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Autore: Chico chan 95    09/11/2012    2 recensioni
Salve,allore che dire? Questa è la mia prima raccolta,conterrà di tutto e di più,sempre concentrandoci pero' su A&M! La prima parla di un piccolo fraintendimento (capitato oggi sul serio durante un'interrogazione di latino) su una poesia di Catullo, e chissà chi ha interpretato male! Che altro dire,leggete e divertitevi come ho fatto io. Baci Chico chan 95
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Più stagioni
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Salve a tutti,si voi qui non mi conoscerete ma vorrei avvisare chi mi segue che il capitolo 9 di "Magia e Amore" arriverà a breve....E ora fan del Merthur senza indugiare oltre ecco la storia



Letture fraintendibili
 
Nella biblioteca di corte più in particolare nella sezione di poesie e romanzi d’amore, Merlin si apprestava alla lettura di una poesia di Catullo: Passer. Questi cercava di leggerla in latino e mentre ci provava, il principe si avvicinò silenziosamente e iniziò a mordicchiargli l’orecchio, per provocargli brividi di piacere. Quante volte il principe avrebbe voluto avvicinarsi e farlo, eppure, come gli era stato insegnato fin da piccolo, aveva represso gli istinti, sperando in una loro veloce scomparsa. Pensava seriamente che fosse solo pura attrazione fisica,che una volta assecondati gli istinti, si sarebbe concluso il tutto con lui soddisfatto e una donna nel suo letto. Tuttavia Arthur non aveva fatto i conti con il suo cuore, che cantava lodi per Merlin da quando lo aveva conosciuto; e tutto quanto era perfettamente ricambiato da Merlin, il cui odio iniziale aveva subito una totale metamorfosi dopo poche settimane.
Merlin cercò di trattenere i gemiti e i sospiri che emetteva involontariamente, ma fu tutto inutile e a quel punto, prima di impazzire, con voce incerta sussurrò: << Smettetela Arthur, potrebbero vederci e non sarebbe molto carino se ci scoprisse proprio il re.>> Arthur, malgrado fosse piacevolmente impegnato, ebbe la forza di controbattere dicendo: << Chi vuoi che venga a quest’ora in biblioteca? Solo tu sei così...idiota >> E il principe aveva ragione, cosa ci faceva Merlin nel cuore della notte in quella biblioteca buia e polverosa?
Merlin arrossendo rispose: << Dovevo per forza venire in questi momenti, se no caro ASINO tu mi avresti disturbato, così come è successo.>> Ma Arthur non gli diede retta,la sua mente era popolata da fantasie poco caste e lui non vedeva l’ora di farle avverare.
Il giorno dopo
Merlin uscì dal letto, prima che Arthur si svegliasse e malgrado fosse dolorante, iniziò a sistemare quel porcile di stanza. Ancora non si riusciva a spiegare come in poche ore avvenisse quella metamorfosi, e si disse fra sé, che c’era qualcosa di spaventosamente magico. Forse non era lui il mago, ma Arthur che sicuramente poteva essere chiamato il mago del disordine, e mentre sistemava, ridacchiava per quei ridicoli pensieri.
E fu proprio la sua risata a svegliare Arthur che non trovandosi accanto il suo servitore preferito, prima si spaventò, e poi, quando lo vide parlottare tra se, scoppiò in una risata assolutamente adorabile, secondo i parametri di Merlin.
Merlin rialzandosi da terra, dove si era posato per togliere la sporcizia, disse: << Ben svegliato Arthur, ora vado a prenderti la colazione, sicuramente avrete un sacco di impegni >>, ma il principino, uscendo dal letto e non avendo nemmeno la preoccupazione di coprirsi con il lenzuolo, gli si avvicinò e lo abbracciò, facendogli sentire come era sveglio lì sotto e con voce assonnata ma suadente sussurrò: << Mio padre mi ha dato la giornata libera e dato che tu con la tua splendidamente fastidiosa risata mi hai destato dal lungo sonno, che avevo programmato, per punizione mi terrai compagnia.>>
Eppure tutti e due sapevano che sarebbe stato più che un piacere per Merlin avere questa “punizione”, infatti Arthur aveva programmato tutto e il sorriso sornione, che si ritrovava in faccia, confermava il tutto.
Merlin non lo notò, troppo preso da qualcosa che lì sotto si era risvegliato anche a lui e si ritrovarono nuovamente fra le coperte, ancora grondanti di sudore e altro.
Poche ore dopo
Erano in boschetto vicino a un bel laghetto nei dintorni di Camelot e per come erano abbracciati tra di loro,sembravano una coppia di ragazzi comuni che si amavano, ma erano nati in due caste così distanti che, se pensare di essere amici era già impossibile, essere qualcosa di più o perfino amanti era semplice e pura utopia; eppure loro l’avevano realizzata. Il destino li voleva uniti e loro lo assecondavano, non ponendosi alcun problema, se non quelli iniziali.
Ma tornando alla storia, i ragazzi erano ancora incollati nel loro abbraccio e Merlin aveva ancora quella poesia di Catullo. Arthur, per farsi bello e colto agli occhi del suo innamorato e per ingigantire il suo ego, già di per sè immenso, lesse il manoscritto nella sua lingua originale e pronunciò con voce sicura  la sua personale interpretazione, ma il suo tono subì una trasformazione radicale, quando si rese conto di quello che c’era scritto, secondo il suo pensiero, più avvezzo al combattimento che all’attività intellettuale e disse impallidendo: << Ma questa Lesbia era una dannata pervertita, faceva i giochetti erotici con il passero e Catullo la invidiava per questa sua attività!! >> E mentre Artur cercava invano di riprendere colore, Merlin se la rideva per bene e fra le risate riuscì a dire: << Non era mica così Arthur, Lesbia giocava con il passerotto e si faceva mordicchiare le dita e Catullo la invidiava, perché lei era tanto tranquilla da riuscire a giocare, malgrado le difficoltà della relazione con lui.>> Allora a quel punto Arthur arrossì e, per farla pagare a Merlin, che era stato troppo insolente per i suoi gusti e non avendo a disposizione una gogna, scelse la “punizione” più piacevole per entrambi e disse maliziosamente: << E ora, facciamo giochetti erotici con altri passeri e lasciamo in pace quello di Lesbia e Catullo? >> Ammiccò in direzione di Merlin, che si accorse della gravità della situazione  e corse, ma Arthur fu più veloce e quando lo prese, prima di spogliarsi, gli sussurrò: << Non scappare più passerotto mio >>, facendolo arrossire violentemente e passarono la giornata in modo più piacevole, lontano dalle grida del re per uno e dalle richieste di Gaius per l'altro.
Presto si fece sera e un’aria frizzantina si iniziò a levare dal lago, facendo rabbrividire i due giovani anche al sicuro tra tre coperte; Merlin però non aveva alcuna voglia di andarsene, quella giornata priva di doveri, dedicata solo a loro due era stata un toccasana. Infatti era da molto che non facevano l’amore, come l’avevano fatto in questi giorni e Merlin già sentiva la mancanza del suo corpo possente, dei suoi modi forti e delicati nello stesso tempo e della dolcezza, con cui lo sommergeva. Se Arthur pensava che fosse stato lui ad organizzare questa giornata speciale, si sbagliava. Aveva manovrato il tutto: dal ritrovamento della poesia di Catullo, consigliatasi dal grande Drago, alla concessione della giornata libera per tutti e due, infatti aveva detto a Gaius di riferire al re che Arthur aveva assolutamente bisogno di almeno una giornata di riposo per la sua salute, e il mentore si era ritrovato ad essere d’accordo, anche perché Arthur sembrava particolarmente stanco e così Uther concesse le ore libere. Merlin però non glielo avrebbe mai detto, Arthur sembrava felice di aver ancora una volta tutto sotto il suo controllo e così doveva essere secondo lui. Alla fine si vestirono velocemente e, malgrado fossero stanchi e sfibrati, ebbero la forza di prendersi in giro, nella maniera in cui solo due innamorati potevano farlo e capirsi. Così coccolandosi in quel modo strano e balordo,tornarono a Camelot soddisfatti.
   
 
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