoro non si rovinasse. Aprì la porta della sua dimora, se così poteva essere chiamata e scese i due scalini che lo dividevano dal suolo. Si avvicinò al contenitore e lo fissò, esitando per qualche momento. Ricevere posta era l'ultimo dei suoi interessi, forse era meglio lasciare tutto lì per quel momento. No, stava morendo dalla curiosità. Aprì lo sportellino e fissò l'interno della minuscola cabina. Lì giaceva solitaria una busta, nessuna firma. Senza pensarci due volte la prese e se la rigirò fra le mani, per poi aprirla. Dentro di essa vi era un foglietto color bianco panna piegato più volte. Il ragazzo lo aprì per leggerne il contenuto. Sbiancò di colpo. La pressione, il battito cardiaco precipitarono in un solo istante. D'istinto lasciò cadere il foglio e indietreggiò, scuotendo la testa. Anche da lì riusciva perfettamente a distinguere quelle parole, così inverosimili, così impossibili. “Ennis, non provarci nemmeno a cucinarmi i fagioli questa sera.” Doveva essere tutto uno scherzo, un orribile scherzo . Non seppe come comportarsi per i cinque minuti seguenti. Si limitò a rimanere in silenzio, allibito. Almeno finchè non sentì quella voce. -Signor Del Mar, pensavo che non l'avrei mai più rivista.- Il sangue si congelò nelle vene, pronto a dilatarsi col freddo e a spaccargli violentemente tutti i vasi sanguigni. Si voltò con la rigidità di una lastra di marmo e se lo trovò davanti, con il suo sorriso quasi arrogante, ma felice.- T-tu?...ma come è possibile?- chiese balbettando. Jack gli rispose con semplice chiarezza:-Ti ricordi mio suocero, no? Beh, mi ha sganciato un mucchio di quattrini perchè mi fingessi morto...voleva che sua figlia sposasse un ricco imprenditore così abbiamo programmato tutto e...beh, la lettera che ti è arrivata...- fece una pausa fissandolo negli occhi con sguardo complice -...per quanto fosse di cattivo gusto volevo farti uno scherzo..la volevo proprio vedere la tua faccia quando mi avresti visto comparire da dietro quel catorcio.- Rise di gusto e si avvicinò di un passo verso il compagno. Ennis era totalmente sconvolto. Ansimante cominciò ad avanzare verso l'altro uomo a grandi passi esclamando:- Cristoiddio Jack se la pagherai per tutto questo...-
Fu così che quando gli fu davanti sfidò il suo sguardo, di quel colore meraviglioso. Dopodichè, impaziente, prese il suo viso fra le proprie mani e lo baciò, lo baciò con tutta la passione che in quel momento non riuscì ad esprimere a parole. Le loro lingue si intrecciavano con una tortuosa intensità e dentro di ognuno dei due corpi ardeva un sentimento carnale. Jack gli si avvicinò facendo aderire i due busti e gli sollevò la camicia, palpandogli la schiena così liscia. Esplorò con i polpastrelli tutte le pieghe del suo corpo, i rialzi delle scapole, i muscoli delle spalle. Tutto terminò dopo qualche minuto. Dopo aver recuperato fiato i due si scambiarono un ampio sorriso. -Ti amo Ennis, ti amo con tutto il cuore.- -Anch'io Jack, ti prego non abbandonarmi più, mai più.- L'altro gli accarezzò la guancia dolcemente e indicò il furgoncino parcheggiato un po' più distante dal punto dove erano loro. -Che ne dici di andare a fare un giro?- -Non stai parlando di un giro qualsiasi, giusto?- Con un sorriso ammiccante Ennis raggiunse il veicolo e vi entrò, invitando l'amico a fare lo stesso.

Ed ecco che i due poterono finalmente iniziare un altro viaggio verso il luogo dove tutto ebbe inizio.


 

  
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