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Autore: Lionelle    09/11/2012    5 recensioni
E' la prima volta che pubblico, sono rimasta recensitrice per tre anni e oggi ho voluto provare! Abbiate pietà di una povera illusa! Se qualche anima pia avrà il coraggio di commentare FORSE non mi vedrò costretta ad andare a zappare la terra :)
Ambientata dopo BD.
Edward e Bella hanno una piccola discussione, ma alla fine il loro è " vero amore". Riusciranno a riappacificarsi? Se poi ci mettiamo lo zampino di un folletto pestifero, tutto è possibile... Commentate! =)
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Buonsalve signori! Sono nuova e me la sto facendo addosso dalla paura ;) è la prima volta che pubblico una storia, di solito preferivo rmanere nell'ombra a commentare ma un pò di tempo fa mi è venuto lo schizzo e... eccomi quì! *.* Spero tanto che a qualcuno piaccia e sennò...amen!
Vi adoro. Tutti quanti.
E ricordate: io vi osservo. e.e
Ok la pianto. Buona lettura!!


-Troppo Buona-




OH MIO DIO BELLA GUARDA QUESTO!!!”

Istintivamente mi nascosi, nella remota speranza che il demonio-formato-mini non mi vedesse e chiedesse consigli o pareri a qualcun altro.

Chiunque altro.

Speranza inutile direi, visto che la mia adorata sorellina acquisita sapeva esattamente dove fossi, con chi fossi e cosa stessi facendo. In quel preciso istante ero sola, nascosta dietro ad uno scaffale che traboccava di lingerie e completini intimi piuttosto...ehm...succinti. Pregai che nessuno capisse che Alice si stava rivolgendo a me, ma a giudicare dal sorrisino divertito che una signora mi aveva rivolto credendo di non essere vista capii che le mie preghiere non erano state ascoltate.

Con un sospiro rassegnato e il passo strascicato di chi sta per andare al patibolo, mi avvicinai alla piccola vampira che mi aveva convinto a partecipare a quell'infernale giornata all'insegna dello shopping e....

 

Cazzo.

 

Rimpiansi il mio pseudo-nascondiglio. Alice teneva in mano un coso nero tutto pizzi e frou frou – che avrebbe dovuto essere un babydoll – e mi sorrideva smagliante. Trattenni a stento la voglia di alzare gli occhi al cielo, fare dietrofront e tornarmene a casa.

E' bellissimo Alice, esattamente come gli ultimi otto che mi hai mostrato” borbottai annoiata. Erano più o meno cinque ore che giravamo per i negozi di un centro commerciale ed ero sicura che ci saremmo rimaste per almeno altre tre. Ma dopotutto non me ne lamentai, non più del solito almeno. Vidi Alice sbuffare, irritata.

Oh Bella sei un caso disperato! Mi ci vorranno anni e anni di duro lavoro per farti entrare in testa la passione per la moda!” brontolò. Sorrisi.

Comunque” – continuò, improvvisamente raggiante – “Con questo addosso farai prendere un colpo a Edward!”

Il sorriso mi si congelò sulle labbra. Abbassai lo sguardo, a disagio.

Si, se lo dici tu...” mormorai. Non volevo parlare di lui. La piccola discussione della notte prima mi era ancora troppo impressa nella mente.

 

 

Inizio Flashback

 

Ti ho detto di no!” sbottai innervosita. Mi voltai, dandogli le spalle.

Bella per favore...” sospirò Edward, esasperato. Ma non capiva che era troppo pericoloso?

Smettila okay? Mia figlia non verrà a caccia di grizzly! E' ancora troppo piccola!” ringhiai, ora profondamente irritata. Sul serio non ci arrivava?? Renesmee, per quanto speciale, per quanto forte, non era ancora in grado di cacciare un dannatissimo orso!

Ci saremo io ed Emmett con lei, non le accadrà nulla! Alice ci ha già rassicurato che non le succederà niente! Mi dici qual'è il problema? Non ti fidi di noi?”

Non è questo e lo sia benissimo! Semplicemente ho paura che Renesmee si faccia male!”

Ma Alice ha detto che...”

Non mi interessa nulla di cosa ha previsto Alice, mia figlia non andrà a caccia di grizzly punto e basta”

E' anche mia figlia se non ricordo male...”sibilò arrabbiato.

Lo so. Per questo dovresti essere il primo a opporti a questa pazzia” risposi, una volta recuperata la calma. Non intendevo lasciagliela vinta, non quella volta almeno. Lo sentii sospirare e sedersi sul letto; si prese la testa fra le mani. Seguirono un paio di minuti di silenzio, nella quale io giocherellavo con le cose sopra al mobile davanti a me e lui...non lo so. Pensava a come farmi cedere, forse.

Renesmee ce l'avrà con te per un bel po'” disse infine, senza nessuna particolare inflessione nella voce. Afferrai distrattamente la spazzola e iniziai a pettinarmi pigramente i lunghi capelli neri. Dovevo distrarmi.

Se servirà a tenerla lontano dagli orsi, credo che ne varrà la pena” mormorai atona. Alzò la testa di scatto, sorpreso.

Non ti importa vederla soffrire?” Quello fu troppo.

La spazzola che avevo in mano si ruppe in due e arrivò a terra con un tonfo, attutito dalla moquette.

Ma che diavolo stai dicendo? Soffrire? E' una stupidissima caccia Edward! Sarà arrabbiata, questo sicuramente, ma a volte è bene porre dei limiti a quella bambina!” ringhiai sconcertata. Io amavo mia figlia! Come poteva dire certe sciocchezze? Mi guardò con...cos'era? Sospetto?

E con questo cosa vorresti dire?” domandò freddo. Mi scappò un sospiro.

Dico solo che ogni cosa che lei desidera, basta uno sguardo dolce che subito gliela si va a comprare! Non mi piace che mia figlia cresca come una viziata, non se posso impedirlo!” sbottai.

Ma non è vero!” mi contraddisse Edward. Gli rivolsi un'occhiata scettica.

 

Oh, ma per favore...

 

Lo vidi spostare lo sguardo da un punto all'altro, pur di non incontrare il mio. Sapeva che avevo ragione e per la prima volta gli costava ammetterlo. Era il nostro primo litigio da quando era nata la nostra bambina. Ora Renesmee dimostrava cinque anni, anche se ne aveva tre. Cresceva a vista d'occhio e diventava sempre più bella. Riportò gli su di me.

Però se te lo avesse chiesto Jacob avresti accettato non è vero?” chiese gelido.

Mi pietrificai. Stava scherzando vero? Non poteva aver realmente detto una cosa del genere...

Ti prego dimmi che mi stai prendendo in giro, per favore” supplicai, i nervi a fior di pelle. Cominciai a temere seriamente per la mia salute mentale. E per l'integrità fisica di mio marito.

Niente affatto”

No. Non la manderei nemmeno con lui. E tu stai diventando ridicolo” ribattei fredda. Ma che diavolo stava blaterando? Jacob? Ma dove aveva il cervello? Amavo Edward con tutta me stessa e il fatto che mettesse in dubbio il mio amore per lui... mi feriva.

Tu credi che io sia ancora innamorata di Jake vero?” proseguii, sconvolta. Il vampiro che aveva davanti sembrava piuttosto a disagio. Evitava il mio sguardo come se fossi un'appestata; sentii gli occhi pungere fastidiosamente e fu solo per miracolo se riuscii a trattenere un singhiozzo.

Credevo che dopo tutto questo tempo sarei riuscito a superare la mia stupida gelosia ma... penso mi ci vorranno anni” ammise con un sospiro rassegnato. Annuii.

Quando ci sarai riuscito fammi un fischio. Nel frattempo vedi di schiarirti le idee lontano da me, perché non so più che cosa fare per farti capire che amo solo te”risposi, dura. Uscii dalla stanza come una razzo sbattendo la porta e salii in macchina con Alice. La tristezza mi aveva assalito con un'intensità tale che persino il folletto se ne era rimasto zitto per tutto il tragitto. Sperai solo d riuscire a risolvere quella situazione in fretta, perché amavo mio marito e non sarebbe stato uno stupido litigio a dividerci. Non ci erano riusciti i Volturi e non ci sarebbe riuscito nessuno.

Fine Flashback

 

Quel ricordo era durato appena una manciata di secondi, sufficienti però a farmi sprofondare nella disperazione. Furono due braccia sottili ma forti a risollevarmi dal baratro. In un attimo mi ritrovai in un caldo abbraccio fraterno, che sapeva d'amore e di comprensione.

Mi aggrappai a lei disperatamente, mentre gli occhi iniziarono pizzicare.

Mi sussurrava di stare tranquilla, che tutto si sarebbe sistemato, che dovevo fidarmi...

Mi tranquillizzò abbastanza da permettermi di staccarmi da lei e reggermi in piedi da sola e le rivolsi un timido sorriso. Fece l'occhiolino.

Non ti preoccupare Bella, farete pace nel modo migliore che c'è” trillò maliziosa. Udii una risatina soffocata da qualche parte alle mie spalle, probabilmente la signora di prima. Una bella spaghettata di affari suoi no eh? Se avessi potuto arrossire, probabilmente sarei stata di un preoccupante color vinaccia. Mi allontanai da quella vampira malefica a passo spedito, insultandola con ogni possibile parolaccia mi venisse in mente. La sua risata cristallina si espanse in tutto il negozio, lasciando alcuni clienti leggermente inebetiti. Scossi la testa.

E che cavolo! Era un momento delicato quello e lei che fa? Si mette a scherzare e a farmi morire d'imbarazzo davanti a tutti! Che fine aveva fatto l'amore e la comprensione? Di quella ragazza non ci si poteva fidare! Non sempre almeno, pensai. Insomma, per quanto fastidiosa e irritante era pur sempre una vampira che prevedeva il futuro. In certe situazioni, sarebbe da incoscienti non darle retta. Ma quando si trattava di vita intima altrui...

Smisi di camminare quando mi accorsi che i miei piedi mi avevano portata direttamente ai camerini. Sbuffai, profondamente scocciata. Feci per ritornare indietro, ma non appena mi fui girata...

Eccola lì.

Piccola, minuta, sorridente e con le braccia dietro la schiena mentre si dondolava. Assomigliava ad una bambina che è appena stata scoperta con le mani nel barattolo di marmellata.

Come si fa a essere arrabbiati con Alice Cullen?

Avrei voluto sorriderle, farle capire che non ce l'avevo più con lei, ma i miei intenti pacificatori vennero bruscamente dissolti quando mi porse il coso che mi aveva mostrato prima. Quello nero tutto pizzi e frou frou, insomma.

No” sibilai, decisa. Lo sapevo, lo sapevo maledizione... Sapevo che c'era il tranello dietro quel faccino angelico... Mi chiesi perché mi facevo sempre infinocchiare da quegli occhioni dorati che mi fissavano, speranzosi. Mah.

La vidi sgonfiarsi e le spalle si afflosciarono, ma nelle iridi bruciava l'irritazione per il mio rifiuto. Le lanciai uno sguardo di sfida. Sbuffò.

Eddai Bella! Ti starà benissimo, non fare la difficile!” mi pregò. Ridussi gli occhi a due fessure. Oh no, se voleva convincermi lo stava facendo nel modo sbagliato. Sospirò rassegnata, capendo che se aveva intenzione di farmi provare quell'affare doveva scendere a patti. Dentro di me esultai, perché significava che stavo diventando brava a tenerle testa.

Va bene. Ti prometto che per il prossimo mese non ti chiederò più di fare shopping!” biascicò imbronciata, incrociando le braccia sotto al seno. Sorrisi, vittoriosa. Afferrai quell'ammasso di tessuto semitrasparente e mi avviai nel camerino.

 

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

 

Mmh. Neanche male tutto sommato. Mi voltai da un lato, per guardarmi anche di profilo.

 

Carino.

 

La vampira riflessa era, come tutti i vampiri, pallida e bellissima. Il reggiseno in pizzo e il tanga, entrambi neri con i bordi rossi, erano coordinati alla vestaglia rossa semitrasparente che la copriva solo fino a metà del sedere. La pelle sembrava brillare alla luce dei neon, il viso splendido era incorniciato da una cascata di lunghi e lisci capelli neri che le arrivavano all'osso sacro.

Era bellissima. Troppo, anche per un vampiro.

Mi stavo fissando il corpo talmente intensamente (ancora non mi capacitavo di avere la quarta di seno) che non mi accorsi subito della presenza dietro di me.

 

Mi girai di scatto... e per poco non svenni.

 

In senso lato s'intende, ovviamente. Avvertii un brivido lungo la schiena, un brivido che con il freddo o la paura non centrava proprio niente. Due occhi neri mi fissavano, pieni di desiderio. Spalancai gli occhi, incredula; feci violenza su me stessa pur di non girarmi a guardarlo. Avrebbe significato dimostrare per l'ennesima volta la mia dipendenza nei suoi confronti, il fatto che vivevo in funzione di lui.

Avevo una dignità da difendere!

Lo vidi avvicinarsi, lentamente, per lo meno per quanto potesse permetterlo lo spazio angusto del camerino. Abbassò la testa, come se avesse appena per dichiarato di aver commesso un crimine orribile e si vergognasse di averlo fatto.

Mi chiesi se il motivo del suo disagio fossi io. Ma mi diedi subito della sciocca quando avvertii le sue braccia muscolose avvolgermi la vita e il suo viso affondarmi nel collo, mentre respirava il mio profumo.

Sentii improvvisamente le gambe molli e smisi di pensare, mentre tutto ciò che ci circondava perdeva importanza. Il nostro litigio, la lontananza, Renesmee arrabbiata con me... C'eravamo solo io e lui. Edward e Bella. Io, lui e il nostro amore. Nient'altro era importante in quel momento.

Lo volevo. Era mio e lo volevo.

Non feci nemmeno in tempo a emettere alcun suono che la sua bocca fu sulla mia. Ero già pronta a scusarmi, ma a quanto pare lui fu più veloce di me.

Risposi al bacio senza neanche pensarci, circondandogli il collo con le braccia.

Scusami...” sussurrava tra un bacio e l'altro “Ti amo...avevi ragione tu...” continuò imperterrito. Sentivo le sue mani accarezzarmi ovunque. Le nostre labbra si modellavano una sull'altra, mentre le nostre lingue ballavano la seconda danza più vecchia del mondo. La prima era...beh...

 

Avvertii chiaramente la mia anima avvampare.

 

A casa. Volevo tornare a casa all'istante; anzi, teletrasportarmi direttamente in camera da letto. Ridacchiai tra me e me. Ci staccammo troppo presto per i miei gusti, ma dovevamo pur dire qualcosa, no?

Mi dispiace di essere stata così prepotente, ma Renesmee potrà andare a caccia di grizzly più avanti, magari tra qualche anno quando sarà più grande! Non dico che non ci andrà mai, solo credo che sarebb...” non mi fece finire il mio sproloquio.

Le sue labbra presero d'assalto le mie. Di nuovo.

Volevo spiegarmi, fargli capire tutto quello che avevo realizzato standogli lontano.

Edward...” sospirai, avvertendo la scia infuocata che stava lasciando sul mio collo. Lo sentii sorridere.

Dimmi che non lo pensi davvero quello che hai detto. Dimmi che non pensi che io provi ancora qualcosa per Jacob” lo pregai con voce rotta. Non sapevo più come fargli entrare in testa che la mia vita era lui, che tutto quello che avevo provato in passato per Jake non era nulla in confronto a ciò che sentivo per Edward.

Secondo Alice avevo confuso l'amore con la gratitudine.

Diceva che, siccome ero troppo buona, una parte di me si era 'imposta' di sviluppare un forte attaccamento nei suoi confronti; per ripagarlo della sua premura, insomma.

Ero rimasta stupita quando mi sono resa conto che il folletto aveva completamente ragione. Non avevo mai amato davvero Jacob. Avevo creduto di amarlo, ma in realtà mi sono solo sentita in dovere di rendergli il favore. Quello di avermi salvata da me stessa.

In fondo, Alice aveva ragione. Ero troppo buona.

Forse però la mia bontà non era poi una così bella qualità. Avevo rischiato di perdere l'amore della mia vita, la mia anima gemella a causa sua. Chissà quanta sofferenza sarei riuscita ad evitare se ci fossi arrivata prima! Ma ora sapevo quello che volevo, la vita che avevo scelto di vivere ne era una prova lampante; avevo rinunciato a molte cose per stare accanto all'uomo che amavo e non passava giorno in cui non ringraziassi la mia testardaggine per avermi portata fino a lì. Ero andata contro ogni buon senso, pur di difendere il mio amore per Edward e non avrei permesso a nessuno di portarmelo via. Feci per esprimere a parole tutto quella filippica ma lui, come al solito, mi precedette. Sorrideva.

Non preoccuparti amore. I pensieri di Alice sono molto chiari, ho letto nella sua mente la sua opinione riguardo la faccenda di Jacob...” rispose sereno “Mi sono sentito sollevato quando ho visto nei suoi ricordi il tuo viso illuminarsi dopo la sua spiegazione” continuò. Mi sentii subito confortata. Aveva afferrato il concetto e non avevo dovuto nemmeno scervellermi per cercare le parole giuste!!

Ah, che liberazione!

Vidi Edward farsi serio in volto.

Sei d'accordo con Alice? E' stata davvero solo...gratitudine?” fece poi, dubbioso. Era poco convinto, glielo si leggeva in faccia. Sorrisi e annuii.

Sono rimasta sorpresa anche io quando l'ho realizzato. Ma anche un po' infastidita. Insomma, quanto dolore ti avrei risparmiato se lo avessi capito prima? Sono stata proprio una sciocca” ammisi. Scosse la testa.

No, hai avuto tutto il diritto di fare quello che hai fatto” mi contraddisse, tormentato. Gli presi il viso tra le mani e gli sfiorai le labbra con le mie, in un casto bacio.

Ehi, non siamo qui per parlare di questo d'accordo? Siamo qui perché ci amiamo e perché non voglio che nostra figlia si metta in pericolo” gli ricordai. Annuì.

Mi sono lasciato trasportare dall'entusiasmo di Emmett, ti chiedo scusa” si giustificò, sfoderando quel suo sorriso sghembo. Alzai gli occhi al cielo.

Dì piuttosto che non hai saputo resistere agli occhioni dolci di Renesmee” lo schernii. Sbuffò divertito.

Dopo un po' di coccole e smancerie, Edward mi disse di cambiarmi in fretta perché voleva andare a casa il prima possibile. Obbedii e mi infilai la mia roba alla velocità della luce, mi immaginavo già l'enorme letto della nostra casetta. Fuori dal camerino udivo Alice parlare con qualcuno, ma non capii con chi.

Lo scoprii non appena la porta del camerino fu aperta.

Un uragano di riccioli bronzei mi saltò letteralmente addosso, urlando. Renesmee mi si attaccò stile piovra e qualcosa mi diceva che non si sarebbe staccata molto presto. La strinsi forte, trasmettendole tutto il mio amore. Dietro di lei, Alice mi sorrideva raggiante e mi fece l'occhiolino. Le mimai un 'grazie' lanciandole un sguardo pieno di riconoscenza.

Ecco perché la adoravo, sapeva sempre come aiutarmi.

Intanto la mia bambina aveva iniziato a sparlare su quanto le dispiacesse di essersela presa, di quanto mi volesse bene e di come avrebbe rispettato la mia scelta di far passare un paio d'anni prima di mandarla in campeggio con papà e lo zio... Rimasi basita. Sapeva inventare storie meglio di me anche quando era in piena crisi emotiva. Cominciai a credere che le mie doti di attrice sarebbero migliorate solo con secoli e secoli di pratica. Cercai di mettere giù quel fragile corpicino, ma non appena capite le mie intenzioni si incollò ancora di più. Rinunciai nell'impresa e lasciai perdere.

D'altronde avrei dovuto godermi il più possibile quelle manifestazioni d'affetto, quindi continuai a tenermela stretta al petto fino a che non dovetti farla staccare per salire in macchina.

Edward rideva sotto i baffi, ma nemmeno lui si era allontanato più di un metro da noi, protettivo com'era. Eppure non avrei cambiato neppure una virgola della vita che conducevo, perché avevo tutto ciò che volevo e di cui avevo bisogno. Una famiglia che mi voleva bene, un marito perfetto e una figlia splendida.

 

 

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

 

Una volta tornati a casa, convincemmo Renesmee a staccarsi da me con la promessa di un'intera giornata da trascorrere con lei. Edward ed io volammo in camera da letto e ci rimanemmo fino a sera; impegnati com'eravamo non ci accorgemmo del tempo che passava, il che non fece altro che aumentare il numero delle squallide battutine di Emmett circa la nostra vita intima. Per farlo stare zitto dovetti batterlo per l'ennesima volta a braccio di ferro, scatenando la sua irritazione, l'ilarità degli altri Cullen e l'orgoglio della piccola di casa.

Renesmee sosteneva che io ero la sua super-mamma.

Mi si riempiva il cuore di gioia ogni volta che leggevo nei suoi occhi l' ammirazione sviscerale che nutriva nei miei confronti. Mi mandava in estasi, mi faceva sentire importante e ogni volta che mi domandavo che cosa si poteva desiderare di più, non sapevo darmi risposta.

Ed era un bene, perché finché la domanda rimaneva senza risposta, significava che la mia famiglia era al sicuro e che niente minacciava la sua quotidiana tranquillità, conquistata con così tanta fatica. Avevo lottato tanto e duramente, avevo sofferto e fatto soffrire altre persone per raggiungere la felicità.

Ma ero anche consapevole del fatto che avrei ripercorso la mia vita passo per passo pur di avere ciò che ho ora.

Mammaaaaa!!! Posso andare a nuotare con lo zio Emmett nel fiume?” sentii Renesmee urlare dal giardino. Chiusi gli occhi e mi lasciai cadere sul divano dell'enorme salotto.

Edward mi fu accanto nel giro di un secondo, con un ghigno stampato in faccia.

Tutto in lui sembrava chiedere “E adesso che fai?

Lo fulminai.

Tuttavia sapevo che se le avessi rifiutato una richiesta del genere, così innocente se messa a confronto con una caccia ai grizzly grossi e irritabili, sarei apparsa come la cattiva della situazione. Maledizione!!Avrei dovuto farla pagare a Emmett, era lui che le metteva in testa quelle strane idee!

Oh beh, se Renesmee si fosse fatta male ci avrebbe pensato Rosalie a metterlo in riga. Di fronte a quella nuova prospettiva, divenni improvvisamente molto più allegra.

Va bene ma non andare troppo lontano e resta vicina allo zio!!” le urlai di rimando. Edward mi guardò interrogativo, probabilmente si aspettava che dicessi di no e m'impuntassi. Feci spallucce. Scosse la testa, divertito.

Alice ha ragione, sei troppo buona” commentò, ridacchiando. Pensai ad un Emmett disperato per il mese in bianco a cui Rosalie lo avrebbe costretto se fosse accaduto qualcosa all'adorata nipotina. Sorrisi.

 

 

Oh si, era davvero troppo buona.

  
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