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Autore: Rota    10/11/2012    6 recensioni
[Buon KuroKaga day (L)]
-Scusa, Kuroko.-
Il ragazzo alza gli occhi dal libro che tiene tra le mani, sembra quasi più piccolo del banco al quale è seduto ma poi spalanca gli occhi alla sorpresa e scompare tutto quanto: classe, compagni, la luce fastidiosa e impertinente che viene dalla finestra.
Sorride un poco, grato e libero a propria volta. Ed è tutto quello che serve.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Autore: margherota
*Titolo: Alphabet of KagaKuro
*Capitolo: A - Apprendimento
*Fandom: Kuroko no Basket
*Personaggi: Kuroko Tetsuya, Kagami Taiga
*Generi: Fluff, Romantico, Generale
*Avvertimenti: Shonen ai, What if...?, Drabble/Flash fic, Raccolta, Missing moment
*Rating: Arancione
*Note: 21 KagaKuro con prompt che seguono l'elenco alfabetico, giusto per festeggiare il KuroKaga Day e la la mia 50°esima fanfic nel fandom di tutti i generi possibili (L) Insoma, due in una XD
Buona lettura (L)


 


 

Ha dimenticato quale sia stata l'origine di tutto, forse troppo preso dal dolore alla pancia che gli ha calmato l'appetito o la pesantezza a livello della testa che gli ha reso difficile il solito poco pensiero.
Ha dimenticato le parole dette e le parole ricevute, anche se sa che non è esattamente un bene; ha dimenticato anche la rabbia e l'astio, il buio della sera che ha visto il loro litigio e il rumore preciso della porta sbattuta con violenza alla fine dell'atto. Sono solo ricordi sfocati che non hanno valore, specie da quando ha appreso che gli corrode le orecchie più il silenzio delle sue labbra e lo avvilisce con maggior forza l'espressione assente dei suoi occhi.
Per questo ingoia amarezza e orgoglio, postura ritta e mani chiuse a pugno lungo i fianchi – sguardo come vergognoso, altrove. Al termine di quella corsa, il fiato sembra quasi mancargli.
-Scusa, Kuroko.-
Il ragazzo alza gli occhi dal libro che tiene tra le mani, sembra quasi più piccolo del banco al quale è seduto ma poi spalanca gli occhi alla sorpresa e scompare tutto quanto: classe, compagni, la luce fastidiosa e impertinente che viene dalla finestra.
Sorride un poco, grato e libero a propria volta. Ed è tutto quello che serve.


 


 

*Capitolo: B – Barba


 

Allunga le mani verso il suo mento, in una carezza dolce ma non troppo – della stessa dolcezza che muove la mano dell'altro tra i suoi capelli arruffati e spettinati, nel gesto caldo e molle che gli concede solo nell'intimità più profonda.
Lo sente sospirare soddisfatto, nel respiro profondo che gli gonfia il petto nudo sul quale è steso, e non può che trovarlo piacevole a propria volta. Sorride piano contro di lui, almeno finché sotto le dita non trova una resistenza insolita che gli fa alzare lo sguardo al suo viso.
Allora lo vede, anche se con una certa fatica: un filo rossiccio e arricciato che spunta glorioso al limite della mandibola. E uno anche più in là, e un altro poco in parte, che gratta contro l'unghia bianca.
Kagami, preoccupato del nuovo silenzio e della sua immobilità sospetta, esce dal proprio stato di piacere e lo guarda a sincerarsi che vada tutto bene. Kuroko capta il suo sguardo, lo abbraccia e gli dona un bacio leggero sulle labbra, assieme ad un sorriso compiaciuto.
-Il mio ometto grande grande...-
Dopo Kagami diventa così tanto rosso sul resto del viso per il complimento del tutto inaspettato che proprio non gli viene voglia di fare alcuna domanda.


 


 

*Capitolo: C – Cucina


 

La convivenza prevede leggi strane, come per esempio non fare alcun commento circa lo stato fisico e mentale del ritorno a casa dopo lavoro o gli orari assurdi notturni in cui il bisogno di andare in bagno a lavarsi prende il consorte all'improvviso. Anche rinfacciarsi capacità e difetti a cuor leggero è cosa da evitarsi, giusto per non ritrovarsi impossibilitato ad indossare un vestito pulito per più di una settimana oppure doversi comprare il set completo di calzature perché quello vecchio è finito inspiegabilmente nel giardino del vicino non troppo simpatico.
Eppure c'è una cosa che Tetsuya ha accettato di buon grado e senza sollevare alcuna protesta: l'opportunità di vedere all'opera, ogni mattina, il suo compagno che si destreggia in fantasiose colazioni in pieno stile americano, tra uova, pancetta e salsicce varie, con il fornello così pieno di pentole e padelle come mai nell'intera giornata. La cucina non è luogo che possa essere occupato da Kuroko e certo lui trova più piacevole stare seduto al proprio posto e guardare Taiga mentre faceva volteggiare una frittata piuttosto che provare ad allungare il braccio verso una qualsiasi stoviglia ed essere sgridato aspramente per più tempo.
Senza contare che poi, alla fine di tutto, il ragazzo è sempre tanto soddisfatto da elargire sorrisi a qualsiasi cosa, persino a lui. Allora Tetsuya mangia senza fiatare la propria colazione, arrischiandosi solo alla fine di pretendere un poco d'attenzione dal suo uomo – sporgendo la guancia verso di lui, in un invito chiaro e silenzioso.
Lo schiocco arriva sempre, immancabile.


 


 

*Capitolo: D – Dedizione


 

Kuroko sbadiglia, preoccupandosi solo alla fine di alzare la mano al viso e coprirsi la bocca – lo specchio davanti a lui gli rimanda l'immagine di un giovane uomo assonnato, con un principio di occhiaie sotto le palpebre e, addosso, una maglia di almeno due taglie in più del dovuto. Massaggia le tempie con le dita per poi espandere il tocco a tutto il resto del volto, per ravvivare i muscoli facciali nel completo.

Uno strappo, all'improvviso, gli manda la testa all'indietro.

-Kuroko, se tu non mi aiuti e non fai resistenza, qui non combino nulla!-

Kagami è già arrabbiato di primo mattino, ma la novità sta nell'oggetto che ha tra le mani e la nuova missione che lo muove: una spazzola e il desiderio di domare i suoi capelli – perché è stufo di ritrovarseli nel naso e nella bocca ogni volta che tenta un approccio intimo nel loro letto, appena svegli.

Altro strappo, una passata vigorosa, lo spuntare insolito di un ghigno vittorioso.

-Questa volta ci riesco, vedrai come ci riesco!-

A Kuroko scappa un altro sbadiglio, ma nel complesso resta fermo vagamente divertito, a guardare il proprio uomo che con tanta cura e dedizione si sta prendendo cura di lui, come ogni giorno e ogni minuto della sua vita.


 


 

*Capitolo: E – Energia

 

Kagami sbuffa, piegato in avanti che sembra quasi col busto orizzontale.

Guarda male indietro quando due braccia pallide e fredde gli scivolano ai bordi del volto e penzolano poi in avanti, prive di qualsivoglia volontà. Gnugnisce qualche insulto prima di sistemarsi meglio Kuroko sulle proprie spalle – sente la punta del suo mento tra le scapole e se non fosse assolutamente certo che sarebbe inutile, perché tanto quello mica lo sente, lo insulterebbe ancora una volta.

Quello stupido non è riuscito a raggiungere la porta del loro appartamento e quindi s'è disteso sul pavimento del pianerottolo, aspettando che qualche anima pia lo raccogliesse e lo portasse dentro. E non vale la scusa del troppo lavoro, non in quel frangente: anche Kagami è appena tornato da un turno di otto ore massacranti ma non per questo non ha abbastanza energia da poter riuscire a camminare fino a casa.

Kuroko fa un lamento, all'improvviso, e subito Taiga volge lo sguardo verso di lui, o quantomeno a quel che di lui riesce a vedere da sopra la sua spalla. É quasi pronto a dirgli qualcosa di cattivo, quando si rende conto che le mani dell'altro sono salite al suo collo, piano, e l'hanno stretto in un abbraccio molle. Il mormorio che esce dalle labbra di Tetsuya ha una vaga forma conosciuta.

-Kagami-kun...-

Fortunatamente, il più piccolo ha solo la forza di stringersi a lui e di strofinare il viso contro la sua schiena – anche perché per Taiga sarebbe abbastanza difficile, in quel caso, negare l'evidente rossore del viso, pur con tutto il suo impegno.

 

 

 

*Capitolo: F – Fiato

 

E' il proprio nome tra le sue labbra, quello caldo che esce da una gola riarsa, secca perché impegnata da troppo tempo a inalare grosse quantità d'aria senza mai posa, senza mai fine.

-Taiga-kun...-

Sembra che faccia fatica, anche quando non ha ostacoli come la sua bocca o la sua lingua che gli impediscano il flusso d'ossigeno, si interrompe a metà senza una causa evidente e poi riprende accelerato per qualche motivo; Kagami pensa che forse, se togliesse la mano dalle sue cosce e la smettesse di accarezzarlo così, non si comporterebbe a tale maniera. Ma non sarebbe neppure tanto bello guardarlo, rosso vivo in viso.

-Taiga-kun...-

Non lo bacia, perché vuole sentirlo. Lo fissa in volto, con un'espressione probabilmente troppo concentrata e quindi fuori luogo, con quel cipiglio severo che assumono le sue sopracciglia strane ogni volta che si corruccia. Ora ascolta solo una cosa, sente solo una cosa.

Il fiato di Kuroko che si fa rumore per le sue orecchie.

-Taiga-kun...-


 


 

*Capitolo: G – Gioco


 

Non si disputa all'interno dal campo da basket, ma richiede in egual maniera lo sforzo fisico e muscolare perdurato nel tempo. Il movimento di braccia e gambe, il piegarsi di gomiti e ginocchia è identico come l'accelerazione del fiato e le espressioni concentrate che si rilassano in ghigni fulminei.

L'intreccio, lo scontrarsi dei corpi non è casuale ma ricercato, punito in un modo diverso.

Ma la diversità più evidente di quel gioco che si svolge tra candide lenzuola è il rossore delle guance provocato dai sorrisi e dalle mani aperte, dalla pelle nuda e dai vestiti che scivolano via come carezze, lungo le cosce aperte fino al piedi scalzi.

Kagami sorride, privo di reale malizia nel suo spontaneo piacere, e sovrasta l'altro ragazzo ponendosi in alto su di lui, con ancora le mani poggiate sul materasso. Kuroko ha gli angoli della bocca alzati appena mentre porta le dita ad accarezzargli il viso e i capelli già spettinati.

Si baciano, nell'intreccio dolce degli arti, poi il viso di Kagami scende e le labbra si aprono in posti diversi, lungo tutto il corpo, fino ad arrivare sul ventre piatto. Lo sguardo si alza un'ultima volta, a cercare quello dell'altro: lo vede partecipe, quasi grato e complice.

Per il resto, prevede rumori irripetibili altrove, soffocati sotto un cuscino fresco tra imbarazzo e desiderio sempre più grande.


 

   
 
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