Film > Pirati dei caraibi
Ricorda la storia  |      
Autore: V a l y    27/05/2007    15 recensioni
[Spoiler del terzo film] James Norrington era un uomo logorato; cosa strana per uno del suo calibro. Non aveva mai vissuto nel dubbio, fino a quando non aveva incontrato Jack Sparrow. Ma prima ancora Lei.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, James Norrington
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
James Norrington era un uomo logorato; cosa strana per uno del suo calibro. Non aveva mai vissuto nel dubbio, fino a quando non aveva incontrato Jack Sparrow. Ma prima ancora Lei. Sopra una nave a lui sconosciuta e sotto gli ordini di un comandante pirata il suo animo veniva tormentato; aveva combattuto spasmodicamente per ritornare in quella posizione privilegiante, la più ricca di virtù per ogni uomo, eppure l'incertezza aveva preso il sopravvento. Tutte le sicurezze che asseriva con tanta convinzione - al punto di sapere già ciò che gli sarebbe spettato in futuro, ciò che lui aveva programmato con tanta diligenza - gli si annebbiarono man mano per colpa del comandante della Perla Nera, persuasivo come pochi nella sua influenza negativa.
Da lui aveva imparato il tradimento.
Certo, per un funzionario della legge, quale lui, era giustizia stessa tradire un traditore; come mandare alla forca un assassino. Ma l'animo gli si era sporcato di vergogna, quel giorno, e per la prima volta si ritenne un fedifrago. E solo allora, per la prima volta, si era sentito anche lui pirata.
Ma chi meglio riusciva a farlo traballare nell'incertezza più totale era la donna che aveva sempre amato. Elizabeth. Bella, dolce, avvenente, coraggiosa, sensuale Elizabeth.
Da lei aveva imparato il lasciarsi andare alle proprie passioni. I pensieri più concupiscenti per la ragazza gli affollavano con prepotenza la mente e lui si sentiva sempre più infimo. Quegli orridi, disgustosi, sacrilegi pensieri da pirata. Vacillava nei suoi assilli con maggiore frequenza, fino a quando i suoi principi da commodoro non riuscirono più a stare in piedi. Le sue ubbie imprigionate trapelarono copiose dalla mente, e presto si adagiarono non più nell'intenzione pensata, ma nel fatto vero e proprio.
Quando l'avevano catturata e portata su quella sua sconosciuta nave, fatta di anime logorate come la sua in una promessa centenaria, il suo cuore tarlato da crucci batté forte di qualche colpo come non succedeva da tanto. Aveva ricominciato a palpitare di un sentimento che non era più afflizione o timore, ma l'antitesi completa.
Lui l'abbracciò senza neppure pensare alle conseguenze. Non era come soleva sempre fare: qualunque azione di qualunque specie fosse stata James l'aveva sempre esaminata prima di compierla. Ma l'istinto prese il sopravvento e lasciò dimenticare alla sua mente ogni buon comando che gli insegnarono da recluta, quando neppure davanti a un presunto disperso si poteva far traboccare azioni di melliflua contentezza, ritrovandoselo davanti ancora vivo.
In tal modo, la diligenza infranta da ammiraglio gli fece dimenticare un anno della sua carriera nella marina.
Elizabeth non mostrò la stessa gioia dell'uomo: lei lo scrutò con sguardo accusatorio. L'ex commodoro scoprì poi che suo padre era stato assassinato. Ucciso per mano loro. Egli ribadiva la sua ignoranza, il suo esserne fuori. Ma a ogni frecciata della donna lui ricominciava quell'assillato gioco infelice di cruccio, fino a quando il suo animo non riuscì nuovamente a restare più in piedi.
Egli stesso arrivò a una conclusione: desiderava la fiducia della ragazza come non aveva mai desiderato quella di nessuno, neppure di cento Re d'Inghilterra.
Decise di liberarla.
Liberandola avrebbe liberato dei pirati. Per lei avrebbe anche osato.
In tal modo, la diligenza infranta da ammiraglio gli fece dimenticare cinque anni della sua carriera nella marina.
Dapprincipio, la giovane piratessa dubitava delle sue intenzioni, ma subito perse la sua lotta interiore, perché i suoi occhi si scontrarono con quelli di lui, che non furono mai di più accesa determinazione.
Acconsentì e lo seguì e lui mandò alla malora anche la fiducia di cento Re. Se ce ne fosse stato anche qualcuno che avesse parato il loro cammino, Norrington gli si sarebbe scagliato contro. Non avrebbe indugiato neppure una pugnalata con la sua lama.
In tal modo, la diligenza infranta da ammiraglio gli fece dimenticare dieci anni della sua carriera nella marina.
Arrivarono fino a poppa; i pirati si arrampicarono sulle funi che legavano l'Olandese Volante con la loro nave, ma la capitana volle rimanere ultima. Norrington incitava nervosamente quei fuorilegge a velocizzare la loro fuga. Spronare un pirata ad andare avanti non era mestiere di un ammiraglio...
In tal modo, la diligenza infranta da ammiraglio gli fece dimenticare completamente la sua carriera nella marina.
Elizabeth lo guardò con quello sguardo di timido imploro che tanto lo faceva impazzire. Meravigliosa in quel raro coraggio mascolino che su di lei calzava meglio che su qualsiasi altro uomo, in quella fermezza e in quei suoi comandi che riusciva come a rendere dolci e mai autoritari, in quel suo spirito pirata nell'osare sempre e non tremare; meravigliosa sotto ogni aspetto, persino con addosso quel vestito da uomo.
“Vieni con noi,” gli chiese come un comando e come uno scongiuro. La sua carriera nella marina, ormai, era stata mandata a monte, e James l'avrebbe seguita ovunque, come sempre; accanto a lei come il protettore, come il pirata, come l'amico, come il compagno, come l'uomo geloso, come – chissà – il testimone del suo futuro matrimonio con il fabbro, come l'innamorato silente. Sopportava ogni carica bella o brutta che poteva avere con lei, e anche se sarebbe sembrata una condizione paradossale, per lui era solo la dimostrazione del suo affetto. L'affetto estremo che ogni uomo prova per la propria donna, che sia realmente propria o solo di qualcun altro; l'affetto che porta a compiere le più miserabili sciocchezze di questa terra; l'affetto che portò Davy Jones a diventare un mostro.
Quell'universale sentimento incontrastabile chiamato amore.
Il campanello d'allarme risuonò in ogni piccola superficie dell'Olandese Volante. L'ex commodoro e la piratessa – unici rimasti – sussultarono. Lei lo prese per il braccio al fine di spronarlo a muoversi, ma l'uomo permanette immobile e ancorato. Il corpo in tensione, rigido, e poi una carezza sulla guancia di Elizabeth che mai parve più fluente. Egli guardò per la prima volta la Morte limpida davanti ai suoi occhi, ma l'Amore gliela rendeva quasi un'entità indifesa. Le raccontò con voce calma ma piena di ardore la sua confessione:
“Le nostre vite si sono sempre intrecciate, ma mai incontrate.”
L'amore: l'affetto che portava a compiere le più miserabili sciocchezze di questa Terra. Ma ciò che lui compì, ciò che fece portare quella triste condizione a una realtà differente, sembrò averlo fatto con il massimo della sua lucidezza.
In tal modo, dimenticò persino quei sacrosanti e rispettabili doveri da uomo, e tutta una vita di devozioni per l'etica e la dignità.
Le si avvicinò al viso con il suo per poi rubarle un bacio. Vile gesto, che solo un pirata poteva fare. Oltraggiare una donna a quel modo, e non una donna qualunque: colei di cui era sempre stato invaghito. Qualcuno avrebbe pensato che lo fece per l'aspettata fine che si stava compiendo su di lui, altri per il desiderio troppo celato con forza che poi era traboccato improvviso. Entrambe erano giuste. Solo, tutti avrebbero pensato che quel bacio avrebbe portato Norrington a una situazione di ignominia. Non fu così. James era così indomito e dignitoso in quel contatto fisico che continuò imperterrito il suo gioco di labbra: le lasciò schiudersi, facendo uscire completamente tutta la passione rovente rinchiusa nel suo essere. La ragazza non si dimenò: acconsentì il loro incontro senza neppure tentare di fuggire, di arrabbiarsi. Chissà se volle così per la situazione pericolosa in cui si erano cacciati o per il semplice fatto che lo voleva e basta. E a quel pensiero lui impazzì ancor di più. Certamente, se ne avesse avuto il tempo l'avrebbe agguantata con foga per poi adagiarla sul pavimento di legno, respirando il suo respiro, rendendo vero l'incontro a cui tanto agognava, di unione delle loro anime. Ma il nemico che li stava per raggiungere stava brandendo una spada; e i secondi sarebbero stati fatali anche per lei.
Si staccò con un gesto secco dalle labbra di Elizabeth, rammaricandosi per quella sua stessa decisione. Il bacio rubatole era dimostrazione di coraggio e vigliaccheria al contempo, un'azione che avrebbe dovuto avere pentimenti ma che fu effettuata con risolutezza. Come depredare un paese senza rimorsi. Egli dimostrò lo stesso identico vile coraggio dei pirati.
Di nuovo, la spronò a salire sulla fune; sguainò la spada, puntandola a nemici – i suoi stessi alleati – che inizialmente ne comprendevano solo uno, ma presto divennero tanti. Troppi per lui.
La sua guerra era già inizialmente persa.
Ma James non voleva che la sua stessa fine si appigliasse anche su Elizabeth: recise le funi con un taglio secco della spada. Fu vile per aver salvato dei pirati e fu coraggioso per essersi sacrificato per la propria donna. Lei cadde in mare, ancora aggrappata a quello spiraglio che l'avrebbe portata sulla sua nave pirata. Urlò forte il nome dell'ammiraglio, ma lui non poté udirlo.
Cadde moribondo accasciato sulle casse di polvere da sparo, trafitto dalla lama di un suo stesso compagno. Levò lo sguardo al cielo, e il capitano mezzo mostro dell'Olandese Volante gli venne incontro.
“Temi la morte?” gli chiese, con lo stesso ingannevole scopo di sempre. James Norrington fece uso della poca energia vitale che gli rimase infilzando la bestia nel punto in cui una volta esisteva un cuore, e che ora non c'era più. Davy Jones osservò il morente con aria di complice amarezza, seguendo come spettatore quella situazione assurda: la scena di una donna che piangeva sulla sua nave di filibustieri per la morte di un ammiraglio e di un uomo della marina che morì per una piratessa.
E la morte infine l'abbracciò, lasciando vivo negli altri solo il ricordo di un ammiraglio fallito; ma per la donna di cui era innamorato, di un uomo vittorioso. Lei ancora piangeva sul parapetto della nave, e con sua grande sorpresa si accorse che il loro bacio non fu del tutto un bacio rubato...














--------------------------------------


Avrei voluto che lo svolgimento del terzo film fosse stato diverso...
Questa fanfiction è un grido di rabbia – credo; o forse solo un omaggio a un personaggio che ho adorato soprattutto nell'ultimo capitolo della trilogia. E la sua storia mi ha commosso più di chiunque altro. Ho tentato di rimediare la sua brutta fine regalandogli uno sprizzo di gioia e appagamento.
Ringrazio calorosamente tutti i lettori che sono arrivati fin qui! ^^


  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: V a l y