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Autore: Jejje    27/05/2007    14 recensioni
A volte mi stupisco di me. O forse quella ragazza coi capelli crespi e i denti sporgenti non ero io, perchè la Hermione Granger che sono sempre stata non si sarebbe mai sognata di distrarsi dai libri quando non aveva completato neanche la metà dei suoi compiti. E soprattutto, non per quel motivo. Non per un ragazzo. Soprattutto se questo ragazzo catturava la mia attenzione anche se fissava con aria vuota la pergamena bianca che aveva davanti. Soprattutto se questo ragazzo era Ron.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mmh, questa in teoria sarebbe la prima fan fiction R/Hr che abbia mai scritto. Non l'avevo mai pubblicata se non in un
forum, e non avevo mai avuto intenzione di farlo qui per il semplice fatto che, rileggendola, mi sembrava davvero davvero
brutta °_°. Ma visto che la trama mi piaceva abbastanza, ho deciso di riscriverla per renderla un tantino più decente...non
so quanti capitoli saranno, visto che sicuramente taglierò e/o aggiungerò qualcosa.
Be', spero che vi piaccia, quindi ^^ e ricordate di recensire, se vi va **!






A volte mi stupisco di me. O forse quella ragazza coi capelli crespi e i denti sporgenti non ero io, perchè la Hermione Granger che sono
sempre stata non si sarebbe mai sognata di distrarsi dai libri quando non aveva completato neanche la metà dei suoi compiti. E
soprattutto, non per quel motivo.
Non per un ragazzo. Soprattutto se questo ragazzo catturava la mia attenzione anche se fissava con aria vuota la pergamena bianca che
aveva davanti. Soprattutto se questo ragazzo era Ron. E non ero neanche brava a non farmi beccare, mi resi conto quando lui alzò lo
sguardo su di me, mentre io fingevo di essere profondamente interessata alla mia piuma.
- Che ti prende, Hermione? - mi chiese lui, obbligandomi a guardarlo di nuovo, terrorizzata.
- Cos...che cosa? - chiesi io con aria colpevole. Dio, come fingo male.
- Ultimamente sei troppo distratta...qualche anno fa non avresti alzato gli occhi dal tuo tema di Trasfigurazione neanche se Piton si fosse
messo a ballare in tutù davanti a te...e adesso ti trovo a fissare la tua piuma quando non sei ancora a metà! Sarò anche un po' tardo, ma
non ci vuole tanto a capire che hai altro per la testa... - mi disse lui, alzando un po' la voce.
-Io...ecco...- cercai di non balbettare, impallidendo - stavo pensando...stavo pensando...ecco, sono molto preoccupata per Harry! Due ore
fa ha detto che andava a trovare Hagrid e non è ancora tornato... -
- Uhm... - fece Ron con un dito sulle labbra, come se stesse cercando di riflettere attentamente - forse Hagrid lo ha avvelenato con la sua
cucina...-
- Ecco, stavo pensando proprio questo! -annuii io con vigore, senza rendermi conto della stupidità di che cosa stessi dicendo.
- O forse è seduto accanto a te da quando è tornato, più o meno una mezz'ora fa - si intromise una voce familiare, proveniente dalla mia
sinistra. Con mio estremo terrore, era Harry. Ero tanto presa dai miei pensieri, che mi ero completamente dimenticata che fosse tornato.
O forse non me ne ero neanche accorta?
Ron ed Harry si lanciarono uno sguardo per me incomprensibile, per poi scoppiare a ridere rumorosamente, dicendo fra le risate cose che
non riuscii ad afferrare. Cercando di non arrossire troppo, anch'io mi lasciai sfuggire una risatina, riconoscendo di saper essere una
comica nata, a volte.
- Ma Hermione...si può sapere che ti succede? - mi domandò Harry mentre stava lentamente tornando serio, mentre Ron ne approfittava
per soffiarmi il tema da sotto il naso e cominciare a copiarlo.
- Ma cosa... - cominciai io, esasperata. Ron sbuffò.
- Harry, ma cosa vuoi che abbia? Non sono mica pazza! - gli risposi io, un po' irritata.
A quelle parole, Ron, che stava copiando con velocità supersonica il mio compito, alzò lo sguardo e mi guardò sconvolto, come se avessi
appena detto che provavo una certa attrazione per Vitious.
- Be', che c'è? Ti sembra così scioccante il fatto che non sia pazza? - gli chiesi io, ormai decisamente arrabbiata.
- No, è che...- mi rispose lui con un mezzo sorriso - Ho appena preso il tuo tema per copiarlo...mi aspettavo le tue solite frasi da secchiona,
o qualche risposta acida...mi stai quasi deludendo - concluse, ironico, facendo riprendere Harry a ridere.
Decisamente offesa, presi i miei libri e li misi con forza dentro la borsa, camminando molto velocemente verso la porta, con uno sguardo
adirato.
- Ehi, Hermione! - urlò un Ron dall'aria stupita, mentre Harry, che non sembra essersi accorto di nulla, continuava a ridere.
Non feci in tempo a sentire quello che mi urlava che ero già in corridoio, correndo verso la biblioteca.

Ero nervosa per le solite dimostrazioni di Ron di non cambiare mai, per il suo essere così irritante, per la sua insopportabile ironia e...
mentre camminavo a passi piccoli e velocissimi cercando di trovare qualche altro suo difetto, mi fermai di scatto.
Ron non ha fatto niente di male, pensai aprendo di più gli occhi e stringendo forte la borsa al mio petto. Sono io che ho cominciato, stavolta.
Per il semplice fatto che i miei due migliori amici avevano quasi scoperto quello che mi frullava per la testa da ormai troppo tempo.
Insomma, che altro potevo fare? Non avrei potuto dirgli: "Ah, è vero Ron, ultimamente non riesco a concentrarmi con te davanti, perchè
mi sono resa conto che mi piaci da impazzire...comunque, leggi un po' lì, cos'è che va aggiuto a questa pozione oltre alla polvere di
caccole di Troll? ". No, non sarebbe stata una buona idea.
Riprendendo a camminare, stavolta più lentamente, decisi che mi sarei scusata con lui, ma rimandai le scuse a dopo, pensando che
sarebbe stato meglio per me finire i miei compiti in biblioteca, l'unico luogo di Hogwarts dove le possibilità di incontrare la mia
"distrazione" erano pari a quelle che Malfoy facesse un regalo di Natale ad Harry.
Arrivata a destinazione, ritrovai quasi immediatamente la concentrazione, e dopo solo un quarto d'ora il mio tema si era decisamente
allungato. Mentre stavo pensando a come concluderlo, fissando il muro davanti a me, sentii una voce imbarazzata che mi chiamava.
Con uno scossone, cercando di non diventare rossa come i suoi capelli, spostai lo sguardo verso di Ron, che era fermo davanti all'entrata.
- Ehm...Hermione...- cominciò mentre si avvicinava a piccoli passi al tavolo dove ero seduta, guardando rigorosamente per terra.
Mi sistemai meglio sulla mia sedia, prendendo mentalmente nota di avvertire Harry che quell'anno avrebbe avuto un regalo in più.
- Che c'è? - gli chiesi io prima che cominciasse a parlare, e il mio tono non irritato sembrò tranquillizzarlo. Visibilmente meno teso,
prese la prima sedia che gli capitò sotto mano e la girò, mettendocisi a sedere al contrario.
Perfetto. Adesso che è in questa posizione posso proprio concentrarmi.
Cercò di riaprire bocca, ma io non lo lasciai iniziare. - Volevo scusarmi con te, Ron. Mi sono resa conto di avere esagerato, stavolta.
Non ti sentire obbligato a chiedermi scusa. -
Lui mi guardò sbigottito. - Tu ti stai scusando con me? - chiese, facendomi sorridere.
- Già. Ma non farci l'abitudine - mi affrettai ad aggiungere.
Restammo a guardarci per un paio di secondi, per poi scoppiare a ridere. Immediatamente, dal nulla apparve Madama Pince, sconvolta.
- Che sta succedendo qui? Come vi permettete di fare questo baccano in una biblioteca? Fuori! FUORI! - strillò, diventando rossa in faccia,
praticamente buttandoci fuori dalla biblioteca e sbattendoci la porta in faccia.
Io lo guardai a bocca aperta per qualche secondo, cercando di assimilare quello che era successo, poi riscoppiai a ridere tenendomi la
pancia fra le mani, mentre Ron faceva lo stesso.
- Oddio, sono stata sbattuta fuori dalla biblioteca! Non potrò mai perdonarti - gli dissi io con le lacrime agli occhi, mentre sistemavo meglio
i libri che ero stata costretta ad ammucchiare velocemente nella mia borsa.
- Ah, mi piace questa reazione, anche se non è da te. Di solito per una cosa del genere non mi avresti parlato per una settimana -
Io lo guardai negli occhi, sorridendo. - Sai, ci sono cose che cambiano profondamente le ragazze...-
- Stai parlando delle...? - mi chiese lui trattenendo una risatina.
- No, idiota! - urlai io tirandogli una borsettata, ma ridendo. Cosa stavo cercando di dire?
- Ok ok, tregua - disse lui difendendosi dalla mia borsa, sapendo che dato il contenuto avrebbe potuto essere un'arma micidiale. Poi mi
tese la mano. - Amici? - chiese.
Io la guardai, ritrovandomi a pensare che no, non volevo essere solo quello. Alzai lo sguardo su di lui, che mi sembrava un po' confuso.
Poi riguardai la sua mano e la strinsi. - Amici - dissi io con un sorriso tirato.
No, non posso rinunciare a tutto questo, pensai mentre gli sorridevo.




Da quel giorno non litigavamo più. Sembravamo andare d'accordo come non mai, cosa che Harry non mancò di farci notare. Ron sembrava
contento, e anche io lo ero; ma senza riuscire a capire il preciso motivo, la sera, appena prima di dormire, non riuscivo a non piangere. Stavo bene con lui. Negli ultimi tempi eravamo molto più complici del solito. E allora...perchè questa tristezza immensa?
Continuavo a pormi quelle domande, anche se sapevo bene la risposta.

Non mi bastava.

Non sopportavo di stare tutto il giorno con lui a ridere e scherzare dopo aver realizzato quello che provavo per lui. Io volevo qualcosa di più...ma allo stesso tempo non lo volevo. Non potevo dichiararmi, lo sapevo bene. Se lo avessi fatto, e lui mi avesse detto che preferiva rimanere amici, non sarebbe più stato lo stesso. Non saremmo mai potuti tornare al rapporto di prima...e questo era troppo per me, perchè per la prima volta dopo tanto tempo, mi rendevo conto che non sarei potuta stare senza di lui neanche un solo giorno della mia vita. Quindi mettevo da parte la voglia di dichiararmi ogni volta che lo guardavo nei suoi stupendi occhi azzurri, ripetendomi che non potevo, che non volevo...e continuavo ad essere la stessa amica...beh, non proprio di sempre. Come ormai lui e Harry avevano notato, il mio amore per lui mi aveva cambiata, anche se loro non sapevano il motivo.

O così credevo...

Ero di nuovo a fare i compiti nella sala comune, questa volta concentrata, dato che Ron, sfinito per gli allenamenti di Quiddich, era andato a farsi un pisolino. Harry però era davanti a me dalla parte opposta del tavolo, mangiando una mela, che mi fissava senza che io me ne accorgessi.
-Tu sei innamorata del nostro caro amico - mi disse ad un certo punto, continuando ad addentare la mela con un tono indifferente, come se mi avesse appena detto che ci sarebbero state patate a cena.
Io restai con il viso rivolto al foglio per qualche secondo, cercando di riavvolger le parole di Harry nella mia mente. Dovevo aver capito male, non era possibile che avesse detto...quello che aveva detto. Alzai lo sguardo lentamente, non riuscendo a mascherare lo stupore, e lo guardai con gli occhi sgranati.
- Non dire sciocchezze, Harry - risposi io cercando di calmarmi, continuando a toccare e lisciare la pergamena che avevo davanti.
- Non dirle tu, le sciocchezze - mi riprese lui sorridendo appena. - Sai, a differenza di Ron io ci arrivo a queste cose -.
E fischiettando appena, diede un altro grosso morso al frutto.
- Harry, ti prego, non è il momento di scherzare - gli dissi io sbuffando, stavolta guardandolo dritto negli occhi.
- Mai stato più serio di così - disse lui alzando le braccia e sorridendomi, mentre si teneva in equilibrio sulla sedia.
- Tu sei diversa solo quando c'è lui. Poi, stranamente, quando lui non gira intorno, torni la stessa Hermione di sempre, quella che non si distrae con macchie sulla poltrona facendo i compiti. - concluse, dando l'ennesimo morso alla mela.
Tremai. Harry aveva perfettamente ragione, io lo sapevo. Ed ero arcistufa di continuare a fingere con tutti. Tanto che scoppiai a piangere.
- Oh, Hermione, scusami non volevo ferirti! - urlò Harry allarmato, mentre io mi alzai e andai ad abbracciarlo. Lui poggiò la mela sul tavolo e si alzò, stringendomi.
- Hai ragione, Harry, hai ragione! - dissi io fra le lacrime - Non ce la faccio più a continuare così, ma non posso dichiararmi, non posso rischiare di mettere in dubbio la nostra amicizia! -
Harry tacque per qualche secondo, mentre io continuavo a singhiozzare. Poi mi disse, serio:
- Io invece credo che dovresti dirglielo, Hermione -.
Mi staccai lentamente da lui, sciogliendo l'abbraccio.
- No, Harry. Non posso. Non voglio - stavo ancora piangendo, ma silenziosamente.
- Fa' come vuoi - mi disse lui dolcemente - ma non credo che potrai continuare a stare così per molto -
E aveva ragione. Me lo sentivo, prima o poi sarei scoppiata...ma in quei tempi, dovevo solo cercare di resistere. Non potevo fare altro.

  
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