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Autore: iloveya    09/11/2012    0 recensioni
'Non sono sicura di me stessa, devo imparare ad esserlo.' 'Lui è il mio idolo.' La storia di una ragazza, una belieber, che inseguendo il suo sogno si ritrova in una nuova realtà. Grazie alla sua migliore amica che la accompagna verso la sua 'nuova vita' scoprirà nuovi aspetti di lei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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‘Chiara come mi devo vestire? Aiutoooooooo!’  Ero disperata. Mancavano ancora cinque mesi, si tra cinque mesi sarei andata al concerto di un ragazzo, se si può definire così, perfetto. 
Dopo aver implorato i miei genitori riuscii ad ottenere il ‘vip ticket’ , il biglietto che prevedeva il meet & greet con il mio idolo. 
Certo, lo sapevo che ‘comprare il proprio sogno’ era sbagliato, ma vivevo a ‘Narnia’, non ero fortunata, anzi, quindi non avevo la possibilità di vincere concorsi, questa era l’unica scelta che mi rimaneva. 
Vestiti come vuoi, cogliona!’ mi rispose, con la sua solita finezza.
Vaffanculo!’ le dissi, d’altronde le rispondevo sempre così, molte delle nostre conversazioni avevano questa fine.  
Allora pensai che mancavano ancora cinque mesi al 23 Marzo e che era abbastanza prematuro decidere come vestirsi, aveva ragione lei, come la maggior parte delle volte e non volevo romperle ancora le palle, doveva fare la doccia, allora abbandonai il discorso. 
 
A un certo punto entrò mia mamma in camera mia, subito dopo che avessi messo giù il cellulare e avessi ricominciato a far finta di studiare. A scuola me la cavavo bene, non studiavo molto, ma i risultati li portavo a casa, non sempre però. 
Il giorno dopo avevo l’interrogazione di storia, la materia peggiore dopo la matematica, a parer mio. La odiavo, non riuscivo a studiarla, in più la prof era la tipica persona stronza che se non dicevi virgole e punti del libro non ti dava un bel voto. 
‘Federica, vieni con il libretto’ ecco la sua ‘frase d’effetto’. Fortunatamente presi sei e mezzo, andava benissimo, per essere storia.
‘Ho preso sei e mezzo’ dissi a Chiara, che ovviamente aveva da ribattere.
‘Che stronza, poteva darti sette.’ Mi diceva sempre così, anche se non ascoltava mai le mie interrogazioni. Andavamo anche a scuola insieme, precisamente nella stessa classe, anche compagne di banco. Finito l’orario scolastico tornavamo a casa insieme, facevamo la stessa strada, io abitavo un po’ più lontano e dovevo camminare di più, ovviamente. Le nostre giornate non erano molto interessanti, passavamo la maggior parte del tempo insieme, facevamo anche zumba insieme, due pomeriggi a settimana.
 
Quattro mesi passarono in fretta, soprattutto le vacanze di Natale, dove siamo state costrette a separarci perchè io sono andata a Parigi e lei è andata a Madrid. 
‘Parigi, la città dell’amore.’ La città dell’amore un cazzo, sono single, nessuno mi vuole e la mia attività sessuale è praticamente pari a zero. 
Diciassette anni, no ragazzo, solo storie occasionali, possibile che non riesca a trovare un ragazzo ‘giusto’ per me? A quanto pare si, è possibile. 
Chiara non era messa molto meglio di me. Si era appena lasciata con un ragazzo, lui l’aveva fatta soffrire, aveva fatto il ‘puttaniere’, lei si era incazzata e l’aveva lasciato. Aveva fatto bene. Doveva ancora riprendersi, lei, alta, capelli scuri, sexy, non meritava un ragazzo così. 
Si faceva valere in tutto, però quando c’era di mezzo un ragazzo perdeva tutta la sua sicurezza. 
Io, invece, mi facevo mettere i piedi in testa, eccome se lo facevo. Non sono sicura di me stessa, devo imparare ad esserlo. Pensavo continuamente. 
 
E così passavano i giorni, i pomeriggi insieme e l’ansia pre-concerto saliva.
 
Eccoci. 
Ero a Bologna, finalmente. 
Mancavano due ore al concerto, il mio cuore batteva a 200 all’ora, stava per esplodere. 
Si, stavo per realizzare il mio sogno.
Ovviamente c’era anche Chiara. 
Le due ore più lunghe della mia vita.
Stavamo per entrare.
Eravamo costrette a dividerci, io dovevo entrare nel backstage, per il meet & greet. Chiara non era una di quelle amiche ‘gelose’ perchè sapeva che io volevo vederlo davvero tanto e che, come ogni altra belieber me lo meritavo. 
Chiamarono le ragazze che avrebbero realizzato il proprio sogno vedendo il proprio idolo, tra cui me. 
Mi incamminai.
Mi diressi verso la porta con le altre ragazze.
Mi trovai lì davanti.
Minuti strazianti.
Aiuto.
Vidi la maniglia muoversi.
Mi serve ossigeno.
Qualcuno aprì la porta.
  
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