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Autore: SmellingCookies    10/11/2012    1 recensioni
Un'artista un po' lunatica, un modello decisamente irritante e poi il solito cliché.
"Lascio scorrere lo sguardo sulla pelle abbronzata che fa bella mostra di sé alla luce mattutina che entra dalla finestra. Seguendo con gli occhi le curve del suo corpo, guido la sanguigna sul foglio, ricreando quella bellezza il più precisamente possibile."
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Let me work, honey, please 




Lascio scorrere lo sguardo sulla pelle abbronzata che fa bella mostra di sé alla luce mattutina che entra dalla finestra.
Seguendo con gli occhi le curve del suo corpo, guido la sanguigna sul foglio, ricreando quella bellezza il più precisamente possibile.
Il busto, su cui sporgono gli addominali, le spalle larghe che si collegano a braccia lunghe e forti e ad un collo elegante proteso verso il cielo, quasi a sfidarlo. Poi è la volta del viso. Labbra piene, un naso proporzionato e dritto, occhi scuri e vivaci, solo all’apparenza superficiali. Per finire, i capelli ricci e bruni che ogni tanto gli finiscono davanti agli occhi. Peccato per le gambe coperte dal lenzuolo, che ne cela la potenza e la grazia.
Mentre mi perdo ad osservarlo, sposta lo sguardo su di me e mi lancia un sorriso malizioso che scelgo di ignorare.
E’ davvero molto più semplice non pensare a ciò che era successo solo un’ora fa. I brividi mi attraversano ancora la pelle e la mano sul foglio trema. Sale la voglia di alzarsi, andargli incontro, levargli di dosso quell’inutile lenzuolo e farsi stringere e baciare e toccare e annullarsi, non pensare a niente che non sia lui.
Ma visto che ho una scadenza per quel lavoro preferisco rimandare tutto ciò che non sia la figura che va delineandosi sul cavalletto, ancora da completare e rifinire. Non uscirà da questa stanza finché non sarà perfetta.
Notato che non ho intenzione di assecondarlo, mette su un broncio dolce quanto inutile.
Ci vuole ben altro per farmi cedere.
“Mi annoio...”
“Trovati qualcosa a cui pensare e non muoverti”
“Riesco solo a pensare a quello che è successo neanche un’ora fa...”.
Fantastico, stessi pensieri da maniaci.
“La tua mancanza di fantasia, fuori da un letto, è quasi disarmante”
Sorriso. “A che serve sforzarsi, ci sei te che usi la fantasia fuori dal letto”
“Non mi pare che la cosa ti dispiaccia”
“Dispiace ai miei muscoli, davvero, non sento più le gambe, fammi fare due passi...dai...”
“Ho quasi finito, manca il viso, e se ti decidi a stare fermo non ci vorrà molto...”
Prima mi guarda come un bambino a cui viene negato un regalo poi, rassegnato, si volta di nuovo verso la finestra assumendo uno sguardo un po’ malinconico... Semplicemente perfetto.
 
Sto dando le ultime passate di colore sul foglio quando avverto il suo respiro alle mie spalle e poi, poco dopo, lo sento strofinare il naso contro il mio collo.
“Adesso hai finito, riporta la tua attenzione su di me...”
“Scusa, cosa ti sembra che abbia fatto finora?”
A volte mi chiedo se sia semplicemente idiota o finga di esserlo per raggiungere altri scopi. Ma visto quanto ci ha impiegato a farmi allontanare da quel cavalletto, sono propensa ad optare per la seconda...
In fondo c’è tempo, devo solo ultimare il chiaroscuro dello sfondo ma non voglio dargli la soddisfazione di aver vinto così facilmente. Mi impongo di ritrovare il controllo delle mie mani che sono finite tra i suoi capelli scuri con una velocità incredibile, e portarle sul suo petto, allontanandolo appena.
“Che intenzioni hai?”
Ci può essere una domanda più ovvia?
Sorriso furbo. “Non voglio rovinarti la sorpresa... Hai disegnato per tutta la mattina e adesso ci meritiamo una pausa”
E ogni possibile replica si perde sulle sue labbra, che premono con dolcezza e insistenza sulle mie mentre ci avviamo verso la camera da letto.
 
Riapro gli occhi, con la mente annebbiata. Guardo fuori dalla finestra: c’è ancora luce ma deve essere pomeriggio inoltrato. Non ricordo minimamente a che ora mi sia addormentata ma voltandomi e trovando il suo viso che dorme beato a due centimetri dal mio, mi dimentico presto il sonno.
Lo osservo mentre sospira, sognando chissà cosa, mi rendo conto che ormai conosco a memoria ogni particolare del suo corpo e del suo viso ma nonostante questo è sempre un piacere guardarlo.
Da quando è piombato nella mia vita - all’improvviso, totalmente imprevisto – non ci sono stati molti momenti di pace come questo.  
Solitamente siamo impegnati a saltarci addosso, oppure usciamo o mangiamo o ci insultiamo o, ancora, facciamo ognuno il proprio lavoro (lui modello, io artista), insomma conduciamo una vita piena...
Sono quasi tre mesi che abita da me, e credo che solo da quando ci ha messo piede lui, io consideri questa, casa mia. Per questa intento un modesto appartamento al centro di Roma che mi ha lasciato una qualche zia che non ho mai conosciuto e che credo sia emigrata in Oceania...
Ma questo non è importante adesso.
 
Ho incontrato Lucas all’uscita di una stazione e le prime parole che ci siamo scambiati furono insulti, e neanche troppo leggeri, perché a entrambi serviva l’unico taxi disponibile in quel momento.
Inutile dire che eravamo entrambi in enorme ritardo.
Alla fine, dopo esserci mandati al diavolo a vicenda un paio di volte, l’autista si decise a farci una domanda fondamentale: “Mi state facendo perdere tempo! Si può sapere dove dovete andare?”
Al che, abbastanza alterati, abbiamo risposto insieme “Via Battaglioni, 21!” per poi guardarci stupiti.
Non c’era tempo per domande ovvie e inutili così ci siamo catapultati entrambi nel taxi, con il tacito accordo di chiarire la situazione in seguito.
In Via Battaglioni 21 c’è la sede della rivista di arte e moda più celebre d’ Italia.
Appena arrivati il tizio, che non si era preso neanche la briga di presentarsi, dopo aver ammiccato nella mia direzione, se ne andò con quella che supposi fosse la sua manager, la quale era in piena crisi isterica e a sentirla strepitare, quell’individuo mi fece un po’ pena.
Ma neanche troppa.
Io, che ero la nuova arrivata fui spedita dal direttore, che mi affidò ad un suo subordinato affinché mi conducesse sul set del mio primo incarico.
Non sto neanche a dirvi chi era il modello (come se non si fosse già capito), fatto sta che passammo le successive due ore a discutere - di nuovo - perché quello non voleva collaborare: il mio lavoro non consiste solo nello scattare foto, principalmente ritraggo figure dal vero. Ma naturalmente chiedere a Sua Maestà di starsene buono una mezz’oretta era troppo.
Si, possiamo dire che il mio primo lavoro nella più celebre rivista di arte e moda d’Italia fu un fiasco, dopo tutta la fatica che ho fatto per avere anche solo un colloquio con il direttore.
Non si poteva andare avanti così. Il giorno dopo, quando l’ho incontrato per il corridoio, e avevo già pronti un paio di insulti – inutili naturalmente, ma mi avrebbero fatta sentire meglio – lui mi chiese di bere qualcosa al bar vicino l’agenzia. Io ci restai di sasso ma colsi l’occasione per trovare un accordo, quindi accettai...
 
E, beh, considerato che dopo qualche mese è venuto ad abitare qui posso dire che le cose si sono sistemate...
Mentre io mi perdevo a ricordare il passato, Lucas aveva aperto gli occhi e mi guardava confuso e sorridente, chiaramente ancora addormentato.
“Sai, stavo ripensando al nostro primo incontro...”
Sbadiglio “Già, ti ho conquistata all’istante, ammettilo”
“In realtà ti avrei ucciso se non ci fossero stati così tanti testimoni”
“Tutte scuse; io ti sarei saltato addosso, invece”
Senza neanche rendercene conto, ci ritroviamo abbracciati, ad occhi chiusi, ad ascoltarci respirare.
La pace dura poco... “Io ho fame”
Che dire, non ne troverei un altro così neanche cercando tutta la vita...
“Arrangiati”
Ma in fondo mi va benissimo così...




Salve, ancora una volta grazie a chi ha letto o leggerà la storia. Ci tengo ad aggiungere che l'indirizzo qui presente è totalmente di mia invenzione, come pure la sede della rivista che non ha nome perchè non me ne veniva in mente neanche mezzo che fosse decente.
Ho una domanda: ma sono l'unica che va nel panico quando si tratta di trovare un titolo e una descrizione per le storie? XD

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