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Autore: aza    09/11/2012    0 recensioni
"Gli venivano affidati casi di ogni genere: da furti a rapimenti, da complicati omicidi a presunti eventi soprannaturali che, alla fine, non si rivelavano tali. Tra gli omicidi fa parte Il giallo delle due fontane, un difficile caso, forse il più difficile della sua carriera..."
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Giallo delle due Fontane

Gli elementi:

-La vittima: la vecchia zia Betty, molto rica e molto avara.

-Il luogo del delitto: nel giardino dell'enorme villa di zia Betty, si trovano due fontane gemelle che creano spettacolari giochi d'acqua. Le aveva fatte costruire proprio zia Betty ed era sembrato a tutti un inutile capriccio. Il cadavere dell zia si trova dentro una delle due fontane. E' il dodici dicembre e l'acqua è gelida.

-I sospettati: i parenti della zia, riuniti per festeggiare il suo ottantaquattresimo compleanno. Sono quattro nipoti: Regina, manager di un'industira con grossi problemi economici; Danny, un rappresentatnte di commercio con la moglie Lizzie, quattro figli e uno sfratto che incombe; i gemelli Bob e Mark, gestori di un piccolo albergo a Northville, situato prorpio dove dovrà essere costruita un'autostrada.

-Un indizio: un bottone di foggia particolare, caduto nella fontana.

 

Il detective Luciano Giorginelli, abile investigatore dotato di ingegno e d’intelligenza eccezionali, era alto con un fisico abbastanza atletico, i capelli castani, un paio di baffi e l’immancabile sigaro che lo accompagnava in tutte le sue avventure. Gli venivano affidati casi di ogni genere: da furti a rapimenti, da complicati omicidi a presunti eventi soprannaturali che, alla fine, non si rivelavano tali. Tra gli omicidi fa parte Il giallo delle due fontane, un difficile caso, forse il più difficile della sua carriera, che vedeva coinvolta una vecchia signora molto ricca e molto avara, Betty, la quale era stata trovata morta in una delle due fontane della sua villa fatte da lei costruire.
A contattare il detective era stata Regina, una delle nipoti di zia Betty e, quando Giorginelli arrivò, erano già presenti sulla scena del delitto ambulanza e polizia. Betty si trovava legata alla grata sul fondo di una fontana, profonda circa due metri, con un nodo molto particolare e difficile sia da fare che da sciogliere, e quando la polizia riuscì a tirarla fuori, era ormai morta. Intorno alla fontana c’era solo qualche schizzo d’acqua provocato, probabilmente, dal colpevole.
Erano circa le otto e dieci di sera del dodici dicembre e l’acqua della fontana era gelida. All’arrivo del detective, oltre alla polizia e all’ambulanza, erano presenti anche cinque persone: Regina, Danny, Lizzie, Bob e Mark tutti nipoti di Betty. Mentre la polizia era intenta a slegare il nodo che teneva attaccata la vittima alla grata, Giorginelli sentì qualcuno dire “Quello è il classico nodo del marinaio”.
Solo dopo aver recuperato il cadavere dal fondo della fontana, la scientifica poté stabilire a che ora era stato commesso il delitto e come era morta la vittima.
“Il delitto è stato commesso verso le sette di sera ed è morta per annegamento dopo essere stata colpita alla testa con un oggetto contundente” disse il medico legale
“È stata trovata l’arma del delitto?” chiese l’ispettore Brera, amico di vecchia data del detective. “No” rispose il primo
“Allora andate a ispezionare la casa” disse l’ispettore ad alcuni suoi agenti
“Si” risposero loro.
Solo il fatto di trovare il cadavere legato sul fondo della fontana, a Giorginelli fece intuire che si trattava di un omicidio e gli indiziati erano sicuramente i nipoti della ricca signora perché non era plausibile l’ipotesi di un furto finito male dato che gli era stato riferito che nulla era stato trafugato dalla casa. Il detective Giorginelli e l’ispettore Brera fecero entrare i nipoti della vittima nella villa per interrogarli. Mentre si avviavano verso la casa, Bob e Mark andarono a finire, per sbaglio e senza accorgersene, in alcune pozzanghere e Regina, Danny, il detective e l’ispettore, invece, scivolarono sul pavimento bagnato. Appena entrati nella villa, tutti si tolsero il cappotto e le scarpe bagnate e, infatti, sull’appendiabiti c’erano diversi soprabiti: quello di Regina, fatto di una pelliccia marrone scuro, quello di Danny, classico e di colore beige, quelli dei gemelli, di colore blu scuro e con il logo dell’albergo, e quelli di Giorginelli e Brera, classici impermeabili uno beige e l’altro blu. La moglie di Danny non si tolse il cappotto e giustificò questo comportamento con il fatto di essere freddolosa, nonostante il camino fosse acceso. Quando i sospettati si tolsero le scarpe, il detective notò che Bob, Mark e Lizzie avevano le calze bagnate. Gli interrogatori cominciarono con Regina.
“Come mai era qui stasera?” chiese Giorginelli
“Io e gli altri eravamo stati invitati alle otto per festeggiare l’ottantaquattresimo compleanno di zia Betty” rispose lei.
“Bene, se non sbaglio, signora Regina, è stata lei a rinvenire il corpo della vittima, giusto?” disse Giorginelli
“Si detective” rispose lei
“E ha anche chiamato l’ambulanza, la polizia e il signor Giorginelli, vero?” chiese conferma Brera “Si ispettore” rispose ancora Regina.
“Mi dica cosa stava facendo verso le sette” chiese il detective
“Ero a una riunione aziendale che poi è finita circa alle sette e venti, perché sono la manager di un’industria” rispose lei.
“Dove lavora esattamente?” chiese l’ispettore
“All’Industries Company” rispose Regina.
“Neri” disse Brera ad un agente “vada a controllare!”
“Subito!” rispose lui.
Giorginelli continuò “Sa se qualcuno aveva dei motivi per uccidere vostra zia?” lei stava per rispondere quando Danny disse :“Tutti!”
“Tutti?” chiese Brera.
“Si, tutti. Io sono Danny e lei è mia moglie Lizzie.” disse indicando la moglie “Abbiamo quattro figli e tra poco saremo sfrattati. Ho chiesto un prestito a Betty, ma essendo avara non me la concesso. Ma non sono l’unico, infatti l’industria di Regina è in crisi economica e anche lei, come me, ha chiesto un prestito per potersi mantenere, ma la reazione della zia è stata la stessa. Ci sono però anche Bob e Mark, gestori di un albergo che verrà demolito tra poco per costruirci un’autostrada, che hanno chiesto un prestito, ma senza risultati” gli disse.
“Quindi tutti hanno un movente” pensò Giorginelli. “Mi dica, signor Danny, che cosa stava facendo verso le sette di sera” chiese il detective
“Stavo facendo la spesa per domani al Milled” disse l’uomo.
“Lo può confermare?” chiese Brera “Si ispettore. Guardi, ho conservato lo scontrino” disse Danny consegnando lo scontrino all’ispettore: era una lista molto lunga e l’orario di battitura risaliva alle sette  e mezza.
“E lei, signora Lizzie?” chiese Giorginelli.
“Io ero da un’amica” rispose la donna.
“E dove abita questa sua amica?” chiese Brera.
“In via Marzegalli 5, non lontano da qui”.
“Vitti!”
“Si, ispettore?”
“Vada a controllare”
“Subito” rispose l’agente.
“E voi due” disse riferendosi a Bob e Mark “dov’eravate?”
“Io” disse Bob “ero a fare immersioni non lontano da qui, ero andato alle sei e tre quarti a comprarmi la maschera nuova e ho ancora lo scontrino come prova, e dopo l’immersione sono andato a riempire le bombole di ossigeno, ma non c’è nessuno che possa confermarlo”
“Quindi non ha un alibi” dedusse Brera. Bob annuì.
“Io, invece, ero a casa e stavo parlando al telefono con un amico e abbiamo parlato a lungo, circa fino alle sette e quaranta” disse Mark.
“E può confermarlo il vostro amico?” chiese Brera
“Certo” rispose il primo. E mentre controllavano l’alibi di Mark, tornarono Neri che confermò l’alibi di Regina, e Vitti che confermò l’alibi di Lizzie dicendo che aveva lasciato la sua amica alle sette e un quarto. Intanto gli agenti trovarono l’arma del delitto: una statuina di ferro della Tour Eiffelle. Intanto fu confermato anche l’alibi di Mark. Il detective, tornato sulla scena del delitto, esaminava il cadavere per trovare indizi sul colpevole notò un bottone di una foggia particolare accanto al cadavere (probabilmente si trovava in quella posizione anche sul fondo della fontana) e osservandolo meglio si accorse che non era un bottone, bensì un orecchino. Cominciò dunque a cercare l’altro, solo che non lo trovò, quindi ordinò agli agenti di cercarlo nelle tubature della piscina e in casa. Continuando a pensare arrivò alla sicura conclusione che per legare zia Betty occorreva che l’assassino fosse allenato a trattenere così a lungo il fiato data la particolarità del nodo con cui era stata legata. Il detective radunò tutti i sospettati e l’ispettore nel salotto e chiese: “Qualcuno di voi pratica o ha praticato un corso subacqueo?”
“Io, come le ho già detto” disse Bob
“Anch’io” disse Regina
“Io, invece, ho praticato nuoto a livello agonistico” disse Lizzie.
“Bene, qualcuno di voi ha praticato un corso delle Giovani Marmotte o, in generale, su come fare nodi particolari?”
“Io” disse Bob
“Mio padre era un marinaio, ma è morto quand’ero piccola” disse Lizzie
“Bene, grazie” disse Giorginelli. Intanto tornarono gli agenti addetti a ispezionare le tubature della piscina e la casa in cerca dell’orecchino mancante: “Non l’abbiamo trovato, signore” disse un agente a Giorginelli
“Come sospettavo” rispose lui.
In quel momento l’ispettore Brera disse: “Io so chi è stato!” e tutti si girarono verso di lui. “Il colpevole è Bob! Infatti è un sub e ha fatto un corso delle Giovani Marmotte. I fatti si devono essere svolti in questo modo: dicendo di andare a fare immersioni è, in realtà, venuto qui, alla villa, dove ha colpito la vittima e grazie alla sua attrezzatura da sub e la sua esperienza nel fare nodi, ha legato la vittima ed è andato subito a rifornire le bombole di ossigeno di modo da rendere credibile il suo alibi. E per quanto riguarda il movente è facile: ha eliminato la zia per il mancato prestito”
“Si sbaglia” disse Giorginelli “perché, se i fatti si fossero svolti come da lei descritti, l’ora del decesso sarebbe risultata intorno alle sei e mezza, avendo l’acqua gelida raffreddato prima il corpo e, quindi, accelerato il processo di irrigidimento, ma in quel momento Bob non poteva essere qui perché non avrebbe fatto in tempo, in soli 15 minuti, a venire alla villa e quindi uccidere la signora Betty, dato che il punto in cui si è recato per fare immersioni dista almeno venti minuti di viaggio. Quindi, in base a quello che ho appena detto, il delitto è stato commesso realmente intorno alle sette e mezza e, così facendo, il colpevole si è procurato un alibi per le sette. Vero, signorina Lizzie?”
“Bel discorso detective, ma non ha le prove” disse Lizzie.
“Si che le ho: infatti lei ha dichiarato di aver praticato nuoto agonistico e, se non sbaglio, s’impara anche a trattenere il respiro per un certo periodo di tempo. Poi, quando la polizia stava slegando la vittima, qualcuno ha detto che quello era un nodo da marinaio e l’unica ad avere ammesso che un suo parente era un marinaio è stata proprio lei. Inoltre, quando si è tolta le scarpe, ho notato che le sue calze erano bagnate pur non avendo pestato nessuna pozzanghera, come mai? E perché non ha pestato nessuna pozzanghera o non è scivolata a contrario degli altri? E perché non si è tolta il cappotto, nonostante il camino fosse acceso? Glielo dico io il perché: lei, dopo essere andata dalla sua amica, è venuta qua e ha tramortito Betty. Dopo la legata sul fondo, è uscita dalla fontana e si è asciugata come meglio poteva, ma si è dimenticata di asciugarsi i piedi. Per quanto riguarda il cappotto, invece, deve averlo tenuto su perché si è accorta troppo tardi di avere l’orecchino insanguinato della vittima nella tasca e temendo che qualcuno guardasse nel suo soprabito, ha pensato bene di tenerselo addosso. Infatti se guarderemo nel suo cappotto sono certo che lo troveremo perché non ha ancora avuto il tempo di liberarsene.”
“Non ce se sarà bisogno” disse Lizzie tirando fuori l’orecchino insanguinato “è vero, ho ucciso io Betty.”
“Perché!?” chiese Danny guardando la moglie sconvolto.
“Perché ho scoperto che qualche mese fa è stata lei ha dire di mandarci la lettera di sfratto e dopo la risposta negativa alla domanda del prestito, ho deciso di fargliela pagare. Avevo ideato il piano nei minimi dettagli, ma a quanto pare non è servito a niente, vero detective?”
“Mi dispiace, ma non esiste il delitto perfetto” disse lui.
E così si concluse uno dei più difficili casi del detective Luciano Giorginelli.

 

 

Questo è un compito affidatomi dalla mia insegnante. Prima di questo non avevo mai scritto un giallo e non so come è venuto. Prima della storia c'è la traccia dell'esercizio.

aza

  
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